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INDICE | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
§ 7.1 - La
numerazione La numerazione, presso gli antichi scandinavi, è una combinazione tra la base dieci e un'antica base dodici, dettaglio che rende la terminologia matematica un po' ambigua. I numeri possono essere cardinali o ordinali. Tra i cardinali, si declinano solo i primi quattro elementi, mentre gli ordinali vanno tutti declinati secondo le regole degli aggettivi. |
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§ 7.2 -
Numerali cardinali da «uno» a «quattro» I primi quattro numeri cardinali si declinano.
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§ 7.3 - Numerali cardinali da «cinque»
in poi. I numerali cardinali da «cinque» in poi sono di norma indeclinabili. Ma vi sono tuttavia degli accorgimenti d'uso.
Si noti che in questo sistema di numerazione «cento» è indicato semplicemente con «dieci decine», e «centodieci» con «undici decine». Il sistema numerale del norreno era infatti basato su un sistema duodecimale, tanto è vero che dopo le «undici decine» veniva introdotto nella numerazione il sostantivo neutro hundrað, declinato secondo il modello 1F, che indicava il numero «centoventi».
Solo in epoca più tarda hundrað e þúsund vennero a designare «cento» e «mille». Per un certo periodo di transizione, poi, si sentì la necessità di distinguere tra hundrað tírǿtt «cento di dieci decine» e hundrað tolfrǿtt «cento di dodici decine». I cardinali intermedi si formano facendo precedere, o seguire, l'unità alla decina, coordinandoli con la congiunzione ok «e». Per esempio, einn ok tottogo e tottogo ok einn è in entrambi i casi «ventuno»; sjau ok fimm tigir e fimm tigir ok sjau è in entrambi i casi «cinquantasette». Era diffuso anche il metodo sottrattivo. Per esempio, einom fátt í flrjá tigo «di uno manca a tre decine» era «ventinove»; halfr þriði tøgr «mezza alla terza decina» era «venticinque». |
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§ 7.4 - Il numerale
«entrambi».
Esiste anche una declinazione particolare per il numerale báðir «entrambi», la cui declinazione si discosta parecchio da quello che dovrebbe essere il suo modello: il numero cardinale «due».
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§ 7.5 - Numerali ordinali.
In norreno, i numerali ordinali procedono in questo modo:
E via dicendo. Quindi, procedendo di dieci in dieci:
Non sono attestati numerali ordinali superiori. Gli ordinali intermedi si formano facendo precedere, l'unità alla decina e coordinandoli con la congiunzione ok «e». Esempio: fyrsti ok tottogondi «ventunesimo», fimti ok fimtogondi «cinquantacinquesimo», þriði ok sjautogondi «settantatreesimo». Per quanto riguarda la loro declinazione, questi sono i comportamenti:
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§ 7.6 - Numerali moltiplicativi. Gli aggettivi numerali moltiplicativi sono formati col suffisso -faldr. Dunque einfaldr «semplice», tvífaldr «duplice», þrífaldr «triplice», ferfaldr «quadruplice» e via dicendo. Più antiche le formazioni come tvennr/tviðr «doppio», þrennr/þriðr «triplo», fernir «quadrupli» (solo plurale), e così via. I plurali di queste forme passarono poi ad indicare i cardinali: tvennir «due», þrennir «tre», fernir «quattro». |
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§ 7.7 - Frazioni. Le frazioni si ricavano dagli ordinali mediante il suffisso -ung. Dunque þrið(j)ungr «un terzo», fjórðungr «un quarto» e via dicendo. Per indicare la metà si ricorre ai sostantivi helming ed helfð/helft, modelli 2H e 2F (§ 6). |
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§ 7.8 - Avverbi numerali. Gli avverbi numerali sono due: tysvar «due volte» e þrysvar «tre volte». Negli altri casi si ricorre alla perifrasi col sostantivo neutro sinn «volta», modello 1F (§ 5), in caso dativo. Ad esempio: eino sinni «una volta», fjórom sinnom «quattro volte». |
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§ 7.9 - Aggettivi numerali per le
decine. Gli aggettivi numerali indicanti il numero delle decine si formano, fino al sessanta, con il suffisso -tøgr (< tigr). Dal settanta in poi la componente è data da -rǿðr (parola che sembra commessa con ráð «calcolo» o rǫð «serie»).
Si noti tuttavia che sono attestati, in analogia, anche sjautǿgr «di sette decine» e nítǿgr «di nove decine». |
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§ 7.10 - Numerali astratti. Per indicare i numerali astratti, si usano sostantivi femminili in -d/-t, da coniugare secondo il modello 3D: fimt «cinquina», sétt «sestina», ætt «ottava» (che indica particolarmente le prime otto lettere dell'alfabeto runico lungo), tíund «decina», tylft «dozzina», þrítøgt «trentina». Per i primi tre numerali abbiamo invece formazioni sostantivi femminili in -ing, cioè da coniugare secondo il modello 2H: eining «unità», tven(n)ing «dualità», þren(n)ing «trinità». |
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