ARCHEOLOGIA Per quanto riguarda le fonti
archeologiche, un cavallo a otto zampe, facilmente identificabile con
Sleipnir, è perfettamente visibile su due pietre runiche, entrambe trovate
nel Götland e risalenti all'VIII secolo. La prima, la pietra di Tjängvide, fu
scoperta nel 1844 nell'omonima fattoria. Le immagini sono evidenziate da uno
sfondo rosso. In basso è tracciata una splendida nave vichinga, con le polene
finemente lavorate. In alto, un cavaliere si avvicina da destra in groppa a un
cavallo a otto zampe, ed è assai probabile che si tratti di Óðinn
in groppa a Sleipnir; alternativamente, potrebbe trattarsi di Sleipnir
che trasporta nella Valhǫll (rappresentata
forse nell'edificio che gli si staglia di fronte) un guerriero ucciso: la pietra
è infatti corredata da una scritta runica che la dedica alla memoria di un certo
Jórulfr. Dinanzi al destriero, una figura femminile, forse una valkyrja,
lo accoglie porgendogli qualcosa, probabilmente un corno. Intorno e sopra si
vedono altre figure umane e anche quello che sembrerebbe un cane. La seconda
immagine, appartiene all'ottava e più importante delle dieci pietre runiche di
Ardre, risalenti al periodo tra l'VIII e l'XI secolo, e ritrovate intorno al 1900 sotto il plancito di legno di
una chiesa nella località omonima. L'immagine è evidenziata qui da uno sfondo
blu. Assai più complessa e ricca di figure che non nella pietra di Tjängvide,
non meno presenta molti dettagli simili, tra cui la nave ritratta nella parte
inferiore e il cavaliere in groppa a Sleipnir posto in alto a destra, con
l'edificio posto dinanzi al suo galoppo.
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Pietra di Tjängvide |
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Pietra di Ardre VIII |
Entrambe le pietre sono oggi collocate nel Museo delle Antichità Nazionali [Statens
historiska museum] di Stoccolma (Svezia). |
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LETTERATURA Di Sleipnir, il demoniaco
destriero di Óðinn, vi è un
gran numero di citazioni in tutta la letteratura eddica e scaldica. È
impossibile passarle tutte in rassegna, e vedremo qui soltanto le principali. La
prima, in ordine di tempo – fatte le dovute cautele riguardo alle date di
composizione dei poemi eddici – si trova nel
Grímnismál, in una strofa dove
si elencano gli esseri «migliori» nella loro specie o
categoria:
Askr Yggdrasils,
hann er æztr viða,
en Skíðblaðnir skipa,
Óðinn ása,
en jóa Sleipnir,
Bilrǫst brúa,
en Bragi skálda,
Hábrók hauka,
en hunda Garmr. |
Il frassino
Yggdrasill
è il migliore tra gli alberi,
Skíðblaðnir tra le navi,
Óðinn tra gli
Æsir,
e tra i cavalli Sleipnir,
Bilrǫst
tra i ponti
e Bragi tra gli scaldi,
Hábrók tra i falchi
e tra i cani
Garmr. |
Ljóða Edda
>
Grímnismál
[44] |
Snorri ha senz'altro presente il
Grímnismál, quando elenca i destrieri con i
quali gli dèi cavalcano ogni giorno per recarsi al
þing presso la sorgente di
Urðarbrunnr, e inizia l'enumerazione proprio da Sleipnir:
Sleifnir er beztr, hann á
Óðinn, hann hefir átta fǿtr.
Annarr er Glaðr, þriði Gyllir,
fjórði Glenr, fimti Skeiðbrimir,
sétti Silfrintoppr, sjaundi Sinir,
átti Gils, níundi Falhófnir,
tíundi Gulltoppr, ellipti Léttfeti.
