1 - ALLA VIGILIA DELLA BATTAGLIA
lla
vigilia della battaglia,
Eochaid
mac Eirc, Re Supremo dei
Fir Bolg, chiamò il suo poeta Fáthach
e gli disse: — Va' verso occidente, e chiedi alle
Túatha Dé Danann come dobbiamo
combattere le nostre battaglie. Sarà
questione di un giorno o di molti giorni?
Fáthach
fu accolto da
Núada
mac Echtaich, re delle
Túatha Dé Danann,
e dai suoi consiglieri:
Eochaid
Ollathair detto il
Dagda
Mór, ed
Eochaid
Bress figlio di
Elatha.
— Quel che noi proponiamo — risposero questi — è un combattimento al giorno, ma dovranno
affrontarsi esattamente lo stesso numero di
guerrieri da una parte e dall'altra. Che si vada
avanti fino a che tutti voi o noi non saremo stati
uccisi.
Eochaid
accettò quella condizione a malincuore,
perché i
Fir Bolg avevano
la superiorità numerica. Ma a quel tempo era costume che
toccasse allo sfidante la scelta delle armi e le modalità del
combattimento ed egli dovette conformarsi alla decisione delle
Túatha Dé Danann.
Allora
Eochaid
mandò a cercare Fintan, lo stratega dei
Fir Bolg, che più di tutti era saggio
in questioni di guerra. Su consiglio di questi, i
Fir Bolg innalzarono un grande ráth che
più tardi fu chiamato «Recinto delle mute»,
per via dei branchi di cani che mangiarono i corpi
dei caduti in combattimento, o anche «Recinto delle
pozze di sangue», per via del sangue vermiglio in
cui giacevano i feriti. Lì vicino i
Fir Bolg scavarono un «pozzo delle
guarigioni», nel quale i guaritori misero
delle particolari erbe medicamentose. Chiunque vi
fosse stato immerso avrebbe avuto le sue ferite
miracolosamente risanate.
Anche le
Túatha Dé Danann costruirono un
ráth, che fu
chiamato «Recinto degli assalti», e là
scavarono il loro «pozzo delle
guarigioni».
Quando questi lavori furono completi, le armi
approntate e le strategie stabilite, i
Fir Bolg andarono
a chiedere alle
Túatha Dé Danann se fossero pronte per
la battaglia.
— Sta a voi decidere come combatteremo domani — dissero
alle
Túatha Dé Danann.
— Ci schiereremo al centro della pianura di
Mag Nía con quattro
fíanna ciascuno — risposero le
Túatha Dé Danann.
|
2 - MAG TUIRED: LA PIANURA DEI
PILASTRI
uando giunse il giorno della
grande battaglia,
l'estate era iniziata da sei settimane. Gli
eserciti si alzarono all'alba e il sole
del primo mattino scintillò sulle lame delle
spade e delle lance. In schiere compatte, gli
eserciti avanzarono attraverso Mag
Nía.
E mentre le schiere avanzavano,
Fáthach,
il poeta dei
Fir Bolg, rizzò in mezzo alla pianura
un pilastro di pietra, in memoria di quel giorno, e
dalla cima di quel pilastro prese a fare il
resoconto dell'evento: lodò il valore dei
guerrieri, ricordando le passate vittorie, e li
esortò a nuove gloriose gesta nell'imminente
conflitto.
Ma quando le schiere risplendenti furono passate accanto a lui,
Fáthach
rimase immobile sul suo pilastro a guardare
lontano. Da lì, pieno di angoscia, il poeta
pianse con grande tristezza, e gridò:
— Con quale gloria, con quale portamento le schiere
avanzano! La loro potenza si raccoglie nella pianura di Mag
Nía. Ma le schiere delle
Túatha Dé Danann avanzano contro le
spade finemente lavorate dei miei fratelli. La
Badb
Chatha, assetata di sangue, li
ringrazierà per i cadaveri sparsi dove ora
gli eserciti avanzano fieri. Domani, coloro che
sopravviveranno piangeranno le teste dei loro
compagni, fratelli, figli e padri, che i nemici
avranno spiccato come preda di guerra.
E aggiunse tristemente: — E tanti e tanti anni
dopo che questa battaglia sarà stata persa o
vinta, pilastri di pietra rimarranno a commemorare
la vittoria dei campioni e la morte degli eroi.
Dove ora cresce l'erba, si leveranno centinaia di
pilastri, e Mag Nía sarà
conosciuta come la
«Pianura dei pilastri» [Mag Tuired].
Il
pilastro che Fathach innalzò fu il primo di questo tipo che
venne eretto in una pianura, ed ebbe nome
Cairthi Fáthaig. In quel luogo ebbe inizio la prima battaglia di Mag Tuired.
L'estate era
iniziata da sei settimane: vuole
dire che era trascorso un mese e
mezzo da
Beltain. Era dunque la
metà di giugno: il
solstizio d'estate. |
|
3 - IL PRIMO GIORNO DI
BATTAGLIA
'esercito dei
Fir Bolg e quello
delle
Túatha
Dé Danann si scontrarono al
centro della pianura di Mag Tuired. Il
Dagda
Mór guidava le schiere danann, il
giovane campione
Cirb mac Buain
conduceva l'esercito dei
Fir Bolg.
Tutto il giorno durò la battaglia, in un
gran frastuono di morte. Le cinghie degli scudi
saltarono via, le spade si staccarono dalle else, i
chiodi schizzarono dalle punte delle lance. Il
primo a cadere in quella battaglia fu
Edleo
mac Allda, il primo delle
Túatha
Dé a morire sul suolo di Ériu.
Chi lo uccise fu Nercon úa Semeoin. Ma di lì a poco
molti altri eroi lo seguirono nella morte. Il
Dagda
Mór avanzava da occidente, attraverso le
schiere dei
Fir Bolg, facendosi intorno il deserto.
Dall'altra parte, il giovane
Cirb
combatteva con ugual prodezza e anche intorno a lui
si faceva il deserto.
