NOTE
XXIV
[1] —
(c)
Non è ben chiaro a chi vada
riferita l'espressione cucht
cain «splendido aspetto», se
a
Cessair
o a Ériu.
XXIV
[2] —
(b) Meroë [Meroén] è
l'antica città di Meróē o Meruwāh,
sulla riva
orientale del Nilo, nell'odierno
Sudan. Qui, come nel poema
XXIII,
è considerata piuttosto un
arcipelago, e non ne viene data
la localizzazione precisa. —
(c)
Muir Torrian è il mar
Tirreno.
XXIV
[3] —
(c) Le redazioni
Lebor Gabála
R1
ed R3
dànno qui la lezione grinn in
mod, «gradevole l'aspetto»;
invece, la redazione
R2,
che corregge in gránna in mod, «orribile
l'aspetto», che sembra avere
maggior senso. Anche la
redazione K emenda in
senso analogo.
XXIV
[5] —
(a)
Ladra viene definito lór, «sufficiente»,
per nessun'altra ragione se non
la necessità di una rima con
mór.
— (c)
Invece di do dul chuca, «per
andar con loro», la redazione
K ha do forail banaiġ, «per
eccesso di donne», una lezione
che non compare in nessuno dei
manoscritti anteriori.
XXIV
[6] —
(c)
L'inciso fri sáiri seng,
«con scarsa nobiltà», è
piuttosto ambiguo: send
in irlandese significa tanto
«sottile, snello, magro,
gracile», quanto «scarso,
insufficiente». R.A. Stewart
Macalister traduce
salomonicamente «with slender
nobilty», conservando parte
dell'ambiguità del testo
originale
(Macalister 1939). Míchél Ó Cléirigh
nella redazione K, glossa
esplicitando: as iat ceidfir
do luigh no do righne feis, re
mnáib saora seanga i nÉrinn o
thús, «furono i primi uomini
che giacquero o si diedero ai
bagordi con donne di scarsa
nobiltà, in Ériu, al principio»,
attribuendo la «scarsa nobiltà»
alle donne.
XXIV
[7] —
(a)
Bith benn, «Bith
delle cime», così chiamato per
il suo destino di morire e/o
venire seppellito sul [monte]
Slíab Betha. Míchél Ó Cléirigh
nella redazione K,
glossa: rug Bioth ar a roinn
do na mnaiḃ, «Bith
scelse la sua porzione di
donne», forse fraintendendo il
senso dell'epiteto
(Macalister 1939). —
(c)
Nonostante il testo suggerisca
che il luogo del seppellimento
di Bith
domini un bel panorama marino [ós an muir
mas], Slíab Betha (l'odierna
Slieve Beagh) è situata
nell'entroterra, al confine tra
le contee di Fermanagh, Tyrone e
Monaghan, e anche il Loch Éirne
è piuttosto lontano. Il
riferimento al mare va dunque
preso come una licenza
poetico-geografica dettata da
esigenze metriche. —
(d)
Il termine tiugradus
(presente in letteratura anche
in altre lezioni) appartiene al
linguaggio giuridico ed è
definito come la «responsabilità
dell'ultima persona che ha
posseduto o che è stata vicina a
un oggetto», da cui la
responsabilità di un danno
causato da negligenza, da un
mancato intervento o da un
mancato avvertimento. Míchél Ó
Cléirigh nella redazione K,
glossa il termine scindendolo in
tiuġ «ultimo» e ráthus
«debito», cioè, ovviamente, la
morte.
XXIV
[8] —
(b)
Nonostante lín «numero,
quantità, abbondanza» sia
maschile, produce qui la
lenizione nasale nella
consonante iniziale della parola
successiva: gretha →
ngretha (genitivo plurale di
grith «pianto, urlo,
lamento»).
XXIV
[9] —
(c)
L'espressione re sním slat
è di difficile scioglimento;
sním vuol dire, come
significato principale, «guaio,
inghippo»; ma anche, «rotazione,
torsione, intreccio»; slat
è invece «ramo, canna, asta».
L'espressione potrebbe essere
sia descrittiva del sito in cui
Fintán
sta fuggendo, irto di una
vegetazione fitta e
impenetrabile, sia potrebbe
suggerire il modo in cui
Fintán
abbia oltrepassato i fiumi del
Bun Súaimne, su una zattera
fatta di bastoni o canne
fittamente intrecciate.
(Macalister 1939). —
Per i dettagli sul percorso di
Fintán, si veda il capitolo
nella sezione apposita. ①
XXIV
[10] —
(a)
Airther significa «parte
frontale», e può essere
applicato alle montagne, alle
rocce, alla fronte, al petto o
al seno delle persone
(Macalister 1939).
XXIV
[11] —
(c)
Feis in irlandese indica
sia il pacifico e quieto
pernottamento, sia le lunghe
feste notturne, ricche di cibo e
di divertimenti. Míchél Ó
Cléirigh nella redazione K,
glossa l'espressione íar ffes
con «dopo il giacere, dopo
l'adulterio, dopo i bagordi», ma
Macalister la rende con un casto
after slumber «dopo il
sonno». Sembra ovvio presumere,
tuttavia, che la morte di Bith
sia avvenuta in maniera non
dissimile da quella di
Ladra.
XXIV
[12] —
(d)
n-a cert-medón: «nel suo
stesso in-mezzo».
XXIV
[13] —
Strofa citata da Seathrún
Céitinn, nei suoi
Foras feasa ar Éirinn
[I: v, 3].
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