|
Sleipnir è il miglior [cavallo], appartiene a
Óðinn e possiede otto zampe; il secondo è Glaðr, il terzo Gyllir, il quarto
Glenr, il quinto Skeiðbrimir, il sesto Silfrintoppr, il settimo Sinir, l'ottavo
Gils, il nono Falhófnir, il decimo Gulltoppr, l'undicesimo Léttfeti. |
Snorri Sturluson:
Prose Edda >
Gylfaginning [42] |
Questo elenco dipende a sua volta dalle þulur
dedicate ai «nomi dei cavalli»
[hesta heiti], dove Sleipnir è
parimenti elencato insieme a un gran numero di destrieri mitologici. Parimenti,
la Þórgrímsþula,
un poema che riprende gli stilemi enumerativi delle þulur,
esordisce così:
Hrafn ok Sleipnir,
hestar ágætir... |
Hrafn e Sleipnir,
eccellenti destrieri... |
Þórgrímsþula
[1] |
Nel lungo ammaestramento sulle rune impartito dal Sigrdrífumál,
si dice, del destriero, che abbia segni runici incisi sui denti, dettaglio di
cui non sappiamo spiegarci la ragione:
Á skildi kvað ristnar,
þeim er stendr fyr skínandi goði,
á eyra Árvakrs
ok á Alsvinns hófi,
á því hvéli, er snýsk
undir reið Hrungnis,
á Sleipnis tǫnnum
ok á sleða fjǫtrum. |
Caratteri incisi su scudi, disse,
per chi dinanzi si erga al dio splendente,
sulle orecchie di Árvakr
e sugli zoccoli di Alsviðr,
anche sulla ruota che gira
sotto il carro di Hrungnir,
sui denti di Sleipnir
e sulle corregge delle slitta. |
Ljóða Edda > Sigrdrífumál [15] |
Il
Baldrs Draumar è la prima composizione dove
Sleipnir compaia direttamente, appunto come cavalcatura di
Óðinn.
Upp reis Óðinn,
alda gautr,
ok hann á Sleipni
sǫðul of lagði... |
Si alzò
Óðinn,
gautr dell'umanità,
e mise la sella a Sleipnir... |
Ljóða Edda >
Baldrs Draumar [15] |
Ma è solo nell'Hyndluljóð
che ci viene detto chi siano i genitori del destriero, e si tratta, guarda caso,
di due maschi: il dio Loki e lo stallone
Svaðilfǿri:
Il mito che sta dietro a questa bizzarra nascita è
narrato da Snorri nella
Gylfaginning.
Gangleri domanda:
«Chi possiede quel cavallo,
Sleipnir,
e cosa c'è da dire su di esso?». «Tu non
puoi conoscere le abilità di Sleipnir e
le circostanze della sua nascita, ma la cosa ti parrà degna di esser narrata»
risponde Hár.
Loki, racconta Hár,
deve intervenire per distogliere dal suo lavoro il gigante che sta costruendo le
mura dell'Ásgarðr,
il quale ha chiesto un compenso troppo alto per la sua opera. Non trova di
meglio da fare che presentarsi, nottetempo, in forma di giumenta, e attrarre a
sé Svaðilfǿri, il possente cavallo da tiro
dell'artigiano, in modo che non possa aiutare più il suo padrone nel lavoro. Loki
riesce nell'impresa, e il gigante perde insieme sia il contratto che la vita.
Tuttavia, aggiunge Hár a mo' di
postilla a una simile, infamante impresa:
En Loki hafði þá ferð haft til
Svaðilfǿra at nǫkkvoru síðar bar
hann fyl. Þat var grátt ok hafði
átta fǿtr, ok er sá hestr beztr
með goðum ok mǫnnum. |
Nel frattempo Loki aveva giaciuto con
Svaðilfǿri e in seguito diede alla luce un puledro. Esso era grigio, aveva otto
zampe ed è il miglior cavallo fra gli dèi e gli uomini. |
Snorri Sturluson:
Prose Edda >
Gylfaginning [42] |
Snorri, elencando le kenningar su Loki,
lo definisce «congiunto di Sleipnir» [Sleipnis frænda]
(Skáldskaparmál [23]).
Sleipnir compare almeno altre due volte nella
Prose Edda.
È innanzitutto il destriero in sella al quale
Óðinn gareggia in una gara mozzafiato col
gigante Hrungnir, e in questo passo viene data una
splendida descrizione di Sleipnir come di un destriero capace di
cavalcare attraverso l'aria e l'acqua:
...Óðinn reið Sleipni í Jǫtunheima
ok kom til þess jǫtuns er
Hrungnir hét. Þá spyrr Hrungnir,
hvat manna sá er með
gullhjálminn er ríðr lopt ok lǫg
ok segir at hann á furðu góðan
hest. Óðinn sagði at þar vill
hann veðja fyrir hǫfði sínu at
engi hestr skal vera jafngóðr í
Jǫtunheimum. Hrungnir sagði at
sá er góðr hestr, en hafa lézk
hann mundu myklu stórfetaðra
hest; sá heitir Gullfaxi. |
...Óðinn
cavalcava con Sleipnir in
Jǫtunheimr, e giunse presso quel
gigante chiamato Hrungnir. Allora
Hrungnir chiese che tipo di uomo fosse
colui che portava l'elmo dorato e cavalcava attraverso l'aria e l'acqua; e
aggiunse che aveva proprio un cavallo meraviglioso.
