LEBOR GABÁLA
ÉRENN |
IL LIBRO DELLE
INVASIONI D'IRLANDA |
|
|
|
IL LEBOR GABÁLA ÉRENN
Il Lebor Gabála
Érenn,
letteralmente, il
«Libro dell'occupazione d'Irlanda»,
ma meglio conosciuto presso il pubblico
italiano come «Libro delle
invasioni» (dalla resa inglese Book of
Invasions), è una narrazione in
medio irlandese dell'origine del
popolo dei Gaeli e del loro arrivo in
Irlanda, a cui si aggiungono le vicende
delle popolazioni preistoriche che li
precedettero sul suolo dell'Isola di
Smeraldo. Compilato in ambiente monastico a
cavallo tra l'XI e il XII secolo, il
Lebor Gabála è costruito secondo il modello storico-genealogico della
biblica Bǝrēʾšîṯ,
sul cui «elenco delle nazioni» viene
innestata la genealogia dei Gaeli.
Il materiale di base è fornito dalle
tradizioni mitologiche irlandesi, riportate
con grande accuratezza e dovizia di
particolari. Alcuni poemi d'argomento
genealogico, opera
di famosi bardi quali Eochaid úa
Fláinn (936-1004), Flánn Mainistrech (†
1056) e Gilla Coemáin
(XI sec.), sono citati direttamente nel
testo, a testimonianza della correttezza
della narrazione e della sua aderenza al
sapere tradizionale.
Ma pur trattando argomenti mitologici
locali, i compilatori mostrano di avere ben
presenti i padri della chiesa, soprattutto Sant'Agostino, Orosio, Eusebio e
Isidoro di Siviglia, che usano più volte
come modelli attraverso le asperità di una
narrazione che per sua natura poco si
adattava all'impianto classico. Ne risulta
un testo composito, in cui il dato erudito
attenua l'immediatezza del racconto
mitologico; questo finisce per trasparire
quasi di controluce, distorto da una forte
interpretazione evemeristica e dal
necessario adattamento al dato biblico.
Detto questo, il
Lebor Gabála
rimane uno dei testi fondamentali per la
nostra conoscenza della mitologia celtica
insulare.
|
La vicenda
Il Lebor Gabála
Érenn
prende l'avvio dalla creazione del mondo,
trattando gli avvenimenti principali dalla
caduta dell'uomo al diluvio universale. La
fonte è ovviamente la
Bǝrēʾšîṯ,
a cui tuttavia si
aggiungono dettagli tratti da altre
fonti giudeo-cristiane. Dalla discendenza di
Yāẹṯ figlio di
Nōḥ viene fatto discendere il
popolo dei Gaeli, il cui capostipite è
Fénius Farsaid, uno dei costruttori
della torre di Nimrôḏ. Il suo pronipote
Gaedal Glas, da
cui i Gaeli trarranno il loro nome,
crea la lingua gaelica – la più perfetta
delle lingue – attingendo alle
settantadue lingue createsi ai piedi della
torre. Quindi il
testo narra delle vicissitudini dei Gaeli
nel corso di un lungo peregrinare durato
molte generazioni, che richiama in molti
punti sia il racconto dell'Esodo
che l'Odissea
di Omero. Dall'Egitto in Scizia, dalla
Scizia in Iberia, dove i Gaeli si
stabiliscono sotto il comando di
Míl
Espáine. Saranno poi i figli di
costui, i
Meic Míled,
a partire alla conquista dell'Irlanda.
A questo punto il Libro delle invasioni
sospende il racconto dei
Meic Míled per narrare dei
vari popoli che, nel corso di precedenti
migrazioni, avevano popolato l'Irlanda per
poi scomparire o essere sopraffatti dalle
invasioni seguenti. Si narra diffusamente
delle genti di
Cessair,
dei
Muintir Partholóin, delle
Clanna Nemid, dei
Fir Bólg e delle
Túatha Dé Dánann. Sono appunto le
Túatha Dé Dánann
a dominare Ériu quando i
Milesi
vi giungono.
Chiusa questa lunga parentesi, il testo
riprende la narrazione là dove era stata
interrotta. I
Milesi sbarcano in Irlanda dapprima in
pace, poi, con la forza delle armi,
strappandola alle
Túatha Dé Dánann. La presa di
possesso dell'Irlanda da
parte dei
Milesi è sanzionata dai due canti di
Amairgin, forse
in assoluto le più antiche composizioni
letterarie in lingua gaelica, tramandati dal
Lebor Gabála
[leggi]►.