A sera, una gran quantità di eroi
giacevano stesi sul terreno. I
Túatha Dé Danann furono respinti e si
ritirarono. I
Fir Bolg non li inseguirono, ma tornarono
al loro ráth. Ogni guerriero portava
al re una pietra e una testa, con cui innalzarono
un grande tumulo. Re Eochaid apostrofò i suoi vittoriosi
guerrieri: — Che questo monumento segni la nostra
vittoria per sempre! Che tutti gli uomini guardino
questo monumento e ricordino per sempre i nomi di
chi combatté in questa battaglia, i nomi dei
Fir Bolg, degli eroi che si batterono e
vinsero!
Quella notte, i druidi e i guaritori di entrambe
le parti portarono erbe curative da spargere
nell'acqua dei «pozzi della guarigione».
L'acqua di questi pozzi era densa e verde, e i
feriti che vi venivano immersi ne uscivano
risanati.
I cadaveri vennero seppelliti, e sopra di essi
vennero innalzati tumuli e pilastri.
|
4 - UNO CONTRO TRE
l mattino successivo, prima che iniziasse il
secondo giorno di combattimenti, re Eochaid
uscì dal ráth senza alcuna scorta e giunse a un
pozzo per compiere le sue abluzioni mattutine. Mentre si
trovava là, alzò il capo e distinse sulla cima di una vicina
altura tre guerrieri delle
Túatha Dé Danann, i quali lo avevano scorto a
sua volta e ora scendevano, decisi a togliergli la vita.
Il re cercò di trattare, ma i tre guerrieri nemici non vollero dargli quartiere.
D'un tratto comparve un
giovane dei
Fir Bolg, che impegnò i tre guerrieri danann in uno
strenuo combattimento, uccidendoli tutti. Il giovane
morì tuttavia subito dopo per le ferite riportate. I
Fir Bolg, sopraggiunti alla ricerca del loro
sovrano, seppellirono l'eroe che lo aveva così coraggiosamente difeso e, portando
ciascuno una pietra in mano, eressero un carn monumentale. Da allora,
l'altura dove ebbe luogo il combattimento venne chiamata
«Collina dei tre» [Tulach an trír], mentre il tumulo
eretto in memoria del coraggioso guerriero ebbe nome «Tumulo
dell'unico uomo» [Carn an éinfhir].
|
5 - IL SECONDO GIORNO DI BATTAGLIA
urono
degli eserciti nuovamente forti e ben temprati quelli che più
tardi tornarono ad affrontarsi, giungendo da occidente e da
oriente nel bel mezzo della piana di Mag Tuired. Le
Túatha Dé Danann erano guidate da un nuovo
gruppo di condottieri, tra cui Ogma, Mídir, Bodb Derg e Dían
Cécht il guaritore. I
Fir Bolg da Mella, Esc, Ferb e Febar figli di
Slánga Finn
figlio di re
Eochaid.
Lo scontro fu terribile, feroce. Le spade si spezzavano sulle
ossa frantumate, le grida dei guerrieri si mescolavano alle
urla di dolore. Nonostante il valore delle
Túatha Dé Danann, l'esito della
battaglia girò ancora una volta a favore dei
Fir Bolg. Tra questi si batteva
Slánga,
figlio di re
Eochaid,
il quale si aprì un varco attraverso le
schiere danann, spaccando gli scudi e
spiccando le teste. Un capo danann, Nemed
mac Badrai,
tentò di opporglisi, ma cadde ucciso. Sulla sua tomba sarebbe
stata poi contrassegnata da un pilastro chiamato «Pietra di
Nemed» [Lía Nemid].
Dopodiché
Slánga
inseguì i due figli di Calchu e i loro compagni, che erano
sfuggiti all'ala sinistra dell'esercito danann verso il
margine di Loch Mesca, uccidendoli sul limitare del lago.
Diciassette pietre vennero deposte al suolo per commemorare la
loro morte.
Sembrava che i
Fir Bolg dovessero avere la meglio anche in questo
secondo giorno di battaglia, ma poi
Bress
figlio di
Elatha, il
campione delle
Túatha Dé Danann, guidò la sua
fían attraverso le schiere nemiche e nessun uomo rimaneva in piedi
dinanzi alla sua furia. Così, quando cadde
la notte, i
Fir Bolg vennero respinti attraverso il
campo di battaglia, anche se ciascuno di loro
portava ancora una testa e una pietra per re
Eochaid.
— Siete voi
gli sconfitti, oggi? — chiese il re.
— Sì — disse
Cirb.
— Ma i vincitori non potranno trarne alcun vantaggio.
|
6 - IL TERZO GIORNO DI BATTAGLIA
l terzo giorno, mentre si avviavano alla
battaglia, i guerrieri delle
Túatha Dé Danann si guardarono l'un con
l'altro dicendo: — Chi sarà a guidarci?
— Sarò io — disse il
Dagda
Mór. — Perché in me voi avete una
vera divinità.
E procedette con i suoi figli e fratelli verso
le schiere dei
Fir Bolg. Questi avanzavano dalla direzione opposta
e li guidava
Sreng
mac Sengainn.
Di
nuovo riprese la battaglia. Molti scontri corpo a corpo
infuriarono tra i più rinomati guerrieri di entrambi gli
schieramenti. Gli elmi vennero infranti, gli scudi cerchiati
di metallo furono ammaccati, le lunghe lance vennero
scheggiate e le spade bordate di verde bronzo vennero intinte
nel sangue.
Il
Dagda faceva a pezzi gli uomini da questa
parte, mentre
Cirb
faceva lo stesso dall'altra, e ognuno dei due
sentiva i colpi che l'altro menava nel
combattimento. Infine i due eroi si incontrarono, e
cominciarono a colpirsi vibrando furiosi fendenti
con le loro forti spade. E quando fu il tramonto,
Cirb
cadde.
Poi i
Fir Bolg furono ricacciati verso il loro
ráth, e
quella notte furono i guerrieri delle
Túatha Dé Danann a tornare nel loro
accampamento, ciascuno con una pietra e una testa,
e tra queste v'era anche la testa di
Cirb. Questa fu
seppellita dietro il rath e su di essa venne posto un tumulo
chiamato «Tumulo della testa di Cirb» [Carn cinn Cirb].
