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MITI GERMANICI
Þrúðheimr | Þrúðvangar
ÞRÚÐHEIMR | ÞRÚÐVANGAR
Il regno di Þórr, dove si trova il palazzo Bilskírnir.

* * *

 
MITOLOGIA
MITI
  • È una terra celeste, sulla quale regna Þórr.
  • Vi sorge il maestoso palazzo Bilskírnir.
  • Þórr vi fa ritorno dai suoi viaggi e dalle sue imprese.
FILOLOGIA
ORTOGRAFIA

  ORTOGRAFIA
NORMALIZZATA
LEZIONE DEI
MANOSCRITTI

MSS. E FONTI

Norreno Þrúþheimr → Þrúðheimr Þrvðheım[r]
Þrvðhæım[r]
[R]
[A]
Þrvðheím
Hrvdheim
[W]
[T]
Þrúþvangar → Þrúðvangar Þrvþvangar
Þrvðvangar
Þrvdvangar
Þrvangr
[Rs]
[W | Rs]
[T]
[U]
Þrúþvangr → Þrúðvangr   Ynglinga saga

ETIMOLOGIA

Þrúðheimr è «casa della forza». Þrúðvangar, «campi della forza».

  1. þrúð- | Entrambe le varianti del toponimo sono costruite sul raro sostantivo femminile þrúðr, che troviamo utilizzato in letteratura soltanto in pochi casi particolari: (α) come nome proprio femminile (Þrúðr è la figlia di Þórr e Sif, ma anche il nome di una valchiria) oppure come elemento in alcuni nomi composti, sempre femminili (Herþrúðr, Sígþrúðr, Jarþrúðr, Geirþrúðr [Gertrude], etc.); (β) in particolari nomi o termini composti che si riferiscono a Þórr, di cui Þrúðheimr e Þrúðvangar sono solo due esempi; ma sono attestati anche þrúðhamarr «possente martello» per riferirsi al Mjǫllnir (Lokasenna [57 | 59 | 61 | 63]), o þrúðvaldr góða «condottiero degli dèi» per riferirsi allo stesso Þórr (Hárbarðsljóð [9]).
    Detto questo, non è chiaro se i due usi di þrúðr si riferiscano o meno a una medesima radice. In effetti, la parola þrúðr, nel secondo significato, sembra corradicale con il sostantivo þróttr  «forza, possenza, valore». Ci vengono in aiuto alcuni termini gotici utilizzati da Ulfila nella sua traduzione della Bibbia: ad esempio, egli rende con þroþjan il greco gymnazō «esercitare, ammaestrare, affaticare» e con us-þroþeins il greco gymnasía «esercizio, lotta». Al riguardo, si può anche citare il verbo  norreno þreyta «affaticare, rendere esausti»
    Jacob e Wilhelm Grimm interpretavano þrúðr secondo il tedesco Drude «strega, incubo» (< medio alto tedesco trud(e) «strega, trollessa»). Questo termine, secondo i Grimm, i quali non spiegano il passaggio della vocale radicale [uː] > [u], derivava a sua volta da un antico alto tedesco trût, trûd, drûd, che in realtà aveva i significati di «amico, compagno, favorito», ma anche «servo» (Grimm 1838). Si noti che la medesima parola, giunta nelle lingue neolatine, avrebbe dato l'italiano drudo, il francese drut, il provenzale drutz «amico, caro, amato», con le equivalenti forme femminili. Nelle lingue germaniche, il termine, al femminile, sarebbe evidentemente passato dal senso di «amica, amante» all'idea di «maliarda», e quindi di «strega, incubo». Alternativamente, un essere malvagio avrebbe potuto essere stato chiamato con un nomignolo dolce per ragioni apotropaiche (un po' come le Erinni che venivano definite Eumenídes, le «benevole»). L'ipotesi di Grimm è oggi considerata dagli studiosi con molta prudenza.
    Anche in italiano, d'altronde, la parola ha in seguito assunto connotazioni dispregiative. Drudo, ma soprattutto druda, ha finito per significare «amante infedele». Analogo destino, nelle lingue celtiche: in gallese drud significa «amico, caro, favorito», ma anche «furioso, folle, possente»; in gaelico drúth ha finito con l'indicare una «donna folle, meretrice». Forse quest'ultimo termine è stato influenzato da un anglosassone trūð «attore buffone». C'è anche, naturalmente, la possibilità che i termini germanico e celtico siano solo degli omofoni.
     
