MITI

CELTI
Irlandesi

MITI CELTICI
L'ARRIVO DI LÚG
IL SAMILDÁNACH ALLE PORTE DI TEMÁIR
Núada Aircetlám è di nuovo Re Supremo di Ériu. Le Túatha Dé Danann sono riunite alla corte di Temáir, quando un giovane dalle sconcertanti capacità si appressa alle porte della fortezza...
1 - LÚG ALLE PORTE DI TEMÁIR

L'arrivo di Lúg
Illustrazione di Jim Fitzpatrick (1952-)
Museo: [Jim Fitzpatrick. The Silver Arm]►

opo la fuga di Bress, Núada Aircetlám, ormai ristabilito nel suo rango di Re Supremo di Ériu, indisse la Festa di Temáir. Egli stesso presiedeva al banchetto, quando un bellissimo giovane giunse alle porte della fortezza.

C'erano due guardiani a Temáir: Gamal mac Ficail e Camall mac Ríagaill. Mentre quest'ultimo era di guardia, vide avvicinarsi una compagnia sconosciuta. Un giovane guerriero bello e altero con le insegne regali era alla testa di quel gruppo.

Il guardiano chiese: — Chi sei?

Il giovane rispose: — Qui è Lúg Lonnansclech figlio di Cían figlio di Dían Cécht, e di Ethné figlia di Balor. Sono il figlio adottivo di Tailtiu figlia di Magmór re di Espáin, e di Eochaid Garb figlio di Dúach Dall.

— Quale arte pratichi? — chiese il guardiano. — Nessuno entra a Temáir se non possiede un'arte.

— Puoi domandarmelo — disse Lúg. — Io sono un carpentiere.
— Non abbiamo bisogno di te. Abbiamo già un carpentiere. È Luchta mac Luachaid.

— Puoi domandarmelo. Io sono un fabbro.
— Non abbiamo bisogno di te. Abbiamo già un fabbro. È Colum Cúalléinech dalle tre nuove tecniche.

— Puoi domandarmelo. Io sono un campione.
— Non abbiamo bisogno di te. Abbiamo già un campione. È Ogma figlio di Étaín.

— Puoi domandarmelo. Io sono arpista.
— Non abbiamo bisogno di te. Abbiamo già un arpista. È Abcán mac Bicelmois, che le Túatha Dé Danann trovarono nei síde.

— Puoi domandarmelo. Io sono un eroe.
— Non abbiamo bisogno di te. Abbiamo già un eroe. È Bresal Étarlám mac Echdach Báethláim.

— Puoi domandarmelo. Sono uno storico.
— Non abbiamo bisogno di te. Abbiamo già uno storico. È Én mac Ethamain.

— Puoi domandarmelo. Io sono un mago.
— Non abbiamo bisogno di te. Abbiamo già dei maghi. Numerosi sono tra noi i druidi e gli uomini che hanno dei poteri.

— Puoi domandarmelo. Io sono un medico.
— Non abbiamo bisogno di te. Abbiamo Dían Cécht come medico.

— Puoi domandarmelo. Io sono un coppiere.
— Non abbiamo bisogno di te. Abbiamo già dei coppieri. Delt e Drúcht e Daithe, Tae e Talom e Trog, Glé e Glan e Glési.

— Puoi domandarmelo. Io sono un bravo artigiano del bronzo.
— Non abbiamo bisogno di te. Abbiamo già un artigiano del bronzo. È Crédne Cerd.

E Lúg disse: — Allora domanda al re se ha un solo uomo che possegga in sé tutte queste arti. Se è così, io non entrerò a Temáir.

Il guardiano andò al palazzo e riferì ogni cosa al re. — Un uomo è arrivato alla porta. Il suo nome è Samildánach, «[colui che] unisce molte arti», e tutte le arti che aiutano la tua gente egli le possiede: è l'uomo di ciascuna e di tutte le arti.

Il primo atto di Núada Aircetlám, una volta ristabilito quale Re Supremo di Ériu, è di stabilire un nuovo ordine sociale indicendo, nel giorno di samain, la «Festa di Temáir» [Feis Temra]. Nella sala del banchetto ogni professione aveva il suo posto prestabilito; così il re riconosceva il ruolo e le prerogative di ciascuno mentre i sudditi riconoscevano la supremazia del re.

