1 - L'ARRIVO DI NEMED
opo la scomparsa della stirpe di
Partholón,
Ériu rimase disabitata per trent'anni prima
che arrivassero le genti guidate da
Nemed.
Costoro erano greci originari della Scizia, una
terra posta tra l'Asia e l'Europa.
Questa è la genealogia di
Nemed.
Nemed
figlio di Agnoman
figlio di Pamp figlio
di Tat figlio di Sera, figlio di Srú, figlio di Esrú, figlio di Fraimint, figlio di Fáthacht (o Aithecht) figlio di Magog, figlio di Iafeth figlio di Noe.
Dunque
Nemed
apparteneva alla medesima stirpe di colui che
l'aveva preceduto sul suolo di Ériu,
Partholón
figlio di Sera. I due
rami della famiglia sembra si fossero separati ai
tempi di Srú,
sebbene alcuni storici affermino che
Nemed
fosse piuttosto discendente diretto di
Partholón,
pronipote di un figlio di questi, chiamato Adla.
Ma anche se appartenevano alla medesima stirpe,
non poteva esserci differenza più grande tra
Partholón
e
Nemed.
Partholón
era fuggito da Migdonia a causa dei suoi delitti,
Nemed
e i suoi compagni erano uomini liberi alla ricerca
di una terra dove stabilirsi e vivere in pace.
Dopo essere partiti dalla Scizia,
Nemed
e i suoi uomini si erano diretti a settentrione.
Alcuni dicono che avessero compiuto il lungo
viaggio via terra, tenendo sulla destra i monti
Urali. Ma è più probabile che fossero
salpati con una flotta di imbarcazioni sulle acque
del Mar Caspio, diretti a nord, per arrivare infine
laddove le scogliere dei Monti Rifei segnano il
limite settentrionale del mondo. Entrati
nell'Oceano Boreale, i
Nemediani
avevano piegato ad ovest e, tenendo sulla sinistra
la costa settentrionale d'Europa, erano giunti,
dopo un anno e mezzo di navigazione, alle Isole
Britanniche.
Quando già si profilavano all'orizzonte
le scogliere di Ériu, i
Nemediani
avevano avvistato in lontananza un'immensa torre la
cui cima si perdeva tra le nuvole. Questa sorgeva
da un'isola rocciosa che si stagliava non lontano
la costa di Ériu. Nella speranza di trovarvi
un tesoro, i
Nemediani
si erano avvicinati a quegli scogli per cercarvi un
approdo, ma d'un tratto si erano levate delle onde
così alte e possenti che molte navi erano
naufragate, mentre forti correnti avevano respinto
le imbarcazioni superstiti lontane dall'isola e
dalla sua torre.
Di una flotta di trentaquattro navi, ciascuna
delle quali portava trenta uomini, soltanto quella
su cui viaggiavano
Nemed
e i suoi parenti, approdò alle sponde di
Ériu.
Era l'anno 2850 dopo la Creazione del Mondo,
cioè 2348 anni prima della nascita di
Cristo.
I geografi
dell'antichità ritenevano
che a nord il Mar Caspio si
aprisse sull'Oceano Boreale. Era
in quel luogo, più o meno,
che si levavano le scogliere dei
mitici Monti Rifei, forse propaggine boreale
degli Urali, i quali segnavano l'estremità
settentrionale delle terre emerse.
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Nei
Fondamenti della
conoscenza
d'Irlanda [II:
5], Keating afferma che
la flotta dei
Nemediani
era
costituita da trentaquattro navi e
non parla di alcun naufragio,
sembrando confermare che tutte le
navi arrivassero in Ériu.
È il
Libro delle invasioni a specificare che
soltanto la nave di Nemed approdò sulle
coste d'Irlanda. Nessuna delle
due fonti cita l'episodio della
torre (evidentemente la Torre di
Conánn).
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2 - I NEMEDIANI
on
Nemed
vi erano la sua sposa
Macha
e i suoi quattro capitani, che erano i suoi stessi
figli, chiamati
Starn,
Iarbonel
Fáid il «Profeta»,
Fergus
Leithderg dal «Fianco rosso» e
Ainninn.
Ciascuno di essi era a sua volta accompagnato dalla
sua donna: Medu, Macha, Íba e Cera.
In tutto, il gruppo era formato da trenta
persone. Da questo primo nucleo sarebbe disceso
quel grande popolo che le cronache irlandesi
avrebbero conosciuto come «Figli di
Nemed» [Clanna
Nemed] o
Nemediani. |
3 - MORTE DI MACHA
a prima dei
Nemediani
a morire sul suolo di Ériu fu
Macha
moglie di
Nemed.
Ella morì dodici giorni soltanto dopo lo
sbarco. Era una veggente: previde in una visione le
distruzioni che sarebbero risultate, in un lontano
futuro, dalla Razzia del Bestiame di
Cúailnge e il suo cuore si spezzò
dentro di lei.
La località dove
Macha
fu seppellita prese da lei il nome di
Árd-macha [Armagh]. In quel luogo,
ventisette secoli dopo,
Pátraic
avrebbe fondato il primo luogo di culto
dell'Irlanda cristiana. |
4 - I NEMEDIANI MUTANO L'ASSETTO DI
ÉRIU
inché
Nemed
visse, il suo popolo godette di sicurezza e di
prosperità.