In quella triste notte, Fintan il saggio giunse da
Corco Duibe, nel Múmu, per unirsi ai
Fir Bolg. I suoi tredici figli, tredici
lugubri guerrieri, giunsero dal Re Supremo
Eochaid
e formarono un corpo di guardia. Tutti erano
già stati provati in battaglia, e ciascuno
era stato ferito più volte. Perciò
essi erano i soldati più affidabili del
mondo.
|
7 - IL QUARTO GIORNO DI BATTAGLIA
a lotta del quarto giorno fu uno sconquasso
fiammeggiante, sgargiante di colori e di sangue. La
calca del combattimento era opprimente e furiosa, e
si spostava avanti e indietro con alterne vicende.
I druidi stavano in cima ai pilastri, a lanciare
incantesimi, mentre i poeti prendevano atto delle
gesta più grandi e le trasformavano in
ballate.
A quella battaglia parteciparono i re di
entrambi gli schieramenti:
Núada
mac Echtaich da una parte ed
Eochaid
mac Eirc dall'altra. Il primo era circondato da
un corpo di guerrieri sciti, il secondo dai tredici
figli di Fintan. Li
seguivano i loro figli:
Lugaid
figlio di
Núada
e
Slánga
figlio di
Eochaid.
Al loro fianco stavano campioni:
Bress
mac Elathan con
Núada
e
Sreng
mac Sengainn con
Eochaid.
Erano tutti dei grandi guerrieri, e ai loro piedi
c'erano morte e sangue.
Tutto questo vide
Fáthach
dalla sua colonna, mentre guardava a oriente e
occidente.
— Per certo i
Fir Bolg perderanno molti fratelli
— gridò. — Molte saranno le teste che
rotoleranno e i corpi decapitati sulla pianura. Non
crederò più alla loro forza, fintanto
che rimarrò nella tempestosa Ériu! Io
sono
Fáthach
il poeta e sono preda di un grande dolore. Ora che
i
Fir Bolg stanno cedendo, mi arrendo al
veloce avanzare del disastro!
Furie, mostri e streghe che annunciavano
sventure gridavano forte, e le loro voci
riecheggiavano tra le rocce e sulle cascate e
nelle cavità della terra. Era come il
rantolo dell'ultimo giorno della vita, quando tutti
gli uomini se ne andranno da questo mondo. Alcuni
eroi ancora percorrevano il campo di battaglia,
menando colpi furiosi. Alla loro vista gli eserciti
si fermavano e ondeggiavano, e poi schizzavano via
come acqua bollente da una pentola. |
8 - IL BRACCIO MOZZATO DEL RE
el furore dello scontro, avvenne che
Sreng
mac Sengainn e i suoi compagni si lanciarono
contro i soldati sciti che proteggevano
Núada
e, dopo averli sbaragliati, lo stesso
Sreng
impegnò in combattimento il re delle
Túatha Dé Danann.
Sreng
colpì
Núada
con una pioggia di fendenti della sua spada.
Núada
si difendeva con il suo scudo e rispondeva con la
sua lama. Trenta colpi vennero dati e ricevuti,
fino a che
Sreng,
con un gran fendente della spada, spaccò
l'orlo dello scudo di
Núada.
La lama cadde sul braccio destro del re e glielo
recise alla spalla. Il braccio di
Núada
cadde nella polvere, ma presto il
Dagda
arrivò a coprire il re.
I capi delle
Túatha Dé Danann presero il re e lo
portarono via dal campo, mentre il sangue che
sgorgava dalla ferita inondava le loro schiene
inarcate sotto il peso. |
9 - IL MASSACRO
opo
che re
Núada
fu ferito, Bress caricò i
Fir Bolg con gran furia ma venne abbattuto per mano
dello stesso re
Eochaid.
Nonostante alcuni dicano che egli venne ucciso, questo non può
essere vero, perché in seguito Bress succedette a
Núada
come re delle
Túatha Dé Danann.
In ogni caso, il
Dagda, Ogma, Allda e
Delmag si lanciarono su re
Eochaid, ma
vennero temporaneamente respinti da Mella, Esc, Ferb e Febar,
i quattro figli di
Slánga Finn, i quali caddero tutti nello scontro, e il luogo dove
vennero sepolti è chiamato «Sepolcri dei figli di
Slánga» [Leaca mac
Sláinge].
Sull'altro lato, i quattro figli di Gann caricarono le linee
delle
Túatha Dé Danann, ma vennero uccisi da Goibniu
il fabbro, Luchta il carpentiere e Dían Cécht il guaritore. Il
loro monumento fu chiamato «Tumulo dei figli di
Gann» [Dum mac Gainn].
Allora i tre figli di
Orddán, il druido dei
Fir Bolg,
tentarono di rompere lo schieramento delle
Túatha Dé Danann, ma furono uccisi da Cían, Cú
e Cethenn, i tre Clanna Cáinte, e il posto dove vennero
seppelliti è chiamato «Tumulo del druido» [Dum na nDruad].
Poco dopo, le schiere
dei
Túatha Dé Danann avanzarono, guidate da Brian,
Iuchar e Iucharba, i tre Clanna Tuirell, e caricarono i
Fir Bolg. Sostennero il loro assalto Carpre figlio
di Den e i figli di Buan, i quali furono uccisi. Il
luogo dove vennero sotterrati ebbe nome «Tombe dei figli di
Buan» [Leachta Mac Buain], mentre la tomba di Carpre si
trova poco lontano.
|
10 - MORTE DI
RE EOCHAID MAC EIRC
l
Re Supremo di Ériu,
Eochaid mac Eirc, combatteva al centro dello schieramento compiendo
prodigi di valore, quando fu colto d'un tratto
da una sete terribile.
Allora chiamò suo figlio
Slánga Finn
e il campione
Sreng,
e ordinò loro di tenere a bada i nemici
mentre lui andava in cerca di una fonte per
spegnere la sua arsura. I due campioni si posero a
difesa del re, mentre
Eochaid
si allontanava con una scorta di cento soldati.
