SCHEDARIO

GERMANI
Scandinavi

MITI GERMANICI
Sól
SÓL
La fanciulla che guida il carro del sole. Figlia di Mundilfǿri, sorella di Máni.

* * *

 
MITOLOGIA
MITI
  • Mundilfǿri ha due figli così belli e splendenti che mette nome Sól alla femmina e Máni al maschio.
  • Gli dèi, offesi da tanta arroganza, rapiscono i due fanciulli e li mettono a guidare il carro solare e il carro lunare.
  • Sposo di Sól è un uomo a nome Glenr.
  • Due cavalli sono aggiogati al carro solare: Arvakr e Alsviðr: ripari di ferro e mantici li proteggono dal fulgore del sole.
  • Uno scudo chiamato Svalinn è posto accanto al sole: senza di esso, il mondo arderebbe e i mari evaporerebbero.
  • Il lupo Skoll insegue il sole, ed è per questo che esso fugge nel cielo senza sosta.
  • Nel giorno di Ragnarök, il lupo Skoll divorerà il sole. Secondo altri sarà lo stesso Fenrir.
  • Una figlia di Sól ne prenderà il posto nel successivo ciclo cosmico.
EPITETI
Alfröðull «Splendore degli elfi» 
RELAZIONI
Padre:
Fratello:
Sposo:
Figlia:
Mundilfǿri
Máni
Glenr
Una figlia destinata a prendere il posto della madre
ATTRIBUTI
Cavalli:
Scudo:
Arvakr e Alsviðr
Svalinn
FILOLOGIA
ORTOGRAFIA

  ORTOGRAFIA
NORMALIZZATA
LEZIONE DEI
MANOSCRITTI

FONTI

Antico alto tedesco Sunna Sunna Incantesimi di Merseburgo
Norreno Sól Sol
Sól
Edda poetica | Edda in prosa

ETIMOLOGIA

La parola germanica per «sole», tipicamente femminile, presenta un'alternanza tra -n e -l radicale. Nel primo caso si può ipotizzare un protogermanico *sunnon (cfr. anglosassone sunne; antico alto tedesco sunna, medio alto tedesco sunne, tedesco Sonne; norreno sunna, feringio sunna); nel secondo caso un protogermanico *sōwilō o *saewelō (cfr. gotico sauil; anglosassone sīġel; norreno sól, danese e svedese sol).

La parola deriva da un indoeuropeo *SOH²WḶ. Cfr, sanscrito sūra, avestico xweŋ, greco hḗlios, latino sol; antico slavo slŭnĭce, russo solnce; lituano saulė, lettone saule; gallese haul, irlandese suil «occhio».

Nel fuþark antico, *sōwilō «sole» è anche il nome di una runa. Nel fuþark scandinavo la runa ha nome sól e corrisponde a una fricativa dentale sorda s [s].

ARCHEOLOGIA

Solvognen
Carro solare di Trundholm. Età del bronzo (ca. 1400 a.C.).

Tra i reperti dell'età del bronzo primeggiano varie raffigurazioni del sole e della luna. Il disco di Nebra, rinvenuto nell'estate del 1999 da alcuni saccheggiatori di tombe in una cavità rocciose sul monte Mittelberg, nei pressi della cittadina di Nebra (Sassonia-Anhalt, Germania), raffigura una falce di luna e il sole (oppure la luna piena), insieme a un gruppo di stelle che sono state interpretate come le Pleiadi. Stando alla data stimata di fabbricazione, tra il 2100 a.C. e il 1700 a.C., il disco sarebbe la più antica rappresentare del cosmo della storia umana.

L'immagine che gli antichi Germani si facevano del sole, era quella di un disco ardente che volava nel cielo su un proprio carro, trainato da cavalli. È un'idea caratteristica del pensiero cosmologico dei popoli indoeuropei, al punto che lo ritroviamo in luoghi lontani tra loro come la Grecia e l'India. Nel caso dei Germani lo dimostra, secoli prima dei monumenti letterari del Medioevo scandinavo, il famoso carro solare [solvognen] ritrovato a Trundholm, in Danimarca, e risalente all'età del bronzo (circa 1400 a.C.).