Se i
Partoloniani
aveva dissodato quattro pianure, i
Nemediani
ne dissodarono dodici: Mág Cera,
Mág nEba, Mág Cuile
Tolad, Mág Luirg nel Connacht,
Mág Tochair in Tír
Éogain, Lecmág nel
Múmu, Mág mBrésa nel
Laigin, Mág Lugaid in Uí
Tuirtre, Mág Seired nel Tethba,
Mág Seimne nel Dál
nÁraide, Mág Muirthemne nel
Conaille, Mág Macha in Oirgialla.
Al tempo dei
Nemediani
si formarono inoltre altri quattro laghi: Loch
mBrenainn [o Loch Cal] eruppe nella
piana di Mág nAsail in Uí
Nialláin; Loch Muinremuir in
Mág Sola, presso la terra degli uomini del
Laigin; e Loch Dairbrech e Loch
nAinninn eruppero nella piana di Mág
Mór nel Míde, il decimo anno dopo
l'arrivo dei
Nemediani
in Ériu. Quest'ultimo lago prese il nome da
Ainninn
figlio di
Nemed:
si stava scavando una fossa per seppellirlo e si
era già sul punto di deporvi la salma,
quando le acque di una sorgente sotterranea
eruppero dallo scavo e formarono il lago.
Come dice il poeta:
Quattro laghi dalle acque abbondanti
eruppero sulla grande terra
di Fódla [Ériu]:
Loch
Dairbrech,
Loch
mBrenainn dal dolce
suono,
Loch
Muinremuir,
Loch
nAinninn.
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5 - MÍDE ACCENDE IL PRIMO FUOCO DI
ÉRIU
l primo fuoco fu acceso in Ériu al tempo
dei
Nemediani.
Ad accenderlo fu il druida
Míde
figlio di Brath, e lo
fece sulla collina sacra di Cnócc
Úachtair Forcha, al centro preciso
dell'isola. Quel fuoco rimase acceso per sei anni e
da esso vennero in seguito accesi tutti i fuochi di
Ériu.
Glil altri druidi considerarono l'accensione di
quel fuoco come un insulto e si radunarono presso
la collina per discutere la faccenda. Ma
Míde
mozzò la lingua a tutti, seppellì le
lingue sotto la collina e su quella collina si mise
a sedere tutto soddisfatto.
Sua madre disse allora: - Fieramente [uaisnech] tu siedi
lassù questa notte.
Dalle parole della donna, la sacra collina di
Cnócc Úachtair Forcha prese anche il
nome di Uisnech Míde. E dal nome del
druido venne quello dell'intera provincia del
Míde, che è la provincia centrale di
Ériu, futura sede dei Re Supremi d'Irlanda.
Uisnech
Míde è l'attuale Usney o
Usnagh Hill, contea di Westmeath, nel Leinster,
e corrisponde alla
mitica Cnócc
Úachtair Forcha, la collina
regale posta al centro geografico
dell'Irlanda. Secondo altri
autori (Matthews), la vicenda di Míde si sarebbe svolta
all'epoca dei Milesi, e i druidi a cui fu
mozzata la lingua appartenevano a
una stirpe precedente.
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6 - LOTTA CON I FOMORIANI
l tempo in cui i
Nemediani
abitavano in Ériu, i
Fomoriani
scorrazzavano con le loro navi lungo le coste del
paese, depredando e saccheggiando il popolo di
Nemed.
I
Fomoriani
avevano la loro base in Tor Inís, un'isola
rocciosa che si ergeva dinanzi alla costa
nordoccidentale di Ériu, e tra quelle
scogliere essi tenevano la loro flotta. Era la
stessa isola che i Nemediani avevano scorto da
lontano quando stavano per sbarcare in Ériu.
La torre che vi sorgeva era la fortezza in cui
dimorava i due temibili capi fomoriani,
Conánn
mac Febair e
Morc
mac Dela.
Per lungo tempo i
Nemediani
si opposero in tutti i modi agli assalti dei
Fomoriani,
e tra gli uni e gli altri si accesero una serie di
scontri sanguinosi.
Una battaglia fu combattuta a Sliab
Bádgna, e si concluse vittoriosamente per i
Nemediani.
Un'altra fu vinta da
Nemed
a Ross Frocháin nel Connacht. In
quest'ultima caddero uccisi Gann e Gennann, due capitani
fomoriani. Gann fu
abbattuto da
Starn
figlio di
Nemed,
Gennann cadde per mano
dello stesso
Nemed.
Un'altra battaglia fu combattuta a
Murbólg, a Dál Ríada,
nell'Ulaid.
Starn
figlio di
Nemed
cadde per mano di
Conánn
mac Febair a Leithed Lachtmaige, ma anche
questa volta la vittoria arrise ai
Nemediani.
Particolarmente cruenta fu una battaglia che
ebbe luogo a Cnám Ross nel Laigin, che si
risolse in una vera e propria carneficina. Vi
morirono Artur figlio
di
Nemed,
che era nato dopo il loro arrivo in Ériu, e
Iobcan figlio di
Starn
figlio di
Nemed.