2 - LE TRE PROVE DI LÚG

llora Lúg fu messo alla prova davanti alla scacchiera del fidchell, e vinse tutte le partite.

Tutto questo venne quindi riferito a Núada. — Fatelo entrare — disse costui, — perché prima d'ora mai un uomo come lui giunse in questa fortezza.

Il guardiano fece passare Lúg. Egli entrò nella fortezza e si sedette sul «Seggio del Sapiente» [Suide Súad], perché era sapiente in ogni arte.

Allora si levò Ogma e lo sfidò a lanciare un'enorme pietra di pavimentazione che a malapena avrebbe potuto essere spostato da ottanta coppie di buoi. Ogma fece il primo lancio gettandola fuori dalla costruzione, contro il recinto di Temáir. Lúg la raccolse e, rilanciandola, la fece ricadere dentro la costruzione, esattamente al suo posto, quindi riparò i danni che così facendo erano stati apportati all'edificio.

— Suona l'arpa per noi — gli dissero i guerrieri.

Così Lúg la prima sera suonò la melodia del sonno, e il re e i suoi guerrieri caddero addormentati e dormirono da quella sera fino alla stessa ora del giorno seguente; suonò poi la melodia del pianto, e tutti si commossero e lacrimarono; suonò infine la melodia della gioia, e tutti quanti furono pieni di letizia e le risate riempirono la fortezza.

La fidchell, letteralmente «legno di intelligenza», era un gioco da tavoliere in uso presso la classe aristocratica, simile agli scacchi anche nel simbolismo «regale» delle pedine. Per un sovrano, vincere una sfida in questo gioco, assumeva il valore di conferma della propria regalità. È evidente il valore simbolico della vittoria ottenuta da Lúg.

A questo punto, nel testo originale della (Seconda) battaglia di Mag Tuired, una glossa dice che, poiché la fidchell era stata inventata all'epoca della guerra di Troia, non poteva ancora aver raggiunto l'Irlanda, perché le battaglie di Mag Tuired e la distruzione di Troia avvennero nella stessa epoca.

3 - LÚG ELETTO RE TEMPORANEO

uando Núada sperimentò le grandi capacità di Lúg, comprese che quel giovane avrebbe potuto liberarli dalla minaccia rappresentata dai Fomóire.

Le Túatha Dé Danann tennero consiglio riguardo a Lúg e Núada giunse alla decisione di cedergli la regalità per tutto il tempo necessario a risolvere la minaccia rappresentata dai Fomóire. Così Lúg salì sul seggio del Re Supremo e il re si levò di fronte a lui finché fossero trascorsi tredici giorni.

4 - IL «SUSSURRO DEGLI UOMINI DELLA DEA»

L'arrivo di Lúg

Illustrazione di Roger Garland.

l mattino successivo alla sua intronizzazione temporanea, Lúg si incontrò nelle vicinanze di Grellach Dollaid con Eochaid Ollathair, detto il Dagda Mór, e Ogma, e insieme a loro furono convocati Goibniu e Dían Cécht. Un anno intero essi rimasero in quel convegno segreto, discutendo le misure da prendere contro il pericolo rappresentato dai Fomóire, perciò quel luogo prese poi il nome di «Sussurro degli uomini della dea» [Amrún Fer nDéa].

Poi convocarono i druidi di Ériu, i medici, gli aurighi, i fabbri, i dispensatori di ospitalità [bríuga] e i giudici, e con tutti si tennero colloqui segreti.

Il mago Mathgen disse che avrebbe incantato le montagne di Ériu sì da farle tremare sotto i Fomóire piegandone le cime verso terra, e che le dodici principali alture di Ériu avrebbero combattuto a fianco delle Túatha Dé Danann: Slíab Líag, Denna Ulad e Bennai Boirche, Brí Ruri e Slíab Bládmai e Slíab Snechtai, Slíab Mis e Blaí-slíab, Nemthenn e Slíab Maccu Belgodon, Segais e Chruachán Aigli.