Padroni del campo, i
Milesi stabiliscono il loro dominio
sull'Irlanda ed i loro due capi,
Éber ed
Éremón dividono
l'isola tra loro. Qui si chiude il
Lebor Gabála. |
Il testo
Il
Lebor Gabála Érenn
godette di immensa popolarità presso gli
storici e gli eruditi irlandesi, come
testimoniano le molte copie, revisioni e
rielaborazioni che del testo vennero fatte
nel corso dei secoli. Il
risultato è che una dozzina circa di
manoscritti datati tra il XII e il XVIII
secolo ci hanno trasmesso cinque
redazioni diverse del testo.
La redazione principale, probabilmente la
più antica, è quella del
Lebor Laignech. Nel
Lebor Mór Lecain sono riportate
ben due redazioni differenti. Altre importanti
versioni sono conservate nel
Lebor Baile an Móta
e nel Lebor Ḟear
Maí.
Tutta la storiografia irlandese attinse a
piene mani al
Lebor Gabála,
le cui narrazioni venivano accettate come
letteralmente vere ancora nel XVII secolo.
Seathrún Céitinn (Geoffrey Keating, ±1569-1646>) riprende gran
parte del contenuto del libro nei suoi
monumentali
Foras
feasa ar Éirinn; come anche fece
Míchél Ó Cléirigh
(±1590-1643),
autore di un'ultima redazione del testo
(✍ 1631), il cui materiale utilizzò in seguito per i suoi
Annála
Ríoghdhachta
Éireann.
Il
Lebor Gabála
fu tradotto
per la prima volta in francese nel 1884. La prima completa traduzione inglese fu
fatta da R.A. Stewart Macalister tra il 1937
e il 1942. Nel suo studio, Macalister
ipotizzava che il testo fosse formato dalla
convergenza di due lavori distinti: una
«Storia dei Gaeli»
scritta
sulla falsariga della Bǝrēʾšîṯ, da cui sarebbe
provenuta tutta la parte relativa alla
genealogia dei Gaeli ed alle loro
peregrinazioni prima di arrivare in Iberia e
dall'Iberia in Irlanda, e un testo originariamente indipendente sugli
insediamenti pre-celtici d'Irlanda che era
stato inserito nel mezzo del primo, interrompendo la narrazione in un
punto cruciale. Secondo Macalister il testo pseudo-biblico
sarebbe stato un
lavoro latino di ambiente monastico
intitolato Liber Occupationis Hiberniae,
da cui si spiegherebbe perché il titolo medio-irlandese Lebor Gabála
Érenn (letteralmente «Libro della
conquista d'Irlanda») faccia riferimento a una sola invasione mentre il
testo ne riporta almeno una mezza dozzina.
Naturalmente la storia del testo è assai più
complessa e variegata. In tempi più recenti,
lo studio critico dei vari manoscritti ha
mostrato che alla base delle varie redazioni
vi sono non meno di quattro testi
indipendenti che vennero usati come fonti
dai compilatori delle versioni più antiche
del Lebor
Gabála.
|
Redazioni e manoscritti
La
classificazione delle varie redazioni del
Lebor Gabála Érenn, secondo Mark Scowcroft, è
la seguente:
-
Redazione R1 -
Contenuta nei manoscritti
L ed
F.
-
Redazione R2 - Contenuta nei
manoscritti E,
R,
V,
Λ,
P,
D e
A.
-
Redazione R3 - Arrangiamento in buona
parte artificiale, di altri manoscritti,
tra cui M,
B e
β.
-
Redazione Rμ
- Da
Míniuguḋ: Vicina alla
R1, presenta delle parti di elementi
tratti da R2.
-
Redazione
Rk - Derivata da R2 (ma anche da
M), è la tarda versione di Micheál
Ó Cléireigh,
che servì da base per
i suoi
Annála
Ríoghdhachta
Éireann.
Vi sono differenti classificazioni dei vari
manoscritti. Questa che riportiamo è quella di R.A. Macalister. Tra parentesi si indica quella di Mark
Scowcroft.
Redazione R1
-
L (LL)
- Trinity College Dublino - Ms. H 2.18 (N.
