Cormac mac
Culennáin |
SANAS
CORMAIC |
IL GLOSSARIO
DI CORMAC |
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Titolo |
Medio irlandese:
Irlandese moderno: |
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Sanas Cormaic
Sanas Chormaic |
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Autore |
Cormac mac Culennáin > Cormac mac Cuileannáin († 908) |
Genere |
Glossario |
Lingua |
Medio irlandese, latino |
Epoca |
Composizione:
Redazioni: |
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Fine IX secolo
IX-XIV secc. |
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Manoscritti |
Baile Átha Cliath, Acadamh
Ríoga na hÉireann / RIA
Baile Átha Cliath, Coláiste
na Tríonóide / Trinity College
Baile Átha Cliath, Coláiste
na Tríonóide / Trinity College
Baile Átha Cliath, Coláiste
na Tríonóide / Trinity College
Baile Átha Cliath, Acadamh Ríoga na hÉireann / RIA
Oxford, Bodleian Library
Baile Átha Cliath, Coláiste Ollscoile / University College |
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Lebor Brecc, ms. 23.P.16, pp. 263-272
Lebor buide Lecáin, ms. H.2.16 olim N°
1318, coll. 3-87
Ms. H.2.15 olim
N° 1317, pp. 13-39 e 77-10
Lebor Laignech, ms. H.2.18 olim N°
1339, pp. 179a-179b
Lebor Úa Maine, ms. D.II.1 olim N°
1225, pp. 177a-184a
Ms. Laud 610, ff. 79-84.
Franciscan (Killiney), ms A.12, pp. 1-40 |
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Cormac mac
Culennáin |
SANAS
CORMAIC |
IL GLOSSARIO
DI CORMAC |
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Il Glossario di
Cormac Attribuito al filí Cormac mac Culennáin (>
Cuileannáin), singolare figura di letterato, ecclesiastico e re ibernico
dell'Alto Medioevo, il Sanas Cormaic è un
glossario di parole irlandesi, molte delle quali arcaiche ed entrate in disuso.
Le definizioni sono più o meno elaborate, consistendo a volte in semplici
sinonimi, in un misto di irlandese e latino. A volte vengono riportati passi
letterari dove i termini sono citati in contesti appropriati. Alcune voci
compendiano notizie intorno alle divinità pagane dei Gaeli, talora indicando
l'evoluzione delle figure. In molti casi vengono fornite le «etimologie» delle
varie parole, perlopiù scomposte secondo semplici assonanze, con il classico
metodo pseudo-etimologico caro ai glossatori medievali. Il modello è nelle
imponenti Etymologiæ di Isidorus Hispalensis
(Isidoro di Siviglia, ±560-636).
Tutto questo fa del Sanas il più antico
dizionario linguistico europea in una lingua extra-classica. Nella versione
antica conteneva circa 700 voci. Ampliato nelle redazioni successive, il
Sanas arrivò a contemplare poco più di 1300
voci, divenendo tra i testi più consultati e citati dagli studiosi irlandesi nel
corso dei secoli. |
Cormac mac Culennáin
Cormac mac Culennáin, fu senza alcun dubbio la figura di filí più
interessante e controversa del suo tempo. Discendeva da un ramo minore del
clan degli Eóganachta, i quali avevano dominato il Mumu tra l'VIII e il IX
secolo. La vita di Cormac fu alquanto ricca di eventi. Se le narrazioni sul suo
conto sono veritiere, aveva sposato Gormláith, figlia di Flánn Sinna, ard ríg
di Ériu (♔ 847/848-916), ma in seguito aveva preso i voti di
celibato, divenendo abate a Caisil (Cashel, Contea di South Tipperary). Di
sicuro era già vescovo quando venne eletto re del Mumu, mantenendo entrambe le
cariche.
Eletto re provinciale, Cormac era succeduto a Finguine Cenn nGécan mac
Loégairi (♔ 895-902), ucciso nelle lotte intestine tra i vari rami degli Eóganachta. Gli Annála Inis Faithleann
annunciano la sua ascesa al trono definendolo «nobile vescovo e celibatario».
Per quanto i suoi sette anni di regno sul Múmu vengano ricordati nelle cronache
locali come un periodo tranquillo e prospero, la politica di Cormac era tutta
rivolta a restaurare il potere dei re del Múmu nei confronti dei vicini sovrani
del Laigin, ed è probabile che egli mirasse al titolo di ard ríg. È del
907 la campagna nel Connacht e nel Míde, dove Cormac sconfisse suo
suocero, l'ard ríg Flánn Sinna. Spostandosi poi lungo il fiume Sínnan
(Shannon), ordinò di prendere il monastero di Cluan Mic Nóis (Clonmacnoise).