LETTURA

Riportare tutte le citazioni del sole e della luna nella letteratura germanica medievale, è compito arduo, poiché i due luminari sono stati sempre presenti nell'esperienza umana. Anche limitandosi all'ambito strettamente mitologico, bisogna ancora fare una distinzione tra il sole astronomico – con tutte le immagini cosmologiche ad esso legate – e la dea che è ipostasi del sole. Questa compare già in uno degli Incantesimi di Merseburgo, col nome antico-altotedesco di Sunna, come una delle dee che tentano inutilmente di risanare la zampa malconcia del destriero di Balder, prima che vi riesca Wōtan.

...Thu biguol en sinthgunt,
sunna era suister;
thu biguol en friia,
uolla era suister...
..Allora gli parlò Sinthgunt,
e Sunna sua sorella.
Allora gli parlò Frīja,
e Volla sua sorella...
Incantesimi di Merseburgo [I: 5-8]

La letteratura norrena dà ampio spazio alla mitologia astrale. La Völuspá descrive come, al principio del tempo, gli dèi diedero ordine nell'universo e imposero al sole e alla luna astronomici di muoversi secondo tempi e cicli stabiliti in modo da calcolare e misurare il corso del tempo.

Sól varp sunnan,
sinni mána,
hendi enni hægri
of himinjöður;
sól þat né vissi,
hvar hon sali átti;
stjörnur þat né vissu,
hvar þær staði áttu;
máni þat né vissi,
hvat hann megins átti.
Con forza da sud il sole,
compagno della luna,
stese la mano destra
verso l'orlo del cielo;
il sole non sapeva
dov'era la sua corte,
le stelle non sapevano
dov'era la loro dimora,
la luna non sapeva
qual era il suo potere.
Þá gengu regin öll
á rökstóla,
ginnheilög goð,
ok gættusk of þat:
Nótt ok niðjum
nöfn of gáfu,
morgin hétu
ok miðjan dag,
undorn ok aptan,
árum at telja.
Andarono allora gli dèi tutti
ai troni del giudizio,
divinità santissime
e su questo deliberarono:
alla notte e alle fasi lunari
nome imposero;
al mattino dettero un nome
e al mezzogiorno,
al pomeriggio e alla sera
per contare gli anni.
Edda poetica > Völuspá [5-6]

L'origine del sole e della luna viene però narrata in un altro poema eddico, il Vafþrúðnismál, dove leggiamo:

...Hvaðan máni um kom,
svá at ferr menn yfir,
eða sól it sama?
...Da dove la luna è venuta,
lei che sugli uomini va,
e il sole ugualmente?
Mundilfǿri heitir,
hann er mána faðir
ok svá sólar it sama;
himin hverfa
þau skolo hverjan dag
öldom at ártali.
Mundilfǿri si chiama
colui che fu il padre della luna
e del sole ugualmente;
il cielo percorreranno
quei due ogni giorno
per segnare agli uomini il tempo.
Edda poetica > Vafþrúðnismál [22-23]

In questo testo si parla evidentemente di un sole [sól] e di una luna [máni] astronomici, e vengono entrambi detti figli di Mundilfǿri. Quando Snorri riprende il mito, nell'Edda in prosa, opera una distinzione il sole e la luna che brillano nel cielo e le due divinità preposte ai due luminari, anch'esse chiamate Sól e Máni. Snorri, il quale ammette che Sól sia annoverata tra le dee(Gylfaginning [35]), ci narra il mito della sua nascita e il suo rapimento da parte degli dèi, fornendoci una descrizione perfettamente compatibile con l'immagine fornita dal carro solare di Trundholm.

