1 - IL CONCEPIMENTO DI BRESS
a storia
del concepimento di
Bress ci riporta al
tempo in cui le
Túatha Dé Danann vivevano ancora nel
Lochlann, prima che partissero per
Ériu per strapparla ai
Fir
Bólg.
Un giorno una delle donne danann,
Eri
figlia di Delbáeth, guardava le
terre e il mare dalla casa di Máeth
Scéni, quando vide una barca d'argento
comparire sulle onde. A bordo della barca vi era un
uomo d'aspetto bellissimo, con capelli d'oro lunghi
fino alle spalle, abbigliato con un manto e una
tunica intessuti di fili d'oro. Aveva sul petto
un'aurea spilla resa splendida da una pietra
preziosa e cinque cerchi d'oro al collo. Portava
due lance d'argento con la punta di bronzo e una
spada dall'elsa d'oro con intrecci d'argento e
borchie d'oro.
Le onde portarono la barca sulla riva e l'uomo disse a
Eri:
— È questo il tempo adatto per la nostra
unione?
— Non mi sono affatto impegnata con te — rispose
la donna.
— Vieni anche senza impegno — ribatté
l'uomo.
Nonostante avesse già rifiutato molti
spasimanti,
Eri
non poté respingere le profferte di
quell'uomo così affascinante, e giacque con
lui, ma pianse sconsolatamente quando egli si
levò per accomiatarsi.
— Perché piangi? — le chiese lui.
— Non so chi sia venuto a me — disse lei.
— Non lo ignorerai:
Elatha
figlio di
Delbáeth,
re dei
Fomóire,
è venuto a te — disse lui. E aggiunse: — Dal
nostro incontro avrai un figlio e non gli
sarà dato nome che
Eochaid
Bress, il Bello. E ogni cosa bella che si
vedrà in Ériu, sia pianura o fortezza
o birra o torcia o donna o uomo o cavallo,
sarà messa a confronto con questo figlio e
si dirà allora: «È un bress».
Ed
Elatha
le donò un anello, ingiungendole di non
separarsene mai, vendendolo o regalandolo, se non
per un uomo al cui dito si adattasse. Poi l'uomo si
allontanò per la via dalla quale era venuto
e la donna tornò alla sua casa.
Eri
partorì il bambino che aveva concepito in
maniera così straordinaria e questo fu
chiamato come
Elatha
aveva detto:
Eochaid
Bress. Trascorsa una settimana,
Bress
era grande come un bambino di due; e
continuò a crescere a velocità
doppia, finché raggiunse la statura di un
ragazzo di quattordici, e divenne in breve tempo
alto bello e forte come
Elatha
aveva profetizzato.
Due principali
forme di unione coniugale erano
riconosciute in Irlanda: il
matrimonio fondato su un
contratto (con l'acquisto della
sposa in cambio di un pagamento
al padre) e l'unione naturale
«per seduzione».
È evidente che Elatha ha
scelto questa
seconda forma. |
|
2 - INTRONIZZAZIONE DI BRESS
e
Núada
aveva vinto la prima battaglia di Mag
Tuired, ma purtroppo nel corso di essa aveva
perduto un braccio, che
Sreng
mac Sengainn gli aveva mozzato di netto: tale
mutilazione gli costò il trono,
poiché i difetti fisici erano considerati incompatibili
con la sovranità. Il guaritore
Dían
Cécht gli sostituì il braccio troncato con una
protesi d'argento capace di ripetere tutti
i movimenti di un braccio vero, ma ciò non bastò a
restituirgli la sovranità.
Núada
fu soprannominato Aircetlám,
«Braccio d'Argento».
Fra gli uomini delle
Túatha Dé Danann e le loro mogli sorse
allora una disputa su chi dovesse diventare re.
Esse volevano che re divenisse il bel
Bress,
loro figlio adottivo, e asserivano che affidando a
lui il regno avrebbero rafforzato l'alleanza con i
Fomóire.
Bress era ancora un
ragazzo, quando, a causa di quella controversia, le
Túatha Dé Danann gli concessero la
sovranità su Ériu.
Bress
offrì sette ostaggi tra i parenti di sua
madre perché, qualora la sua
incapacità l'avesse reso necessario, si
potesse restaurare la sovranità.