L'anno successivo, su iniziativa dell'ambizioso Flaithbertach mac Inmainén,
abate di Inis Cathaig (Scattery Island), Cormac mosse contro il Laigin, il cui
sovrano Cerball mac Muirecáin († 909) era figlio adottivo e alleato di Flánn Sinna.
Ma nella battaglia di Cath Belach Mugna, il 13 settembre 908, gli uomini del
Múmu vennero sbaragliati; Cormac cadde da cavallo e si spezzò il collo. Il
cadavere venne poi decapitato; la testa portata a re Flánn. Dopo la morte di
Cormac, la provincia rimase cinque anni senza un sovrano, infine fu eletto
Flaithbertach mac Inmainén (♔ 914-922).
Nonostante i dettagli assai poco edificanti della sua biografia, dopo la
morte, Cormac venne ricordato come uomo dedito allo studio e alla preghiera.
«Erudito in irlandese e in latino, puro e pio vescovo, miracoloso in castità e
in preghiera, saggio nel governo e in tutte le scienze e dottrine, sapiente
nella poesia e nello studio, elevato nella carità e in ogni virtù, saggio
nell'insegnamento, e insieme re delle due parti del Múmu» lo incensano gli
Annali fragmentari d'Irlanda [FA 432]. Nell'XI
secolo, Cormac era ormai considerato un santo e si parlava di miracoli avvenuti
in presenza delle sue reliquie.
Tra le opere letterarie a lui ascritte, oltre al
Sanas Cormaic, la tradizione gli attribuisce anche il
Saltáir Chaisil,
«Salterio di Caisil», una raccolta di testi che esisteva ancora nel XVII secolo
(Seathrún Céitinn ne cita dei passi nel suo
Foras feasa ar Éirinn), sebbene oggi sia
andata perduta. In questo sembra fosse contenuto, oltre allo stesso
Sanas, anche il
Lebor na gCert, il «Libro dei diritti», un codice primitivo, misto di
prosa e verso, relativo ai privilegi, ai tributi e ai geissa dei re di
Ériu.
La vedova di Cormac, Gormláith ingen Ḟláinn, poi divenuta moglie di Cerball
mac Muirecáin, re del Laigin, e infine di Niall Glúndub, ard ríg di Ériu
(♔ 916-919), compose a sua volta soavi elegie, che però dedicò al figlio
e ai suoi due ultimi mariti. |
Redazioni e manoscritti
Il Sanas Cormaic è stato tramandato, in
tutto o in parte, in almeno sette manoscritti. Originariamente era forse incluso
nel Saltáir Chaisil,
opera perduta che si pensa contenesse materiale genealogico ed eziologico legato
al Múmu/Munster. Il Sanas ci è arrivato in
due versioni principali. La versione antica, più breve, rappresentata
soprattutto dal Lebor Brecc, è stata
utilizzata da Whitley Stokes per la sua ormai classica edizione e traduzione
(Stokes 1862 | O'Donovan ~ Stokes 1868). La
versione recente, più lunga, rappresentata principalmente dal
Lebor buide Lecáin, è stata edita da Kuno
Meyer (Meyer 1912).
Questi i manoscritti. La lettera tra parentesi è quella
fornita a suo tempo da William Stokes.
Versione breve
- B (A) - Dublino, Royal
Irish Academy / Acadamh Ríoga na hÉireann. Lebor
Brecc, RIA ms. 23.P.16 (inizio XV sec.), pp. 263-272.
- L (F) - Dublino, Trinity College
/ Coláiste na Tríonóid. Lebor Laignech, TCD ms.
H.2.18 olim N° 1339 (±1160), pp. 179a-179b
(frammento corrispondente a Y 1224-1234 e
1268-1752).
- La (G)
- Oxford, Bodleian Library. Ms. Laud 610, ff. 79R-84V (frammento
corrispondente a Y 756-1224).
- M - Dublino, Royal Irish Academy /
Acadamh Ríoga na hÉireann. Lebor Úa Maine, RIA
ms. D.ii.1 olim N° 1225 (fine XIV sec.); pp.
177a-184a (solo parte iniziale, corrispondente a Y
1-1224).