1339),
Lebor Laignech, ff. 1-26
(✍ 1150)
-
F1 (F) - Royal
Irish Academy - Ms. 23 E 29,
Lebor Ḟear
Maí, ff. 1-8 (✍
XV-XVI sec.)
-
F2 (F) - Royal
Irish Academy - Ms. Stowe D 3.1 (N. 671),
ff. 9-22
(✍
seconda metà del XIV sec.)
Redazione R2
-
A (A) - Royal
Irish Academy - Ms. Stowe A 3.4 (✍
XVII sec.)
-
D (D) - Royal
Irish Academy - Ms. Stowe D 4.3 (N. 1224)
(✍
XVI sec.)
-
E (E)
- Trinity College Dublino - Ms. E 3.5 (N.
1443), ff. 1-26 (✍
prima
metà del XV sec.)
-
Λ (L) - Royal
Irish Academy - Ms. 23 P 2 (N. 1319),
Lebor Mór Lecain,
ff 1-16 (✍
1418)
-
P (P) - National
Library Dublino
- Ms. Phillipps 10266 (G 10), ff. 1-2
(✍
XVI sec.)
-
R
(R)
- Bodleian Library Oxford - Ms. Rawlinson B
512, ff. 75β-90 (✍
fine XV - inizio XVI
sec.)
-
V1
(Y)
- Royal
Irish Academy - Ms. Stowe D 5.1 (N. 537)
(✍
XIV-XV sec.)
-
V2
(Y) - Royal
Irish Academy - Ms. Stowe D 4.1 (N. 538)
(✍
XIV-XV sec.)
-
V3
(Y) - Royal
Irish Academy - Ms. Stowe D
1.3
(N. 539) (✍
XIV-XV sec.)
Redazione R3
-
B (BB)
- Royal
Irish Academy - Ms. 23 P 12 (N.
536),
Lebor Baile an Móta,
ff. 8-34α
(✍ 1384-1406)
-
β (β) - Trinity College Dublino -
Ms. H 2.4 (✍
1728)
- β1
(β1)
- Trinity College Dublino - Ms.
H 1.15, ff. 29-106 (✍ 1745)
- β2
(β2)
- Royal
Irish Academy - Ms. Stowe D 3.2
-
H
- Trinity College Dublino -
Ms. H 2.15 N° 1
-
M (L) - Royal
Irish Academy - Ms. 23 P 2 (N.
535), Lebor Mór Lecain,
ff. 264-311 (✍ 1418)
Redazione Rμ
Míniuguḋ
-
μΛ (L) - Royal
Irish Academy - Ms. 23 P 2 (N. 535),
Lebor Mór Lecain,
ff. 16 - 21 (✍
1418)
-
μR
(R)
- Bodleian Library Oxford - Ms. Rawlinson B
512, ff. 90-97
(✍
XIV-XV
sec.)
-
μV
(Y) - Royal
Irish Academy - Ms. Stowe D
I.3
(N. 539) (✍
XIV-XV sec.)
Redazione Rk
-
K (K) - Royal
Irish Academy - Ms. 23 K 32 (Academy 33.4)
(✍
1631)
|
|
Bibliografia
-
CATALDI Melita,
Antiche storie e fiabe
irlandesi. Einaudi, Torino 1985.
-
COMYN David ~ DINEEN
Patrick S. [cura e trad.]: CÉITINN Seathrún (KEATING Geoffrey),
The History of Ireland.
Londra 1902-1908.
-
MACALISTER R.A.
Stewart [trad.], Lebor Gabála Érenn. The
Book of the Taking of Ireland, Part I. Irish Texts
Society, Vol. XXXIV. Londra 1938 [1993].
-
MACALISTER R.A.
Stewart [trad.], Lebor Gabála Érenn. The
Book of the Taking of Ireland, Part II. Irish Texts
Society, Vol. XXXV. Londra 1936 [1993].
-
MACALISTER R.A.
Stewart [trad.], Lebor Gabála Érenn. The
Book of the Taking of Ireland, Part III. Irish Texts
Society, Vol. XXXIX. Londra 1940 [1993].
-
MacCULLOCH John A.,
The Religion of Ancient
Celts. Edimburgo 1911.
→ ID., La religione degli antichi
Celti. Vicenza 1998.
|
BIBLIOGRAFIA ► |
|