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Ólafur Brynjúlfsson

SÆMUNDAR OG SNORRA EDDA

▼ ANTICHI MANOSCRITTI
► Ólafur Brinjúlfsson, Illustrazioni
Edda Oblongata
PITTURA
SCULTURA
ILLUSTRAZIONE
Schema
SÆMUNDAR OG SNORRA EDDA
Bibliografia
Autore Ólafur Brynjúlfsson (e imitatori)
Genere Illustrazione
Epoca 1760 e segg.
Manoscritti
NKS 1867 4°   Det Kongelige Bibliotek (København)   1760
ÁM 66   Stofnum Árna Magnússonar (Reykjavík)   1765-1766
ÍB 299 4°   Landsbókasafn Ísland (Reykjavík)   fine XVIII sec.
Ólafur Brynjúlfsson

SÆMUNDAR OG SNORRA EDDA

Ólafur Brynjúlfsson è l'autore di una serie di sedici illustrazioni che decorano il  Sæmundar og Snorra Edda, un manoscritto islandese datato 1760 contenente sia la Ljóða Edda (attribuita al leggendario scaldo Sæmundr) che la Prose Edda di Snorri. Il manoscritto è oggi custodito nella Det Kongelige Bibliotek, la «Biblioteca Reale» di København (Danimarca), con la segnatura NKS 1867 4°.

Una serie di illustrazioni che dipendono strettamente da quelle di Ólafur, sebbene composte da una mano meno felice, si trovano in un altro manoscritto ella Prose Edda di Snorri, compilato in Islanda tra il 1765 e il 1766 e oggi custodito nella biblioteca dello Stofnum Árna Magnússonar, l'«Istituto Árni Magnússon» di Reykjavík (Islanda), sotto la collazione ÁM 66. Le illustrazioni che, nel primo manoscritto sono sovente accompagnate da didascalie in lettere runiche, qui passano all'alfabeto latino.

In questa pagina le illustrazioni dei due manoscritti sono messe a confronto. Ad esse aggiungiamo il frontespizio di un terzo manoscritto, una copia della Prose Edda risalente alla fine del XVIII secolo, le cui illustrazioni presentano il medesimo stile di quelle di Ólafur. È custodito nella Landsbókasafn Íslands, la «Biblioteca Nazionale d'Islanda», a Reykjavík, con la sigla ÍB 299 4°.

Ólafur Brynjúlfsson

SÆMUNDAR OG SNORRA EDDA

Frontespizio

Frontespizio di un manoscritto della Prose Edda, dai disegni riconducibili a quelli di Ólafur Brynjúlfsson, oggi custodito nella Landsbókasafn Íslands, la «Biblioteca Nazionale d'Islanda», a Reykjavík. Si riconosce in alto il volto sornione di Óðinn, affiancato dai suoi due corvi Huginn e Muninn. Intorno, in senso orario, il trapano Rati, la vacca Auðhumla, il lupo Fenrir, l'edificio di Valhǫll, il cavallo Sleipnir, Heimdallr col corno in bocca e il martello Mjǫllnir impugnato da Þórr.

Ms. ÍB 299

Frontespizio

Frontespizio del manoscritto della Sæmundar og Snorra Edda, splendidamente illustrato da Ólafur Brynjúlfsson. Questo prezioso testo è oggi custodito nella Det Kongelige Bibliotek, la «Biblioteca Reale» di København.

Ms. NKS 1867 4°

Gangleri

Re Gylfi, nei panni del viandante Gangleri, interroga Hár, Jafnhár e Þriði sulle cose profonde e remote del mondo. La strana posizione delle gambe di Gangleri fa pensare a una forma di zoppìa: anche il bastone a cui si appoggia sembra in realtà una gruccia. Forse, nelle intenzioni dell'artista, re Gylfi è travestito più che da viandante, da mendicante. Si noti il medaglione a forma di sole che Þriði porta al collo: lo ritroveremo indossato da Óðinn. Il dettaglio rivela quel che ogni esperto di mitologia ben sa: è lo stesso Óðinn che si nasconde dietro il triplice mascheramento di Hár, Jafnhár e Þriði.