Versione lunga
- Y (B) - Dublino, Trinity College / Coláiste na Tríonóide. Lebor buide Lecáin, TCD ms.
H.2.16 olim N° 1318 (inizio XV sec.), colonne 3-87
(pp. 255a-283a nell'edizione facsimile).
- H¹a (C) - Dublino, Trinity College / Coláiste na Tríonóide. TCD ms. H.2.15 olim
N° 317 (XVII sec.), pp. 13-39.
- H¹b (C) - Dublino, Trinity College / Coláiste na Tríonóide. TCD ms. H.2.15 olim
N° 1317 (XVII sec.), pp. 77-10.
- K - Dublino, University College / An
Coláiste Ollscoile. Franciscan (Killiney), ms. A.12, pp. 1-40.
Le edizioni diplomatiche della versione breve e della versione lunga sono
state pubblicate in rete, rispettivamente nell'ambito del progetto Thesaurus
Linguæ Hybernicæ, curato dall'University College di Dublino, e dall'Early
Irish Glossaries Database, curato dal Dipartimento di Anglosassone, Nordico
e Celtico dell'Università di Cambridge.
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Cormac mac
Culennáin |
SANAS
CORMAIC |
IL GLOSSARIO
DI CORMAC |
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NB. La traduzione qui presentata è una piccola scelta del materiale
del Sanas Cormaic, privilegiando le voci di
interesse mitologico. Il testo è tratto dalla versione breve, nell'edizione
Stokes; gli inserti tra parentesi tonde indicano variazioni significative
provenienti dalle altre redazioni; tra parentesi quadre sono state aggiunte
dall'editore. A sinistra, il numero progressivo della voce nella versione lunga.
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31 |
Ana .i. mater deorum hibernensium.
robumaith din rosbiathadsi na dee (deos. de cujus nomine anæ dicitur .i. ímbed ⁊
de) cujus nomine da cich nAnainne iar Luachair nominantur ut fabulaverunt (ut
fabula fertur .i. amail aderait ina scelaide). |
Ana. Madre degli dèi irlandesi. Fu la nutrice degli
dèi, dal cui nome viene la parola anæ, «abbondanza»; da lei hanno preso
nome le Dá chích nÁnann, i «due seni di Ana», ad ovest di Luachair, come
si narra. |
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122 |
Belltaine .i. bil
tene .i. tene ṡoinmech .i. dáthene dognítis druidhe triathaircedlu (no
cotinchetlaib) móraib combertis nacethrai arthedmannaib cacha bliadna
cusnaténdtibsin [l]eictis nacethra etarru. |
Beltain. Bil tene, cioè il «fuoco
propizio»: i due fuochi che i druidi utilizzavano per praticare i loro grandi
incantesimi; ogni anno, portavano tra questi fuochi le mandrie, per
salvaguardarle dalle malattie. |
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144 |
Bráthchæi .i.
brethcheo ǽi. aliter quod est verius .i. Cǽi Cænbrethach dalta Feniusa F[arsad].
ise indescipulsin rosiacht mec Israheil frifóglaimm nÆbhra. ⁊ ise babretheam
laloinges mac Milid. isaire asberair Cæi Cænbrethach de fobith itbretha rechta
nosberead. ⁊ isaire atimdha isinbelra. nachtan bíther canríg isnatuathaib
isbráthchǽi fogniad forru frihurradus. diambe imorro rig isrechtge són amail
asmaith lais. |
Bráthcae. Da brethcheo ǽi. O più
verosimilmente, da Cáei Caenbrethach, allievo di
Feinius Farsaid. Questi era il
discepolo che andò dai figli di Israele a imparare l'Ebraico e fu il breithem
all'espulsione dei Clanna Míled. Fu chiamato
Caenbrethach, «giudice mite», perché condannò secondo le leggi, e di ciò
ci sono molti esempi nella nostra lingua. Ogni volta che manca un re in un
territorio, un bráthcae amministra le leggi locali. Quando, però, c'è il
re, egli ha il governo assoluto (?), così come gli pare. |
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150 |
Brigit .i. banḟile
ingen inDagdai. iseiside Brigit baneceas, no be neicsi. .i. Brigit bandee
noadradís filid. arba romor ⁊ baroán afrithgnam. isairesin ideo eam (deam)
vocant poetarum hoc nomine cujus sorores erant Brigit be legis Brigit bé
goibnechta .i. bandé .i. trihingena inDagdai insin. de quarum nominibus pene
omnes Hibernenses dea Brigit vocabatur. Brigit din .i. breoaigit no breoṡaigit. |
Brígit. Poetessa, figlia del
Dagda. Tale
Brígit era una donna di sapienza, una
vatessa. I filid la veneravano come una dea: eletto e nobile era ili
patronato di Brígit, e per questo la dea
dei poeti veniva invocata con il suo nome. Lei e le sue sorelle,
Brígit la guaritrice e
Brígit la forgiatrice, erano le tre
figlie del Dagda, e dal loro nome gli
Irlandesi chiamavano
Brígit tutte le dee. Brígit deriva
da breoagit, breoṡaigit «freccia ardente». |
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104 |
Búanand .i. muimme
nafiann .i. be nAnand [ar] cosmaile diblínib. amail robu máthair dee indí Ánu
sic Buanand erat máthair (quasi mater) na fian. Aliter Buanand am buan .i. is
bón .i. dendi is bonum. amail dicitur genither buan o ambuan .i. maith o ulc. an
and fil isinní is Buanand is mater is [ed fil] inni is Anu (Anann) .i. mater
deorum. Buanand din .i. dáġmathair ocforcedul gaiscid donafianaib.
