ETIMOLOGIA Iði, gigantonimo.
Forse da intendersi come «[colui che] non sta mai fermo», «attivo»
(Isnardi 1991).
- Iði | Da connettere probabilmente al sostantivo neutro ið «movimento incessante» (cfr.
il verbo iða «muoversi incessantemente, muoversi avanti e indietro, non
stare fermi, agitarsi»).
|
LETTERATURA Snorri, nello
Skáldskaparmál,
dove fornisce un racconto interessante sui figli di
Ǫlvaldi. «Davvero grande mi pare fosse
Þjazi», commenta qui
Ægir, «ma a quale stirpe apparteneva?». E
Bragi così risponde:
Ǫlvaldi hét faðir hans [...]. Hann var mjǫk gullauðigr, en er hann dó ok synir hans skyldu skipta
arfi, þá hǫfðu þeir mæling at gullinu er þeir skiptu at hverr skyldi taka
munnfylli sína ok allir jafnmargar. Einn þeira var Þjazi, annarr Iði, þriði
Gangr. En þat hǫfum vér orðtak nú með oss at kalla gullit munntal þessa jǫtna,
en vér felum í rúnum eða í skáldskap svá at vér kǫllum þat mál eða orðtak, tal
þessa jǫtna. |
Ǫlvaldi si chiamava suo padre [...]. Egli possedeva molto oro.
Quando dunque morì e i suoi figli dovevano spartirsi l'eredità, per stabilire la
misura di oro da dividersi decisero che ciascuno ne avrebbe preso a turno una
boccata e tutti in egual misura. Il primo fra loro fu
Þjazi,
il secondo Iði e il terzo Gangr. Difatti adesso noi quale metafora per indicare
l'oro diciamo «conto a bocca» di questi giganti, mentre nel formulare le rune e
nell'arte poetica lo chiamiamo «discorso», «parola» o «conto» di questi
giganti. |
Snorri Sturluson:
Prose Edda >
Skáldskaparmál
[4] |
Þjazi, Iði e
Gangr sono inoltre citati nelle þulur, tra i nomi dei giganti
[jǫtna heiti].
Ek mun jǫtna
inna heiti:
Ymir Gangr ok Mímir
Iði ok Þjazi
Hrungnir Hrímnir
Hrauðnir Grímnir
Hveðrungr Hafli
Hripstoðr Gymir. |
Io dei giganti
reciterò i nomi:
Ymir, Gangr e
Mímir
Iði e Þjazi,
Hrungnir, Hrímnir,
Hrauðnir, Grímnir,
Hveðrungr, Hafli,
Hripstoðr, Gymir. |
Þulur > Jǫtna heiti
[I: 1] |
Fenja e Menja,
nel
Gróttasǫngr, citano
Þjazi e Iði:
Harðr var
Hrungnir
ok hans
faðir,
þó var Þjazi
þeim
ǫflgari,
Iði ok Ǫrnir,
okkrir
niðjar,
brœðr
bergrisa:
þeim erum
bornar. |
Possente era Hrungnir
ed anche suo
padre,
però Þjazi era
di loro maggiore,
Iði ed
Ǫrnir
ci furon parenti,
giganti fratelli:
da lor noi nascemmo. |
Ljóða Edda
[minora]
>
Gróttasǫngr [9] |
Curiosamente, manca qui
Gangr ma, al suo posto, vi è un certo
Ǫrnir.
Quest'ultimo è un epiteto di Gangr? Il nome è
formato su ǫrn «aquila»,
e quindi potrebbe trattarsi in realtà dello stesso
Þjazi, il quale usava trasformarsi in aquila. Ma a ben guardare,
il testo afferma che Iði ed
Ǫrnir fossero «fratelli dei giganti delle montagne»
[brǿðr
bergrisa] e non necessariamente fratelli tra loro.
D'altra parte, un Ǫrnir è citato nelle þulur
(Jǫtna
heiti [I: 4]), separatamente
dai tre figli di Ǫlvaldi, rendendo problematica la
sua identificazione con
Gangr. Nella Þórsdrápa,
l'«Eulogia di Þórr»,
di Eilífr Goðrúnarson, Iði è citato in una kenning, dove –
se la delicata interpretazione è corretta – i giganti sono detti
gli «Scoti delle dimore di Iði»
[skotar Iðja seturs]. |