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Iðunn) |
Iþvn
Iþvnn
Iðvnn |
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Iþ |
Haustlǫng |
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ETIMOLOGIA
Iðunn, teonimo.
Il nome di Iðunn è ancora privo di un'etimologia convincente. Jacob Grimm,
nel suo studio, associava il nome della graziosa dea, pur sulla base
della sola assonanza, con le Idisi
antico-germaniche (Grimm 1835). Il parallelo in realtà non ci illumina
molto.
Autori più recenti hanno proposto di far derivare il nome da un *Ið-ung,
dove:
- Ið- | Particella che indica movimento continuo e inarrestabile (cfr.
verbo iða «andare avanti e indietro, non
stare mai fermo, agitarsi», considerato alla base del nome del gigante
Iði). Si noti che
Þjóðólfr di Hvíni chiama la dea Ið «in eterno movimento»).
- -ung | Femminile dell'aggettivo ungr «giovane».
Il nome, stando a questa
interpretazione, avrebbe dunque il senso di «[colei che] torna sempre giovane»
(Lindow 2001).
Si tratta di un'etimologia piuttosto incerta.
Il nome Iðunn sarebbe forse riconoscibile nel toponimo danese di Enø (<
Jþaeno) (Isnardi 1991).
|
LETTERATURA
► Bragi e Iðunn È Snorri a presentare
Bragi e Iðunn in un breve capitolo
della sua
Edda.
Bragi heitir einn, hann er ágætr
at speki ok mest at málsnild ok
orðfimi [...].
Kona hans er Iðunn, hon varðveitir
í eski sínu epli þau er goðin
skulu á bíta þá er þau eldask, ok
verða þá allir ungir, ok svá mun
vera allt til ragnarøkrs. |
Bragi si chiama un dio, famoso per la sua
saggezza, ma soprattutto per la sua eloquenza e abilità con le parole [...]. Sua moglie è
Iðunn, che conserva nel suo scrigno di frassino le mele che gli dèi devono
mangiare quando diventano vecchi per poter tornare tutti giovani e così sarà
sempre, fino al
Ragnarøkkr. |
Snorri Sturluson:
Prose Edda >
Gylfaginning
[26] |
«Una grande cosa, io penso, gli dèi hanno
affidato alla custodia e alla buona fede di Iðunn» commenta a questo punto
Gangleri. Gli risponde Hár:
«Una volta si corse un grave rischio. Te ne
potrò raccontare in seguito...».
► Il mito del rapimento Hár
si riferisce al racconto del rapimento di Iðunn da parte del gigante
Þjazi, ma non sarà lui a raccontarlo, bensì
Bragi ad
Ægir nella seconda parte dell'Edda,
lo
Skáldskaparmál.
È il mito principale collegato a
Iðunn, e viene tramandato, oltre che da Snorri,
anche
da Þjóðólfr ór Hvíni nel suo poema Haustlǫng,
«lungo come un autunno». Nella versione di Snorri, il gigante Þjazi,
trasformato in aquila, trascina Loki nel
cielo e lo obbliga a consegnargli la dea Iðunn,
insieme al suo scrigno di mele d'oro. Loki
acconsente, e conduce
Iðunn
fuori dalle mura dell'Ásgarðr. A questo
punto compare Þjazi, in forma d'aquila, e la rapisce.
En at ákveðinni stundu teygir Loki Iðunni út um Ásgarð í skóg nǫkkvorn, ok segir at
hann hefir fundit epli þau er henni munu gripir í þykkja, ok bað at hon skal
hafa með sér sín epli ok bera saman ok hin. Þá kemr þar Þjazi jǫtunn í arnarham
ok tekr Iðunni ok flýgr braut með ok í Þrymheim til bús síns. |
Al tempo stabilito, comunque, Loki attirò
Iðunn fuori da
Ásgarðr presso una
certa foresta e le disse di aver trovato delle mele che a lei sarebbero parse
preziose e le chiese anche di portare con sé le sue mele e di paragonarle con le
altre. Giunse allora il gigante Þjazi in
forma d'aquila, prese
Iðunn e volò rapido nella sua
casa a Þrymheimr.