Nonostante le gravi perdite, tuttavia, i
Nemediani
riuscirono a prevalere una volta per tutte.
Pesantemente sconfitti, i
Fomoriani
furono resi schiavi. |
7 - COSTRUZIONE DELLE FORTEZZE
REALI
Nemediani
testimoniarono la loro vittoria costruendo due
fortezze reali [ríográith]:
Ráth Cinneich nel Uí Nialláin
e Ráth Cimbaeth nel Seimne.
La costruzione di Rath Cinneich fu portata a
termine da quattro schiavi fomoriani. Si chiamavano
Boc, Roboc, Ruibne e Rotan, ed erano i quattro
figli di Madán
Muinremar.
Nemed
li obbligò a costruire la fortezza nel
volgere di un solo giorno e all'alba del giorno
successivo li fece uccidere per paura che
distruggessero ciò che avevano appena
edificato. In Dáire Lige i quattro fratelli
furono uccisi e nello stesso luogo furono sepolti.
Ma poiché tra i
Nemediani
non vi erano re, ci si è chiesti per chi
essi avessero innalzato le due fortezze reali.
Alcuni storici pensano che essi le avessero
costruite non per loro stessi, ma per i loro
lontani discendenti, che un giorno sarebbero
tornati in Ériu per portarvi l'istituzione
della regalità. Dunque i
Nemediani
avevano già previsto la venuta di questi
popoli futuri e avevano provveduto ad onorarli
donando loro le due fortezze di Ráth
Cinneich e Ráth Cimbaeth. |
8 - MORTE DI NEMED
odici anni dopo l'arrivo dei
Nemediani,
scoppiò in Ériu una terribile
pestilenza nella quale morì
Nemed
insieme a tremila persone del suo popolo, uomini e
donne.
Nemed
si trovava nel Múmu quando la pestilenza lo
uccise. Morì sull'isola di Oiléan
Mór an Barraig, che poi venne anche
chiamata Oiléan Árd Nemed, nel
Crích Líathan (il futuro territorio
dei Uí
Líathan). |
9 - SCHIAVITÙ DEI
NEMEDIANI
inché
Nemed
era rimasto in vita, i
Fomoriani
non avevano osato ribellarsi. Ma quando il capo dei
Nemediani
scese nella tomba, essi decisero che era giunto il
momento della riscossa e si levarono in armi contro
i loro padroni.
I
Nemediani,
essendo i loro capi e i migliori campioni periti
nelle battaglie e nell'epidemia di cui è
stato detto, vennero presto sopraffatti. Da signori
dell'isola divennero sudditi dei
Fomoriani,
i cui capi
Morc
mac Dela e
Conánn
mac Febair si rivelarono ben presto duri e
spietati sovrani. Dalle scogliere rocciose di Tor
Inís, dove si levava la Torre di
Conánn, essi tenevano soggiogato il popolo
di Ériu.
Fu una triste schiavitù, quella dei
Nemediani.
Ogni anno, alla vigilia di Samain, dovevano
consegnare ai
Fomoriani
i due terzi del grano, del latte e della
primogenitura. La consegna dei tributi avveniva in
una radura posta tra il Drabaois e l'Erne, che per
questo venne chiamata Mág
Cétne, «Stessa pianura». Da
ogni famiglia venivano consegnate ai
Fomoriani
una misura colma di crema di latte, una misura di
farina di grano e una di burro, che venivano
portate a
Morc
e
Conánn
in Tor Inís. Non si osava più lasciar
scorgere il fumo dal tetto in nessuna casa.
Fu per questo che i
Fomoriani
si guadagnarono questo nome, che in gaelico
significa «Coloro che vengono dal mare»,
perché dalla loro isola si arricchivano a
spese della popolazione di Ériu. |
10 - LIAG LA SATIRISTA
entre i
Nemediani
soffrivano sotto il gioco dei
Fomoriani,
una donna chiamata Liag viaggiava da un capo
all'altro di Ériu per ricordare ai figli di
Nemed
quanto fosse duro e ingiusto il tributo che i
Fomoriani
avevano imposto loro, e lo faceva recitando questi
versi:
Il tributo che è
stato qui stabilito,
tre misure che non sono
proprie scarse:
una misura di crema di buon
latte,
e una misura di farina di
grano,
il terzo obbligo, crediamo
sia pesante,
una misura di burro come
condimento!
In questo modo, ella teneva viva nel cuore dei
Nemediani
la scintilla del risentimento, non cessando di
ricordare loro quanto fosse vergognoso per un
popolo libero sottomettersi a una così
triste sudditanza. |
11 - RIVOLTA DEI NEMEDIANI
a tassa ignominiosa, causa di miseria,
finì per scatenare lo sdegno dei
Nemediani.
Riuniti in assemblea, i
Nemediani
deliberarono di recarsi in Tor Inís, dove si
trovava la grande flotta dei
Fomoriani,
e di dar battaglia se non fosse stato alleviato il
tributo. Li guidavano
Fergus
Leithderg figlio di
Nemed,
Beothach
figlio di
Iarbonel
Fáid figlio di
Nemed,
ed
Érglann
figlio di
Béoan
figlio di
Starn
figlio di
Nemed,
con i suoi due fratelli, Manntán e Iarthacht. Trentamila per
mare e trentamila per terra furono i
Nemediani
che parteciparono alla spedizione, oltre alla plebe
che portarono con loro allo scopo di accrescere le
file dell'assembramento.