|
Búanann. Madre dei campioni, deriva da
bé nAnann per via della reciproca somiglianza: come Ana è la madre degli
dèi, così Búanann era madre dei fíanna. La radice buan è da bón,
cioè bonus; si dice infatti genithir buan o ambuan, «il bene viene
dal male». La desinenza -ann in Buanann significa invece «madre»,
ed è per questo che la troviamo nel nome Ana. Búanann è una buona madre che
istruisce i fíanna nell'eccellenza delle armi . |
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447 |
Diancecht .i. ainm
doṡáid legis na hErenn .i. dia na cécht [.i.] na cumachta. cécht din ainm da
cach cumachta. Diancécht .i. deus salutis (.i. slainte). Diancécht din dia
nahícce ut (dixit) Néde mac Ádna .i. cechtsom derco aithsceinm ailcne .i.
cumachtaigsim. ailnce (imorro) .i. scillec beac e romebaid don ailig corbean
forasúilsium conidcæch. amrubhairt a chumachtu fair. non ut imperiti dicunt
céchtsom .i. caechsom ⁊ araile. |
Dían Cécht. Il nome del saggio guaritore di
Êriu viene da dia na-cecht, «dio della potenza»: la parola cecht
indica qualsiasi potere. Dían Cécht è deus salutis (cioè della salute).
Disse Nédé mac Ádnai: «ci siamo asserviti gli occhi con il rimbalzo di una
pietra». Aiclne è la scheggia che schizzò via dalla roccia e lo colpì
agli occhi, accecandolo. È questa la potenza di cui si parla qui. Sbagliano gli
inesperti, quando affermano che cecht-som «sono asservito» derivi da
caech-som «sono cieco». |
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503 |
Emain (Eamuin)
.i. eomáin .i. eo rind ⁊ muin .i. bráige. eomuin din .i. rind iar (no tar) muin
.i. delg. isamlaid adrimther tóraind inliss donṁnái. ombí inasuide (ic aisce
abruit cororand uimpe imacuairt.) doben adealg asabrutt da thoraind impe
báchuairt conadelg. issia iarom rosiacht indelg uathi sair forabeolu oldás
diahessi imacuairt. isaire isclaen inliss. |
Emain. cioè eomuin, da eo
«spillo» e muin «collo», cioè uno spillo dietro il collo, un fermaglio.
Questo fu anche il perimetro della fortezza, tracciato dalla donna, quando,
sedendo, si sfilò lo spillo dall'abito per misurare con quello il perimetro.
Così facendo, ella si allontanò con il suo spillo verso est più di quanto non
facesse tornando indietro. Per questo la fortezza è asimmetrica. |
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698 |
Guidemain (Gudemain)
.i. [ḟ]uatha ⁊ morrignæ. |
Guidemain. Spettri e dee guerriere [morrignæ]. |
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797 |
Lugnasad .i.
cluiche no œnach is do is ainm násad .i. aurtach no cluiche Loga maic Ethne (no
Ethlend) nofertha lais um thaide fogamair (in gach bliadhain im thoidecht
Lugnasad). |
Lúgnasad. Giochi e fiere, come dice la
parola nasad, ovvero la competizione atletica di
Lúg figlio di
Ethné (o
Ethlenn), da lui celebrata ogni anno, per
Lúgnasad, all'inizio dell'autunno. |
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897 |
Manandan Mac Lir
.i. cennaige amra bói aninis Manand. ise luam as deach boi aniarthar Eorpa.