Subito,
Lugaid
figlio di
Núada
si lanciò contro
Sreng
e
Slánga,
nel tentativo di arrivare al re. Nel corso di quel
combattimento morirono sia
Lugaid
che
Slánga,
i figli dei due re. Sul luogo dove l'eroe danann venne
seppellito fu in seguito eretto un pilastro chiamato «Pietra
di Lugaid» [Lía Lugaide].
Intanto i druidi delle
Túatha Dé Danann, accorgendosi che re
Eochaid
era tormentato da una sete bruciante, con i loro
incantesimi prosciugarono tutte le sorgenti, i
fiumi e i laghi dei dintorni. In tal modo,
Eochaid,
alla disperata ricerca di una fonte, arrivò
fino alla spiaggia di Trácht Éthaile,
e qui la sua schiera fu sorpresa da un
distaccamento di tre volte cinquanta guerrieri
danann, guidato dai fratelli Cisarb, Lúam e Lúachra, i figli di Nemed mac Badrai.
Le due schiere si affrontarono in un
combattimento, nel quale i tre fratelli assalirono
re
Eochaid
e lo colpirono con tutte le loro armi, tanto che la
schiuma del mare divenne rossa del sangue del Re
Supremo. Così morì
Eochaid
mac Eirc, ultimo re dei
Fir Bolg. I suoi guerrieri lo seppellirono
lì dove cadde e innalzarono un enorme
cumulo di pietre sulla sua tomba, che prese il nome di «Tumulo
di Eochaid» [Carn Echdach].
I
suoi tre giovani assalitori morirono anch'essi per le ferite
riportate e furono seppelliti poco lontano, lungo la sponda
del lago, e il loro monumento funebre si chiamò «Sepolcro dei
figli di Nemed» [Leaca mac Nemid]. |
11 - IL
RACCONTO DEL DAGDA MÓR
uando
la nera ombra della notte coprì il furore e le atrocità del
quarto giorno di battaglia, il re
Núada parlò
dal punto dove era stato adagiato.
— Dimmi,
Eochaid Ollathair,
come è andata la battaglia?
— Ti
dirò, nobile
Núada — rispose il
Dagda. — Riferirò i
disastri e le atrocità. I nostri guerrieri sono caduti davanti
alla violenza dei
Fir Bolg. Le
nostre perdite sono così alte che possiamo a stento contarle.
Il nostro campione
Bress mac Elathain ha
fatto una gloriosa strage tra i nemici, uccidendone tre volte
cinquanta. Ma poi è intervenuto
Sreng mac
Sengainn e ti ha impegnato in un feroce combattimento.
Pareva che tu potessi resistergli, impetuoso
Núada, ma
Sreng ha
superato le tue difese e ti ha reciso il braccio destro! A
quella vista noi siamo rimasti scoraggiati, e molti sono
morti, uomini buoni, guerrieri coperti di ferite rosse di
sangue. Tra questi sono caduti tuo padre Echtach, la valorosa
Érnmass, Fíachra, Étargal e
Tuirill Bíccreo
figlio di
Ogma.
«Eochaid,
Re Supremo di Ériu, ha compiuto anch'egli grandi gesta contro
di noi. Ma poi il re è stato colto da una gran sete e per
saziarla è andato ad aggirarsi sulla spiaggia di Trácht
Éthaile. I tre figli di Nemed mac Badra lo hanno sorpreso sulle
sabbie silenziose e l'hanno ucciso.
Lugaid, tuo
figlio, è morto, e anche
Sláine,
figlio di
Eochaid, è morto.
«Dopo
questi fatti, è stato
Sreng a
dominare la lotta. Al calar della notte i guerrieri
continuavano a correre avanti e indietro per il campo di
battaglia. Barcollavano, feriti, eppure nessuno si voltava e
fuggiva. Molto stanchi eravamo da entrambe le parti, e così
smettemmo di ucciderci e ci mettemmo da una parte a fare una
pausa e a pensare.
|
12 - IL
LAMENTO DI SRENG
uella notte anche i
Fir Bolg erano tristi, feriti e pieni di
amari risentimenti.
In centomila erano caduti, e in centomila giacevano
nella piana di Mag Tuired. Coloro che erano
sopravvissuti seppellivano gli amici e i parenti.
Furono predisposti tumuli per gli uomini più
coraggiosi, pietre per i guerrieri, semplici tombe
per i soldati, colline per gli eroi. L'intera piana
di Mag Tuired si riempì di pilastri,
come
Fáthach
aveva profetizzato.
Dopo ciò, i
Fir Bolg si riunirono in consiglio. Di
dodici fíanna non erano rimasti che trecento
guerrieri. La decisione da prendere era se dovessero
abbandonare Ériu o dare ancora battaglia. I trecento decisero
di combattere con le
Túatha Dé Danann fino alla fine, ma
Sreng
mac Sengainn si oppose:
— La resistenza significa
distruzione e morte!
È stata una battaglia
meravigliosa e terribile
e noi abbiamo combattuto con
coraggio e risolutezza.
C'è stato il clangore
delle dure spade,
lo scontro delle lance dei
nobili guerrieri,
le borchie degli scudi sono
andate in pezzi.
Ma ora piene di dolore e di
sangue sono le pianure di Ériu,
e il disastro ci è
venuto incontro nei boschi.
Troppi valorosi guerrieri
sono caduti. |
E concluse: — Offriamo una pacifica soluzione ai
nostri nemici, prima di soffrire altri dolori e
affanni!
Ma i guerrieri dei
Fir Bolg non vollero dare ascolto alle sagge
parole di
Sreng
e votarono per la battaglia. I trecento tornarono
ad afferrare gli scudi e le spade e le lance, e si
prepararono a un ultimo scontro. |
13 - DUELLO
TRA SRENG E NÚADA
l giorno successivo, il quinto giorno di
battaglia, gli eserciti decimati dei
Fir Bolg compirono un'ultima incursione
attraverso la piana di Mag Tuired. Fu una
carica studiata e feroce. Le loro spade erano fitte
come setole e si aprivano la strada in una vampata
di furia, vincendo ogni resistenza. Si lanciarono
ferocemente contro il
ráth delle
Túatha Dé Danann e ne sfondarono le
porte. I
Fir Bolg sciamarono all'interno del campo
nemico e i guerrieri danann vennero colti
impreparati dinanzi alla loro furia.