Nell'anno 3304 dalla Creazione del Mondo,
ovvero 1894 anni prima della nascita di Cristo,
Bress si stabilì nella
reggia di Temáir, quale Re Supremo di Ériu, il primo delle
Túatha Dé Danann. |
3 - IL DAGDA MÓR
SATIREGGIATO
l
giovane re
Bress
aveva avuto in dono da sua madre un pezzo di terra
e lì volle che il
Dagda
Mór facesse i lavori di sterro per la
costruzione della sua fortezza: Dún mBrese. Ma il
Dagda
fu presto stanco del lavoro. All'interno del
ráth era
solito incontrare un cieco indolente: si chiamava
Cridenbél
e parlava a cuore aperto.
Cridenbél
giudicava piccole le sue razioni e grandi quelle
del
Dagda,
perciò disse: — Se hai onore,
Dagda,
dammi i tre pezzi migliori della tua razione di
cibo.
E il
Dagda
glieli dava ogni sera. I pezzi per il
satirista erano grossi: ognuno aveva la
grandezza di un maiale. Ma quei pezzi erano anche
un terzo della razione del
Dagda,
e per questo la sua salute peggiorava.
Un giorno, mentre il
Dagda
era al lavoro presso il
ráth, vide venire
verso di sé suo figlio
Óengus
Mac Óc.
— Salute a te,
Dagda!
— disse il
Mac
Óc.
— E anche a te — rispose il
Dagda.
— Perché hai un aspetto così
malato? — gli chiese
Óengus.
— C'è una ragione. Ogni sera
Cridenbél
il satirista chiede i tre pezzi migliori della
mia razione.
Allora
Óengus
infilò la mano nella sua borsa e ne trasse
tre monete d'oro. — Ho un consiglio per te. Metti
queste tre monete nei tre pezzi che dài a
Cridenbél
ogni sera.
Il
Dagda
fece come il
Mac
Óc gli aveva consigliato e quando
Cridenbél
gli chiese i tre pezzi migliori del piatto, il
Dagda
gli diede quelli con le monete d'oro.
Cridenbél
mangiò le porzioni, ma l'oro gli si mise nel
ventre e il satirista morì.
Il Dagda
Mór era succube del
satirista, perché temeva di essere
detto avaro: in tal caso avrebbe perso l'enech,
la «faccia», cioè
l'onore. Il consiglio di Óengus
Mac Óc ha l'effetto di
liberare il Dagda da Cridenbél
battendo costui sul suo stesso terreno,
quella della parola. Giocava infatti
sull'ambiguità del termine «migliore». |
|
4 - BRESS EMETTE UN FALSO
GIUDIZIO
Bress
fu detto che il
Dagda
Mór aveva ucciso Cridenbél con
un'erba velenosa, e giudicando su tali basi
condannò a morte il
Dagda.
Ma questi gli disse: — Ciò che dici, o re
dei guerrieri di Ériu, non è la
«verità del regnante»,
perché mentre ero al lavoro
Cridenbél
continuava a importunarmi e mi diceva «Dammi
i tre pezzi migliori della tua porzione,
Dagda;
il mio mangiare è cattivo questa sera».
Sarei morto se non mi avessero aiutato tre monete
d'oro che ho trovato oggi: le ho messe nella mia
razione e poi le ho date a
Cridenbél,
perché l'oro era la cosa migliore che mi
stava di fronte. Perciò l'oro è nel
ventre di
Cridenbél
ed egli è morto.
— La cosa è chiara — disse
Bress.
— Fate aprire il ventre del satirista per
vedere se dentro c'è l'oro. Se non lo si
trova morirai; se lo si trova avrai salva la vita.
Si
squarciò il ventre del satirista e
nel suo stomaco vennero ritrovate le tre monete
d'oro. E il
Dagda
fu salvo. |
5 - IL COMPENSO DEL DAGDA
MÓR
l mattino dopo il
Dagda
Mór tornò al suo lavoro e
Óengus
Mac Óc gli si avvicinò e gli
disse: — Presto avrai terminato il tuo lavoro; non
chiedere altro compenso se non che ti siano
condotte le mandrie di Ériu e fra quelle
scegli una giovenca scura, dal mantello nero,
docile e vigorosa.
Il
Dagda
terminò la costruzione del
ráth e
Bress
gli domandò che cosa volesse come ricompensa
per la sua fatica. Rispose il Dagda: — Chiedo che
sia radunato in una sola piana tutto il bestiame di
Ériu.
