ETIMOLOGIA Þrymheimr, toponimo.
«Casa
del frastuono».
- Þrym- | Radice del sostantivo maschile þrymr, «fracasso,
baccano, frastuono», anche usato nel lessico poetico come metafora per
«battaglia». Come aggettivo, þrymr sembra voglia dire «glorioso» (cfr.
anglosassone þrym «glorioso»). Anche nome del gigante Þrymr, protagonista della
Þrymskvíða, celebre poema eddico nel quale
si narra del furto del martello di Þórr.
①
- heimr | Sostantivo maschile heimr, «casa, patria, mondo».
Deriva da un protogermanico *haimaz. Cfr. antico alto tedesco haim > tedesco
Heim «casa» ed Heimat «patria»; olandese heem «casa»; anglosassone
hām >
inglese home «casa»; norreno heimr > danese e norvegese hjem
«casa», svedese hem
«casa». È lo stesso elemento che caratterizza i nomi di alcuni dei nove mondi
della cosmologia norrena: Ásaheimr,
Álfheimr. Niflheimr,
Jǫtunheimr, Múspellsheimr,
etc.
Si noti che il manoscritto del Codex Uppsaliensis [U] riporta
la lezione Þrvþheimr, cioè Þrúðheimr,
confondendo la fortezza di Þjazi con quella di
Þórr (Grímnismál
[4]).
|
LETTERATURA Della fortezza di Þrymheimr tratta innanzitutto il
Grímnismál. Essa era un tempo la dimora
del possente gigante Þjazi ma, una volta ereditata
dalla figlia
Skaði, essa ha cessato di essere dominio dei giganti
ed è venuta ad essere
il sesto dei dodici – in realtà tredici – regni celesti che compongono il mondo degli
Æsir:
Þrymheimr heitir enn
sétti,
er Þjazi bjó,
sá inn ámátki jǫtunn;
en nú Skaði byggvir,
skír brúðr goða,
fornar tóptir fǫður. |
Þrymheimr
si chiama la sesta [dimora]
dove Þjazi
viveva,
quel detestabile gigante.
Ora
Skaði
risiede,
pura sposa degli dèi,
nell'antica dimora del padre. |
Ljóða Edda
>
Grímnismál [11] |
La leggenda legata a questa fortezza è narrata da Snorri nello
Skáldskaparmál.
Il gigante Þjazi, trasformatosi in aquila, aveva
rapito la dea Iðunn e, trasformatosi in aquila,
l'aveva condotta nella sua fortezza di Þrymheimr. Questa si trovava nello
Jǫtunheimr, il mondo dei giganti, come fa capire
Þjóðólfr ór Hvíni nel suo poema Haustlǫng,
«lungo come un autunno»:
Urðut brattra barða
byggvendr at þat hryggvir;
þá vas Ið með jǫtnum
unnr nýkomin sunnan; |
Non fu certo un momento di tristezza
per gli abitanti delle rupi ripide
l'arrivo, dalle vie del mezzogiorno,
di
Iðunn nel paese dei giganti... |
Þjóðólfr ór Hvíni:
Haustlǫng [9] |
Il ratto di Iðunn era stato compiuto con la forzata
complicità di Loki, il quale era stato poi costretto
dagli Æsir a partire alla ricerca della dea.
Trasformatosi in falco, il dio si era recato in volo nello
Jǫtunheimr, il mondo dei giganti e pare di capire
avesse cercato per molti giorni prima di localizzare Þrymheimr:
Ok er hann fær valshaminn, flýgr
hann norðr í Jǫtunheima ok kemr einn dag til Þjaza jǫtuns. Var
hann róinn á sæ, en Iðunn var ein heima. Brá Loki henni í hnotarlíki ok hafði í
klóm sér ok flýgr sem mest. |
Quando si fu travestito da falco, [Loki]
volò a nord verso Jǫtunheimr e giunse
un giorno presso il gigante Þjazi. Questi
navigava in mare, mentre Iðunn era a
casa. Loki la trasformò in noce, la afferrò
coi suoi artigli e volò via più veloce che poté. |
Snorri
Sturluson: Prose Edda >
Skáldskaparmál [3] |
In forma di falco, Loki aveva precipitosamente
ricondotto Iðunn nel mondo degli dèi. Ma
Þjazi, a sua volta trasformato in aquila, lo aveva
inseguito fin oltre le mura dell'Ásgarðr. Il gigante
era stato ucciso dagli Æsir, i quali avevano poi
dovuto riconciliarsi con sua figlia
Skaði, sopraggiunta a vendicarlo. Fortunatamente,
Skaði aveva acconsentito a una pacifica
riconciliazione e aveva preso per marito il dio Njǫrðr.
Il matrimonio tra i due, però, non era stato dei più felici. Njǫrðr
amava il mare, quanto
Skaði le montagne. Racconta Snorri:
Njǫrðr á þá konu er Skaði
heitir, dóttir Þjaza jǫtuns. Skaði
vill hafa bústað þann er átt hafði
faðir hennar, þat er á fjǫllum
nǫkkvorum þar sem heitir Þrymheimr,
en Njǫrðr vill vera nær sæ. Þau
sættusk á þat at þau skyldu vera
níu vetr í Þrymheimi, en þá aðra
níu at Nóatúnum. |
Njǫrðr ha in moglie quella donna
chiamata Skaði, figlia del gigante
Þjazi.
Skaði vuole [abitare] nella dimora che ha
ricevuto [in eredità]
da suo padre, che si trova fra certe montagne nel posto chiamato Þrymheimr, ma
Njǫrðr vuole stare vicino al mare. Essi stabilirono che sarebbero stati per
nove notti a Þrimheimr e altre nove in Nóatún. |
Snorri
Sturluson: Prose Edda >
Gylfaginning [23] |
Tuttavia,
Skaði,
mal sopportava il mare e il garrire dai gabbiani,
Njǫrðr era orripilato dal clima aspro
dei monti e, una volta tornato a casa, così si lamentò del suo soggiorno a Þrimheimr:
Leið erumk fjǫll,
varka ek lengi á:
nætr einar níu.
Úlfa þytr
mér þótti illr vera
hjá sǫngvi svana. |
Sgraditi mi sono i monti
non vi rimasi a lungo:
nove sole notti.
L'ululato dei lupi
soave non mi parve
come il canto dei cigni |
Ljóða Edda [fragmenta]
> II [1] =
Gylfaginning {33} |
Fu così che i due si separarono e tornarono
ciascuno nella propria dimora. Snorri aggiunge:
Þá fór Skaði upp á fjallit ok
bygði í Þrymheimi, ok ferr hon
mjǫk á skíðum ok með boga ok skýtr
dýr. |
In seguito Skaði tornò sui monti, abitò
in Þrymheimr e per la maggior parte del tempo va sugli sci e abbatte le
fiere. |
Snorri
Sturluson: Prose Edda >
Gylfaginning [23] |
E cita quindi la strofa summenzionata del
Grímnismál.
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