Sá maðr er nefndr Mundilfǿri er átti tvau börn. Þau váru svá fögr ok fríð at hann kallaði annat Mána en dóttur sína Sól, ok gipti hana þeim manni er Glenr hét. En guðin reiddusk þessu ofdrambi ok tóku þau systkin ok settu upp á himin, létu Sól keyra þá hesta er drógu kerru sólarinnar, þeirar er guðin höfðu skapat til at lýsa heimana af þeiri síu er flaug ór Muspellsheimi. Þeir hestar heita svá: Árvakr ok Alsviðr [...]. Máni stýrir göngu tungls ok ræðr nýjum ok niðum. Un uomo che si chiamava Mundilfǿri ebbe due figli. Essi erano così belli e gentili che egli chiamò suo figlio Máni e sua figlia Sól e diede questa in sposa a quell'uomo che si chiamava Glenr. Ma gli dèi si adirarono per questa insolenza, presero i due fratelli e li posero in cielo, costringendo Sól a cavalcare quei cavalli che tirano il carro del sole, che gli dèi avevano creato per illuminare il mondo con quella favilla sfuggita dal Múspellsheimr. Quei cavalli si chiamano Árvakr e Alsviðr [...]. Máni dirige il corso della luna e governa le sue fasi.
Snorri Sturluson: Edda in prosa > Gylfaginning [11]

Successivamente viene spiegata la tremenda ragione che costringe Sól e Máni a correre nel cielo senza mai fermarsi.

Þá mælti Gangleri: «Skjótt ferr sólin ok nær svá sem hon sé hrædd, ok eigi mundi hon þá meir hvata göngunni at hon hræddisk bana sinn». Quindi parlò Gangleri: «Il sole viaggia veloce, quasi come se Sól fosse spaventata, e non potrebbe accelerare di più la sua corsa anche se temesse la propria morte».
Þá svarar Hár: «Eigi er þat undarligt at hon fari ákafliga. Nær gengr sá er hana sǿkir, ok øngan útveg á hon nema renna undan». Rispose Hár: «Non c'è da stupirsi che corra precipitosamente. Vicino le giunge colui che la perseguita ed ella non ha altro scampo se non fuggire».
Þá mælti Gangleri: «Hverr er sá er henni gerir þann ómaka?» Quindi parlò Gangleri: «Chi è colui che le procura questo affanno?»
Hár segir: «Þat eru tveir úlfar, ok heitir sá er eptir henni ferr Sköll. Hann hræðisk hon, ok hann mun taka hana. En sá heitir Hati Hróðvitnisson er fyrir henni hleypr, ok vill hann taka tunglit, ok svá mun verða». Disse Hár: «Ci sono due lupi: quello che corre dietro di lei si chiama Skoll. Egli la spaventa e alla fine la prenderà. Si chiama invece Hati figlio di Hróðvitnir quello che corre davanti a lei, il quale vuole prendere la luna, e anche questo accadrà».
Snorri Sturluson: Edda in prosa > Gylfaginning [12]

E sarà infatti questo il destino a cui andranno incontro il sole e la luna alla fine dei tempi, nel Ragnarök. Dopo aver trattato del crollo morale del mondo, Snorri aggiunge:

Þá verðr þat er mikil tíðindi þykkja at úlfrinn gleypir sólna, ok þykkir mönnum þat mikit mein. Þá tekr annarr úlfrinn tunglit, ok gerir sá ok mikit ógagn. Accadrà in seguito una cosa che sembrerà spaventosa: il lupo [Skoll?] inghiottirà il sole e questo per gli uomini sarà una grande sciagura. L'altro lupo [Hati] prenderà la luna, suscitando anch'esso un grande male.
Snorri Sturluson: Edda in prosa > Gylfaginning [51]

Ma niente paura! Infatti, esaurita la combustione ecpirotica, dileguatesi le fiamme dell'incendio finale, allorché un nuovo mondo sorgerà dalle ceneri del precedente, un nuovo sole brillerà in cielo. Come sottolinea l'Edda in prosa:

