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FONTI - La ricerca dei testi
FONTI - La ricerca dei testi

Antica Lirica Irlandese
Il
Canto di Amairgin
 

 
INTRODUZIONE
TESTO
NOTE
BIBLIOGRAFIA

RIFERIMENTI

MITOLOGIA CELTICA - Fonti

CELTI > Irlandesi

Genere

Poema lirico

Epoca

Secc. VIII-IX

Il primo componimento
[Io, il vento sul mare]

Noto anche come Canto di Amairgin, questo brano dai tratti linguisti arcaicizzanti è, con ogni probabilità, la più antica composizione letteraria europea scritta in una lingua diversa dal greco e dal latino. La tradizione la attribuisce ad Amairgin Glúngel, poeta dei Milesi il quale avrebbe pronunciato questi versi il 1° maggio 1698 a.C., quando pose il piede sul suolo di Ériu, in quella che fu la definitiva invasione, da parte dei Gaeli, dell'Isola di Smeraldo. È ovvio che tali date sono deformate dall'esagerazione epica. Ma è comunque evidente che questa composizione risale a un'epoca precristiana. Il metro è ugualmente molto arcaico: presenta solo gruppi allitterati ed è privo di regolarità sillabica e di rime finali.

Tradizionalmente inserito nel Libro delle Invasioni d'Irlanda, il poemetto è riportato da diciotto codici: le tre redazioni fondamentali si trovano rispettivamente nel Libro di Leinster, nel Libro Grande di Lecan e nel Libro di Ballymote. Il testo qui presentato è quello stabilito da R.A.S. Macalister nell'edizione critica del Libro delle Invasioni, come riportato da Melita Cataldi nella sua antologia, a cui però abbiamo reintegrato due versi finali, presenti in alcune versioni, che appartengono probabilmente a delle redazioni posteriori. Altre versioni presentano delle chiuse diverse, estranee alla composizione originale: in una si accenna a un incantamento per i marinai, nell'altra a un incantamento per i guerrieri.
 

Il secondo componimento
[Mare ricco di pesci]

Attribuito, come il precedente, al mitico Amairgin Glúngel, che lo avrebbe declamato subito dopo. Anche questo brano fa dunque parte del Libro delle Invasioni, anche se il suo nucleo è probabilmente un antico incantamento magico recitato per propiziare una ricca pesca. Non segue uno schema metrico determinato.
 


Il Canto di A
mairgin

[Io, il Vento sul Mare]
 

14

Am gáeth i m-muir,
Am tond trethan,
Am fuaim mara,
Am dam secht ndirend,
Am séig i n-aill,
Am dér gréne,
Am cain lubai,
Am torc ar gail,
Am he i l-lind,
Am loch i m-maig,
Am brí a ndai
Am brí dánae
Am gái i fodb feras feochtu,
Am dé delbas do chind codnu.

Io, il vento sul mare,
io, l'onda contro la terra,
io, il fragore del mare,
io, il cervo dalle sette corna,
io, il falco sulla roccia,
io, la stilla nel sole,
io, l'albero più bello,
io, il cinghiale valoroso,
io, il salmone nella pozza,
io, il lago nella pianura
io, il luogo supremo della sapienza,
io, la parola dei poeti,
io, la possente lancia di vittoria;
io, il dio che accende il fuoco alla testa.
 
21 Coiche nod gleith clochur slébe?
Cia on co tagair aesa éscai?
Cia du i l-laig fuiniud gréne?
Cia beir buar o thig Tethrach?
Cia buar Tethrach tibi?
[Cia dám, cia dé delbas faebru a ndind ailsiu?
Cáinte im gai-cainte gaithe?]
Chi sa spiegare le grandi pietre delle montagne?
Chi preannunci le fasi della luna?
Chi sa dove dimori il sole?
Chi conduce le mandrie dalla dimora di Tethra?
Chi sono le mandrie ridenti di Tethra?
[Quale toro, quale dio ha creato la linea delle montagne?
Chi è un abile poeta? Saggio io sono?]




[18]
[19]

 

 

 

 

[Mare ricco di Pesci]
 

6

Íascach muir!
Mothach tír!
Tomaidm n-éisc!
Íasc fo tuind
I rethaib én!
Fairrge cruaid!

Mare ricco di pesci!
Terra ricca di frutti!
Prorompere di pesci!
Pesci sotto l'onda
in stormi di uccelli.
Oceano rigonfio.

[2]
12 Cassar find,
cétaib iach,
lethan míl!
Portach láid-
«Tomaidm n-éisc,
Íascach muir!
»
Bianca grandinata,
salmoni a centinaia,
di grandi delfini.
Canto del porto:
«Prorompere di pesci,
Mare ricco di pesci!»





[12]
       

NOTE

[Io, il vento sul mare]

18 - Thig Tetrach «casa di Tethra» è metafora per il mare. Tethra era il signore del paese dei morti e re dei Fomoriani, popolo legato alle profondità marine (Cataldi 1982). [RITORNA]

19 - Buar Tetrach «le mandrie di Tethra». Si riferisce probabilmente ai pesci, essendo Tethra un signore degli abissi del mare. Secondo Melita Cataldi esse sono forse le stelle che, con il loro corso, sembrano sorgere dalle profondità marine (Cataldi 1982). [RITORNA]
 

[Mare ricco di pesci]

2 - Mothach tír «terra ricca di frutti». Secondo uno stilema già presente nella poesia irlandese più antica, si ha un'identificazione (non una comparazione) tra il mare e la terra, i pesci e i frutti. Anche poco oltre (5) i banchi di pesci sono identificati con gli stormi di uccelli. (Cataldi 1982) [RITORNA]

12 - Íascach muir! «mare ricco di pesci!». La ripresa delle parole iniziali è un artificio poetico (il nome tecnico è dúnad) il cui scopo era di dare compiutezza alle composizioni ma anche di impedire che vi aggiungessero indebitamente altre strofe, come era frequente nella trasmissione orale (Cataldi 1982). [RITORNA]
 

Bibliografia

  • CATALDI Melita: Antica lirica irlandese. Torino, Einaudi 1981.

  • GIUSTI Giovanni: Antiche liriche irlandesi. Roma, Salerno 1991.

[BIBLIOGRAFIA CELTICA COMPLETA]

Sezione Antologia - Šāhrazād.
Area Celtica - Óengus Óc.

Traduzione basata su quelle di Melita Cataldi e Giovanni Giusti

Creazione pagina: 07.01.2005
Ultima modifica:
17.01.2006

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