MITI

CELTI
Irlandesi

MITI CELTICI
L'AVVENTO DELLE
T
ÚATHA DÉ DANANN
LA QUARTA INVASIONE
Lasciamo temporaneamente la cronaca del Lebor Gabála Érenn per entrare in testi più dettagliati. Le Túatha Dé Danann e i Fir Bolg si incontrano con reciproco sospetto sul suolo di Ériu.
1 - L'ARRIVO DELLE TÚATHA DÉ DANANN

L'arrivo delle Túatha Dé Danann
Illustrazione di Jim Fitzpatrick (1952-)
Museo: [Jim Fitzpatrick. The Book of Conquests]►

e Túatha Dé Danann sbarcarono in gran segreto a Corco Belgatan, vicino al luogo dove poi sorse Conmaichne Mara, il lunedì di Beltaine [1° maggio] dell'anno 3303 dalla creazione del Mondo, ovvero 1895 anni prima della nascita di Cristo. Quando ebbero preso terra, essi bruciarono le imbarcazioni in modo che nessuno di loro potesse più tornare indietro. I loro cuori erano contenti, perché avevano raggiunto la terra dei loro antenati.

Il fumo delle navi che bruciavano invase l'aria e la terra attorno alle Túatha Dé Danann e il sole venne oscurato per tre giorni e per tre notti. Protetti da quella fitta oscurità, le Túatha Dé Danann avanzarono fino a Mag Rein, dove si stabilirono. Per questo in seguito si sarebbe detto che erano giunti direttamente dal cielo in Mag Réin, scendendo su nuvole di fumo.

Come dice il poeta:

Ogni guerriero tra loro bruciò la sua nave,
quando raggiunse la nobile Ériu:
fu una grave decisione in quella situazione
il fumo delle navi che bruciavano

Conmaichne Mara è l'odierna Connemara, nella contea di Galway, Connaught. Corco Beltagan, il punto di approdo dei Túatha Dé Danann si trova non lontano sulla costa. Mag Rein è una località nella contea di Leitrim, sempre nel Connaught.

Il sogno di Eochaid Mac Eirc
Illustrazione di Jim Fitzpatrick (1952-)
Museo: [Jim Fitzpatrick. The Book of Conquests]►

2 - IL SOGNO DI EOCHAID MAC EIRC

quel tempo, Eochaid mac Eirc era re dei Fir Bolg; la sua sposa era la regina Tailtiu figlia di Mag Mór re di Spagna. Essi dimoravano nel luogo che si chiamava Líath Druim, la «Collina Grigia», ma che un giorno sarebbe stato Temáir, la sede dei Re Supremi di Ériu.

La notte che le Túatha Dé Danann sbarcarono in Ériu, a Eochaid capitò di fare uno strano sogno. Perplesso, riferì la visione al suo druido Césarn.

— Ho visto uno stormo di uccelli neri che usciva dall'oceano. Sciamavano sopra di noi e combattevano con il popolo di Ériu. Ci confondevano e ci distruggevano. Ma uno di noi colpiva il più nobile di quegli uccelli e gli strappava un'ala. Oh, saggio Césarn, qual è il significato del mio sogno?

— I tempi che si preparano per noi sono brutti tempi — rispose il druido. — Un popolo di guerrieri arriva dal mare, mille eroi ricoprono l'oceano. Imbarcazioni screziate piombano su di noi. Un popolo esperto nelle arti magiche annuncia per noi infiniti tipi di morte. Spiriti malvagi ti tradiranno e ti faranno del male, e alla fine avranno la meglio su di te.

Sreng il campione
Illustrazione di Jim Fitzpatrick (1952-)
Museo: [Jim Fitzpatrick. The Book of Conquests]►

3 - SRENG AL CAMPO DEGLI INVASORI

enuti a conoscenza dello sbarco delle Túatha Dé Danann, i Fir Bolg inviarono degli uomini nel Connacht per scoprire chi fossero questi invasori. Le spie tornarono a Temáir e riferirono di aver visto una folla di superbi eroi, bene armati e temibili, bravi nella musica e nella danza. Allora i Fir Bolg ebbero paura, perché i nuovi arrivati superavano tutte le genti del mondo in qualsiasi arte.

Re Eochaid sentì il parere dei suoi fidati consiglieri, ed essi risposero:

— Sarà un vantaggio sapere qualcosa di costoro. Chi sono e che intendono fare? Dove vogliono sistemarsi? Che Sreng figlio di Sengann vada a far loro visita, giacché lui non ha certo paura di fare domande.

