DISCENDENZA DEI NEMEDIANI IN
GRECIA
ome abbiamo visto, i pochi superstiti tra i
Nemediani,
dopo essere stati decimati nella guerra contro i
Fomoriani,
si erano divisi in vari gruppi e si erano affidati
al mare.
Uno di questi gruppi, guidato da
Semeon
Brecc figlio di
Érglan
figlio di
Béoan
figlio di
Starn
figlio di
Nemed,
era tornato nell'originaria terra di Grecia. Essi
speravano di essere accolti con fraterna amicizia
da quelle genti che, in fin dei conti, appartenevano al loro stesso sangue.
Ma in quelle terre, i discendenti di
Semeon
si erano moltiplicati fino a diventare migliaia,
tanto che i Greci ne ebbero paura e li
ridussero in schiavitù, costringendoli a
vangare i terreni e sterrarli, per poi trasportare il
terriccio in sacchi di pelle e spanderlo sulle
alture rocciose fino a farne pianure livellate di
trifoglio.
Rabbia e tristezza si accrebbero nell'animo dei
discendenti di
Semeon
e odio nacque nei confronti dei Greci, i quali li
avevano ridotti in schiavitù. E così,
esausti, sfiniti e intristiti da tale condizione,
essi decisero infine di fuggire l'intollerabile
giogo servile. In cinquemila si riunirono insieme,
presero i sacchi di cuoio che usavano per portare
la terra e con quelli costruirono dei fragili
corach e a
bordo di quei fragili battelli si misero in mare.
Altri dicono invece che rubarono la flotta del re
dei Greci.
I loro antenati erano fuggiti dalla nobile isola
di Ériu. Essi decisero di tornarvi per
vivere come uomini liberi.
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LE TRE SCHIERE DEI FIR
BÓLG
capi che organizzarono la fuga degli schiavi
dalla Grecia erano cinque fratelli, ed ecco i loro
nomi:
Slánga,
Rudraige,
Gann,
Genann
e
Sengann.
Essi erano i cinque figli di
Dela figlio Lóch figlio di Techt figlio di Tribuat figlio di Othorb figlio di Goste figlio di Oirthecht figlio di
Semeon
Brecc figlio di
Érglan
figlio di
Béoan
figlio di
Starn
figlio di
Nemed.
Al loro fianco stavano le loro spose: Fuat moglie di
Slánga,
Eudar moglie di
Gann,
Anust moglie di
Sengann,
Cnucha moglie di
Genann
e
Libra moglie di
Rudraige.
In cinquemila tra uomini e donne si mossero agli
ordini dei cinque fratelli. Mille e cento e trenta
imbarcazioni, grandi e piccole, salparono di
mercoledì, dirette a occidente.
Slánga,
che faceva da giudice tra i suoi fratelli,
parlò così:
- È il momento dello
sforzo, dell'impegno e dobbiamo stare
all'erta.
Il mare è infuriato e
grigio di schiuma.
Ognuna delle nostre
leggiadre imbarcazioni
si lascia alle spalle
torti intollerabili.
Inaudita è la
tirannia dei Greci.
Dobbiamo cercare di
raggiungere
le valli di Ériu,
ricche di salmoni.
Navigarono nel Mar Torriano finché,
in capo a un anno e tre giorni, doppiarono la
Spagna. Quindi, diretti verso nord, in sette
giorni, spinti da un vento di sud-est, scorsero
nella distanza l'isola di Ériu. Poi il vento
si alzò e divenne più forte, le onde
percossero la piccola flotta e la spezzarono in tre
gruppi, che andarono alla deriva allontanandosi gli
uni dagli altri. Si formarono così tre
distinte schiere, che in seguito vennero chiamate
Galeóin,
Fir
Domnann e
Fir
Bólg. È altrettanto corretto
tuttavia chiamarli genericamente
Fir
Bólg, gli «Uomini-Sacco»,
perché vennero tutti per mare nei sacchi che
avevano usato per trasportare il terriccio.
La schiera dei
Galeóin, «Armati di lancia», ebbe questo nome in
quanto i suoi uomini si difendevano con dardi o
lance [gaileón]. Fu la
prima delle tre schiere a toccare le sponde di
Ériu. Guidati da
Slánga,
essi sbarcarono nel Laigin, di sabato, nel luogo che
in onore del loro capitano prese nome Inber
Sláinge.