Ms. NKS 1867 4° Ms. ÁM 66

Auðhumla libera Búri

Ha un'espressione spiritata, questa vacca Auðhumla, protesa a lambire con la sua lunga lingua la testa di Búri, appena emersa dal ghiaccio primordiale. Dalle sue mammelle scorrono i fiumi di latte che daranno nutrimento a Ymir.

Ms. NKS 1867 4° Ms. ÁM 66

Óðinn

Curiosa immagine di Óðinn: il padre degli dèi del nord, orbo all'occhio destro, sembra avere una curiosa espressione maligna. Impugna nella mano destra una spada, mentre la lancia Gungnir è tenuta nella sinistra quasi fosse uno scettro, la punta verso il basso. Sulle sue spalle i due corvi del dio: Huginn e Muninn. Al collo del dio compare il medaglione a forma di sole già indossato da Þriði nell'immagine precedente.

Ms. NKS 1867 4° Ms. ÁM 66

Þórr

Þórr fa la sua apparizione con buffi abiti seicenteschi: cappello e giacca, calzoni a sbuffo e calze al polpaccio. Nell'illustrazione di Ólafur Brynjúlfsson, a sinistra, impugna il martello Mjǫllnir, simile a un arnese da calzolaio, e uno scettro. Nell'altra immagine il martello è impugnato a sinistra e regge nella destra una specie di guanto. Al collo, oltre allo stesso medaglione solare indossato già da Óðinn, appare qualcosa che rassomiglia alla testa del serpente Jǫrmungandr.

Ms. NKS 1867 4° Ms. ÁM 66

Heimdallr

Heimdallr, la scolta di Ásgarðr, suona nel corno Gjallarhǫrn. Nell'immagine a destra, impugna una spada che porta in alto una piccola testa: è noto infatti il dettaglio secondo il quale «la spada di Heimdallr si chiamava testa umana». Nell'immagine di Ólafur Brynjúlfsson, a sinistra, la spada è sostituita da uno scettro. Si noti la posizione della mano che regge il corno, errata nella figura più tarda.

Ms. NKS 1867 4° Ms. ÁM 66

Loki

La proverbiale malvagità di Loki è tradita dai tratti grifagni del volto. Il dio regge una rete da pesca: è infatti noto che fu lui a inventarla per donarla agli uomini. Con la stessa rete fu poi catturato.

Ms. NKS 1867 4° Ms. ÁM 66

Ullr

Simpatico ritratto di Ullr, il dio arciere, che si muove su un paio di sci, incoccando un po' goffamente una freccia.

Ms. NKS 1867 4° Ms. ÁM 66

Óðinn cavalca Sleipnir

Abbigliato in un abito seicentesco, Óðinn cavalca  Sleipnir. A sinistra il dio e il cavallo si voltano a guardare ietro di loro mentre puntano avanti nell'immagine di destra. Óðinn non impugna la lancia, ma regge uno scettro che ricorda l'iconografia classica del fulmine (il quale diviene una sciabola nella figurazione più tarda).  Lo stesso oggetto tricuspide è legato dietro al fianco del destriero e compare ancora sul cappello del dio. Sleipnir ha, invece delle caratteristiche otto zampe, quattro zampe che si biforcano all'altezza dei ginocchi; le doppie giunture sono legate alle caviglie (per permettere al cavallo di procedere con regolare andatura di quadrupede?). Al collo di Óðinn, di nuovo il medaglione a forma di sole.

Ms. NKS 1867 4° Ms. ÁM 66

Heiðrún

Ritta sul tetto di Valhǫll, la capra Heiðrún bruca le fronde dell'albero Léraðr (forse il frassino Yggdrasill). Sull'architrave sopra la porta della Valhǫll, nell'immagine a destra, compare ancora una volta lo scettro tricuspide, affiancato in basso da due soli: tali simboli rimandano all'iconografia che, in questa serie di tavole, è associata a Óðinn.