Fu così che
Sreng
mac Sengainn, che aveva compiuto l'attacco
finale contro la sua volontà, sfidò
re
Núada
mac Echtaich a terminare il combattimento che
essi avevano intrapreso il giorno precedente.
Núada,
seppure debole e sofferente per la mutilazione del
suo braccio, andò incontro a
Sreng
con passo fermo e fiero, e gli disse:
— Se tu vuoi combattere con me, dovrai legarti
il braccio destro a un fianco, perché come
vedi io ho perso il mio.
— Se tu hai perso il tuo braccio — ribatté
Sreng — non c'è obbligo di combattere di nuovo,
perché il nostro primo combattimento fu ad
armi pari. Vi fu un solo scontro tra di noi e si
è concluso.
Con questo magnanimo gesto,
Sreng
risparmiò a
Núada
la morte e la sconfitta. La prima battaglia di
Mag Tuired si era così conclusa.
|
14 - DESTINO DEI
FIR BOLG
|
Dún Óengusa |
Sulla
costa occidentale
d'Irlanda o sulle isole
Aran (ovvero Inishmore
[Inís
Mór], Inishmann
[Inís
Meáin], e Inisheer [Inís
Oírr]), là
dove i
Fir Bolg si
rifugiarono, è
possibile trovare molti
siti forticati
[dún] di incerta
datazione. Le leggende
ne attribuiscono la
costruzione proprio a
tre capi dei
Fir Bolg: Óengus, Éoganacht
e Ochla. La forticazione di Dún Óengusa, a
Inishmore, qui rappresentata, è uno dei monumenti
più suggestivi dell'Europa preistorica. È
costruita vicino al bordo di una scogliera che
cade a strapiombo sull'oceano Atlantico per
un'altezza di 61 metri. È molto difficile
stabilire per essa una precisa datazione, ma si
pensa sia stata costruita tra il I e il IV secolo. |
e
Túatha Dé
Danann si riunirono in consiglio e fu deciso
di stipulare un patto di pace e di amicizia tra i due
popoli.
— Che
Sreng
e i suoi trecento uomini scelgano tra le cinque
province di Ériu quella in cui vogliano abitare — dissero
Núada
e
Bress. — Interrompiamo questa carneficina.
Sreng scelse il Connacht, e i superstiti dei
Fir Bolg
andarono a stabilirsi laggiù. Nella loro discendenza
si sarebbero distinti molti eroi, tra i quali Fer Díad che si scontrò
con Cú Chulainn, ed Erc mac Cairpre che gli
procurò la morte.
Altri dicono
che i
Fir Bolg
sopravvissuti alla battaglia lasciarono Ériu agli
invasori e si rifugiarono presso i
Fomóire,
stabilendosi nelle isole di Ara e Ile, e a Mana e Rachra,
dove i loro capi Óengus, Éoganacht e Ochla costruirono delle
imponenti fortificazioni, alcune delle quali si
possono ammirare ancora oggi.
Dei
quattro toponimi citati
nel testo, Ara e Ile
indicano le isole
scozzesi di Aran e
Islay, Mana è
ovviamente l'isola di
Man e Rachra è
l'isoletta di Rathlin,
posta presso la costa
settentrionale
dell'Irlanda. |
|
15 - I
NUOVI RE SUPREMI DI ÉRIU
u
così che le
Túatha Dé Danann presero possesso
di Ériu e si apprestarono a
stabilirvi il loro regno. Essi andarono sulla «Collina grigia» [Líath Druim], nel Míde, il luogo che un
giorno sarebbe stato Temáir, la fortezza da cui i Re Supremi dei
Fir Bolg avevano regnato fino a quel giorno
sulla verde isola. Le
Túatha Dé Danann vi giunsero per
insediarvi un loro sovrano.
Re
Eochaid
mac Eirc era morto, ma la sua sposa,
Tailtiu figlia di Mag
Mór re di Spagna, viveva ancora. Le
Túatha Dé Danann la accolsero tra loro e
le diedero un nuovo marito,
Eochaid
Garb figlio di
Duach
Dall figlio di
Bress.
Ma non fu tuttavia
Núada
mac Echtaich a insediarsi in Temáir.
Egli aveva perduto il braccio destro in
combattimento e, secondo le leggi danann, un
sovrano doveva essere perfettamente intatto nel
corpo e nelle membra. Così fu deposto e fu
Eochaid
Bress a succedergli.
Bress
fu il primo Re Supremo di Ériu di schiatta
danann.
In realtà
Bress
fu Re Supremo per soli sette anni, poi, dicono
alcuni, morì per aver bevuto mentre era
ancora accaldato, durante una caccia a Sliab Gam.
Ma altri narrano di lui una storia ancora
più appassionante, che adesso vedremo. |
Fonti
|
|
I — LE DUE BATTAGLIE DI MAG
TUIRED
Sono due, innanzitutto, le mitiche battaglie combattute
dalle
Túatha Dé Danann nella «Pianura dei
pilastri» [antico irlandese
Mag Tuired,
irlandese classico Magh Tuireadh, anglo-irlandese
Moytura]. La prima delle due battaglie è quella di cui
abbiamo appena trattato, combattuta dalle
Túatha Dé Danann,
appena sbarcati in Irlanda, contro i
Fir Bolg,
i quali dovettero cedere la regalità ai nuovi venuti.
La seconda battaglia, di cui parleremo in seguito, fu invece
combattuta dai
Túatha Dé Danann, ormai
stabiliti in Irlanda, contro i
Fomóire delle
isole circostanti, i quali cercavano di costringerli a una
condizione di sudditanza, imponendo loro pesanti tributi.