noḟindad tre nemgnacht (.i. tris deicsingne in nime, .i. ind æoir) inoiret
nobíd insoinind ⁊ in do[i]nind ⁊ intan nosclæchlóbad cechtar don dá résin. inde
Scoti et Brittones eum deum vocaverunt maris. et inde filium maris esse dixerunt
(is aire sin dogairdis Scoitice ⁊ Brethnaig dee in mara de ⁊ adeirdis corba mac
don muir he) .i. mac lir mac mara. et de nomine Manandan Inis Manand dictus est
(⁊ is uaide aderar Inis Manand). |
Manannán mac Lir. Un famoso mercante
dell'isola di Man. Era il miglior pilota dell'Europa occidentale. Attraverso la
sua conoscenza del cielo, capiva da quale direzione giungevano il bello e il
cattivo tempo, e anche quando l'uno o l'altro sarebbero cambiati. Per questo,
gli Scoti e i Britanni lo invocavano quale dio del mare. E pure dissero che
fosse figlio del mare: mac lir vuol dire infatti «figlio del mare». Dal
nome di Manannán è stata
chiamata Inis Manann, l'isola di Man. |
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966 |
Neith (Neid) .i.
dia catha la géntib Gædel. Nemon .i. uxor illius (.i. a ben sin). |
Nét. Dio della guerra dei Gaeli pagani.
Némain era sua moglie. |
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1101 |
Ruadroḟessa .i. nomen
in Dágdha. |
Ruad Roḟessa. Nome del
Dagda. |
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1163 |
Scuit .i. aScota.
ingen Foraind ríg Egipte. |
Scoti, da
Scota, figlia del Faraone, re d'Egitto. |
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1208 |
Tethra .i. (ainm) rí
Fomóire. inde dicitur isin Imacallaim .i. iter triuna Tethrach. |
Tethra. Nome del re dei
Fomóire, dal quale si dice, nell'Immacallaim in dá thuarad: iter triunu Tethrach,
«tra le possenti schiere di Tethra». |
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NOTE
Ana ―
Il nome di questa dea è attestata nel Sanas
come Ana o
Anu. È probabilmente l'esito celtico insulare di una dea indoeuropea
dell'abbondanza, rappresentata a Roma da Anna Perenna
(cfr. latino anna «madre nutrice»), ma testimoniata addirittura in
India, dove compare come Annapurṇa (cfr. sanscrito
anna «cibo»). Le due colline gemelle, chiamate in irlandese Dá chích
nÁnann (in ortografia moderna Dá chíoche hÁnann), i «due seni di
Ana», si
trovano a sud-est di Killarney, nel distretto di Luachair Deaghaidh (Co. Kerry),
Munster: Alte poco meno di settecento metri, presentano un caratteristico
profilo che suggerisce la curva dei seni di una donna supina. Gli interpreti,
incoraggiati da un ipercorrettismo di Seathrún Céitinn (Geoffrey Keating), che
chiama le colline Dá chích Dhánann (Foras feasa ar Éirinn), hanno voluto identificarla con l'ipotetica dea
*Danu da cui avrebbero preso il nome le
Túatha Dé Danann. Difficoltà
fonetiche rendono difficile tale identificazione ①. Curiosamente, il
Lebor Gabála Érenn [62], che chiama
Ánann la dea i cui seni sono rappresentati
dalle colline, la identifica con la
Mórrígan. ― John O'Donovan e Whitley Stokes fanno notare che la relazione
etimologica tra i concetti di divinità e di ricchezza è attestata presso diverse
culture: in latino con il gruppo deus, divus e dives; o in
russo con la relazione tra bogŭ «dio» e bogatŭ «ricco»
(O'Donovan ~ Stokes 1868). ― La versione lunga
riporta, invece di ut fabulaverunt, la lezione ut fabula fertur,
subito seguita dall'immediata traduzione in irlandese: amail aderait ina scelaide.
Beltain
― Una delle quattro grandi festività annuali dell'Irlanda celtica: Beltain
aveva luogo, con i suoi fuochi, il 1° maggio. Per maggiori informazioni, si veda
il saggio segnalato ②.