Il re fece come il
Dagda
aveva chiesto, e il
Dagda
scelse la giovenca che il
Mac
Óc gli aveva indicato. A
Bress
sembrò una cosa stolta: aveva pensato che il
Dagda
avesse chiesto qualcosa di più. |
6 - MALGOVERNO DI BRESS
llorché
Bress
ebbe assunto la sovranità, permise che tre
re dei Fomóire,
Elatha
mac Delbáeth,
Indech
mac Dé Domnainn e
Tethra,
imponessero tributi su Ériu, e da allora non
di fu più fumo da un tetto che non fosse
soggetto al loro tributo.
Dunque
Bress impose pesanti
tasse e si appropriò dei tesori e persino del cibo della sua
gente. Le
Túatha Dé Danann,
popolo dei suoi parenti materni,
provavano risentimento verso di lui, perché
a casa di
Bress
i loro coltelli non si sporcavano di grasso e il
loro alito non sapeva mai di birra. Nella dimora di
Bress
non si coltivava alcun divertimento, non vi erano
poeti, bardi, satiristi, arpisti, suonatori di
cornamusa o buffoni che li divertissero. I loro
atleti non facevano più gare, né si
vedevano i loro campioni mettere alla prova la loro
abilità di fronte al re.
Anche i campioni erano stati sottoposti a un
servizio: mentre il
Dagda
costruiva la fortezza per
Bress,
compito di
Ogma era portare legna
da ardere alla fortezza: ogni giorno ne trasportava un fascio
dalle isole della baia di Mod; e poiché era debole per
mancanza di cibo, il mare gli strappava due terzi del carico.
Così ne portava soltanto un terzo e riforniva la gente un
giorno sì e un giorno no |
7 - LA SATIRA DI COIRPRE E LA FINE DEL REGNO DI BRESS
rmai
da sette anni regnava
Bress, quando un giorno, un
poeta,
Coirpre
figlio di
Étaín,
capitò a corte e chiese ospitalità al
re.
Bress
lo fece accomodare in una casa misera e angusta,
nella quale non c'era né fuoco né
arredo né letto, e su un piattino gli
vennero offerti solo tre minuscoli pani
rinsecchiti.
Quando si destò, il mattino
dopo,
Coirpre
non rivolse una sola parola di ringraziamento, ma
disse:
— Senza il cibo
pronto su un piatto
senza latte per nutrire i vitelli
senza casa contro il buio della notte
senza premio i cantastorie:
tale sia la sorte di Bress. |
— Per
Bress
non ci sia più prosperità — concluse.
Fu questa la prima satira mai pronunciata in
Ériu e da quel giorno la buona sorte non fu
più al fianco di
Bress.
Allora i capi delle tribù danann andarono a parlare con
il loro figlio adottivo
Bress
e si appellarono alle garanzie date.
Bress
riconobbe che il regno avrebbe dovuto essere
ceduto: e da quel momento non fu considerato adatto
a regnare. Tuttavia
Bress
chiese di poter rimanere per altri sette anni.
— Potrai, — dichiarò l'assemblea
danann. — Ma i garanti stessi fino a quel
termine ci assicureranno di godere di tutti i beni
che ti sono stati ceduti: le case, le terre, l'oro
e l'argento, le mucche e le riserve di cibo, e in
più che tutti siano nel frattempo liberi da
tasse e tributi.
— Avrete ciò che chiedete — disse
Bress. |
8 - BRESS PRESSO I
FOMÓIRE
e
Bress
aveva chiesto questa dilazione di sette anni, era in
modo da radunare i guerrieri fomóire e imporre con la forza il
suo dominio sulle
Túatha Dé Danann. Per
questo andò da sua madre
Eri
e la implorò di dirgli quale fosse la sua
stirpe. Ella gli narrò di come era stata
sedotta da
Elatha
mac Delbáeth e dell'anello che egli le
aveva donato e che adesso si adattava perfettamente
al dito di
Bress.
Messo al medio l'anello di
Elatha,
Bress,
s'imbarcò con sua madre e col suo seguito
per il paese dei
Fomóire,
che allora si trovava nei
síde. Penetrarono in quei luoghi incantati e giunsero in una
bellissima valle dove erano radunati molti gruppi
di uomini. Raggiunsero il gruppo più bello e
venne loro domandato chi fossero. Risposero che
erano gente di Ériu. I
Fomóire
sfidarono
Bress
a varie tenzoni amichevoli, perché a quel
tempo era costume, quando un gruppo di uomini si
recava al raduno di un altro gruppo, sfidarsi a
giochi di competizione.