I coppieri dissero che avrebbero portato presso i Fomóire i dodici principali laghi di Ériu, ma che i Fomóire tormentati dalla sete non vi avrebbero trovato acqua. Questi i laghi: Dercloch, Loch Luimnig, Loch n-Orbsen, Loch Rí, Loch Mescdae, Loch Cúan, Loch Laig, Loch n-Echach Loch Febail, Loch Dechet, Loch Ríoach e Már-loch.

Allora i Fomóire si sarebbero rivolti ai dodici grandi fiumi di Ériu: il Búas, il Bóann, il Banna, il Nem, il Laí, il Sinann, il Múaid, lo Sligech, il Samaír, il Finn, il Ruirtech e lo Siúir; ma tutti i fiumi si sarebbero sottratti loro e i Fomóire non avrebbero potuto trovarvi una sola goccia. Alle Túatha Dé Danann però sarebbe stato assicurato da bere anche se fossero rimaste in battaglia per sette anni.

Il druida Figol mac Mámois disse allora: — Io farò che cadano sui volti dei nemici tre rovesci di fuoco; toglierò loro due terzi del valore, della loro abilità e della forza; costringerò l'urina nei loro corpi e nei corpi dei cavalli. Ogni respiro che gli uomini di Ériu emetteranno, aumenterà il loro valore, l'abilità e la forza. Anche se resteranno in battaglia per sette anni non saranno mai stanchi.

A questo punto il Dagda Mór rise. — I poteri che vantate di possedere, io li posso esercitare da solo.

— Tu dunque sei il dio bravo [dag-dáe]! — dissero tutti. E per questo da allora a Eochaid Ollathair fu dato il nome di Dagda.

Quindi il consiglio fu sciolto e i partecipanti decisero di incontrarsi dopo tre anni nello stesso giorno. Furono così decise le disposizioni per la battaglia, Lúg, Ogma e il Dagda si recarono dai tre grandi artigiani danann: Goibniu, Crédne e Luchta, che diedero loro l'equipaggiamento da battaglia: poi per sette anni si fecero preparativi e si fabbricarono armi.

I nomi attuali dei monti in questo elenco sono rispettivamente: Slieve League (Donegal), Monti Mourne (Down), Slieve Bloom (Laois), Slieve Snaght (Donegal), Slieve Mish (Kerry o Antrim), Monti Nephin (Mayo), Curlew Hills (Sligo), Croagh Patrick (Mayo).
I nomi attuali di questi laghi sono: Lough Dergh, lo slargo del fiume Shannon oltre Limerick, Lough Corrib, Lough Ree, Lough Mask, Strangford Lough, Belfast Lough, Lough Neagh, Lough Gara, Loughrea e il ramo settentrionale di Lough Ree.
I fiumi sono: Bush, Boyne, Bann, Blackwater, Lee, Shannon, Moy, Sligo, Erne, Finn, Liffey e Suir.

Fonti

1-4 Cath Maige Tuired

I - LÚG: IL NOME E GLI EPITETI

L'etimologia del nome Lúg è trasparente, provenendo dalla radice indoeuropea *LEUK «luce» (cfr. greco leukós «luminosità, biancore» e latino lux «luce»). Lúg è dunque il «radioso», un dio legato alla luce abbagliante del sole e al calore torrido dell'estate.

Eroe (e re) delle Túatha Dé Danann, Lúg godeva di una serie di appellativi ben indirizzati, che ne mettono in rilievo le molte e variegate caratteristiche. Ad esempio Gríanainech allude al suo carattere solare (cfr. irlandese grían «sole»). Non per nulla a Lúg era dedicata la festa del culmine dell'estate, il Lúgnasad, che cadeva il 1° agosto e veniva celebrata in tutta l'Irlanda con gare e giochi di ogni tipo. (¹)

Ma l'epiteto principale era quello di Samildánach «[colui che] unisce molte arti» che, con la variante Ildánach «dalle molte arti», indica la caratteristica con la quale, secondo la leggenda riferita nel testo del Cath Maige Tuired, Lúg si presentò alle porte di Temáir, dicendosi esperto in ogni arte, in quella del poeta, del druido, del medico, del fabbro e del carpentiere e del guerriero, e via dicendo.