|
Snorri Sturluson:
Prose Edda >
Skáldskaparmál
[3] |
Nella versione di
Þjóðólfr, invece, non si parla mai di mele d'oro. Piuttosto, se diamo valore
letterale alle costanti ellissi che caratterizzano il testo, sembra essere la
stessa Iðunn in grado di ringiovanire gli dèi. Molto enigmatica la descrizione del
luogo dove Loki conduce la dea, che non è semplicemente la «certa foresta» [skóg nǫkkvorn]
a cui accenna Snorri. Molto bella la scena in cui i giganti accolgono con gioia
e tripudio l'arrivo della dea dal meridione.
Sér bað sagna hrœri
sorgœran mey fœra,
þás ellilyf ása,
áttrunnr Hymis, kunni... |
Pretese, dal contastorie
fuori di sé dal dolore, il parente
di Hymir, che gli desse la ragazza
capace di guarire gli
Æsir dalla vecchiaia... |
Brunnakrs of kom bekkjar
Brísings goða dísi
girðiþjófr í garða
grjót-Níðaðar síðan. |
Guidò allora la dísa degli dèi
oltre i ruscelli di Brunnakr, il ladro
del collare di Brísingr, al podere
del Níðaðr delle rocce. |
Urðut brattra barða
byggvendr at þat hryggvir;
þá vas Ið með jǫtnum
unnr nýkomin sunnan; |
Non fu certo un momento di tristezza
per gli abitanti delle rupi ripide
l'arrivo, dalle vie del mezzogiorno,
di
Iðunn nel paese dei giganti... |
Þjóðólfr ór Hvíni:
Haustlǫng [9] |
Lo Jǫtunheimr è caratterizzato come un mondo di
ghiaccio, situato a est o a nord. L'arrivo di
Iðunn dal sud, cioè dalla direzione da cui proviene il calore del sole,
sembra dare l'effetto l'effetto di un raggio di luce. La dea è una ventata di
giovinezza e calore in un mondo gelido e aspro, che sembra d'un tratto assetato
di tepore e bellezza.
In
Ásgarðr, però, l'improvvisa assenza di
Iðunn produce un effetto speculare. E si rende subito evidente, seppure in
negativo, quale sia il ruolo di
Iðunn nella teologia scandinava. Non appena ella sparisce, infatti, tutti gli dèi
invecchiano improvvisamente e rapidamente.
Gættusk allar áttir
Ingvifreys at þingi
(vǫ́ru heldr) ok hárar
(hamljót regin) gamlar. |
Invecchiate di colpo,
le famiglie di Yngvi-Freyr incanutite
si riunirono in assemblea:
malconci assai, i Potenti. |
Þjóðólfr ór Hvíni:
Haustlǫng [10] |
Anche Snorri scrive:
En æsir urðu illa við hvarf Iðunnar, ok gerðust þeir brátt hárir ok gamlir. Þá
áttu þeir æsir þing, ok spyrr hverr annan, hvat síðast vissi til Iðunnar... |
Per gli
Æsir fu grave la
perdita di
Iðunn, poiché incanutirono e
divennero vecchi. Si riunirono dunque nel þing e si chiesero l'un l'altro
quali fossero le ultime nuove su
Iðunn... |
Snorri Sturluson:
Prose Edda >
Skáldskaparmál
[3] |
A questo punto, Loki confessa la sua responsabilità e gli dèi lo
minacciano di morte, costringendolo a recuperare «la ragazza meravigliosa che alimenta la gioia negli
dèi». In veste di falco, egli vaga per
Jǫtunheimr, finché arriva alla dimora di
Þjazi. Quel giorno il gigante è in mare, e
Iðunn è da sola in Þrymheimr.
Loki la trasforma in una noce, la afferra
tra gli artigli e riprende la via per l'Ásgarðr.
Þjazi si lancia all'inseguimento ma gli dèi riescono
ad abbatterlo presso le mura della loro cittadella.
Iðunn è salva e, con lei, gli
Æsir ritrovano la giovinezza.