Sreng figlio di Sengann figlio di Dela era uno dei migliori campioni dei Fir Bolg. Prese il suo enorme scudo rosso brunito, le due lance dalla grossa impugnatura, la spada micidiale, l'elmo a quattro punte e la mazza di ferro, e così bardato lasciò Temáir e si recò a Mag Rein per parlamentare con i nuovi venuti.

4 - L'INCONTRO TRA I CAMPIONI

Bress il bello
Illustrazione di Jim Fitzpatrick (1952-)
MUSEO: [Jim Fitzpatrick. The Book of Conquestss]►

uando le sentinelle delle Túatha Dé Danann videro avvicinarsi un tale campione, gli mandarono subito incontro Eochaid Bress figlio di Elatha. Con il suo scudo, la sua spada e le sue due lance, Bress uscì dall'accampamento e si fece avanti.

I due uomini si avvicinarono, tenendosi d'occhio l'un l'altro, senza dire una parola, e ciascuno fu colpito dalla statura e dalle armi dell'altro. Quando furono abbastanza vicini per parlarsi, si fermarono, e dopo aver abbassato gli scudi contro il terreno, si rannicchiarono dietro di essi, osservandosi a vicenda dall'una all'altra parte della linea di confine.

Bress fu il primo a prendere la parola e quando Sreng udì che l'altro parlava la sua stessa lingua si sentì meno a disagio. Così si avvicinarono di più, e ciascuno disse il suo nome, quale fosse la sua stirpe e quali i suoi antenati.

Allora Sreng disse: — Quando hai menzionato il tuo antenato Nemed, le tue parole hanno rallegrato la mia carne e la mia lingua. Io ti saluto come un fratello: discendiamo entrambi da Semeon Brecc figlio di Érglann. Modera il tuo orgoglio e fa' che i nostri cuori si accostino. Riferisci al tuo re che il tuo popolo e il mio sono fratelli, discendenti di una sola nobile stirpe. Se ci scontriamo saranno in molti ad essere falciati in modo crudele e non sarà certo un passatempo che ci farà divertire.

— Togli il tuo scudo e lascia che ti veda — rispose Bress. — Che io possa riferire il tuo aspetto alle Túatha Dé Danann.

— D'accordo — disse Sreng. — È stato solo per timore delle tue lance acuminate se io ho posto il mio scudo tra di noi.

Scostò dunque il suo scudo e Bress osservò: — Le tue lance sono strane e minacciose. Mi piacerebbe guardarle meglio.

Sreng sciolse i legacci delle sue lance e le passò a Bress, che le soppesò tra le mani e si avvide che esse erano robuste, bilanciate e affilate nel taglio, sebbene non avessero punta. Bress disse:

— Non avevo mai visto della lance così. Dalla punta larga, le lame pesanti e affilate. Sfortunato colui che ne viene colpito. I loro fendenti sono poderosi e il loro impiego procura gravi ferite. Tremendo è l'orrore che incutono. Come le chiamate?

— Le chiamiamo craisech — rispose Sreng. — Trapassano gli scudi, schiantano crani e ossa, i loro colpi procurano la morte o ferite che non si rimarginano mai.

— Armi potenti — commentò Bress. — Vogliono dire corpi feriti, sangue che zampilla, ossa rotte e scudi infranti, cicatrici e infermità. Portano menomazioni e morte. Coloro che le usano hanno in cuore una furia fratricida. Sarà meglio se giungiamo a un accordo, prima che il sacro suolo di Ériu s'imbeva del sangue dei nostri fratelli.

Così i due campioni si accinsero a discutere. — Dov'eri la notte scorsa? — chiese Bress.

— Ero nel cuore di Ériu, nel Recinto dei Re, a Temáir. Ero con Eochaid mac Eirc, il Re Supremo di Ériu, e i capi dei Fir Bolg. E tu dov'eri?

— Nel campo affollato di Mag Rein, con il nostro re Núada e i campioni delle Túatha Dé Danann. Siamo giunti dal nord immersi in una nebbia magica, abbiamo navigato nel cielo fino all'isola di Ériu.

— Ho fatto un lungo viaggio per venire qui e ora devo tornare a riferire quel che ho scoperto — concluse Sreng. — Dimmi quali intenzioni animano la tua gente.

— Sta bene — disse Bress. — Questa è una delle due lance affilate che ho portato con me. Noi la chiamiamo sleg. Portala e mostrala alla tua gente, affinché vedano contro quali armi dovranno combattere.

Sreng annuì e in cambio lasciò a Bress uno delle sue craisech, affinché egli la mostrasse alle Túatha Dé Danann.