Insediatisi davanti alle spiagge di Tor
Inís, i
Nemediani
mandarono
Alma
Aonfiachail «Unico dente» alla
Torre per chiedere a
Conánn
mac Febair una delazione che consentisse loro
di pagare il tributo alla fine di tre anni. Ma
Conánn
si sdegnò del messaggio ed Alma tornò
a riferire come non avesse ricavato alcun profitto
da quel viaggio. I
Nemediani
lo indussero a ripresentarsi per chiedere a
Conánn
un rinvio di un solo anno: gli illustrasse la loro
povertà e l'impossibilità di mettere
insieme l'onerosa tassa annuale, aggiungendo la
promessa di una completa remissione al termine
della scadenza concessa. Se poi non avesse ottenuto
la dilazione, proclamasse la guerra. I
Nemediani
preferivano cadere tutti insieme: uomini, donne e
fanciulli, piuttosto che patire ancora la grande
miseria.
- Ve lo concedo - fu la risposta di
Conánn,
- a condizione che non vi separiate fino alla
scadenza fissata. Se a quel termine non avrete
pagano il tributo, io ed i miei fomoriani vogliamo
che vi raduniate in un unico posto affinché
vi si possa distruggere tutti! |
12 - ASSALTO ALLA TORRE DI
CONÁNN
Nemediani
accettarono le condizioni. Mandarono intanto
messaggeri in Scizia per chiedere soccorso ai loro
antichi compatrioti.
Regnava in Scizia Smol mac
Esmol, la cui figlia
Relbeo
era madre di
Fergus
Leithderg ed
Alma
Aonfiacail. Non appena essi appresero della
situazione in cui si trovavano i figli di
Nemed,
misero in mare un'enorme flotta che fece subito
vela per Ériu. Della spedizione facevano
parte non solo valenti guerrieri, ma anche
potentissimi druidi d'ambo i sessi, più
animali pericolosi come volpi, lupi e maiali
velenosi. La flotta gettò le ancore presso
Tor Inís e venne intimato a
Conánn
mac Febair di concedere la libertà al
popolo dei
Nemediani,
altrimenti sarebbe stata la guerra. I messaggeri
inviati a
Conánn
ritornarono riferendo che il capo dei
Fomoriani
era pronto a combattere.
Ma la principessa
Relbeo,
che si era unita alla schiere, con le sue arti
druidiche cambiò il suo aspetto in quello di
una concubina di
Conánn
e, penetrata nella torre, si mescolò alle
amanti del capo fomoriano e così poté
spiare i piani di
Conánn.
Su suo consiglio, i
Nemediani
costruirono intorno alla Torre di Conánn un
muro alto e solido, quindi scatenarono gli animali
velenosi contro i
Fomoriani.
L'impeto di quegli animali strani e pericolosi
aprì una serie di brecce in ogni
acquartieramento e sulla loro scia vennero
all'attacco i
Nemediani.
Conánn,
che riteneva un'ignominia non affrontare faccia a
faccia i propri nemici, si gettò fuori con i
suoi squadroni. Pensava fosse più facile dar
battaglia in campo aperto che attendere che lupi e
maiali penetrassero nella torre attraverso le mura
distrutte. Quando gli attaccanti li videro uscire
allo scoperto, legarono le bestie velenose e,
lasciata una guardia a sorvegliarli, procedettero
alla battaglia.
Fergus
Leithderg si mosse per impegnare personalmente
il possente
Conánn.
Questi non poté rifiutare: feroce fu lo
scontro ma alla fine il capo fomoriano cadde
ucciso.
L'assedio si protrasse a lungo poiché i
druidi di entrambi le schiere opponevano
incantesimo a incantesimo. Molti valorosi guerrieri
caddero dall'uno e dall'altra parte, ma alla fine,
con uno sforzo disperato, i
Nemediani
ebbero la meglio sui loro nemici. Circondarono e
massacrarono tutti i
Fomoriani:
non uno di essi riuscì a fuggire.
Dopo essere stata depredata, la Torre di
Conánn fu data alle fiamme e le donne e i
fanciulli fomoriani perirono nel rogo. |
13 - LA RISCOSSA DEI FOMORIANI
entre la Torre di Conánn bruciava, i
Nemediani
festeggiavano la vittoria e spartivano tra loro il
bottino. Quando, ecco, tre ventine di navi
fomoriane comparverso sul mare. Le comandava
Morc
mac Dela, che era corso in Africa a chiedere
soccorso alla gente del suo popolo ed ora,
benché tardivamente, giungeva a dare
manforte a
Conánn
mac Febair.
Morc
apprese con dolore della morte di
Conánn
e mosse contro i
Nemediani
ben deciso a vendicarlo.