I
Fir
Domnann, gli «Uomini che scavano la
terra», furono così chiamati in quanto il loro
compito, in Grecia, era stato di scavare dei pozzi per prelevare
la terra. Guidata
da
Gann
e
Sengann,
questa seconda schiera sbarcò tre giorni
dopo quella dei
Galeóin,
di martedì, in Irrus Domnainn, nel
nord-ovest del Connacht.
I
Fir
Bólg, gli «Uomini sacco», furono
così chiamati in quanto il loro compito, in
Grecia, era stato quello di trasportare la terra
nei sacchi di pelle [bólg]. Questa
terza schiera, guidata da
Genann
e
Rudraige,
sbarcò tre giorni dopo quella dei
Fir
Domnann, di venerdì, a Trácht
Rudraige, nell'Ulaid.
Dopo essere sbarcati nell'arco di sette giorni e
in tre baie differenti, le tre schiere si misero in
marcia verso il centro di Ériu e si
riunirono a Uisnech Míde, nel punto centrale
dell'isola.
Era l'anno 3266 dopo la Creazione del Mondo,
1932 anni prima della nascita di Cristo, ed
Ériu venne di nuovo calpestata dai piedi
degli uomini dopo essere rimasta disabitata per
più di duecento anni. |
3 - LA QUINTUPLICE DIVISIONE DI
ÉRIU
itrovatisi a Uisnech Mide, nel luogo centrale
dove si riuniscono tutte le province di
Ériu, i cinque capitani dei
Fir
Bólg si dissero l'un l'altro: -
Ringraziamo gli dèi per essere tornati a te,
o Ériu. Che il paese venga diviso equamente
tra di noi.
I cinque fratelli divisero Ériu tra loro
e ciascuno di loro ne prese un quinto.
Slánga
si prese il quinto del Laigin, da
Droichedáth a Cumar na dTrí nUisce.
Gann
si prese il quinto del Múmu orientale, da
Cumar na dTrí nUisce a Belach Chonglais.
Sengann
si prese il quinto del Múmu occidentale, da
Belach Chonglais a Luimnech.
Genann
ebbe per sé il quinto del Connacht da
Luimnech a Drobaois. E
Rudraige
ebbe il quinto dell'Ulaid, da Drobaois a
Droichedáth.
Fu così che Ériu venne divisa per
la prima volta in cinque «quinti», i
quali si incontravano nella collina di Uisnech
Míde, al centro preciso dell'isola. Questa
divisione in cinque parti si perpetuò nel
tempo e divenne, con qualche variazione, la
tradizionale ripartizione in cinque province
dell'isola di Ériu.
|
4 - I RE DEI FIR BÓLG
Fir
Bólg furono i primi a creare in
Ériu istituzioni sociali e politiche.
Introdussero la costumanza della regalità,
con un sovrano eletto al posto dei capi guerrieri
di un tempo. I re dei Fir Bólg furono i
primi e più antichi sovrani di Ériu.
Essi stabilirono la loro reggia in Líath
Drum, la «Collina Grigia» del Míde, in quel luogo che un giorno si sarebbe
chiamato Temáir.
Quando scelsero per la prima volta il loro
sovrano, i cinque capitani dei
Fir
Bólg si riunirono in Uisnech Míde, nel punto
centrale di Ériu,
ed elessero
Slánga,
che era il più giovane dei cinque, ma
sicuramente il più saggio e non certo quello
di minor valore.
Slánga
mac Dela fu in assoluto il primo Re Supremo
[Árd
Ríg] di Ériu.
Slánga
regnò per un anno e poi morì a Dinn
Ríg, nel luogo chiamato Duma Sláinge,
sulle sponde del fiume Berba. Egli fu il primo
della sua gente a venire sepolto nel suolo di Ériu.
Gli succedette il fratello
Rudraige, che
regnò per due anni, poi morì nei pressi del Brúg na Bóinne.
Gli succedettero
Gann
e
Genann,
che regnarono congiuntamente per quattro anni.
Morirono di malattia, insieme ad altre duecento
persone, in Fremainn Míde (altri dicono
Crích Líathan).
Salì quindi al trono
Sengann,
che regnò per cinque anni, poi venne ucciso
da
Fiacha
Cennfinnán figlio di
Starn figlio
di
Rudraige.
Fiacha
Cennfinnán regnò per
cinque anni, poi fu ucciso da
Rinnal
figlio di
Genann.
Rinnal
figlio di
Genann regnò parimenti per cinque
anni, poi venne ucciso a sua volta da
Fodbgen
figlio di
Sengann.
