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MITI GERMANICI
GRAMMATICA NORRENA
I VERBI DEBOLI
INDICE
§ 10.1 - Verbi forti e verbi deboli.

Abbiamo visto che il norreno distingue tra verbi forti e verbi deboli.

La coniugazione dei verbi forti è caratterizzata da complicati fenomeni di metafonia palatale e labiale sulla vocale radicale. I verbi deboli, al contrario, non presentano mutamenti fonetici così vistosi. Sono caratterizzati però dalla presenza di una consonante dentale, il cosiddetto «suffisso del passato», (-t- -d- -ð-), posto tra la radice e la desinenza di tutti i tempi passati.

Il tema del passato di un verbo debole sarà dunque composto dalla radice più il «suffisso del passato».

Come i verbi forti sono divisi in sette classi, i verbi deboli sono divisi in quattro classi, ognuna delle quali è ulteriormente suddivisa in una serie di modelli.

NOTE

La distinzione tra due categorie di verbi è tuttora evidente in inglese, dove sussistono verbi cosiddetti irregolari e regolari. Gli irregolari si coniugano secondo dei paradigmi infinito/passato/participio che mostrano i più marcati fenomeni di metafonia alla vocale radicale (ad esempio drink drank drunk «bere»). I regolari, che non variano mai la vocale radicale, mostrano regolarmente un «suffisso del passato» in -ed.

§ 10.2 - Verbi deboli: coniugazione.

Il paradigma dei verbi deboli ha solo tre forme: infinito (Inf.), indicativo passato (Ind.Ps.) 1S e participio passato (Pp.Ps.).

Come esempi useremo i seguenti verbi: telja «dire», kalla «chiamare» e vaka «svegliare, destare». Questo il loro paradigma:

  Inf. Ind.Ps.1S Pp.Ps.
«dire» telja talða taliðr
«chiamare» kalla kallaða kallaðr
«svegliare» vaka vakða vakat

Si noti, nelle forme passate, la presenza del «suffisso del passato» -ð- posto tra radice e desinenza.

Se la radice termina per -t o -s, il «suffisso del passato» è -t-.

  Inf. Ind.Ps.1S Pp.Ps.
«impedire» letja latta lattr
«incitare» etja atta attr

Se la radice termina per -ð, il «suffisso del passato» diventa -dd-.

  Inf. Ind.Ps.1S Pp.Ps.
«gioire» gleðja gladda gladdr
«rivolgersi» kveðja kvadda kvaddr
§ 10.3 - Verbi deboli: formazione dell'infinito.

L'infinito, caratterizzato dalla desinenza -a nei verbi deboli come in quelli forti, è la prima delle tre forme del paradigma:

INFINITO
telja «dire»
kalla «chiamare»
vaka «svegliare»
§ 10.4 - Verbi deboli: formazione dell'imperativo.

L'imperativo si ricava dalla radice pura dell'infinito privato della desinenza -a. La quantità della vocale radicale rimane sempre e comunque invariata.

IMPERATIVO
tel «di'!»
kalla «chiama!»
vaki «sveglia!»
  • Nei verbi della classe 2dA (come kalla), la radice esce in -a e si sovrappone alla desinenza -a dell'infinito. Dunque, la radice di kalla è sempre e ugualmente kalla.
  • I verbi della classe 3d (come vaki) formano l'imperativo aggiungendo la desinenza -i alla radice dell'infinito.
§ 10.5 - Verbi deboli: formazione del participio.

Il participio può essere presente o passato.

  • Il participio passato del verbo debole è la terza forma del paradigma verbale, ed è caratterizzato da una tipica desinenza -ðr. (Nel verbo forte questa desinenza era -inn). Si declina come un aggettivo forte del modello 1β (§ 4.2).
  • Il participio presente si forma aggiungendo la desinenza -andi alla radice dell'infinito. Attenzione ai fenomeni di contrazione tra vocali! (Per la declinazione, § 2.10.)
PARTICIPIO
presente passato
teljandi «dicente» taleðr «detto»
kallandi «chiamante» kallaðr «chiamato»
vakandi «svegliante» vakat «svegliato»

NB. Nel caso di vaki, il participio passato è dato in neutro.