— Di' ai Fir Bolg — disse infine Bress — che se ci cederanno metà di Ériu, noi la occuperemo pacificamente. Ma se così non sarà, allora ci sarà battaglia.

— Per quanto mi riguarda, preferirei cedere metà di Ériu piuttosto che assaggiare il filo delle tue armi — disse Sreng. — Tuttavia riferirò le tue parole al mio re Eochaid e all'assemblea di Temáir. Addio, valoroso guerriero. Ci siamo incontrati nella diffidenza, ci separiamo in pace. E qualunque cosa accadrà, tu e io rimarremo fratelli.

5 - LA REAZIONE DEI FIR BOLG

er molti giorni Sreng mac Sengainn camminò attraverso le foreste e le valli di Ériu, finché giunse alla collina di Temáir. Qui lo attendevano re Eochaid mac Eirc e l'intera assemblea dei capi dei Fir Bolg.

Subito i Fir Bolg gli chiesero: — Che notizie ci porti?

Sreng parlò loro delle Túatha Dé Danann, e disse: — I loro guerrieri sono robusti, gli uomini virili, assetati di sangue e forti in battaglia. I loro scudi sono solidi, le loro lame molto ben affilate. Sarà duro combatterli. Meglio cedere loro metà di Ériu e farli contenti.

— No! — gridarono i Fir Bolg. — Non faremo mai una concessione del genere. Se ci mostreremo troppo tolleranti, quegli stranieri finiranno per prendersi tutta Ériu.

6 - PREPARATIVI DI GUERRA

on appena Bress ritornò al campo delle Túatha Dé Danann, riferì del suo incontro con Sreng: — Un valido eroe, con armi grandi e meravigliose. E duro e pronto a dar battaglia, senza alcun timore di sorta.

Udite queste parole, le Túatha Dé Danann capirono che i Fir Bolg non avrebbero ceduto volentieri metà della loro terra, e che probabilmente ci sarebbe stata battaglia. Allora lasciarono il posto dove si trovavano e si stabilirono in uno migliore, nell'estrema propaggine occidentale del Connacht. Si accamparono nella piana di Mag Nía, con le spalle protette dalla montagna di Sliab Belgatain, non lontano dal luogo dove erano sbarcati.

— Questo è un buon posto per costruire una fortezza — dissero. — È difficile da raggiungere, sicuro e imprendibile. Da qui potremmo condurre la nostra guerra.

E cominciarono a innalzare palizzate e scavare fossati.

Césarn il druido
Illustrazione di Jim Fitzpatrick (1952-)
MUSEO: [Jim Fitzpatrick. The Book of Conquestss]►

7 - ATTACCO DRUIDICO

entre le Túatha Dé Danann stavano ancora erigendo le fortificazioni a Mag Nía, le loro tre dee della guerra, la Badb Chatha, Macha e la Mórrígan, si recarono a Temáir, dove i Fir Bolg stavano architettando i loro piani, e con le loro arti druidiche portarono nebbia e nuvole sui Fir Bolg e scatenarono una terribile pioggia di fuoco e poi anche uno scroscio di sangue vermiglio sulle teste dei guerrieri.

Per tre giorni e tre notti i Fir Bolg non ebbero tregua, e neppure riuscirono a vedersi e sentirsi tra loro. I tre druidi dei Fir Bolg, chiamati Césarn, Gnathach e Ingnathach, impiegarono tre preziosi giorni a rompere quell'incantesimo, e quel tempo servì alle Túatha Dé Danann per ultimare le loro fortificazioni.

8 - INCONTRO TRA LE SCHIERE

Fir Bolg chiamarono a raccolta i loro uomini in un punto d'incontro. Giunsero eroi da tutta Ériu, e tutte insieme ammontavano a dodici fíanna. Allora gli eserciti si misero in marcia e andarono a schierarsi all'estremità orientale di Mag Nía. Le sette fíanna delle Túatha Dé Danann li attendevano all'estremità occidentale della pianura.

Quando i due eserciti furono l'uno di fronte all'altro, Núada mac Echtaich, il re danann, inviò i suoi poeti perché ripetessero ai Fir Bolg la medesima offerta fatta precedentemente, cioè che egli si sarebbe ritenuto soddisfatto di prendere quella metà dell'isola che gli fosse stata ceduta. Re Eochaid mac Eirc intimò ai poeti di ascoltare la risposta dalla voce stessa dei suoi condottieri là riuniti, i quali respinsero sprezzanti la proposta.

— Allora — dissero i poeti danann — dovremo combattere?