Un altro epiteto di Lúg era Lámfada «lunga mano», epiteto variamente interpretato. Dapprima, rifacendosi al carattere solare del personaggio, si è pensato che tale epiteto indicasse i raggi del sole (De Vries 1961 | Botheroyd ~ Botheroyd 1992), in seguito altri hanno anche pensato che l'epiteto si riferisca piuttosto al suo modo di combattere (con lancia o fionda). Oggi si pensa piuttosto che questa «lunga mano» di Lúg rifletta piuttosto un concetto tradizionale di regalità [INFRA].

Un altro epiteto di Lúg è Lonnbeimenech «Colui che colpisce furiosamente», che alcuni interpreti hanno pensato nascondesse il concetto di un dio armato fulmine (Loomis 1927 | Botheroyd ~ Botheroyd 1992); si tratta evidentemente di un'idea risalente all'epoca in cui si interpretavano i miti riportandoli ai fenomeni naturali, poi ripresa via via dai commentatori più recenti. Più semplicemente, questo epiteto sembra indicare le caratteristiche guerrieri di cui Lúg non è privo.

II - LÚG: ESITO IRLANDESE DEL MERCURIUS GALLICO

La figura di Lúg affonda le proprie radici nel mondo celtico. Ne rintracciamo le tracce proprio in Caesar, il quale, tratteggiando le divinità adorate dai Galli ai suoi tempi (I sec. a.C.), ci parlava dello strano ruolo di preminenza che il pántheon gallico attribuiva a un dio interpretabile col romano Mercurius:

Deorum maxime Mercurium colunt, huius sunt plurima simulacra, hunc omnium inuentorem artium ferunt, hunc uiarum atque itinere ducem, hunc ad quaestus pecuniae mercaturasque habere uim maximam arbitrantur.

Il dio che i Galli onorano di più è Mercurius: le sue statue sono le più numerose, essi lo considerano come l'inventore di tutte le arti, egli è per loro il dio che indica il cammino, che guida il viaggiatore, egli è il più abile ad assicurare i guadagni e a proteggere il commercio.

Caius Iulius Caesar: De bello Gallico [VI: 17]

Il modo con cui Caesar definiva il Mercurius gallico, un dio politecnico, inventore di tutte le arti e le forme di artigianato, corrisponde alla descrizione che dà di Lúg il Cath Maige Tuired, nella scena in cui Lúg compare alle porte della fortezza di Temáir, rivelando via via di essere carpentiere, campione, arpista, eroe, storico, mago, medico, coppiere, artigiano del bronzo. Il guardiano della fortezza conclude che l'uomo che si è presentato alle porte è un samildánach, un «esperto in ogni arte».

Luid in dorsaid isin rigtech iar sudiu con-eicid dond riogh ulei. «Tanaic oclaech iondoras lis», al se, «Samilldánach, ocus na huili dano arufognot det muntir-si atat les ule a oenor, conedh fer cacha danai ule ei!»

Allora il guardiano entrò nella salone reale e raccontò ogni cosa al re: «Un guerriero è giunto fuori della corte», disse. «È un Samildánach; e tutte le arti che possono aiutare il tuo popolo, lui le pratica, poiché è l'uomo di ciascuna e di tutte le arti!»

Cath Maige Tuired

Questo titolo di samildánach è un precisa calco semantico dell'omnium inventorem artium che Caesar attribuiva al Mercurius gallico. Si tratta di una versione celtica del medesimo attributo polýtropon «dalle molte risorse» che il mito greco attribuisce a Hermês (Homḗrou hýmnoi > Eis Ermên [IV: 13]), ma anche all'eroe che gli è più simile, Odysseús (Odýsseia [I: 1]). ①

Il Lúg che compare nel Cath Maige Tuired è probabilmente l'esito irlandese del dio gallico che Caesar equiparava a Mercurius. Purtroppo non conosciamo il nome del Mercurius gallico, né sappiamo dire se questo avesse qualche correlazione con il personaggio irlandese, a meno di non volere vedere Lúg nell'epiteto Loucetius di alcune iscrizioni gallo-romane. Che tale epiteto fosse attribuito a Mars è un dettaglio a cui non si sa bene quale peso dare, visto che a quanto pare in Gallia le aree di influenza di Mars e Mercurius venivano spesso a confondersi. E il personaggio irlandese può aiutarci a spiegarne le ragioni.