Benché stanchi, i
Nemediani
accorsero alla battaglia, risoluti a non tollerare
oltre la presenza dei
Fomoriani
sul suolo di Ériu. Le due flotte si
incontrarono sul mare e gli uomini presero a
battersi ferocemente. La battaglia si
trasformò in un'orribile carneficina ed era
così grande l'accanimento dei contendenti,
che nemmeno si avvidero della gigantesca ondata di
marea che li sovrastava da ogni lato. Ma anche se
l'avessero vista, non avrebbe fatto alcuna
differenza: lottavano tutti con tale trasporto che
nessuno avrebbe potuto staccarsi dall'avversario.
Fu così che l'ondata travolse le due flotte
e tutti perirono.
Si salvò dal cataclisma soltanto un
vascello dei
Nemediani
con trenta persone a bordo.
Era l'anno 3066 dopo la Creazione del Mondo,
cioè 2132 anni prima della nascita
di Cristo.
Così Eochaid úa Flainn scrisse su
questi fatti:
L'assalto alla Torre di
Conánn, grande evento,
contro il grande Conánn
mac Febair:
gli uomini di Ériu vi
andarono,
tre nobili principi con
loro.Tre volte ventimila dalle
imprese brillanti,
sulla terra e sopra il
mare,
il numero dei Nemediani
partiti ad assaltare la
torre.
Il temibile Conánn
mac Febair
cadde per mano del valoroso Fergus;
poi giunse Morc
mac Dela,
chiamato per dare
soccorso.
Conánn però era già
caduto:
fu per Morc dolorosa notizia.
Tre volte venti navi sul
mare
la flotta di Morc
mac Dela;
la circondarono prima che
toccasse la riva
i Nemediani, forza splendente.
Gli uomini di Ériu
scesero tutti in battaglia,
dopo la venuta dei Fomoriani;
tutti li inghiottì
l'onda del mare,
solo tre volte dieci ne
risparmiò.
L'assalto alla Torre di
Conánn, grande evento,
contro il grande Conánn
mac Febair:
gli uomini di Ériu vi
andarono,
tre nobili principi con
loro.
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14 - IL DESTINO DEI NEMEDIANI
uecentosedici anni i
Nemediani
erano rimasti in Ériu, dal loro arrivo alla
distruzione della Torre di Conánn.
I trenta nemediani sopravvissuti si spartirono
Ériu in tre parti, ciascuna sotto la
sovranità di un capitano. A
Beothach
figlio di
Iarbonel
Fáid figlio di
Nemed
toccò il terzo da Tor Inís al fiume
Bóann. A
Semeon
Brecc il «Maculato» figlio di
Starn
figlio di
Nemed,
il terzo dal Bóann a Belach Conglais. A
Britán
Maol figlio di
Fergus
Leithderg figlio di
Nemed,
il terzo da Belach Conglais a Tor Inís.
Ma la vita non era facile per i pochi
sopravvissuti. Le epidemie li falcidiavano. E come
se ciò non bastasse, i
Fomoriani
erano ritornati e tutti vivevano nel terrore di una
loro vendetta. |
15 - MORTE DI FERGUS LEITHDERG
ergus
Leithderg e ventiquattro dei suoi figli
morirono avvelenati. Chi preparò per loro la
bevanda mortale fu
Dreco ingen Chalchmáel, poetessa e
druida. Il monte su cui essi perirono prese il nome
di Nemthen, «Veleno Possente».
Nemthen è il
monte Nephim, nella contea di
Mayo. |
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16 - COLORO CHE PARTIRONO
ra le epidemie e la minaccia fomoriana, la vita
dei
Nemediani
in Ériu era divenuta insostenibile. Fu
così che essi decisero di lasciare l'isola
di Ériu e di riprendere le vie del mare.
Alcuni dei
Nemediani,
tuttavia, non vollero lasciare le loro case e
preferirono rimanere in Ériu piuttosto che
tentare l'avventura in altri paesi. Rimase a
guidarli
Beothach
figlio di
Iarbonel
Fáid figlio di
Nemed,
coadiuvato da dieci guerrieri che vennero scelti
per rimanere sull'isola.
Beothach
purtroppo morì per una delle frequenti
epidemie che imperversavano sull'isola.
Intanto coloro che avevano deciso di partire si
adoperavano alla costruzione delle navi. Sette anni
durarono i preparativi della partenza. Approntata
una flotta, i
Nemediani
si divisero in tre parti, ogni gruppo agli ordini
di un capo. Le navi salparono dalle sponde di
Ériu, e preso il mare, la flotta si divise
in tre parti e ogni flottiglia prese una direzione
diversa. Tra navi, vascelli e piccole barche, si
dice fossero in tutto centotrenta imbarcazioni.
Semeon
Brecc, figlio di
Érglann
figlio di
Béoan
figlio di
Starn
figlio di
Nemed,
volse le prue a sud e riportò il suo gruppo
di uomini in Grecia, senza sapere che andavano
incontro a un destino di schiavitù.
Ibáth,
figlio di
Beothach
figlio di
Iarbonel
Fáid figlio di
Nemed,
girò la prua verso nord e si recò a
settentrione. Non si sa di certo quali isole abbia
trovato nei freddi mari boreali. Alcuni dicono che
i suoi discendenti si siano insediati in una terra
chiamata «Boezia», dove coltivarono le
arti druidiche e diedero vita a un grande popolo di
maghi e guerrieri.
Il terzo gruppo girò invece la prua ad
est.