Brátchae
― Così si chiamava il «giudice» o breithem (irlandese moderno
breitheamh, angloirlandese brehon) eletto ad amministrare le leggi in
un dato territorio durante un interregno.
Brígit
― L'etimologia qui fornita (da breoagit, breoṡaigit «freccia
ardente») è insostenibile. Più giustificata l'affermazione che
Brígit derivasse il suo nome dal suo
«alto e nobile patronato». Il nome della dea significa infatti «alta, nobile,
eminente», probabilmente da una radice proto-celtica *brīgō- (cfr.
irlandese bríg e gallese bri «dignità, onore»). ③
Dian Cécht
― Dían Cécht era il guaritore dei
Túatha Dé Danann, in grado
di curare anche i feriti più gravi (a patto che non avessero staccata la testa o
spezzata la colonna vertebrale) e addirittura riportare in vita i morti. Cormac
applica una pseudo-etimologia, interpretando il suo nome come «dio della
potenza». A parziale giustificazione, riporta un verso di Nédé mac Adnai, un
bardo accecato da una scheggia di pietra (Stokes 1862),
il quale compie un gioco di parole tra cecht-som «sono dominato» e
caech-som «sono cieco»: è proprio a questo tipo di «domino» o «potenza» che
farebbe riferimento – secondo Cormac – il nome di
Dían Cécht.
Emain
― Ci s riferisce qui alla leggenda di Macha Mongruad,
moglie del re supremo Cimbaeth (V o VI secolo
a.C.). Secondo la leggenda, cinque fratelli ordirono un complotto contro di lei,
ma Macha li sedusse uno a uno, li fece prigionieri
e, tracciato con la spilla d'oro il perimetro di una fortezza, li obbligò a
costruirla. Così sorse Emain Macha, residenza reale dell'Ulaid.
Gu[i]demain ― Il termine Gudemain/Guidemain,
a seconda delle lezioni fornite nei manoscritti, sembra significare «falso
dèmone», da gó/gúa «falso» e demain/demuin, nominativo plurale di
demon «demone». È curiosa la definizione che viene data della voce:
[ḟ]uatha ⁊ morrignæ, dove la prima parola viene tradotta con «forme» (O'Donovan ~ Stokes 1868), mentre la seconda è un
plurale del nome della dea Mórrígan.
Una glossa, tratta da un altro manoscritto, ci informa: «è
Macha, ovvero
Babd, oppure è la terza,
Mórrígan. Raccolto di
Macha sono le teste degli uomini uccisi»
[Machæ .i. badb no asi an tres morrigan, mesr[ad] machæ .i. cendæ doine
iarnanairlech].
Manannán mac
Lir ― Cormac propone qui, per il dio del mare Manannán mac Lir, un'interessante
lettura evemerista, facendone un abile marinaio dell'Isola di Man. Nella
redazione lunga del Sanas,
Manannán è detto il marinaio più
abile del mondo, non solo dell'Europa occidentale, e si aggiunge che il suo
infallibile intuito meteorologico dipendeva dal fatto che
Manannán osservava «il volto del
cielo, cioè la bassa atmosfera» [.i. tris deicsin gne in nime, .i. ind æoir].
― Si noti che la relazione lunga traduce le frasi latine in irlandese.
Nét ―
Presente nei manoscritti nelle lezioni Néith, Neid. Si tratta di
Nét, un antico dio celtico che compare, nei
testi irlandesi, come un antico capo dei
Fomóire. La sua sposa, riportata
qui nella forma Nemon, corrisponde probabilmente a
Némain, una delle dee della guerra
irlandesi.
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Bibliografia
- KUNO Meyer. Sanas Cormaic. In «Anecdota
from Irish Manuscripts», 4 . 1912.
- O'DONOVAN John ~ STOKES Whitley [cura e traduzione].
Cormac's Glossary. Irish Archæological & Celtic Society, Calcutta
1868.
- STOKES Whitley [cura]: Three Irish Glossaries:
Cormac's Glossary, O'Davoren's Glossary and a Glossary to the Calendar of Oengus
the Culdee. Williams and Norgate, Edimburgo 1862.
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BIBLIOGRAFIA ► |
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Intersezione: Sezioni -
Alianora
Sezione: Fonti -
Nabū-kudurri-uṣur
Area: Celtica -
Óengus Óc |
Ricerche e testi di Dario Giansanti. |
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Creazione pagina: 15.11.2003
Ultima modifica:
21.02.2014 |
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