§ 10.6 - Verbi deboli: formazione dell'indicativo.

L'indicativo dei verbi deboli è decisamente semplificato in confronto a quello dei verbi forti, a causa della quasi totale assenza di fenomeni metafonici.

  • Per formare l'indicativo presente, si parte dalla radice dell'infinito e si aggiunge la desinenza. La vocale radicale rimane sempre inalterata (eccetto che nella 1P, in cui avviene una semplice metafonia labiale). Il trattamento è il seguente:
  radice vocale radicale desinenza
1S Infinito id. -i
2S Infinito id. -ir
3S Infinito id. -ir
1P Infinito metafonia labiale -om
2P Infinito id. -ið
3P Infinito id. -a
  INDICATIVO presente
1S ek tel «io dico» ek kalla «io chiamo» ek vaki «io sveglio»
2S þú telr «tu dici» þú kallar «tu chiami» þú vakir «tu svegli»
3S hann telr «egli dice» hann kallar «egli chiama» hann vakir «egli sveglia»
1P vér teljom «noi diciamo» vér kǫllom «noi chiamiamo» vér vǫkom «noi svegliamo»
2P þér telið «voi dite» þér kallið «voi chiamate» þér vakið «voi svegliate»
3P þeir telja «essi dicono» þeir kalla «essi chiamano» þeir vaka «essi svegliano»
  • Per formare l'indicativo passato, è lo stesso paradigma a fornirci la prima persona singolare (1S), il cui tema contiene già il «suffisso del passato». Non vi è alcuna metafonia, e basta unicamente associare la desinenza. Il trattamento è il seguente:
  radice vocale radicale desinenza
1S Indicativo passato 1S id. -a
2S Indicativo passato 1S id. -ir
3S Indicativo passato 1S id. -i
1P Indicativo passato 1S metafonia labiale -om
2P Indicativo passato 1S metafonia labiale -oð
3P Indicativo passato 1S metafonia labiale -o
  INDICATIVO passato
1S ek talða «io dissi» ek kallaða «io chiamai» ek vakða «io svegliai»
2S þú talðir «tu dicesti» þú kallaðir «tu chiamasti» þú vakðir «tu svegliasti»
3S hann talði «egli disse» hann kallaði «egli chiamò» hann vakði «egli svegliò»
1P vér tǫlðom «noi dicemmo» vér kǫlloðom «noi chiamammo» vér vǫktom «noi svegliammo»
2P þér tǫlðoð «voi diceste» þér kǫlloðoð «voi chiamaste» þér vǫkðoð «voi svegliaste»
3P þeir tǫlðo «essi dissero» þeir kǫlloðo «essi chiamarono» þeir vǫkðo «essi svegliarono»
§ 10.7 - Verbi deboli: formazione dell'ottativo.

L'ottativo dei verbi deboli ha le stesse desinenze di quello dei verbi forti, ma non consta di fenomeni metafonici nella vocale radicale, risultando più facile ed immediato.