Fecero una gara di corsa con i cani e con i
cavalli, e nell'uno e nell'altro caso, i cani e i
cavalli danann furono più veloci di
quelli fomóire. Poi fu chiesto loro se avessero
qualcuno abile nei giochi di spada, e non si
trovò che lo stesso
Bress.
Ma quando questi mise mano all'elsa,
Elatha
riconobbe l'anello che
Bress
portava al dito e domandò chi fosse quel
guerriero. Rispose per lui
Eri,
e disse al re che
Bress
era suo figlio e gli raccontò l'intera
storia.
Elatha
era preoccupato e chiese a
Bress:
— Quale bisogno ti ha condotto fuori dal regno che
governavi?
Bress
rispose: — Null'altro mi ha condotto se non la mia
ingiustizia. Ho spogliato le
Túatha Dé Danann di beni, di tesori e
del loro stesso cibo. Mai fino a ora erano stati
loro imposti tasse o tributi.
— È male — disse allora
Elatha.
— Meglio sarebbe la loro prosperità
piuttosto che schiacciarli; meglio per te ricevere
richieste che maledizioni. Perché sei
venuto?
— Sono venuto a chiederti dei guerrieri — disse
Bress.
— Voglio riprendermi quella terra con la forza.
— Tu non hai diritto di riprenderti con
un'azione ingiusta quello che non sei riuscito a
conservare giustamente — gli disse
Elatha. E
gli consigliò di rivolgersi a
Indech
mac Dé Domnainn, re dei
Fomóire, e al suo campione
Balor,
per sentire quale consiglio e quale aiuto gli
avrebbero dato.
Ascoltata la richiesta di
Bress, questi decisero
di imporre con la forza il dominio e i tributi sulle
Túatha Dé Danann, radunarono tutte le
forze da Lochlainn verso ovest fino a Ériu,
formando un unico ponte di barche dalle Insí
Gall a Ériu. Mai giunse in Ériu
esercito più terribile e spaventoso di
quello dei
Fomóire:
andavano a gara in quella spedizione gli uomini che
venivano da Lochlann e quelli che
venivano dalle Insí Gall.
Elatha insegna a Bress una verità che
ogni re dovrebbe conoscere: in
una battaglia la vittoria va a
chi combatte per la causa
più giusta. Elatha
lo aiuterà perché è il suo dovere di padre,
ma sa che coinvolgerà il suo popolo in
un'impresa disastrosa |
|
Fonti
|
|
I - ERI ED ELATHA
Stando alla semplicistica
interpretazione di De Vries, Eri sarebbe una variante di Ériu, la dea eponima d'Irlanda, simbolo della
suprema regalità sull'Isola di Smeraldo
(De
Vries 1961).
Ciò spiegherebbe la sua unione con Elatha, re dei
Fomóire, il cui nome sembra
invece sia legato a una radice indicante la
«conoscenza»
(Rhŷs 1888 | MacCulloch 1911).
Elatha si
sarebbe congiunto a Eri per ottenere la regalità
sull'Irlanda, secondo un modello tipico del
concetto irlandese della sovranità: tutti i
re supremi d'Irlanda sono infatti considerati
«sposi» di Ériu. Dati questi presupposti, è ovvio
che il figlio di Elatha e di Eri è destinato a diventare re
d'Irlanda: ed è infatti quanto accade a Eochaid
Bress, che viene eletto sovrano delle
Túatha Dé Danann
dopo Núada.
L'interpretazione di De Vries
è stata accettata dalla maggior parte degli
autori, tanto che l'identificazione tra Eri ed Ériu viene pacificamente data per scontata
nei testi divulgativi di mitologia irlandese. Tuttavia, a
ben guardare, tale interpretazione si regge
soltanto sulla somiglianza dei nomi. Lasciamo pure
perdere il fatto che la maggior parte delle fonti
antiche distingue nettamente Ériu da Eri, ma entriamo in dettaglio ed esaminiamo
attentamente i particolari del mito che riguarda quest'ultima.
Il primo punto da notare
è che la regalità di Bress non è una
vera
regalità (il Dagda stesso rivelerà la difettosa
regalità di Bress inducendolo
a un giudizio errato),
segno che Eri ha poco a che fare con le prerogative di Ériu. Inoltre, dopo la cacciata di Bress, viene detto che Eri andrà ad abitare col figlio
presso i Fomóire, cosa davvero inconcepibile per un
personaggio che si pretende di identificare con la
dea eponima di Irlanda, simbolo della suprema
regalità sull'Isola di Smeraldo!