Ok hitt mun þér undarligt þykkja er sólin hefir getit dóttur eigi ófegri en hon er, ok ferr sú þá stigu móður sinnar... E ti sembrerà straordinario che il sole abbia partorito una figlia non meno bella di quanto lei sia, la quale segue lo stesso corso della madre...
Snorri Sturluson: Edda in prosa > Gylfaginning [53]

Lo stesso Snorri cita a questo punto un passo del Vafþrúðnismál, dove si dice:

...Hvaðan kömr sól
á inn slétta himin,
þá er þessa hefir Fenrir farit?
Da dove verrà un sole
nel liscio cielo
quando questo Fenrir l'avrà divorato?
Eina dóttur
berr Álfröðull,
áðr hana Fenrir fari;
sú skal ríða,
þá er regin deyja,
móður brautir, mær.
Una figlia
genera Álfröðull,
prima che Fenrir la divori;
cavalcherà
quando gli dèi moriranno,
i sentieri della madre, la fanciulla.
Edda poetica > Vafþrúðnismál [46-47]

Si noti che nel Vafþrúðnismál è Fenrir a divorare il sole, laddove in Gylfaginning [12] il lupo destinato al fatale inghiottimento era Skoll. A meno di non identificare le due belve, dobbiamo ammettere una contraddizione non risolta.

Álfröðull «gloria degli elfi» è un epiteto poetico del sole. Una breve lista di heiti del sole viene fornita dal nano Alvíss fornisce a Þórr nella bella composizione eddica che lo ha per protagonista.

hvé sú sól heitir,
er séa alda synir,
heimi hverjum í?
Come si chiama il sole
che vedono i figli degli uomini
in ciascun mondo?
Sól heitir með mönnum,
en sunna með goðum,
kalla dvergar Dvalins leika,
eygló jötnar,
alfar fagrahvél,
alskír ása synir.
«Sole» si chiama tra gli uomini,
«Sunna» tra gli dèi,
i nani lo chiamano «compagna di Dvalinn» ,
«perpetua fiamma» i giganti,
«ruota bella» gli elfi,
«tutto splendore» i figli degli Æsir.
Edda poetica > Alvíssmál [15-16]

Sól compare, seppure indirettamente, in un passo del Reginsmál, definito nella kenning «sorella di Máni» [systir Mána]. Il consiglio – in realtà piuttosto banale – è di non dare battaglia rivolti nella direzione del sole, per non essere abbacinati.

Engr skal gumna
í gögn vega
síð skínandi
systur Mána;
þeir sigr hafa,
er séa kunnu,
hjörleiks hvatir,
eða hamalt fylkja.
Nessuno deve
dar battaglia rivolto
verso la sorella di Máni
quanto tardi brilla.
Otterranno vittoria quelli
che possono vedere,
pronti al gioco delle spade,
se si dispongono a cuneo.
Edda poetica > Reginsmál [23]
FONTI

Edda poetica > Völuspá [4-6]
Edda poetica > Vafþrúðnismál [22-23 | 46-47]
Edda poetica > Alvíssmál  [15-16]
Edda poetica > Reginsmál [23]
Snorri Sturluson: Edda in prosa > Gylfaginning [11-12 | 35 | 51 | 53]
Snorri Sturluson: Edda in prosa > Skáldskaparmál [35 | 69]

BIBLIOGRAFIA
RIFERIMENTI
IMMAGINI
Solvognen
Carro solare di Trundholm
Età del bronzo (ca. 1400 a.C.)
Máni e Sól
Lorenz Frølich
(1895)
Sól, la figlia di Sól e Fenrir
Lorenz Frølich
(1895)
Skoll e Hati dietro Sól e Máni
John Charles Dollman
(1909)
Sól e Máni
Autore sconosciuto
PAGINE
Il tempo e gli elementi - Lupi che corrono in cielo

Creazione pagina: 01.01.2009
Ultima modifica: 15.05.2012

 
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