Il primo
punto da notare
è che tra le due battaglie vi sono molte differenze, come
impostazione e come tradizione. A una prima
occhiata appare evidente che la battaglia tra
Túatha Dé Danann e
Fir Bolg abbia
tratti essenzialmente realistici, al confronto della
battaglia combattuta contro i
Fomóire, che appartiene
totalmente al mito (¹). Gli interpreti
dell'Ottocento hanno ovviamente inteso la prima battaglia come
un ricordo di fatti veramente avvenuti, cercando di
identificare i contendenti con questa o quella stirpe di
invasori. In genere si consideravano i
Fir Bolg
come una qualche popolazione pre-gaelica, poi affrontata e abbattuta dagli
invasori indoeuropei. Si sviluppò così una scuola storicistica
che, seppur in parte motivata per quanto riguardava la prima
battaglia, cercò di attribuire valore storico anche alla
seconda battaglia.
La storie
delle due battaglie non sono conosciute con la stessa
precisione e profondità di dettagli. Soltanto la seconda battaglia,
infatti, contro i
Fomóire, è documentata nei testi
più antichi. Il più noto e
dettagliato è naturalmente il
Cath Maige Tuired, i cui elementi principali possono
essere fatti risalire al IX secolo. Questo testo si
limita ad accennare rapidamente agli esiti della
battaglia dei
Túatha Dé Danann
contro i Fir Bolg per poi
concentrarsi diffusamente su quella contro i
Fomóire. La battaglia di Mag Tuired a cui
il testo fa riferimento il titolo è dunque la
seconda e non la
prima.
Alla fine, consultando i testi
antichi, tutto quello che veniamo a sapere sulla
prima battaglia di Mag Tuired è che
vi morì Eochaid
mac Eirc, re dei
Fir Bolg, e che Núada,
re delle
Túatha Dé Danann, ebbe il
braccio mozzato da Sreng
mac Sengainn. Si
aggiungono i nomi di alcuni dei caduti e infine il
dettaglio che Tailtiu, la vedova del re dei
Fir Bolg, divenne
infine la moglie di Eochaid
Garb.
Il racconto particolareggiato
della prima battaglia di Mag Tuired si trova
soltanto, a quel che ne sappiamo, in alcuni
racconti posteriori, di incerta attribuzione,
raccolti dai folkloristi tra l'Ottocento e gli
inizi del Novecento. Tra questi spicca il lavoro archeologico,
condotto sul posto, di sir William Wilde
(Wilde 1867). Il nostro riassunto infatti,
per una volta, è stato costruito su fonti
poco affidabili.
|
II — SIR WILLIAM WILDE SULLE TRACCE DELLA
GRANDE BATTAGLIA
Sir William R. Wilde, padre del celeberrimo Oscar, pubblicò
nel 1867 un libro intitolato Loch Corrib, its Shores and Islands, with notices of Loch
Mask, «Il Loch
Coirib, sue spiagge e isole, con accenni al Loch Measca»,
una sorta di guida turistica nel quale trattava, con l'amore
del residente e la passione dell'antiquario, dei piccoli
centri, delle antichità e dei luoghi caratteristici della zona
tra i laghi Coirib e Measca, a cavallo tra le contee di Galway
e Mayo. Wilde era nato a Cong, un villaggio posto nella lingua di
terra tra i due laghi, proprio nel luogo che si voleva fosse
stato il teatro della prima battaglia di Mag
Tuired. In un capitolo del suo libro, Wilde sottolinea le
incredibili corrispondenze tra i particolari della leggendaria
battaglia, quali li aveva letti in un antico manoscritto, e i
moltissimi monumenti megalitici che si trovano sparsi nelle
campagne circostanti
Sia
attingendo alla tradizione locale, sia ricostruendo in situ
i vari momenti della battaglia, Wilde mostra quanto il mito
irlandese sia intimamente correlato al paesaggio. Le
Túatha Dé Danann provenivano
da ovest, essendo sbarcate a Corco Belgatan, dove poi avevano
bruciato le loro navi. I
Fir Bolg, che sopraggiungevano da Temáir, ne incontrarono le
avanguardie proprio all'uscita di quella lingua di terra che si stende
tra il Loch Coirib a sud, e il Loch Measca a nord. L'incontro
tra i due popoli sarebbe avvenuto, secondo Wilde, nella zona
che fu conseguentemente chiamata Conmaicne Cúile Toladh, in un
punto non
lontano dal'odierno villaggio di Cross.
La sanguinosa partita a hurling tra i giovani dei due
schieramenti si sarebbe svolta in una vallata a sud-est di
Nymphsfield, proprio sotto Cathair Dubh, piana che ancora ai
tempi di Wilde veniva adoperata come campo di
hurling dai giovani del posto. Il tumulo eretto
sopra i giocatori caduti nell'incontro
veniva identificato
da Wilde con un carn che si erge non lontano, alto
quindici metri e di centoventi in circonferenza, «un
monumento storico valido quanto quello che commemora il luogo
sulla spiaggia dell'Attica dove gli Ateniesi caddero sotto le
lunghe lance dei Persiani sui campi di Maratona»
(Wilde 1867). Al limite
settentrionale della vallata si ergono le tormentate rovine
del Caisleán na Coille, un castello risalente
al XIV secolo, che pare venisse visto cosparso di fiammelle
nelle calde notti d'estate, quando le fate, dopo aver giocato una partita di hurling,
vi tenevano i loro banchetti.
Le
fortezze dei due schieramenti si guardavano l'un l'altra
attraverso il territorio immediatamente a nord del Loch
Coirib: secondo Wilde, rimanevano sicuramente resti di
entrambe, anche se riteneva impossibile identificarli con
certezza tra i molti monumenti megalitici sparsi in tutta la
zona. In ogni caso egli riteneva di poter tracciare le linee
dei campi con «meravigliosa accuratezza». Secondo Wilde, il campo dei
Fir Bolg disegnava una curva lungo il bordo del lago a est di Cong, a
partire dai resti di un cathair, un antico fortino che
si ergeva fino a poco tempo prima a Lios Luachra, fino a
Cuckoo Hill, la «Collina del Cuculo» [in gaelico Cnoc Ard
na gCuach], all'estremità nord-occidentale del lago. Su
questa collina si ergeva – afferma Wilde – il pilastro sul quale
Fáthach,
il poeta dei
Fir Bolg, aveva
cantato la gloria dei guerrieri e ne
aveva lamentato il crudele destino.