Altri autori, puntualizzando
questi dettagli, sono giunti all'ipotesi contraria,
ovvero, che Eri sia un'anti-Ériu: che non rappresenti la regalità
d'Irlanda, ma la sua antitesi, la falsa
regalità di chi sale al trono senza esserne
davvero degno. È un'interpretazione un
po' eccessiva, ancorché interessante. In
mancanza di maggiori indicazioni, forse, la cosa
migliore è tenere Eri per distinta da Ériu e sospendere il giudizio.
Vi sono tuttavia altri strani
dettagli, nell'episodio dell'incontro di Eri ed Elatha,
tali da sollevare il sospetto che il mito nasconda una complessità e una
profondità maggiore di quanto non sia stato tramandato dal testo del
Cath Maige Tuired. Tra i molti
particolari, notiamo ad esempio il dettaglio che Elatha ed Eri portano lo stesso patronimico: Elatha
mac Delbáeth ed Eri
ingen Delbáeth.
Sappiamo dai testi genealogici irlandesi che Delbáeth
mac Néit era il
padre di Elatha. Ma si tratta dello stesso
Delbáeth padre di Eri? Questo non lo sappiamo. Le genealogie
danann conoscono altri personaggi chiamati
Delbáeth, così che rimane il dubbio
sull'identità del padre di Eri. Ma rimane anche il forte sospetto che
non sia un caso se Elatha ed Eri
abbiano lo stesso patronimico. L'episodio del loro incontro e del loro amore, in
cui viene concepito uno dei protagonisti del
Cath Maige Tuired, è troppo importante
perché un tale dettaglio sia il risultato di
un bizzarro caso e non piuttosto la scelta
consapevole di un mitografo. Si ha il forte
sospetto che, in una versione anteriore della
vicenda, Elatha
mac Delbáeth ed Eri
ingen Delbáeth
fossero effettivamente fratello e sorella.
Più che
di un'interpretazione si tratta di una
sensazione. La presentiamo come esempio della
quantità dei particolari e dettagli,
presenti nelle antiche opere mitologiche, di cui
purtroppo il senso continua a sfuggirci. |
II - EOCHAID BRESS, ANTITESI
DELLA SOVRANITÀ?
La filologa Melita Cataldi, nel suo splendido lavoro di traduzione e commento
al
Cath Maige Tuired, si
sofferma sulla figura di Eochaid
Bress, questo strano
eroe «negativo» del mito irlandese, e
rivela con attenzione il perfetto gioco di valenze
e simmetrie inerenti alla falsa sovranità di Bress, evidenziando l'antitesi che mette in
opposizione Bress a Lúg
Lámfada.
Che la sovranità di Bress sia difettosa si nota innanzitutto dal
fatto che la sua intronizzazione si svolge secondo
un procedimento contrario alle tradizioni regali,
in quanto sono le donne, e non l'assemblea dei
guerrieri, a insediarlo a Temáir al posto di
re Núada
che nella prima battaglia di Mag Tuired ha perduto la
sovranità insieme al suo braccio.
Il punto fondamentale, secondo
la Cataldi, è che Bress
discende dalle
Túatha Dé
Danann
solo in linea materna, essendo il padre Elatha un re dei
Fomóire. Un passo del
Cath Maige Tuired afferma infatti
che Bress non
apparteneva per nascita alle
Túatha Dé
Danann
ma era stato adottato. La qual cosa secondo
l'antico diritto celtico, lo poneva in una
situazione assai delicata. Egli avrebbe potuto
ripudiare l'adozione e ritornare a essere un
fomoriano con tutti i vincoli di sangue e di
lealtà che la cosa implicava.