  • Per formare l'ottativo presente, si parte dalla pura radice dell'infinito, addizionata delle desinenze dell'ottativo. Il trattamento è il seguente:
  radice vocale radicale desinenza
1S Infinito id. -a
2S Infinito id. -ir
3S Infinito id. -i
1P Infinito id. -im
2P Infinito id. -ið
3P Infinito id. -i
  OTTATIVO presente
1S ek telja «che io dica» ek kalla «che io chiami» ek vaka «che io svegli»
2S þú telir «che tu dica» þú kallir «che tu chiami» þú vakir «che tu svegli»
3S hann teli «che egli dica» hann kalli «che egli chiami» hann vaki «che egli svegli»
1P vér telim «che noi dicemmo» vér kallim «che noi chiamiamo» vér vakim «che noi svegliamo»
2P þér telið «che voi dite» þér kallið «che voi chiamiate» þér vakið «che voi svegliate»
3P þeir teli «che essi dicano» þeir kalli «che essi chiamino» þeir vaki «che essi sveglino»
  • Per formare l'ottativo passato, si parte invece dal tema dell'indicativo passato 1S, la seconda forma del paradigma, ben lasciando la tipica «desinenza del passato», dopodiché si aggiungono le tipiche desinenze dell'ottativo. Il trattamento è il seguente:
  radice vocale radicale desinenza
1S Indicativo passato 1S id. -a
2S Indicativo passato 1S id. -ir
3S Indicativo passato 1S id. -i
1P Indicativo passato 1S id. -im
2P Indicativo passato 1S id. -ið
3P Indicativo passato 1S id. -i
  OTTATIVO passato
1S ek telða «che io dicessi» ek kallaða «che io chiamassi» ek vekða «che io svegliassi»
2S þú telðir «che tu dicessi» þú kallaðir «che tu chiamassi» þú vekðir «che tu svegliassi»
3S hann telði «che egli dicesse» hann kallaði «che egli chiamasse» hann vekði «che egli svegliasse»
1P vér telðim «che noi dicessimo» vér kallaðim «che noi chiamassimo» vér vekðim «che noi svegliassimo»
2P þér telðið «che voi diceste» þér kallaðið «che voi chiamiaste» þér vekðið «che voi svegliaste»
3P þeir telði «che essi dicessero» þeir kallaði «che essi chiamassero» þeir vekði «che essi svegliassero»
§ 10.8 - Classi dei verbi deboli

L'uso dei verbi deboli è piuttosto semplice. Al paradigma, come abbiamo visto, sono sufficienti tre forme. Le vocali radicali non risentono dei complicati fenomeni di metafonia, con eliminazioni delle serie di mutazioni vocaliche che rendevano così complicato l'uso dei verbi forti. Infine, il passato è indicato dall'aggiunta del caratteristico «suffisso del passato» -ð- (-t-, -d-). Le classi dei verbi deboli sono solo quattro (di cui la prima presenta la sottoclasse dei causativi).

§ 10.9 - Verbi deboli: prima classe.

La classe 1d dei verbi deboli comprende quei verbi che hanno il tema del presente in -ja/-ia.

Possiamo riconoscervi ben otto modelli:

  • 1dA telja «dire», 1dB selja «donare», 1dC heyra «udire» e fylgja «seguire», 1dD deila «dividere», 1dE spilla «distruggere, rovinare», 1dF gǿda «donare» e benda «indicare», 1dG leysa «sciogliere», 1dF søkja «ricercare».
  Inf. Ind.Ps.1S Pp.Ps.  
1dA telja talða taliðr «dire»
1dB selja selda seldr «donare»
1dC heyra heyrða heyrðr «udire»
fylgja fylgða fylgðr «seguire»
1dD deila deilda deildr «dividere»
1dE spilla spilta spiltr «distruggere»
1dF gǿda gǿdda gǿddr «donare»
benda benda bendr «indicare»
1dG leysa leysta leystr «sciogliere»
1dH søkja sótta sóttr «ricercare»
  • 1dA — Questo modello accoglie la maggior parte dei verbi deboli della prima classe. Essendo derivati dagli antichi temi in -ja, sono forniti della semivocale -j- tra la radice e la desinenza, onde per cui si raccomanda di far caso ai fenomeni di contrazione vocalica.
  • 1dB — I verbi di questo modello hanno la vocale radicale -e- estesa a tutte le forme del paradigma.
  • 1dC — I verbi deboli di questo modello (anch'essi derivati, come i successivi, dagli antichi temi in -ja), hanno subìto una metafonia palatale in tutti i tempi, e la vocale radicale è divenuta identica in tutte le forme del paradigma.
  • 1dD — Questo modello comprende i verbi con le radici in -l e -n, i quali hanno il «suffisso del passato» in -d-.
  • 1dE — Anche questo modello comprende verbi con le radici in -l e -n, ma il «suffisso del passato» è in -t-.
  • 1dF — Questo verbo comprende verbi con radici terminanti in -ð e -d, con il «suffisso del passato» che assume la forma -dd-. Se però il finale di radice è -, la desinenza del passato si trasforma in -.
  • 1dG — Questo modello comprende verbi con radici terminanti in -s e -t, che hanno il «suffisso del passato» in -t-.
  • 1dF — In quest'ultima classe (caratterizzata dalla semivocale -j-) ci sono vistosi effetti di sincope e assimilazione.
§ 10.10 - Verbi deboli: prima classe (causativi).