Il ráth delle
Túatha Dé Danann si sarebbe steso invece più a nord, in una
linea che, partendo dall'estremità occidentale del campo di
hurley, arrivava all'incrocio delle strade che conducevano
al Loch Measca e attraversava quindi la zona di Craobhach,
località dove si ergono molti resti di cairn.
L'estremità del campo era forse contrassegnata dalla
Pietra Lunga di Cong [Cloch Fhada
Cunga], che Wilde
identificava col Cairthi Adleo, la pietra che
commemorava Edleo mac Alda,
il primo dei guerrieri danann caduto sul suolo di Ériu. Wilde ricordava che un tempo
questa pietra si ergeva sulla vecchia strada a est di quel
villaggio; al tempo in cui egli scriveva, tuttavia, ne rimaneva
soltanto una
porzione di circa due metri inclusa in un muro.
Esaminando le linee dei due eserciti, Wilde riteneva che il
tumulo di Baile Mac Giobuin fosse da identificare con
il carn che i guerrieri dei
Fir Bolg avevano eretto con le pietre recate a re
Eochaid mac Eirc
alla fine del primo giorno di battaglia, insieme alle teste
dei nemici uccisi. Questo tumulo, che si ergeva presso la strada
da Cong a Cross, misurava diciotto metri di altezza per quasi
centoventi metri di circonferenza.
|
Il canale di Cong |
Il fiume che collega il Loch Measca con il
Loch Coirib. Vi si sarebbe recato re Eochaid mac Eirc a
fare le abluzioni mattutine. |
Il luogo
in cui re
Eochaid era
sceso
a fare le proprie abluzioni, la mattina del secondo giorno di
battaglia, allorché era stato aggredito da tre guerrieri danann,
veniva identificato da Wilde in una depressione di calcare,
chiamata
Min-uisge,
nella quale le acque del Loch Measca scorrono verso il Loch
Coirib. A detta di Wilde, questo punto corrisponderebbe
perfettamente alla descrizione fornita dal racconto; una volta sceso verso
l'acqua, il re avrebbe visto i nemici sopraggiungere
dall'alto. Su una collinetta immediatamente a sud-est vi era un
cerchio di rocce verticali, al centro del quale si trovavano i
resti di un tumulo, conosciuto come Carn Mín-uisge. Con il permesso del proprietario, Wilde fece eseguire uno
scavo al centro del tumulo, avvertendo in anticipo gli operai
che vi avrebbero sicuramente trovato una camera; e in questa,
se non fosse risultata già svuotata, i resti del giovane dei
Fir Bolg che aveva dato
la vita difendendo il suo re. Poiché buona
parte della cima del tumulo era già stata rimossa alcuni anni prima per
ricavarne del materiale di costruzione, gli operai arrivarono quasi subito a
una larga lastra di pietra, disposta orizzontalmente; sotto di
essa ce n'era un'altra, di dimensioni un po' più grandi.
Questa copriva un piccolo spazio
quadrato, profonda settanta centimetri e larga novanta, le cui pareti erano formate da piccole
pietre. All'interno, Wilde rinvenne una splendida urna che conteneva ceneri di
ossa umane. Come scrisse nel suo libro, «Qui, nessun dubbio, fu bruciato il corpo del leale
giovane dei
Fir Bolg, e le sue ceneri raccolte e conservate in quest'urna.
Forse la prova più convincente dell'autenticità che qualsiasi
antica storia irlandese o, di qualsiasi altro popolo, possa
essere fornita»
(Wilde 1867).
In quel
secondo giorno di
battaglia i due figli di Calchu con quindici dei loro compagni
si erano staccati dalle schiere danann e si erano portati sul limitare
del Loch Measca, dove erano stati uccisi da
Slánga figlio di
Eochaid.
Secondo la tradizione diciassette pietre erano state poste al
suolo per commemorare la loro morte. Questo luogo venne
identificato da
Wilde nei resti di un fortino situato in un punto elevato sul
margine di Inis Eoghain (Inishowen), un isolotto del Loch
Measca, che in estate diventava però una penisola ed era possibile
arrivarvi a piedi dalla riva. Da questo punto era possibile
godere di una vista meravigliosa su tutto il territorio
circostante. Tredici lastroni di pietra, alcuni dei quali
lunghi un metro e ottanta, erano allineati lungo il bordo del ráth.
Particolare attenzione, Wilde la rivolse agli eventi del quarto e ultimo giorno
di battaglia,
allorché, affranto da una terribile arsura, tagliato fuori dalla forra di
Min-uisge e non essendovi nei dintorni alcuna sorgente per placare la sua
sete, re
Eochaid aveva
lasciato
il comando a Sreng e si
era diretto in direzione nord-ovest, verso Loch Measca. Si arrivava così, seguendo la
linea del combattimento, alla parrocchia di Kilmolara, intorno alla quale era
sorto il villaggio chiamato The Neale (in irlandese an Éill). Era stato qui,
secondo Wilde, che i figli dei due re,
Lugaid
figlio di
Núada
e
Slánga
figlio di
Eochaid,
si erano affrontati in combattimento e si ucciserouccisi l'un l'altro.
Lia Lugaide, la tomba in cui era stato seppellito l'eroe danann, sarebbe
stata da
identificare, secondo Wilde, con la cosiddetta Pietra Lunga di Neale, una sorta
di cippo alto un metro e quaranta che si trovava al bivio della strada
che correva a sud del villaggio (nella tradizione riferita da Wilde, in realtà,
Lugaid viene
identificato con Lúg Lámfada, e la pietra è
tuttora chiamata Lia Lugha). Poco lontano sorgeva Neale
House, all'epoca residenza del barone Kilmain, la cui proprietà comprendeva
parecchi interessanti monumenti, tra cui un tumulo che, secondo Wilde, sarebbe
stato eretto sui resti del carn funerario di
Slánga.
Poco lontano si trovavano le famose immagini scolpite popolarmente conosciute come
«gli dèi di Neale», che tuttavia non sarebbero state riferibili ai tempi della
battaglia di Mag Tuired.