Audin e Couchaud attirarono l'attenzione degli studiosi sulla città di Lione, già sacra a Mercurius, che in gallico era chiamata Lugdunum, nome interpretato come «fortezza splendente» (Quentel 1954). I due studiosi si chiesero allora se il nome del Mercurius gallico non fosse *Lugos, ricostruita versione gallica del nome irlandese di Lúg. In seguito vennero indicate una quindicina di località, sparse in tutta l'Europa occidentale, il cui nome sarebbe parimenti derivato da un *Lugos: in Francia (Laon e St. Lizier), in Slesia (Liegnitz), in Olanda (Leida). Anche il nome di Carlisle in Britannia deriverebbe da un britannico Luguvalos «forte come il radioso», poi divenuto in latino Luguvalium. Detto questo bisogna ribadire, purtroppo, che il teonimo *Lugos rimane soltanto una dotta ipotesi. ②

Nei miti gallesi troviamo inoltre la figura di Lleu Llaw Gyffes «Lleu mano abile», i cui nomi ed epiteti sono evidentemente legati a quelli di Lúg Lámfada «Lúg lunga mano». Il personaggio gallese però è molto diverso da quello irlandese e i miti che li riguardano sono comparabili soltanto con difficoltà. Tuttavia, la morte di Lleu, narrata nel Mabinogion, ha molti punti in comune con una curiosa tradizione riguardante la morte di Lúg, riferita dai Dinnṡenchas.

La figura irlandese di Lúg è inoltre perfettamente integrabile con quanto sappiamo del Mercurius gallico, di modo che, insieme, definiscono quello che in origine era probabilmente l'esito celtico del dio-vento, divinità omologa all'Hermês greco e all'Óðinn germanico. Come Hermês, il Lúg irlandese è un inventore di tecniche artigianali, nonché un musicista in grado di suscitare magicamente le emozioni dei suoi ascoltatori; come Óðinn, Lúg è un guerriero armato di lancia, che combatte più con la magia che con il vigore fisico, un patrono della poesia scaldica, un guerriero che in battaglia fa uso, più che della forza fisica, di tecniche stregonesche legate al potere del malocchio: Óðinn suscitava terrore negli eserciti col suo unico occhio, Lúg otteneva lo stesso effetto scrutando l'esercito nemico con un solo occhio.

Quest'ultimo dettaglio merita di essere approfondito. Prima dello scontro decisivo contro gli eserciti fomóire, racconta il Cath Maige Tuired, Lúg, al quale le Túatha Dé Danann hanno vietato di prender parte al combattimento perché le sue capacità sinpolitecniche nel fanno qualcosa di troppo prezioso, riesce a fuggire e «con una mano, un piede, un occhio» compie il giro dei due eserciti, evidentemente decretando la vittoria ai suoi e lanciando sventura tra gli eserciti nemici. Tale posizione non ha mai finito di incuriosire i folkloristi, che hanno richiamato spesso le modalità dell'antica battaglia di Mag Ítha che si combatté tra i Muintir Parthóloin e i Fomóire: in tale occasione è detto che questi ultimi avevano un solo braccio, una sola gamba e un solo occhio, ragion per cui i Muintir Partholóin combatterono con un occhio bendato, un braccio legato dietro la schiena e un piede legato alla coscia ③. Le ragioni di questo curioso «dimezzamento» ci sfuggono: forse vanno ricercate nei gesti apotropaici compiuti dai guerrieri celti prima della battaglia. Nel caso di Lúg, è stato detto che questo atteggiamento fosse quello del druido che scaglia sugli eserciti nemici la «maledizione suprema» (Le Roux 1988). Crediamo però sia da mettere in relazione con le capacità di Óðinn di legare magicamente l'avversario, spargendo gelo e terrore sugli eserciti nemici e, in sintesi, di stabilire in anticipo l'esito delle battaglie, di decidere a quale dei due schieramenti spetti la vittoria e a quale la sconfitta, decretare chi sia il guerriero a cui spetti la gloria e quale a cui spetti la morte.