— Sì, ma la battaglia sarà rinviata — risposero i Fir Bolg. — Dobbiamo prepararci, perché le nostre armature sono ammaccate, i nostri elmi scheggiati, le nostre spade non sono affilate. Vogliamo avere tempo di rinforzare le lance e gli scudi, rendere scintillanti gli elmi, affilare le spade e costruire lance come le vostre sleg. In quanto a voi, sarà anche vostra intenzione fare lance come le nostre craisech.

E così si accordarono per un rinvio di un quarto di anno per i preparativi.

La partita
Illustrazione di Jim Fitzpatrick (1952-)
MUSEO: [Jim Fitzpatrick. The Book of Conquests]►

9 - LA VALLE DEL TUMULO DELL'INCONTRO

entre le due schiere attendevano il giorno del combattimento, il giovane Ruad, con ventisette giovani, andò verso ovest fino alla fine della piana, per fare una partita a iománaíocht con le Túatha Dé Danann.

Un numero uguale di giovani danann scese in campo ed iniziò un gioco energico ed esperto. I Fir Bolg, che nel corso della partita avevano segnato un solo cúl, furono presi da un'improvvisa ondata di rabbia. La velocità e il vigore della squadra danann non poté far molto contro la brutalità di Ruad e dei suoi uomini: nell'incontro carni furono lacerate e ossa spezzate. Così l'incontro ebbe fine con la sconfitta dei giovani delle Túatha Dé Danann. I Fir Bolg lasciarono sul campo i migliori giocatori danann morti o gravemente feriti.

Quest'evento lasciò amarezza e scontento nei cuori delle Túatha Dé, le quali furono ancor più risolute di avere vendetta nel combattimento. I corpi furono seppelliti su quel campo, e fu alzato un tumulo a memoria dell'incontro. Da allora quel luogo ebbe nome Glenn Cairn Aillem, la «Valle del tumulo dell'incontro».

Lo iománaíocht, chiamato hurling in inglese, altro non è che l'hockey irlandese, giocato su prato.

Fonti

1-9 Cath Maige Tuired
Lebor Gabála Érenn

Seathrún Céitinn [Geoffrey Keating]: Foras feasa ar Éirinn [II: 9-12]
Míchél Ó Cléirigh [Michael O'Grady]: Annála Ríoghdhachta Éireann
Cfr. Lady Augusta Gregory: Gods and Fighting Men

I - DAL MARE O DAL CIELO?

L'arrivo delle Túatha Dé Danann in Ériu presenta molti aspetti non poco chiari.

Per Seathrún Céitinn (Geoffrey Keating), che scrive i suoi Foras feasa ar Éirinn intorno alla metà del XVII Secolo, non vi sono dubbi. La storia per cui gli antenati delle Túatha Dé Danann sarebbero venuti dalle isole settentrionali del mondo gli sembra poco credibile e il buon curato la riferisce soltanto per dovere di cronaca. Ma è evidente che Keating predilige la versione secondo cui le Túatha Dé Danann sarebbero tornate dapprima in Grecia, si sarebbero poi spostate nel Lochlann [Norvegia], dove avrebbero completato la loro erudizione, e di qui in Alba [Scozia], da dove sarebbero infine partite alla conquista dell'Irlanda.

Le versioni più antiche tuttavia presentano aspetti più sinistri. Il Lebor Gabála Érenn sottolinea gli aspetti soprannaturali del loro arrivo:

In seguito i discendenti di Beothach mac Iarboneil andarono nelle isole settentrionali del mondo, dove impararono le dottrine druidiche e le conoscenze esoteriche, la profezia e la magia, finché divennero esperti nelle arti pagane. Fu allora che le Túatha Dé Danann vennero in Ériu. In questo modo esse vennero, dentro nuvole nere. Scesero sulle montagne del Conmaicne Rein nel Connacht. Ed esse produssero un'oscurità dinanzi al sole per tre giorni e tre notti.

Lebor Gabála Érenn [55-56]

È curioso notare tuttavia che nel Cath Maige Tuired, uno dei testi più antichi e importanti del ciclo mitologico, i cui materiali, risalenti al IX secolo, furono compilati intorno all'XI, la scena presenta già un'interpretazione realistica.

Le Túatha Dé Danann rimasero nelle isole a settentrione del mondo a imparare la scienza occulta, la magia, le arti druidiche, la stregoneria e le abilità magiche: finché, in quelle arti, superarono i sapienti dei paesi stranieri. [...]. Le Túatha Dé giunsero allora con una grande flotta in Ériu per toglierla ai Fir Bolg con la forza. Appena raggiunto il territorio di Corco Belgatan, che è oggi il Conmaicne Mara, incendiarono le proprie barche in modo da non potersi più ritirare. Il fumo e la caligine che salivano dalle imbarcazioni invadevano l'aria e la terra attorno alle Túatha Dé. Per questo poi si disse che erano arrivate dentro nuvole di fumo.