Dopo quattro anni di regno,
Fodbgen venne ucciso nella piana di
Mág Muirthemne da
Eochaid figlio
di Erc figlio
di Rinnal
figlio di
Genann, il quale assunse la regalità
di Ériu.
Eochaid figlio
di Erc fu un monarca esemplare. Durante i
suoi dieci anni di regno, non cadde pioggia ma solo
rugiada. Ai suoi tempi la menzogna fu bandita da
Ériu, ed egli fu il primo che stabilì
il dominio della giustizia. Sua sposa era
Tailtiu,
figlia di Mágmór re di
Spagna. Egli fu però anche l'ultimo re dei
Fir
Bólg.
Sedici anni e due
decine
i Fir
Bólg regnarono
su Banba
finché giunse il
popolo dei Dánann,
ed esso si prese tutta Ériu...
Trentasei anni soltanto durò il dominio
dei
Fir
Bólg su Ériu. Già infatti
si preparava l'arrivo dei misteriosi e potenti
Túatha
Dé Dánann. |
Fonti
|
|
I - I FIR BÓLG
Il termine
Fir
Bólg significa
letteralmente «uomini-sacco». In
particolare,
fir
«uomo» è l'esito gaelico della
medesima radice indoeuropea che ha dato
vir in
latino e
vira in
sanscrito, specificatamente indicante l'uomo di
genere maschile.
Le etimologie proposte da
Keating nei
Fondamenti della conoscenza
d'Irlanda, ma già
presenti nel
Libro
delle invasioni d'Irlanda, per spiegare
i tre etnonimi Fir
Bólg, Fir
Domnann e Galeóin (rispettivamente «uomini
sacco», «uomini che scavavano la
terra» e «armati di lancia») sono
chiaramente pretestuose e non è affatto
improbabile che molti dettagli del mito siano stati
inventati a posteriori proprio per
giustificarle. È probabile, in
realtà; che le tre tribù in cui i Fir
Bólg erano
suddivisi fossero da associare ad effettive
popolazioni celtiche che migrarono in Irlanda in
tempi preistorici. E in effetti non è
difficile associare i Fir
Domnann al popolo
celtico dei Dumnoni che abitava in Cornovaglia, i Fir
Bólg ai Belgi ed
i Galeóin ai Galli continentali (gal
significa infatti
«valore»).
Nennio, nella
Storia dei
Bretoni, sostiene che
essi venissero non dalla Grecia, ma dalla Spagna. E
del resto, molte indicazioni farebbero pensare che
alcuni gruppi dei più antichi immigrati in
Irlanda siano giunti proprio dalla Spagna, non
ultima la presenza di Celti attestata in Galizia
fino a tempi piuttosto recenti. Il ciclo delle
invasioni, del resto, pone la Spagna come luogo
d'origine degli stessi Milesi (il
nome classico dell'irlanda, Hibernia, proverrebbe
proprio da Iberia). D'altronde, le stesse cronache
irlandesi affermano che i Fir
Bólg abbiano
toccato la Spagna nel corso della loro migrazione
in Irlanda.
Secondo Rolleston, la
«Spagna» di Nennio altro non sarebbe che
una trasfigurazione in termini storici
dell'«altro mondo» celtico
(Rolleston 1911). L'ipotesi non
è da scartare. Si ricordi che la sposa
dell'ultimo re dei Fir
Bólg, Eochaid
mac Eirc, era Tailtiu, figlia di re
Mágmór di Spagna. Ora questo nome significa
letteralmente «grande pianura» ed
è uno dei nomi dell'aldilà
irlandese.
È evidente che il mito
originale presentava valenze scomparse in seguito
all'adattamento operato dai compilatori
medievali.
|
II - CONFUSIONE OD
OMONIMIA?
Che i miti del ciclo delle
invasioni abbiano subito molte trasformazioni, nel
loro passaggio dalla tradizione celtica a quella
cristiana, è fuor di dubbio. Tra l'altro
è anche possibile che molti personaggi siano
stati scambiati tra i vari popoli invasori, creando
tradizioni difformi e omonimie. Ad esempio, quattro
dei nomi dei cinque capitani dei Fir
Bólg erano
già presenti tra gli esponenti delle
precedenti invasioni. In particolare, ritroviamo
uno Slánga e un Rudraige anche tra i figli di Partholón; mentre
Gann e
Genann li
ritroviamo tra i nomi dei capi dei Fomoriani che combatterono contro i Nemediani.