Nella classe 1d dei verbi forti rientrano i cosiddetti verbi causativi. Essi derivano da altri verbi primari (indicanti un'azione fondamentale) e accennano agli effetti causati dall'azione stessa. Molti di questi causativi sono tratti dalla forma dell'indicativo passato singolare dei verbi forti.

Vediamo alcuni esempi:

  VERBO FORTE   CAUSATIVO  
Inf. Ind.Ps.1S Inf.
«mordere» bíta beit beita «pascolare»
«cavalcare» ríða reið reiða «far cavalcare»
«spezzare» brjóta braut breyta «mutare»
«bere» drekka drakk drekkja «abbeverare»
«bruciare» brinna brann brenna «incendiare»
«correre» rinna rann renna «inseguire»
«giacere» liggja lag leggja «porre»
«sedere» sitja sat setja «collocare»
«dormire» sofa svaf svefja «calmare»
«viaggiare» fara fór fǿra «condurre»
«cadere» falla fell fella «abbattere»
«pendere» hanga heng hengja «appendere»
§ 10.11 - Verbi deboli: seconda classe.

La classe 2f dei verbi deboli accoglie quei temi che sono stati formati per mezzo della vocale tematica -a, quindi non si produce mai la metafonia palatale. La radice dell'infinito di questi verbi conserva la tipica desinenza -a.

Si distinguono tre modelli. Eccoli:

  • 2dA lita «dire», 2dB herja «devastare», 2dC spá «presagire».
  Inf. Ind.Ps.1S Pp.Ps.  
2dA lita litaða litaðr «colorare»
2dB herja herjaða herjaðr «devastare»
2dC spá spáða spáðr «presagire»
  • 2dA — I verbi di questo modello hanno l'infinito con desinenza -a.
  • 2dB — I verbi di questo modello hanno l'infinito con desinenza -ja o -va.
  • 2dC — I verbi di questo modello sono contratti.
§ 10.12 - Verbi deboli: terza classe.

La classe 3d dei verbi deboli è caratterizzata da una vocale tematica -a (se mediana) o -i- (se finale), che nelle forme del passato è caduta per sincope. In questa classe non si verifica mai metafonia palatale, e ha un classico imperativo con desinenza -i, e anche l'indicativo presente 1S ha desinenza -i.

Si distinguono quattro modelli:

  • 3dA lifa «vivere», 3dB glotta «sogghignare», 3dC kaupa «commerciare», 3dD segja «dire».
  Inf. Ind.Ps.1S Pp.Ps.  
3dA lífa lifða lifað «vivere»
3dB glotta glotta glottr «sogghignare»
3dC kaupa keypta keyptr «commerciare»
3dD segja sagða sagðr «dire»
  • 3dA — I verbi di questo modello non comportano particolari problemi.
  • 3dB — Nei verbi di questo modello si verifica una sincope che elimina la vocale -a- (altrimenti comune ai verbi di questa classe) dalla forma del participio passato.
  • 3dC — L'unico verbo di questo modello, kaupa «commerciare», presenta la metafonia palatale nelle forme del passato, compreso il participio passato.
  • 3dD — I verbi di questo modello (alcuni caratterizzati dalla semivocale -j- tra tema e desinenza) presentano la metafonia palatale nel presente indicativo.
§ 10.13 - Verbi deboli: quarta classe.

La classe 4d dei verbi deboli comprende temi formati col suffisso -na, tipico dei verbi intransitivi o incoativi. Si coniugano come i verbi della classe debole 3d.

Un solo modello:

  • 4dA vakna «svegliare».
  Inf. Ind.Ps.1S Pp.Ps.  
4dA vakna vaknaða vaknaðr «svegliarsi»
  • 4dA — I verbi di questo modello non comportano particolari problemi.
Sezione: Rubriche - Galiana.
Rubrica: Lingue - Turris Babel.
Area: Germanica - Brynhilldr.
Compilato da: Oliviero Canetti.

Creazione pagina: 22.06.2009
Ultima modifica: 18.02.2017

 
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