Érglann
e Manntán e
Iarthacht, i tre figli
di
Béoan
figlio di
Starn,
volsero le prue ad est e si diressero a Dobar e
Iardobar, nel nord di Alba [la Scozia]. La loro
posterità si stabilì in quelle terre,
finché i Crutheni [i Pitti]
giunsero a loro volta in Alba da Ériu,
costringendoli a lasciare il paese. Dello stesso
gruppo faceva parte
Britán
Maol figlio di
Fergus
Leithderg, il quale sbarcò più a
sud, in quella terra che da lui prese il nome di
Britannia. Da lui discesero i Britanni, che
popolarono quel paese ed erano ancora là ai
tempi dei Romani, finché Hengist e Horsa, i due figli di Guictglis re dei Sassoni,
non vennero a sottometterli respingendoli verso le
spiagge occidentali.
Un antico poeta così canta:
Generoso figlio di Fergus
Leithderg,
tutti i Britanni, vittoria
con gran fama,
da lui senza eccezione
discesero.
Ed altri poeti confermano con questi versi:
-
Britán
Maol, figlio del
guerriero,
nobile discendenza
sortì da lui,
figlio di Leithderg da Lecmág
da cui discendono i Britanni
nel mondo.
Quei pochi tra i
Nemediani
che erano rimasti in Ériu, tornarono ben
presto a soffrire sotto il giogo dei
Fomoriani.
Fu una lunga e triste schiavitù, che ebbe
fine soltanto quando giunse in Ériu a
liberarli il popolo dei
Fir
Bólg. |
17 - COLORO CHE TORNARONO
i ricorderà che i
Nemediani
avevano costruito le due fortezze regali di
Ráth Cinnech e Ráth
Cimbaeth non per loro, ma per quei loro lontani
discendenti che avrebbero portato in Ériu
l'istituzione della regalità. Si dice anche
che delle dodici pianure dissodate, solo un terzo
fosse destinata per sé stessi: i rimanenti
due terzi ognuno per ogni gruppo di discendenti di
cui si preparava la venuta.
E in effetti, dai tre sparuti gruppi di
fuggiaschi che avevano lasciato Ériu,
sarebbero discesi altrettanti popoli forti e fieri.
Di questi popoli, due erano destinati a tornare in
Ériu per invaderla e colonizzarla ancora una
volta.
Dal gruppo di
Semeon
Brecc , figlio di
Érglann
figlio di
Béoan
figlio di
Starn
figlio di
Nemed,
che aveva fatto ritorno in Grecia, discese una
forte e fiera posterità, il popolo dei
Fir
Bólg. Costoro tornarono in Ériu
per conquistarla.
Settanta anni e
duecento
è questo il computo,
senza esagerare,
da quando Nemed venne dall'est
sopra il mare con i suoi
figli,
a quando i discendenti di Starn vennero
dalla Grecia, severi e
terribili.
I discendenti di
Ibáth,
che si erano stabiliti nelle regioni settentrionali
del mondo, divennero un popolo di valenti guerrieri
e di sapienti druidi. I
Túatha
Dé Dánann, i quali erano a loro
volta destinati a ritornare in Ériu per
strapparla ai
Fir
Bólg e per chiudere una volta per tutte
il conto con i
Fomoriani. |
FONTI
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I - NEMED
Il nome Nemed vuol dire «privilegio» o forse
«santità». È possibile
rapportarlo a una dea dei Celti continentali, Nemetona, il cui
nome ricompare in iscrizioni
della Germania celto-romana e che, a quanto pare,
godeva di particolare importanza. Il nome Nemetona è sicuramente connesso al termine
nemeton
«santuario», indicante un bosco sacro,
forse da interpretarsi come «colei che
è venerata nei sacri boschi» o forse,
ancora meglio, «Santissima». Nemetona è
a sua volta omologa ad una dea irlandese,
la Némain, una delle tre furie guerriere sempre
presenti nel furore delle battaglie.
Entrambi i nomi si accordano a
quello di Nemed, la cui sposa Macha, un'antica dea della terra, fu venerata come
patrona dei convegli degli Ulati in Emain Macha.
Chi è dunque questo Nemed, a cui vengono attribuiti terreni
dissodati e colonie? Certo un'antica figura mitica,
forse divina, evemerizzata e trasformata in un
semplice eroe culturale. Secondo Dumézil vi è da vedere un
personaggio
della prima funzione
(Dumézil
1954).
Parallelamente, sembra che Nemed sia assimilabile a
Nefyed Naf
Nefion, l'eroe del diluvio
del mito gallese, ricordato nelle
Triadi dell'isola di
Britannia. Qui il
diluvio sarebbe stato causato da uno straripamento
del Llyon-Llion, il Lago delle Onde.
