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MITI GERMANICI
Élivágar
Gunnþorin / Gunnþráin
GUNNÞORIN / GUNNÞRÁIN
Nome di uno dei fiumi cosmici, forse compreso nel novero dei corsi d'acqua celesti.

* * *

 

MITOLOGIA
MITI
  • Annoverato probabilmente tra i fiumi celesti, tra quanti scorrono in Ásgarðr, accanto alle dimore degli dèi.
  • Le sue acque sgorgano dalla sorgente di Hvergelmir, a sua volta alimentata dalle gocce che scendono dalle corna del cervo Eikþyrnir.
FILOLOGIA
ORTOGRAFIA

  ORTOGRAFIA
NORMALIZZATA
LEZIONE DEI
MANOSCRITTI

MSS.

Norreno Gunnþorin
Gunnþráin
Gvnnþorın
Gvnnþorm [refuso]
Gvnnþraın
Gvndro
[R | W]
[T]
[Rs]
[U]

ETIMOLOGIA

Gunnþorin / Gunnþráin. Idronimo.
«[Quello che] osa battaglia». Alternativamente, «desideroso di battaglia»

Il nome di questo fiume viene dato nella lezione Gunnþorin nei manoscritti della Ljóða Edda (Grímnismál [27]). Tra i quattro manoscritti della Prose Edda, [W | T] concordano nella forma Gunnþorin (il Gunnþorm di [T] è chiaramente lapsus calami per Gvnnþorın), mentre il Codex Regius [R] altera il nome del fiume in Gunnþráin. Il Codex Uppsaliensis [U] presenta invece la lezione Gunnþró (gvndro nell'ortografia del manoscritto), di fatto confondendolo col fiume Gunnþrá citato poche righe più in alto (Gylfaginning [39]). Il significato dell'idronimo è dunque variamente interpretabile a seconda se si accetta la lezione -þorin o -þráin.

  1. gunn- | dal sostantivo guðr > gunnr «guerra, battaglia», termine utilizzato in poesia e in composti (per esempio in antroponimi, sia maschili come Gunnarr, Gunnbjǫrn, Gunnstein, che femminili come Gunnhildr e Gunnlǫð).
     
  2. -þorin | Si può pensare a un participio del verbo þora «osare, avere il coraggio di», dunque l'idronimo viene ad avere il senso di «[quello che] osa battaglia».

    -þráin | Lo si può avvicinare a þrá «spasimo, ostinazione, forte desiderio» (cfr. inglese throe), e in tal caso l'idronimo viene ad essere una variazione del Gunnþrá, con il senso di «desiderio di battaglia» (Isnardi 1991).
LETTERATURA

Il nome di questo fiume compare nella forma Gunnþorin nel novero dei fiumi cosmici del Grímnismál, tra quanti sgorgano dalla sorgente di Hvergelmir, alimentata dalle gocce che colano dalle corna del cervo Eikþyrnir.

Síð ok Víð,
Sækin ok Ækin,
Svǫl ok Gunnþró,
Fjǫrm ok Fimbulþul,
Rín ok Rennandi,
Gipul ok Gǫpul,
Gǫmul ok Geirvimul,
þær hverfa um hodd goða,
Þyn ok Vin,
Þǫll ok Hǫll,
Gráð ok Gunnþorin.

Síð e Víð,
Sekin ed Ekin,
Svǫl e Gunnþrá,
Fjǫrm e Fimbulþul,
Rín e Rennandi,
Gipul e Gǫpul,
Gǫmul e Geirvimul,
questi scorrono accanto ai tesori divini.
Þyn e Vin,
Þǫll e Hǫll,
Gráð e Gunnþorin.

Vína heitir enn,
ǫnnor Vegsvinn,
þriðja Þjóðnuma,
Nyt ok Nǫt,
Nǫnn ok Hrǫnn,
Slíð ok Hrið,
Sylgr ok Ylgr,
Víð ok Ván,
Vǫnd ok Strǫnd,
Gjǫll ok Leiptr,
þær falla gumnom nær,
en falla til heilar heðan.
Vína si chiama l'uno,
il secondo Vegsvinn,
il terzo Þjóðnuma,
Nýt e Nǫt,
Nǫnn e Hrǫnn,
Slíðr e Hríð,
Sylgr e Ylgr,
Víð e Ván,
Vǫnd e Strǫnd,
Gjǫll e Leiptr,
questi scendono presso gli uomini
e precipitano poi nel regno dei morti.
Ljóða Edda > Grímnismál [27-28]

Nella struttura della strofa, il Gunnþorin è compreso in una serie di sei fiumi di cui non è evidente se vadano considerati insieme agli altri citati nella strofa stessa, i quali «scorrono accanto ai tesori divini», o se siano piuttosto da comprendere con i fiumi citati dalla strofa successiva, i quali scendono dal cielo nel mondo degli uomini e di qui «precipitano poi nel regno dei morti».

Rifacendosi a questa strofa, Snorri sembra associare il fiume, da lui chiamato Gunnþráin, ai fiumi successivi ma, forse aggirando prudentemente l'ambiguità del poema, evita di descriverne il destino.

Enn er meira mark at of hjǫrtinn Eirþyrni, er stendr á Valhǫll ok bítr af limum þess trés, en af hornum hans verðr svá mikill dropi at niðr kemr í Hvergelmi, en þaðan af falla ár þær er svá heita: Síð, Víð, Sekin, Ekin, Svǫl, Gunnþró, Fjǫrm, Fimbulþul, Gipul, Gǫpul, Gǫmul, Geirvimul, þessar falla um ásabygðir. Þessar eru enn nefndar: Þyn, Vin, Þǫll, Bǫll, Gráð, Gunnþráin, Nýt, Nǫt, Nǫnn, Hrǫnn, Vína, Veg, Svinn, Þjóðnuma.

Ancora più notevole è il cervo Eikþyrnir: anche lui si trova in Valhǫll e bruca i rami dell'albero. Dalle sue corna stillano tantissime gocce che cadono in Hvergelmir e da qui nascono i fiumi che così si chiamano: Síð, Víð, Sekin, Ekin, Svǫl, Gunnþrá, Fjǫrm, Fimbulþul, Gipul, Gǫpul, Gǫmul, Geirvimul. Questi ultimi scorrono attorno alla dimora degli Æsir. Si annoverano ancora questi: Þyn, Vin, Þǫll, Hǫll, Gráð, Gunnþráin, Nýt, Nǫt, Nǫnn, Hrǫnn, Vína, Vegsvinn, Þjóðnuma.

Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [39]

FONTI

Ljóða Edda > Grímnismál [27]
Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [39]

BIBLIOGRAFIA ►
RIFERIMENTI
PAGINE
Ymir e i suoi figli - Cosmogonia nordica
Hvergelmir - I fiumi dell'universo

Creazione pagina: 01.01.2009
Ultima modifica: 21.06.2013

 
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