Anche se gli alberi genealogici
presentati dal mito irlandese sono zeppi di
omonimie, in questo caso sembra proprio di capire
che medesimi personaggi siano stati riutilizzati in
contesti differenti. Ma poiché gli stessi
compilatori cristiani, dall'ignoto autore del
Libro delle invasioni fino
allo stesso Keating, considerano le
tradizioni come riferite a personaggi omonimi, pur vissuti
in tempi diversi, così per loro rispetto - e pur conservando
il sospetto di una duplicazione - faremo anche noi. |
III - LA REGALITÀ
SACRA
Discendenti dei loro immediati
predecessori, i Nemediani, i
Fir
Bólg arrivarono
in Irlanda due secoli dopo di loro. Ormai il
periodo «cosmogonico» è finito,
inizia il regno dell'uomo. I Fir
Bólg per primi
introducono importanti istituzioni della storia
irlandese, come ad esempio la divisione
dell'isola nelle cinque tradizionali
province.
Anche se molti goffi libri di
mitologia (per non parlare dei siti presenti in rete) descrivono frettolosamente Partholón o Nemed come «re» dei rispettivi
popoli, questo dato è assolutamente falso: i primi re di Ériu furono i sovrani
dei Fir
Bólg. Non vi
furono re in Ériu prima dei Fir
Bólg. Questo
è un punto molto importante, che definisce
del resto la personalità di questo popolo di
guerrieri, istituzionalmente legato alla seconda
funzione. È con Sláng
mac Dela, primo Re Supremo [Árd
Ríg] di Ériu, che prende
l'avvio, in Irlanda, l'istituzione della
regalità, la quale durerà per almeno
tremila anni, uscendo dalle nebbie del mito per
entrare nella storia.
Ma non solo i Fir
Bólg furono re,
ma anche re esemplari. Furono essi a stabilire per
primi il rapporto, fondamentale nel concetto della
regalità sacra, per il quale esiste un
tramite tra la rettitudine del sovrano e la
prosperità del paese. Questo concetto di
regalità viene indicato dal termine
fír
flaitheman
«verità del regnante». Di Eochaid
mac Eirc, l'ultimo e
più importante dei re dei Fir
Bólg, viene detto
che nel suo regno non cadde mai pioggia ma solo
rugiada, che ai suoi tempi non vi era menzogna ma
soltanto giustizia. Questi termini esprimono quello
che per gli antichi irlandesi era la
regalità al suo livello più alto, al
suo perfetto ideale. Mitologicamente, rimandano
anche ai tempi di una mitica età dell'oro,
in cui l'epoca dei Fir
Bólg rassomiglia
in qualche modo al regno di
Krónos. Se poi i
Fir
Bólg nel loro
complesso abbiano assunto, per certe vie, alcuni
elementi che li accomuna ai Titani del mito greco,
è ancora una volta molto probabile. Ma
vedremo questo punto successivamente... |
Bibliografia
-
AGRATI Gabriella - MAGINI Maria Letizia: Saghe e racconti
dell'antica Irlanda, vol. I. Mondadori, Milano 1993.
-
BOTHEROYD Sylvia & BOTHEROYD Paul:
Lexikon der Keltischen Mythologie. Eugen Diederichs
Verlag, Monaco 1992, 1996. - Mitologia Celtica: Lessico
su miti, dèi ed eroi. Keltia, Aosta 2000.
- DE JUBAINVILLE H.
D'Arbois: Le Cycle mythologique
irlandais et la mythologie celtique. Parigi
1884. - The Irish Mythological
Cycle and Celtic Mythology. Dublino 1903.
-
DE VRIES Jan: Keltische Religion
< «Schröder. Die Religionen der
Menschheit». Kohlhammer, Stoccarda 1961. - DE VRIES Jan:
I Celti: Etnia, religiosità,
visione del mondo. Jaca Book, Milano 1981.
-
GREGORY Lady Augusta:
Gods and fighting men: The Gods. 1910 -
Dèi e guerrieri:
Gli dèi. Studio Tesi, Pordenone 1986.
-
GREEN Miranda Jane:
Dictionary of Celtic Myth and
Legend. Londra 1992. - Dizionario di mitologia
celtica. 1999.
-
ROLLESTON T.W.:
Myths and Legends of the Celtic
Race. 1911. - I miti celtici.
Milano 1994.
-
SQUIRE Charles:
Mythology of Celtic
People. 1912. - Miti e leggende dell'antico
popolo celtico. Mondadori, Milano, 1999.
|
[BIBLIOGRAFIA
CELTICA COMPLETA] |
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