Nefyed costruì una barca, su cui fuggirono
Dwyvan e sua
moglie
Dwyvach
(Berresford-Ellis 1999). Se l'omologia tra Nemed e
Nefyed fosse
confermata, Nemed sarebbe ben più di un semplice
eroe culturale, ma una sorta di
Nóe gaelico,
che naviga sulle acque del diluvio per poi sbarcare
in Irlanda con la sua gente e popolarla. |
II - QUESTIONI
GENEALOGICHE
La genealogia dei Nemediani che
abbiamo dato nel testo, è quella riferita da
Keating nei
Fondamenti della conoscenza
d'Irlanda. Essendo l'ultimo grande compilatore
della tradizione mitologica irlandese, Keating ha
il pregio di condensare l'intera tradizione in un
tutt'uno organico e coerente. Naturalmente, essendo
anche l'autore più lontano dalle fonti
originali, è legittimo chiedersi quanto sia
«autentico». Essendo impossibile
ricostruire la forma letterale del mito originale
(sempre che sia davvero esistita una
tradizione canonica più
autorevole delle varie tradizioni locali), abbiamo
preferito scegliere una linea integrandola con
particolari e dati tratti da altre opere, a
cominciare dal
Libro
delle invasioni d'Irlanda
e dalle
Storie toponomastiche.
Le genealogie raccolte nel
Libro delle invasioni e in
altri testi differiscono solo per pochi
dettagli da quelle di Keating, anzi, molto spesso
quelle di Keating appaiono decisamente più
convincenti. Mentre vi è una perfetta intesa
riguardo ai nomi dei quattro figli di Nemed, suoi capitani nel corso dell'invasione
di Ériu (Ainninn, Fergus
Leithderg, Iarbonel
Fáid e Starn), i testi si trovano in lieve disaccordo
per quanto riguarda i loro discendenti. Ad esempio,
Keating dice che i tre comandanti nemediani che si
levarono contro i
Fomoriani furono:
-
Fergus
Leithderg figlio di Nemed; -
Beothach figlio di Iarbonel
Fáid figlio di Nemed; -
Érglann e
Manntán e
Iarthacht, figli di Béoan figlio di Starn figlio di Nemed.
Questi
personaggi sono rispettivamente un figlio, un
nipote e tre bisnipoti di Nemed. Se teniamo conto che Ainninn
morì senza discendenti anni prima dell'insurrezione contro i Fomoriani, e
quindi non è rappresentato nello
schieramento, i tre capi nemediani che giunsero
in Tor Inís a sfidare e forze fomoriane
rappresentano le tre linee di sangue della schiatta
di Nemed. Il fatto di porsi a tre diversi
livelli generazionali (figlio, nipote e bisnipoti)
li dispone tra loro in un mutuo rapporto che si
estende tanto nella dimensione spaziale quanto in
quella temporale, dunque insieme sincronico e
diacronico. È allora giustificata
l'espressione «Figli di Nemed»
[Clanna
Nemed], più
esattamente «Discendenza di Nemed», con
cui i testi irlandesi definiscono i Nemediani.
Il
Libro delle invasioni è
d'accordo sul primo e sul terzo dei tre capitani,
ma pone un
Semeon o
Semul, al
posto di Beothach, quale figlio di Iarbonel
Fáid. Non sembra
essere lo stesso Semeon
che, più avanti, nello stesso
testo, è detto figlio di Érglann figlio di Béoan figlio di Starn figlio di Nemed e di cui si narra il ritorno in Grecia
con il suo seguito. Quest'ultimo, viceversa,
è da identificare con quel Semeon
Brecc che Keating
afferma, saltando due generazioni, essere
direttamente figlio di Starn figlio di Nemed.
Nel ridurre il numero delle
filiazioni della genealogia di Semeon
Brecc, Keating era forse
spinto da considerazioni razionali: difficile
conciliare in un unico episodio personaggi
appartenenti a generazioni tanto distanti. Ma in
questo caso potremmo anche risultare giustificati
se ci distaccheremo a nostra volta dalla versione
di Keating. Nel
Libro delle invasioni i tre capi che
lasciarono Ériu, diretti rispettivamente in
Britannia, nelle terre boreali e in Grecia, sono
proprio i figli dei tre capi nemediani che Keating
poneva sotto le mura di Tor Inís. Se non la
coerenza storica, è giustificato l'equilibrio
interno della narrazione:
-
Britán
Maol figlio di Fergus
Leithderg figlio di Nemed; -
Ibáth figlio di Beothach figlio di Iarbonel
Fáid figlio di Nemed; -
Semeon
Brecc figlio di Érglann figlio di Béoan figlio di Starn figlio di Nemed.
Naturalmente vi sono ancora vari
punti da verificare. Alma
Aonfiacail per esempio,
figlio di Nemed e di Relbeo, figlia del re degli Sciti o dei Greci
(i due termini nelle nostre fonti sono
interscambiabili), viene citato soltanto nel
Libro delle invasioni e nei
testi ad esso collegati. In Keating non solo non si
nomina mai Alma (e manca
del tutto l'episodio in cui i Nemediani si recano a parlamentare presso Conánn), ma non si cita altra sposa di Nemed che non sia Macha. Il che naturalmente non indica che
tutti i quattro figli di Nemed fossero figli di Macha. Significa soltanto che nella nostra
conoscenza delle genealogie mitiche irlandesi
mancano parecchi tasselli.
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III - SPARTIZIONE DEL
MONDO
Nel corso della storia mitica di
Ériu, che abbiamo esaminato altrove
[MITI], l'Irlanda fu più volte spartita
in due, tre, quattro o cinque parti, anche se la
canonica divisione in cinque province o «quinti» è tradizionalmente
attribuita ai Fír
Bólg. Questo
punto riecheggia le antiche cosmologie e la
divisione del mondo in «climi».