Sembra essere stato questo il timore degli uomini delle
Túatha Dé Danann
al momento dell'insediamento di Bress in Temáir. Da qui la ragione per
cui Bress era stato costretto a consegnare degli
ostaggi come garanti del fatto che avrebbe
spontaneamente lasciato il potere se si fosse
mostrato inadatto al trono. In questo modo, se egli
avesse ripudiato l'adozione, quei garanti, suoi
parenti in linea materna, avrebbero perso ogni
valore e Bress sarebbe rimasto senza vincoli legali con
la razza dei suoi sudditi. (Cataldi 1985)
Che Bress non
detenga un'autentica regalità si dimostra nel corso del
racconto, innanzitutto dal fatto che pone le
Túatha Dé Danann
in condizione di sudditanza nei confronti dei
Fomóire, e poi costringendo i campioni
danann a lavori infamanti, indegni del loro
rango e contrari all'ordine sociale. Sono il Dagda
Mór e suo figlio Óengus
Óc a smascherare
le pretese di Bress. Portandogli davanti il caso della morte
di Cridénbel, lo inducono
a esprimere un giudizio
errato. Ricordiamo che in irlandese il concetto di
regalità era espresso dal termine
fír
flaitheman
«verità del regnante», e il falso
giudizio di Bress induce il Dagda a dichiarare:
«Questa non è la
verità del regnante!». In altre parole, Bress non è degno
a occupare il posto
di Re Supremo.
Ugualmente astuto il consiglio
di Óengus
Óc di riunire di
tutto il bestiame d'Irlanda, in modo che il Dagda possa operare la sua strana scelta.
Oltre al tentativo di far cadere Bress in un secondo giudizio errato
allorché avesse giudicato piccola la
ricompensa che il Dagda aveva richiesto per il suo lavoro,
questa richiesta nasconde un tranello giocato ai
Fomóire, per il quale il Dagda riuscirà a riprendersi tutte le
mandrie confiscate.
(Cataldi
1985)
Ma è Coirpre il satirista
a dare al re il colpo di grazia con le parole:
Cen colt for
críb cerníne
cen gert ferba fora n-assa
athirni
cen adba fir fo druba
disorchi
cen díl dámi
resi
rob sen Brisse. |
Senza
il cibo pronto su un piatto
senza latte per nutrire i
vitelli
senza casa contro il buio della
notte
senza premio i cantastorie:
tale sia la sorte di Bress. |
Cath Maige Tuired |
L'astuzia di questa satira
consiste nel non essere impugnabile da Bress, poiché essa vuole soltanto che
la condizione di Bress sia uguale a quella che ha offerto a Coirpre. Questi usa la potenza della parola
satireggiatrice per rendere esplicità la
verità. Trattato anch'egli senza
riconoscimento del suo valore professionale, come Ogma e il Dagda, lo manifesta in parole definitive,
determinando la rovina del re avaro. Per i Celti
infatti la generosità di un sovrano
consisteva nel rispettare le reciproche
obbligazioni con i sudditi, basate sullo scambio
equilibrato di doni e controdoni. Dopo la satira di Coirpre, Bress è costretto a rinunciare al
trono, mettendo fine al suo regno davvero poco
brillante.
(Cataldi
1985)
In seguito, come vedremo, Bress tornerà in Ériu alla testa
dell'esercito fomoriano e tenterà di
riconquistare il trono. Ma a contrastarlo
troverà un altro mezzo fomoriano, Lúg
Lámfada. Costui discende dalle
Túatha Dé Danann
per linea paterna e solo per linea materna dai
Fomóire, ragion per cui la sua regalità presso le Túatha
Dé si
rivelerà legittima e potrà
sconfiggere Bress e i suoi alleati nella seconda
battaglia di Mag Tuired. (Cataldi 1985)
L'analisi della Cataldi
s'incentra sull'opposizione tra Bress e Lúg,
così come compare nella
Cath Maige Tuired,
Bress e Lúg sono personaggi complementari. Il primo
di padre fomoriano e madre danann, il
secondo di padre danann e madre fomóire,
e in entrambi i casi è l'ascendenza paterna
a decidere quali sono i più profondi vincoli
di lealtà di ciascuno dei due personaggi.
Sconfitto, Bress potrà
tuttavia salvare la vita insegnando alle
Túatha Dé Danann
come seminare, mietere e lavorare la terra.
(Cataldi 1985) |
III - CONFRONTO CON ALTRI
TESTI: DISTINZIONE DELLE PARTI
Fermo restando l'ottimo studio
di Melita Cataldi alla
Cath Maige Tuired, rimane il fatto
che le valenze e le simmetrie da lei indicate non
sono così semplici, e i rapporti che
intercorrono tra
Túatha Dé Danann
e Fomóire sono assai più
complessi di quanto non traspaia dal testo analizzato. (¹)
La prima perplessità
sorge dall'episodio del concepimento di Bress.