Pur appartenendo a tutte quante le funzioni, Lúg rimane tuttavia solidamente piantato nella prima funzione. Le sue capacità di guerriero si basano sulla magia, sugli incantesimi e sulle capacità druidiche, prima che sulla forza guerriera, sul suo potere di stabilire il fato e guidarlo.

III - LÚG E BRESS: SIMMETRIA E SCAMBIO DI VALENZE NEI TESTI MITOLOGICI IRLANDESI

Quella di Lúg è senz'altro la figura più fulgida del pantheon irlandese. Campione, eroe e infine sovrano delle Túatha Dé Danann, Lúg è uno dei personaggi di spicco del Ciclo delle Invasioni, oltre ad avere un ruolo piccolo ma capitale – come vedremo – anche nel Ciclo dell'Ulaid. È il personaggio centrale del più importante testo mitologico irlandese, il Cath Maige Tuired.

Il Cath Maige Tuired, che nella forma a noi pervenuta risale all'XI secolo, è un racconto letterariamente sofisticato. Lúg – che pure è il fulcro attorno a cui si muove la trama – compare soltanto a metà del racconto, subito dopo la partenza di Bress. In questo testo, Lúg e Bress sono personaggi antitetici: si muovono l'uno di fronte all'altro in maniera quasi simmetrica, con preciso scambio di valenze.

Anche se molti testi mitologici, dal Lebor Gabála Érenn ai Foras feasa ar Éirinn, ci informano a più riprese di come gli alberi genealogici delle Túatha Dé Danann e dei Fomóire siano avvinti in maniera inestricabile,coinvolgendo praticamente tutti i maggiori esponenti delle Túatha Dé, nel Cath Maige Tuired sono soltanto due i personaggi che riuniscono in sé le caratteristiche delle due «razze»: Eochaid Bress e Lúg.

L'intero testo è basato sul confronto/scontro tra i due personaggi. Dei due, Bress discende dai Fomóire da parte di padre e appartiene alle Túatha Dé solo per adozione (il testo lo sottolinea esplicitamente); è in realtà un fomóir e tutte le sue azioni vengono a vantaggio dei Fomóire. Invece è per Lúg esattamente il contrario: egli discende dai Fomóire per parte di madre, mentre suo padre Cían appartiene alle Túatha Dé, e dunque può utilizzare questi le sue capacità a pieno vantaggio di questi ultimi. (Cataldi 1985)

IV - LÚG, «SOVRANO SOVRAFUNZIONALE»

Lúg è un personaggio complesso, dotato di una vasta area di specializzazione, così com'era il suo archetipo gallico, il Mercurius cesariano. Come non si finirà mai di sottolineare adeguatamente, nel suo canone delle principali divinità galliche, Caesar citava i nomi delle varie divinità celtiche in un ordine ben poco romano e poneva prima di tutti Mercurius, quale dio che i Galli onoravano più di ogni altro.

A questo punto bisognerebbe disporre di uno schema che ci permetta di comprendere il Lúg del racconto irlandese e al contempo di far luce sulle peculiarità del Mercurius gallico. È interessante analizzare entrambi i personaggi alla luce della famosa tripartizione funzionale di Georges Dumézil, un utile schema che permette di analizzare le categorie della società e del pensiero religioso dei popoli di origine indoeuropea.

Il ciclo mitologico irlandese mostra, nella successione dei popoli che vennero a popolare l'Irlanda, come ciascuna invasione abbia apportato via via gli elementi di ciascuna delle tre funzioni, ampliando il campo funzionale fino a costruire l'ideale società celtica, nella completezza delle sue tre funzioni. Così, i Muintir Partholóin sono i servitori, basilari per la costruzione di ogni società, ma esclusi dai diritti civili e religiosi; i Clanna Nemid, essenzialmente agricoltori, introducono la funzione economica (III); i Fir Bolg introducono la funzione guerriera (II); le Túatha Dé Danann, che eccellono in sapienza e arti druidiche, introducono i presupposti magico-sacrali (I). Nelle antiche società indoeuropee il re è un esponente della casta guerriera; la regalità appartiene essenzialmente alla seconda funzione. Non a caso, sono i Fir Bolg a introdurre per primi in Irlanda l'istituzione regale.