► Fonti veteroeddiche e poetiche
La letteratura scandinava non offre altri dettagli per interpretare la figura di
Iðunn. Solo il Lokasenna
riporta un breve dialogo in cui
Iðunn interviene per mettere pace tra suo marito
Bragi e Loki,
e quest'ultimo le risponde accusandola di avere avuto una relazione con
l'assassino del proprio fratello.
Iðunn kvad: |
Disse Iðunn: |
«Bið ek, Bragi,
barna sifjar duga
ok allra óskmaga,
at þú Loka
kveðir-a lastastǫfum
Ægis hǫllu í». |
«Ti prego,
Bragi,
di pensare ai figli veri
e a quelli adottivi
e contro Loki
di non parlare con ingiurie
nella corte di Ægir». |
Loki kvad: |
Disse Loki: |
«Þegi þú, Iðunn,
þik kveð ek allra kvenna
vergjarnasta vera,
síztu arma þína
lagðir ítrþvegna
um þinn bróðurbana». |
«Sta' zitta, tu, Iðunn!
Dico fra tutte
la più vogliosa d'uomini sei:
fra le tue braccia,
ben lavate, hai stretto
l'uccisore di tuo fratello».
|
Skaði kvad: |
Disse Iðunn: |
«Loka ek kveðk-a
lastastǫfum
Ægis hǫllu í;
Braga ek kyrri
bjórreifan,
vilk-at ek at it vreiðir vegizk». |
«Contro Loki
io
non parlo con ingiurie
nella corte di Ægir.
Bragi anzi
acquieto,
eccitato dalla birra;
non voglio che, presi d'ira, veniate alle armi». |
Ljóða Edda
> Lokasenna [16-18] |
Non sappiamo chi siano i figli di
Bragi e se Iðunn sia la loro
madre. Né sappiamo chi sia stato il fratello di Iðunn e da chi sia stato
ucciso. Nemmeno sappiamo se e quanto sia gratuita l'accusa di
Loki: a sentir lui, tutte le ásynjur avrebbero goduto di
un'entusiastica vita sentimentale, e Iðunn, se prestiamo fede al livoroso Loki,
sarebbe stata proprio la più «vogliosa d'uomini» [vergjarnasta
vera]. Probabilmente Loki
esagera, ma rimane il dubbio sull'indentità dell'«uccisore
del fratello» [bróðurbani] della dea. Forse
si tratta di
Bragi, forse di
Loki stesso...
Si può infine citare una strofa del Hrafnagaldur Óðins,
l'«incantesimo dei
corvi di Óðinn», un poema in stile eddico, piuttosto problematico e di
dubbia autenticità, che pure fornisce qualche ragguaglio sulle origini di Iðunn,
sempre che sia possibile fidarsi di tali notizie. Da quanto qui scritto, Iðunn
risulterebbe discendere da stirpe elfica ed essere figlia di
Ívaldi.
Dvelur í dǫlum
dís forvitin
Yggdrasils frá
aski hnigin
álfa ættar
Iðunni hétu
Ívalds eldri
yngsta barna. |
Risiede nelle valli
la dísa curiosa
discesa dal frassino
Yggdrasill.
Di stirpe elfica,
chiamata Iðunn,
la più giovane dei figli
maggiori di Ívaldi. |
Ljóða Edda
> Hrafnagaldur Óðins [6] |
A conclusione delle presenze letterarie di Iðunn, riportiamo la breve
postilla poetica fornita da Snorri:
Hvernig skal kenna Iðunni? Kalla hana
konu Braga ok gætandi eplanna, en
eplin ellilyf Ásanna; hon er ok
ránfengr Þjaza jǫtuns, svá sem fyrr
er sagt at hann tók hana braut frá
Ásum. |
Quali sono le kenningar per Iðunn? La si può chiamare «moglie di
Bragi»,
«custode delle mele», e le mele posso essere chiamate «elisir degli
Æsir». Ella è anche chiamata bottino del gigante
Þjazi. È stato infatti narrato di come questi l'avesse
sottratta agli
Æsir.
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Snorri Sturluson:
Prose Edda >
Skáldskaparmál [30] |
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FONTI PRINCIPALI
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