Qui, l'uomo che si presenta a Eri, e che si rivelerà essere Elatha re dei
Fomóire, ha ben poco dell'aspetto grottesco
generalmente associato ai
Fomóire. Al contrario, viene descritto come un
uomo di assoluta eleganza e bellezza, tanto che
già un secolo fa Charles Squire aveva finito
per paragonarlo al Satana di Milton (Squire 1911). L'interpretazione di Squire era viziata
dalla tradizionale immagine dei
Fomóire quali esseri
deformi e mostruosi, con la logica
conseguenza che il nobile aspetto di Elatha
non poteva che nascondere un animo malvagio. In realtà, nella
Cath Maige Tuired, Elatha appare tutt'altro che malvagio. Il suo
profondo senso di giustizia traspare anche anche
dal rimprovero che muove a Bress,
dopo che il giovane re spodestato è venuto a chiedere il suo
aiuto nella guerra che intende muovere alle
Túatha Dé Danann.
«Tu non hai diritto di riprenderti con un'azione ingiusta
quello che non sei riuscito a conservare giustamente» avverte Elatha.
Queste perplessità sono
ancora più evidenti se andiamo a confrontare
la
Cath Maige Tuired
con altri noti testi
genealogici irlandesi. Ed ecco la sorpresa. Sia il
Lebor Gabála Érenn che i
Foras feasa ar Éirinn enumerano gli stessi Dagda e Ogma tra i figli di Elatha, ponendoli quali fratelli di sangue del
«malvagio» Bress! In tali genealogie Elatha appare di stirpe nemediana, essendo
discendente di quello stesso Tat
che è il comune progenitore delle
Túatha Dé Danann. (¹)
Il gioco di simmetrie evidenziato
dalla Cataldi viene così a sfumare. D'altra parte l'autrice ha basato il suo
studio unicamente sul
Cath Maige Tuired, analizzando
l'architettura interna di questo testo. È innegabile che i contrasti e le
valenze sottolineati dall'autrice facciano parte delle effettive intenzioni
della composizione, come se l'ignoto autore del
Cath Maige Tuired
abbia voluto sorvolare
alcune «scomode» genealogie per
sottolineare quelle che più premevano agli scopi della
sua narrazione. Perciò la Cataldi si limita a
trattare Bress e Lúg come dei casi particolari di «razza
mista», volutamente ignorando che le
genealogie dei
Fomóire e delle
Túatha Dé
Danann
sono mescolate in modo inestricabile (MacCulloch
1911).
Certamente tutto
questo è spiegabile col fatto che, durante la loro permanenza
nel Lochlann (la Norvegia), i discendenti dei
Clanna Nemid si erano fusi con i
Fomóire. Il
gruppo delle
Túatha Dé
Danann
che in seguito avrebbe conquistato Ériu sembra essere
stato un piccolo clan distaccatosi da quella
coalizione. La seconda battaglia di Mag
Tuired, tra Fomóire e
Túatha Dé
Danann,
non andrebbe dunque vista come una guerra tra due
razze opposte e distinte, ma come lo scontro tra il
ramo principale di una stirpe e un ramo collaterale
distaccatosi da esso.
|
IV - BRESS E FREYR: UNA
POSSIBILE OMOLOGIA
Esaminando attentamente la
figura di Bress, si scorge in filigrana un'antica
divinità legata alla bellezza, alla
ricchezza e alla fecondità, dunque
appartenente alla terza funzione, secondo la
tripartizione funzionale delle categorie nella
società e nella religione indoeuropea. La
figura irlandese di Bress sembra
infatti omologa a quella norrena di Freyr.
Vi sono tra le due figure dei cospicui punti di raccordo, come
adesso vedremo.
Innanzitutto
Freyr, pur vivendo insieme agli dèi
della stirpe degli Æsir, non vi appartiene, essendo per origine
uno dei Vanir: Suo padre Njörðr era il dio dei
naviganti, e aveva avuto il figlio
Freyr unendosi in
matrimonio con la propria sorella. Anche Bress
non appartiene alle
Túatha Dé
Danann, essendo figlio della danann Eri
e del fomóir Elatha, il quale
– pur non essendo detto esplicitamente legato alla navigazione
– fa la sua comparsa giungendo dal mare su una barca. Inoltre, se
Freyr era il frutto delle nozze incestuose di Njörðr con la propria sorella, nel mito
irlandese è evidente che i genitori di Bress, pur non essendo esplicitamente detti
nel testo fratello e sorella, hanno lo stesso patronimico: Elatha
mac Delbáeth ed Eri
ingen Delbáeth.