Giunto
sul tratto di spiaggia di Trácht Éthaile, re
Eochaid era
stato
affrontato dai tre figli di Nemed mac Badrai. Difendendosi, il re aveva ucciso i suoi
tre giovani assalitori, ma era aduto anch'esso per le ferite riportate e il suo
sangue, vuole la leggenda, aveva arrossato le acque del Loch Measca. All'estremità
occidentale della spiaggia, secondo Wilde, si poteva ancora vedere il monumento dei suoi uccisori,
chiamato Leaca Mac Nemhidh «Sepolcro dei figli di Nemed».
In quanto al tumulo eretto per commemorare il destino di
Eochaid,
ultimo re dei
Fir Bolg,
era probabilmente quello che ancora ai tempi di Wilde si chiamava Carn Echach e che si
ergeva sulla strada tra Cong e Ballinrobe: aveva un diametro di quarantacinque metri
e dalla sua cima si godeva un magnifico panorama del lago dove il re aveva
trovato la
morte.
Sir William Wilde riteneva che i fatti della prima battaglia di Mag Tuired
fossero realmente avvenuti e, nella sua indagine, ritiene che nei
Fir Bolg si
debbano vedere i Belgi e nei
Túatha Dé Danann forse i Danesi
(Wilde 1867 | Squire 1912). La
lettura del suo libro è piacevole e illuminante, in quanto riesce a fondere
mirabilmente il paesaggio intorno a Cong con la tradizione leggendaria. Egli
scriveva, polemicamente: «Tale è la nuda narrazione
trasmessa a noi dai bardi, dai poeti erranti e da quelli al seguito dei capi,
che la recitavano alle festività e nelle assemblee pubbliche, e in tal modo – così com'è possibile che le storie di Troia venissero cantate ancor prima della
nascita di Omero – trasmettendola fino ai giorni delle lettere, quando la
tradizione su messa per iscritta e l'annalista la consegnò ai tempi nostri. Ma è
stato proprio così? Può essere che persino fatti di natura tanto minuta,
accaduti tanto indietro nella notte della storia, possano supportare la nostra
investigazione topografica, mentre molte delle nostre storie classiche sono
state messe in dubbio e in certi casi smentite?»
(Wilde 1867).
|
Carn Echach |
Considerato da William Wilde come il tumulo
funerario di Eochaid
mac Eirc, ultimo re
dei Fir Bolg,
Carn Echach, che si erge presso il Loch
Measca,
è uno dei più importanti cairn dell'Irlanda
preistorica. |
|
III — LA PRIMA BATTAGLIA DI MAG
TUIRED: SCARSA PLAUSIBILITÀ STORICA, DUBBIA AUTENTICITÀ MITICA
Ci si può legittimamente
chiedere, in effetti, che rapporto vi sia tra i monumenti megalitici di Cong e i fatti narrati dalla tradizione sulla battaglia tra
Fir Bolg e
Túatha Dé Danann. Sarebbe
affascinante poter affermare che proprio la gran quantità di pietre, tumuli e
cerchi preistorici sparsi nella zona
abbia contribuito a fissare il ricordo di eventi tanto antichi
nella tradizione popolare, permettendo che venisse tramandata fino a noi. Il
guaio è che non vi è alcuna indicazione che sia così; i megaliti risalgono
probabilmente al neolitico o all'età del bronzo e non c'è alcuna indicazione che
chi li innalzò, lo fece per commemorare particolari gli eventi di una battaglia
o per contrassegnare i luoghi di sepoltura degli eroi. La soluzione più semplice,
naturalmente, è che la gran quantità di pietre, tumuli e cerchi preistorici
sparsi nella zona
– di cui una buona parte sembrano siano stati smantellati nel
corso del tempo dagli abitanti dei villaggi circostanti per farne muri e altre costruzioni
– abbiano appunto giustificato il nome di Mag
Tuired «Pianura dei pilastri», suggerendo al tempo stesso
l'idea che proprio in quella pianura sarebbe stata combattuta la
mitica battaglia.
Il documento più antico e autorevole su questi fatti,
Cath Maige Tuired,
tratta della battaglia che le
Túatha Dé Danann combatterono contro i
Fomóire,
limitandosi a citare en passant una battaglia precedente combattuta
contro i
Fir Bolg.
Il luogo della battaglia in entrambi i casi è chiamato Mag
Tuired ma ci si riferisce a una pianura presso il Loch Arboch
(Lough Arrow), nella contea di Sligo. Soltanto nei testi più tardi, come in
Céitinn, si distingue tra una
battaglia di Mag Tuired Sud [Cath Mhoighe
Tuireadh theas]e una battaglia di Mag Tuired Nord [Cath Mhoighe
Tuireadh thuaidh] (Foras feasa ar Éirinn [II: 10]),
di cui la prima viene ora ambientata presso Cong, nella contea di Mayo. Secondo O'Rahilly la prima battaglia sarebbe stata spostata a
sud, nella zona di Cong solo intorno al XIII o XIV
secolo, quando qualcuno cominciò a trovare improbabile che
ambedue le battaglie fossero state combattute nella stessa
località (O'Rahilly 1946).
Ci si
può dunque chiedere su quali basi sir William Wilde abbia potuto «costruire» il
suo impianto archeologico-topografico. Inutile dire che – a quel che sappiamo – non vi è traccia del manoscritto che egli pretende di aver consultato. Alcuni
sostengono che egli abbia costruito a tavolino un bel racconto, di cui buona
parte risulterebbe una sua pura invenzione. In tal caso, tolto quel poco che ha
un riscontro nelle fonti antiche, ci si può chiedere quanto di ciò che rimane
sia un'invenzione letteraria di Wilde e quanto derivi invece da tradizioni
popolari. Purtroppo le varie vicende della prima battaglia di Mag
Tuired sono penetrate talmente a fondo nel folklore irlandese,
e riferite a volte da testi autorevoli, che ci è francamente difficile arrivare
a fondo su tutti i dettagli della prima battaglia e comprendere quali derivano
da tradizioni autentiche e quali siano le invenzioni di un eccentrico gentiluomo
irlandese.
|
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