Cath Maige Tuired

«Per questo poi si disse che erano arrivate dentro nuvole di fumo». Questa frase è forse la doverosa interpolazione di qualche tardo redattore (in fondo la versione a noi pervenuta si trova in un documento del XVI secolo), e non fa parte necessariamente del testo originale.

Sembra di poter arguire che nelle antiche versioni della leggenda, le Túatha Dé Danann fossero davvero giunte dal cielo o dall'oltremondo, dentro nuvole di fumo. Nella Scéal Tuáin Maic Cairill è detto chiaramente:

È probabile che [le Túatha Dé Danann] siano venute dal cielo: si spiegherebbero così la scienza e la superiorità della loro erudizione.

Scéal Tuáin Maic Cairill

Se così fosse, si spiegherebbe anche la curiosa interpolazione presente nel Cath Maige Tuired, quasi che i monaci che ci hanno trasmesso quest'ultimo testo, in qualcuna delle fasi di una redazione durata più di seicento anni, volessero mettere bene in chiaro che i personaggi delle Túatha Dé Danann non erano dèi, come il popolo credeva, ma sembravano tali agli occhi degli incolti grazie alla loro superiore saggezza. Essi arrivarono in Irlanda con una flotta di navi, non certo dal cielo, e la storia delle nuvole nere che avrebbero scortato il loro arrivo e dell'oscurità che coprì il sole erano semplicemente dovute al fatto che subito dopo il loro arrivo le Túatha Dé Danann bruciarono le loro navi.

Bibliografia

  • AGRATI Gabriella ~ MAGINI Maria Letizia: Saghe e racconti dell'antica Irlanda, vol. I. Mondadori, Milano 1993.
  • BOTHEROYD Sylvia ~ BOTHEROYD Paul: Lexikon der Keltischen Mythologie. Eugen Diederichs Verlag, Monaco 1992, 1996. — Mitologia Celtica: Lessico su miti, dèi ed eroi. Keltia, Aosta 2000.
  • CATALDI Melita: Antiche storie e fiabe irlandesi. Torino 1985.
  • CÉITINN Seathrún [KEATING Geoffrey]: Foras Feasa ar Éirinn, vol. 1. Dublino 1982.
  • DAVIDSON, H.R. Ellis. Myths and Symbols in Pagan Europe. Syracuse University Press, Syracuse 1988.
  • DE VRIES Jan: Keltische Religion. In: SCHRÖDER Matthias: «Die Religionen der Menschheit». Kohlhammer, Stoccarda 1961. → ID. I Celti: Etnia, religiosità, visione del mondo. Jaca Book, Milano 1981.
  • GRAY Elizabeth [traduzione]. Cath Maige Tuired. The Second Battle of Mag Tuired. Irish Texts Society, 1982.
  • GREGORY Lady Augusta: Gods and fighting men: The Gods. 1910 → ID. Dèi e guerrieri: Gli dèi. Studio Tesi, Pordenone 1986.
  • GREEN Miranda Jane: Dictionary of Celtic Myth and Legend. Londra 1992. → ID.  Dizionario di mitologia celtica. 1999.
  • KONDRATIEV Alexei: Danu and Bile: the primordial Parents? In «An Tríbhís Mhór: IMBAS Journal of Celtic Reconstructionism», 1/4. 1998.
  • MacALISTER R.A.S. [cura]: Lebor Gabála Érenn. Irish Texts Society. Dublino 1941-1956.
  • MacCULLOCH John A.: The Religion of Ancient Celts. Edimburgo 1911. → ID. La religione degli antichi Celti. Vicenza 1998.
  • RHŶS Sir John: Studies in Early Irish History. Londra 1905.
  • ROLLESTON T.W.: Myths and Legends of the Celtic Race. 1911. → ID. I miti celtici. Milano 1994.
  • SQUIRE Charles: Mythology of Celtic People. 1912. → ID. Miti e leggende dell'antico popolo celtico. Mondadori, Milano, 1999.
BIBLIOGRAFIA
Intersezione Aree: Holger Danske
Sezione Miti: Asteríōn
Area Celtica: Óengus Óc
Ricerche e testi di Dario Giansanti e Oliviero Canetti.
Creazione pagina: 01.03.2004
Ultima modifica: 25.08.2014
 
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