Ms. NKS 1867 4° Ms. ÁM 66

Bǫlverkr e Baugi

Lo sciocco gigante Baugi sta forando, col trapano Rati, la parete del monte Hnitbjǫrg. Lo incita, alle sue spalle, il perfido Bǫlverkr, che riconosciamo in quanto cieco da un occhio: così travestito Óðinn mira a rubare il mjǫðr della poesia...

Ms. NKS 1867 4° Ms. ÁM 66

L'idromele della poesia

Trasformato in uccello, Óðinn fugge, dopo aver rubato il mjǫðr della poesia. Lo insegue, in forma di rapace, Suttungr, ben deciso a riprendersi quanto gli appartiene. Alcune gocce di quell'idromele cadono sulla terra. Il resto verrà messo in un vaso che Óðinn elargirà agli uomini destinati ad essere scaldi.

Ms. NKS 1867 4° Ms. ÁM 66

La trappola di Þjazi

Sostando dopo un lungo cammino, Óðinn, Loki ed Hœnir attendono pazientemente che la cena sia cotta (l'enorme calderone è del tutto incoerente con il tipo di cucina campestre a cui alludono i testi). Dall'alto di un albero, trasformato in aquila, lo jǫtunn Þjazi sta preparando un inganno ai tre malcapitati. Subito dopo, Loki colpisce Þjazi con un bastone, ma questo si attacca alle penne dell'aquila e l'incauto dio sarà trascinato in cielo suo malgrado.

I due manoscritti illustrano due momenti diversi del racconto.

Ms. NKS 1867 4° Ms. ÁM 66

L'incatenamento di Fenrir

Il coraggioso Týr, in verità assai poco soddisfatto, leva la spada come a minacciare il lupo Fenrir (in verità più simile a un cinghiale). Questo ha le zampe legate dal magico laccio Gleipnir e tiene tra le fauci la mano di Týr, che gli ha appena strappato. Un filo di sangue cola dal polso reciso del dio.

Ms. NKS 1867 4° Ms. ÁM 66

Þórr pesca Jǫrmungandr

In questa scena, tratta dall'Hymskvíða, ma ripresa anche da Snorri nella sua Edda, un irato Þórr solleva il Mjǫllnir dopo aver preso all'amo il serpente Jǫrmungandr. Accanto al dio del tuono, il gigante Hymir appare poco convinto dell'opportunità dell'impresa.

Ms. NKS 1867 4° Ms. ÁM 66

L'uccisione di Baldr

La drammatica scena dell'uccisione di Baldr, colta nell'attimo stesso del suo compiersi. Baldr si piega lentamente all'indietro; la sua posa leggera contrasta con l'orribile squarcio causato dalla lancia. Il cieco Hǫðr è ancora inconsapevole del delitto che ha appena commesso. Gli unici occhi spalancati, coscienti, colpevoli, sono quelli di Loki, ancora intento a suggerire ad Hǫðr in quale direzione scagliare la lancia.

Ms. NKS 1867 4° Ms. ÁM 66

Hermóðr ai cancelli di Hel

Vediamo qui una delle scene più emozionanti dell'Edda di Snorri. In groppa a Sleipnir, Hermóðr il veloce, spada in pugno e fare minaccioso, scende ai cancelli della casa dei morti per liberare Baldr. Il destriero sta per spiccare il possente balzo che lo porterà all'interno dei recinti della dimora di Hel, dove, con poche speranze, attende Baldr. Si notino la livida dea dei morti, con le mani protese ad artiglio, e i teschi sparsi alla base della sua dimora.

Ms. NKS 1867 4° Ms. ÁM 66
Intersezione: Sezioni - Alianora
Sezione: Museo - Līlīth
Area: Germanica - Brynhilldr
Annotazioni di Eleonora Dispetti.
Creazione pagina: 21.01.2009
Ultima modifica: 08.03.2016
 
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