All'interno ddelleei Túatha Dé Danann si costituisce la prima società funzionalmente completa del mito irlandese. Il loro re Núada è descritto come un guerriero: appartiene alla seconda funzione. La sua è una «regalità istituzionale» ①, perfettamente legittima ma legata alla funzione guerriera, insufficiente a «legare» tra loro le tre funzioni del pántheon danann. C'è dunque bisogno di un'istituzione che, raccogliendo insieme tutte le funzioni, superi le limitazioni di ciascuna e crei un organismo unitario.

È a questo punto che entra in scena Lúg. Il suo titolo di Samildánach «[colui che] unisce ogni arte», non ha soltanto un significato professionale. La novità importata da Lúg al pántheon non è semplicemente nel fatto che egli abbia al massimo grado le capacità di tutti gli altri, ma che in lui si operi una sintesi funzionale. Lúg non è semplicemente colui che possiede ogni arte, è colui che unisce ogni arte. Le prove a cui Núada lo sottopone, rivelano che Lúg eccelle in tutt'e tre le funzioni. L'abilità con gli scacchi lo pone vincente nella prima funzione, legata alle capacità intellettive, legislative, magiche; il lancio della pietra lo esalta nella seconda funzione, legata alla forza fisica, al vigore, alle capacità guerriere; la terza prova gli rende merito nel campo dei sentimenti, del potere della bellezza, nel dominio dell'arte e dell'animo umano. Núada si rende conto che il nuovo arrivato è colui che, unendo le capacità di tutti, sarà in grado di indirizzare al meglio le energie della società nel suo complesso. In quanto potente in tutte le funzioni, Lúg non solo abbraccia in sé anche la regalità di Núada, ma anzi, la porta a una funzionalità di livello superiore, che abbraccia in sé tutte le funzioni del corpo sociale. Perciò Núada cede il trono a Lúg, nominandolo re ad interim, per tutto il tempo in cui durerà la crisi contro i Fomóire.

Molti elementi del mito o dettagli filologici sembrano confermare questo carattere di «sovrano sovrafunzionale» di Lúg. Il suo epiteto di Lámfada «lunga mano», una volta interpretato in proposito ai raggi del sole, oppure rifacendosi al suo modo di combattere con lancia o fionda, rifletterebbe piuttosto il tipo di regalità rappresentato da Lúg. La parola indoeuropea per «re» (irlandese , latino rex, sanscrito rāj-) sembra derivare da un verbo che significa «allungare [la mano]», «proteggere» e quindi «governare» (Benveniste 1969). Il che, se l'ipotesi fosse confermata, darebbe anche un'idea dell'evoluzione dell'antico concetto di regalità, da una «regalità istituzionale» inerente alla seconda funzione, a una «regalità sovrafunzionale» nella quale vengono portate a unità tutte le aree del sacro prima divise tra i vari gruppi del corpo sociale.

Questo rapporto tra Núada e Lúg – di cui il primo è un re appartenente alla casta guerriera, mentre il secondo gli è superiore in quanto detentore di un potere sovrafunzionale – può spiegare agevolmente la strana relazione tra le divinità galliche citate da Caesar nel suo famoso passo, dove afferma che il dio che i Galli onoravano più di tutti era Mercurius e che, dopo di lui, adoravano gli altri dèi, tra cui quello Iuppiter che di tali dèi era detto essere il sovrano. Questo punto ha dato spesso filo da torcere agli studiosi che, sviati dal concetto di regalità, e vicini a uno schema dei poteri divini tratto dal pantheon classico, sono spesso arrivati a conclusioni contraddittorie.