Pur appartenendo alla razza dei Vanir, Freyr passa tra gli
Æsir alla fine di una guerra tra le due
stirpi divine. In Irlanda, invece, la guerra tra
Fomóire e
Túatha Dé
Danann
avviene dopo l'adozione di Bress, anche se
è detto che le due stirpi si erano alleate
e parzialmente fuse prima della nascita dello
stesso Bress. I dettagli non
corrispondono, ma entrambi i miti si muovono evidentemente su
un identico ordine di idee. Vi è poi una stretta omologia funzionale. In Scandinavia, il ricongiungimento tra Æsir e
Vanir alla fine della guerra divina, riunisce
le tre funzioni della tripartizione
duméziliana: potere magico-sacrale e
guerriero presso gli Æsir e ricchezza economica e fecondità
presso i Vanir. In Irlanda, dopo
la sconfitta dei
Fomóire, Bress
concede alle
Túatha Dé Danann il potere sulla terza funzione,
insegnando loro come seminare, mietere e lavorare la terra,
analogamente ristabilendo l'unità delle tre funzioni.
E ancora, nel
Cath Maige Tuired
si racconta che Bress viene eletto re e per un certo tempo
siede sul trono che era stato di Núada, ma senza averne
davvero diritto. Nel poema eddico
Skírnismál,
Freyr siede sul trono Hliðskjálf,
riservato a Óðinn anch'egli senza averne diritto.
Nel mito norreno il fatto non è causa di
guerra: da quel luogo
Freyr
s'innamora di Gerðr e per averla rinuncia alla propria
spada, ragione per cui un giorno sarà
costretto a gettarsi a mani nude contro il gigante Surtr, soccombendo.
Quest'ultimo dettaglio non appartiene al mito irlandese, dove,
tuttavia, troviamo sempre il motivo di un dio della terza funzione che si
appropria di una funzione a lui estranea, causando
grandi sciagure. |
Bibliografia
-
AGRATI Gabriella ~ MAGINI
Maria Letizia: Saghe e racconti dell'antica Irlanda,
vol. I. Mondadori, Milano 1993.
-
BOTHEROYD Sylvia ~
BOTHEROYD Paul:
Lexikon der Keltischen Mythologie. Eugen
Diederichs Verlag, Monaco 1992, 1996. → ID.
Mitologia
Celtica: Lessico su miti, dèi ed eroi. Keltia, Aosta 2000.
-
CATALDI
Melita:
Antiche storie e fiabe irlandesi.
Torino 1985.
-
CÉITINN Seathrún [KEATING Geoffrey]: Foras Feasa ar Éirinn, vol. 1.
Dublino 1982.
-
DAVIDSON, H.R.
Ellis.
Myths and Symbols in Pagan Europe.
Syracuse University Press, Syracuse 1988.
- DE VRIES Jan: Keltische Religion. In:
SCHRÖDER Matthias: «Die Religionen der Menschheit». Kohlhammer, Stoccarda 1961. → ID.
I Celti: Etnia, religiosità,
visione del mondo. Jaca Book, Milano 1981.
- GRAY Elizabeth [traduzione]. Cath Maige Tuired. The Second Battle of Mag Tuired. Irish Texts Society, 1982.
-
GREGORY Lady Augusta:
Gods and fighting men: The Gods. 1910 → ID.
Dèi e guerrieri:
Gli dèi. Studio Tesi, Pordenone 1986.
-
GREEN Miranda Jane:
Dictionary of Celtic Myth and
Legend. Londra 1992. → ID.
Dizionario di mitologia celtica. 1999.
-
MacALISTER R.A.S.
[cura]: Lebor Gabála Érenn. Irish Texts
Society. Dublino 1941, 1956.
-
MacCULLOCH John A.:
The Religion of Ancient Celts. Edimburgo
1911. → ID.
La religione
degli antichi Celti. Vicenza 1998.
-
RHŶS Sir John:
Studies in Early Irish History. Londra 1905.
-
ROLLESTON T.W.:
Myths and Legends of the Celtic Race. 1911. → ID.
I miti celtici. Milano 1994.
-
SQUIRE Charles:
Mythology of Celtic People. 1912. → ID.
Miti e leggende dell'antico popolo celtico. Mondadori, Milano,
1999.
|
BIBLIOGRAFIA ► |
|