La spartizione di Ériu
tra i Nemediani avviene soltanto al termine del loro
tempo, quando i sopravvissuti alla guerra contro i Fomoriani dividono Ériu in tre parti,
ciascun terzo al comando di uno dei capitani.
-
A Britán
Maol figlio di Fergus
Leithderg figlio di Nemed, il territorio da Belach Conglais a
Tor Inís. -
A Semeon
Brecc figlio di (Érglann figlio di Béoan figlio di) Starn figlio di Nemed, il territorio dal Bóann a
Belach Conglais. -
A Beothach figlio di Iarbonel
Fáid figlio di Nemed, il territorio da Tor Inís al
fiume Bóann.
Ma questa divisione di
Ériu è soltanto propedeutica alla
successiva divisione del mondo da parte dei
medesimi discendenti di Nemed.
-
Britán
Maol figlio di Fergus
Leithderg figlio di Nemed, si dirige a est con i suoi uomini.
Da questo gruppo discenderanno i
Britanni. -
Semeon
Brecc figlio di (Érglann figlio di Béoan figlio di) Starn figlio di Nemed, si dirige a sud e torna nella
Grecia/Scizia da cui erano partiti i suoi avi.
Da questo gruppo discenderanno i Fír
Bólg, i quali
in seguito faranno ritorno ad
Ériu. -
Ibáth figlio di Beothach figlio di Iarbonel
Fáid figlio di Nemed, si dirige nelle lontane regioni
boreali. Da questo gruppo discenderanno i Túatha
Dé Dánann, i quali parimenti faranno ritorno
ad Ériu, scontrandosi con i Fír
Bólg.
Questo è un punto molto
importante. Nell'intera mitologia irlandese tutte
le spartizioni avvengono sempre all'interno di
Ériu. Nel mito dei Nemediani , invece, vi è l'unico caso di
spartizione che avviene
all'esterno.
Tale tripartizione è
legata alle tre funzioni fondamentali che, secondo
gli studi di Georges Dumézil, nel pensiero
comune delle antiche culture indoeuropee,
presiedevano all'organizzazione della
società umana e del cosmo. La prima funzione
riguardava la conoscenza magico-sacrale, la seconda
funzione la regalità e la guerra, la terza
funzione le attività economiche e la
prosperità
(Dumézil
1985). Abbiamo visto che i popoli che invasero
Ériu dopo il diluvio non fecero altro che
condurre nell'Isola di Smeraldo le categorie di
ciascuna delle funzioni duméziliane. I Partoloniani erano dei fuori-casta, i quali
introdussero in Irlanda i rudimenti del vivere
civile ma erano privi dei diritti religiosi e
politici (e quindi non appartenevano a nessuna
funzione). Ma i Nemediani sono agricoltori in possesso dei loro
pieni diritti civili (prima funzione); mentre, tra
i loro discendenti, i Fír
Bólg
introdurranno l'istituzione della regalità
(seconda funzione) ed i Túatha
Dé Dánann
il druidismo e le conoscenze sacre (terza
funzione). [VEDI]
La distinzione tra i tre popoli,
e quindi la creazione delle tre funzioni che
verranno successivamente introdotte in Eriu, viene
attuata appunto dalla separazione dei figli di Nemed nelle tre regioni del mondo.
Si tratta della versione
irlandese del mito della spartizione del mondo, ben conosciuto ai comparatisti,
di cui sono stati individuate gli omologhi in altri sistemi
mitologici. Nel Libro dei re
di Ferdousī, ad esempio, si narra di come re
Ferīdūn (il
Θrētāona
avestico) abbia diviso i regni del mondo tra i suoi
tre figli. Al primo, che chiese in dono grandi
ricchezze (terza funzione), assegnò l'ovest
con Roma; al secondo, che chiese in dono la
prodezza e la forza guerriera (seconda funzione),
assegnò il nord-est con il Turkestān;
al più giovane, che chiese la legge e la
religione (prima funzione), assegnò
l'Irān e l'India.
Un simile racconto compare nel
mito indiano
(Mahābhārata [I]), nella versione erodotea del mito
scitico
(Storie [IV: 5-7]),
e addirittura nelle chansons de geste francesi, laddove
Aymeri di
Narbona manda i suoi figli nel mondo ripartendo tra
loro, equamente, funzioni e punti cardinali
(I Narbonesi) (Grisward 1989).
I punti cardinali non hanno una precisa
corrispondenza con le funzioni, essendo questi
condizionati dalla regione in cui il mito viene riattualizzato.
Questo motivo
della spartizione del mondo è appunto sopravvissuto tra i Celti
d'Irlanda nell'episodio dei Nemediani. Qui è la terza funzione ad
essere spedita ad est per dare origine al popolo
dei Britanni, mentre la seconda va a sud per dare
origine ai Fír
Bólg e la prima
va a nord per dare origine ai Túatha
Dé Dánann.
Naturalmente ci sono ancora molti dettagli da
definire, ma è evidente che in Europa furono
soprattutto Germani e Celti a conservare meglio le
antiche tradizioni indoeuropee. |
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