Óðinn disse che avrebbe scommesso la
propria testa che in Jǫtunheimr
nessun cavallo fosse pari al proprio.
Hrungnir rispose che quello era un buon cavallo, ma dichiarò di possederne
uno dal passo molto più lungo, che si chiamava Gullfaxi. |
Hrungnir varð reiðr ok hleypr upp á
hest sinn ok hleypir eptir honum
ok hyggr at launa honum ofrmæli.
Óðinn hleypti svá mikit at hann
var á ǫðru leiti fyrir... |
Hrungnir divenne furioso; montò in
sella al proprio cavallo e galoppò dietro [a
Óðinn], pensando di fargli pagare le sue sbruffonate.
Óðinn galoppava così veloce che giunse
per primo sulla sommità della collina più vicina... |
Snorri Sturluson:
Prose Edda >
Skáldskaparmál [24] |
Altrettanto appassionante è la scena in cui Óðinn
presta il suo cavallo a Hermóðr, in
modo che questi possa cavalcare verso gli inferi per riscattare l'anima di
Baldr. Il valente destriero si presta meravigliosamente
al difficile viaggio, che dura nove giorni e nove notti. Giunto presso i
cancelli di Helgrind, è capace di superarli con un solo balzo. I dettagli sono
descritti con attenzione e partecipazione:
Þá
var tekinn Sleipnir, hestr Óðins, ok leiddr fram, ok steig Hermóðr á þann
hest ok hleypti braut. [...]. At hann reið níu nætr døkkva dala ok djúpa svá at hann sá ekki.
[...] |
Venne dunque preso Sleipnir, il cavallo di
Óðinn, fu portato
avanti e Hermóðr montò in groppa e galoppò lontano.
[...]. Cavalcò nove notti per valli scure e profonde, tanto che non vedeva
nulla. [...] |
Þá reið
Hermóðr þar til er hann kom at Helgrindum. Þá sté hann af hestinum ok gyrði
hann fast, steig upp ok keyrði hann sporum, en hestrinn hljóp svá hart ok
yfir grindina at hann kom hvergi nær. Þá reið Hermóðr heim til hallarinnar
ok steig af hesti, gekk inn í hǫllina... |
Hermóðr cavalcò fino a quando non giunse ai cancelli di
Hel. Scese da
cavallo, strinse le cinghie, rimontò in sella, lo spronò e il cavallo saltò
con tanta foga oltre i cancelli che nemmeno li sfiorò.
Hermóðr cavalcò verso
una casa, scese da cavallo, entrò nella hǫll... |
Snorri Sturluson:
Prose Edda >
Gylfaginning [49] |
Esaurita la letteratura mitologia, Sleipnir viene citato, seppur di
straforo, in alcune saghe. Ad esempio, nella Vǫlsunga
saga, Óðinn, comparso qui
sotto le mentite spoglie di un vecchio con la barba, consiglia al giovane
Sigurðr di scegliersi come destriero un certo
cavallo, che in seguito verrà chiamato Grani, e gli
spiega:
Þessi hestr er kominn frá Sleipni, ok skal hann vandliga upp fæða, því at
hann verðr hverjum hesti betri. |
Questo cavallo discende da Sleipnir e deve essere allevato accuratamente
perché diventi migliore di ogni altro cavallo. |
Vǫlsunga
saga [13] |
Nella Hervarar saga ok Heiðreks compare
invece uno strano indovinello posto dal misterioso
Gestumblindi (Óðinn)
a re Heiðrekr. Quest'ultimo lo risolve all'istante.
Þá mælti Gestr: |
Così disse Gestumblindi: |
«Hverir eru þeir tveir,
er tíu hafa fætr,
augu þrjú
ok einn hala?
Heiðrekr konungr,
hyggðu at gátu!» |
«Chi sono quei due
che han dieci piedi,
tre occhi
e una coda?
Re Heiðrekr,
risolvi l'enigma!» |
[Heiðrekr svarar:] |
[Rispose Heiðrekr:] |
«Þat er þá, er Óðinn ríðr Sleipni». |
«Si tratta di questo: Óðinn che cavalca
Sleipnir!» |
Hervarar saga ok Heiðreks [10] |
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