Come ci sembra invece di poter asserire con una certa sicurezza, il Mercurius dei Celti continentali e il suo omologo insulare Lúg, non erano divinità sovrane, o per lo meno non possedevano la normale regalità guerriera (attributo della seconda funzione); erano invece divinità sovrafunzionali, anzi, sinfunzionali, che abbracciavano e portavano a unità tutt'e tre le funzioni, fungendo da traît-d'union tra i singoli poteri e caratteristiche del corpo sociale.

Bibliografia

  • AGRATI Gabriella ~ MAGINI Maria Letizia: Saghe e racconti dell'antica Irlanda, vol. I. Mondadori, Milano 1993.
  • BENVENISTE Émile: Le vocabulaire des institutions indo-européennes. Les Éditions de Minuit, Parigi 1969. → ID. Il vocabolario delle istituzioni indoeuropee. Einaudi, Torino 1976.
  • BOTHEROYD Sylvia ~ BOTHEROYD Paul: Lexikon der Keltischen Mythologie. Eugen Diederichs Verlag, Monaco 1992, 1996. → ID. Mitologia Celtica: Lessico su miti, dèi ed eroi. Keltia, Aosta 2000.
  • CAMPANILE Enrico: La religione dei Celti. In: FILORAMO Giovanni: «Storia delle religioni», I. Bari 1994.
  • CATALDI Melita: Antiche storie e fiabe irlandesi. Torino 1985.
  • DE VRIES Jan: Keltische Religion. In: SCHRÖDER Matthias: «Die Religionen der Menschheit». Kohlhammer, Stoccarda 1961. → ID. I Celti: Etnia, religiosità, visione del mondo. Jaca Book, Milano 1981.
  • DUMÉZIL Georges: Les dieux souverains des Indo-Européens. Parigi 1977. → ID. Gli dèi sovrani degli Indoeuropei. Einaudi, Torino 1985.
  • DUMÉZIL Georges: Heur et Malheur du guerriero. Parigi 1985. → ID. Le sorti del guerriero. Adelphi, Milano 1990.
  • GRAY Elizabeth [traduzione]. Cath Maige Tuired. The Second Battle of Mag Tuired. Irish Texts Society, 1982.
  • GREGORY Lady Augusta: Gods and fighting men: The Gods. 1910 → ID. Dèi e guerrieri: Gli dèi. Studio Tesi, Pordenone 1986.
  • GREEN Miranda Jane: Dictionary of Celtic Myth and Legend. Londra 1992. → ID. Dizionario di mitologia celtica. 1999.
  • LE ROUX Françoise: La religion des Celtes. In: PUECH Henri-Charles: «Histoire des Religions». 1970-1976. → ID. La religione dei Celti. In: PUECH Henri-Charles: «Storia delle religioni. Religioni dell'Europa centrale precristiana». Bari 1988.
  • MacCULLOCH John A.: The Religion of Ancient Celts. Edimburgo 1911. → ID. La religione degli antichi Celti. Vicenza 1998.
  • MARKALE Jean: Les Celtes e la civilisation celtique. Payot, Parigi 1969-1992. → ID. I Celti: storia e leggenda di una civiltà. Mondadori, Milano, 1999.
  • PETTAZZONI Raffaele: Divinità del paganesimo degli antichi popoli europei. Roma 1946.
  • PISANI Vittore: La religione degli antichi Celti. In TACCHI VENTURI Pietro: «Storia delle religioni» II. Torino 1949.
  • ROLLESTON T.W.: Myths and Legends of the Celtic Race. 1911. → ID. I miti celtici. Milano 1994.
  • SQUIRE Charles: Mythology of Celtic People. 1912. → ID. Miti e leggende dell'antico popolo celtico. Mondadori, Milano, 1999.
  • STOKES Whitley [trad.]: The Second Battle of Moytura. In: «Revue Celtique» 12. Parigi, 1891.
BIBLIOGRAFIA
Intersezione Aree: Holger Danske
Sezione Miti: Asteríōn
Area Celtica: Óengus Óc
Ricerche e testi di Dario Giansanti e Oliviero Canetti.
Ha collaborato: Mara Ricci.
Creazione pagina: 22.04.2004
Ultima modifica: 25.08.2014
 
POSTA
© BIFRÖST
Tutti i diritti riservati