  2. -heimr | In quanto alla seconda parte del nome, nella variante Þrúðheimr, il sostantivo maschile heimr è «casa, patria, mondo». Il termine deriva da un protogermanico *haimaz. Cfr. antico alto tedesco haim > tedesco Heim «casa» ed Heimat «patria»; olandese heem «casa»; anglosassone hām > inglese home «casa»; norreno heimr > danese e norvegese hjem «casa», svedese hem «casa». È lo stesso elemento che caratterizza i nomi di alcuni dei nove mondi della cosmologia norrena: Ásaheimr, Álfheimr. Niflheimr, Jǫtunheimr, Múspellsheimr, etc.

    -vang(a)r | Nella variante Þrúðvang(a)r, il sostantivo maschile vangr vuol dire «campo, giardino». Cfr. anglosassone wang/wong «campo, suolo» > inglese wong «campo» (termine obsoleto, sopravvissuto soltanto nei toponimi); antico sassone wang; antico alto tedesco -wang; danese vang, svedese vång (obsoleti). Ulfila rende con il gotico waggs il greco parádeisos «giardino, paradiso». Si noti che la Prose Edda riporta il termine al plurale, Þrúðvangar; nell'Ynglinga saga è invece al singolare, Þrúðvangr. Anche il Codex Uppsaliensis [U] dell'Edda sembra riportare una forma al singolare.
LETTURATURA

Il regno di Þórr è citato nelle fonti in due lezioni: Þrúðheimr (nella Ljóða Edda) e Þrúðvangar (nella Prose Edda).

Þrúðheimr
Þrúðvangar

 


Þrúðheimr

Di Þrúðheimr, «casa della forza», tratta innanzitutto il Grímnismál, dove introduce l'elenco dei dodici regni che compongono il mondo degli Æsir, di cui esso però funge da tredicesimo. Compare in una singola helming:

Land er heilagt
er ek liggja sé
ásom ok álfom nær;
en í Þrúðheimi
skal Þórr vera,
unz um rjúfaz regin. 
Sacra è la terra
ch'io stendersi vedo
agli Æsir e agli elfi vicina.
In Þrúðheimr
vi sarà Þórr
finché non crolleranno gli dèi.
Ljóða Edda > Grímnismál [4]

Nella tradizione evemeristica, narrata nel Formáli della Prose Edda, si sostiene l'esistenza di un Þórr pseudo-storico vissuto all'epoca della guerra di Troia; il suo regno di Þrúðheimr, in questo testo, viene identificato con la Tracia:

Einn konungr í Troju hét Munón eða Mennón. Hann átti dóttur hǫfuðkonungs Príami, sú hét Tróan. Þau áttu son, sá hét Trór, þann kǫllum [vér] Þór. [...]. Eignaði sér ríkit Trakía, þat kǫllum vér Þrúðheim. Un re di Troia era chiamato Munone o Memnone. Questi aveva sposato la figlia del re supremo Priamo, che si chiamava Tróan. Essi ebbero un figlio, che fu chiamato Trór, che noi chiamiamo Þórr. [...]. [Egli] prese nelle sue mani il regno di Tracia, che noi chiamiamo Þrúðheimr.
Snorri Sturluson: Prose Edda > Formáli [3]

Nel resto della Prose Edda, la lezione è Þrúðvangar.

Si noti che  il manoscritto del Codex Uppsaliensis [U], in Gylfaginning [23], riporta erroneamente Þrúðheimr in luogo di Þrymheimr, evidentemente confondendo la fortezza di Þjazi con quella di Þórr.

 


Þrúðvangar

Di  Þrúðvangar, i «campi della forza», si tratta perlopiù nella Prose Edda. Allorché Snorri ci presenta Þórr, non trascura di informarci di quali fossero il suo regno e la sua dimora, e dice:

 Hann á þar ríki er Þrúðvangar heita, en hǫll hans heitir Bilskirnir. Í þeim sal eru fimm hundrað gólfa ok fjórir tigir, þat er hús mest svá at menn hafa gert. Suo [di Þórr] è quel regno chiamato Þrúðvangar, e la sua hǫll si chiama Bilskírnir. In quella sala ci sono cinquecento e quaranta stanze. È la casa più grande che uomo conosca.
Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [21]

Þrúðvangar è citata altre due volte nella Prose Edda, come meta del ritorno i Þórr dalle sue imprese. Una volta, furibondo e appiedato, dopo l'avventura a Útgarðr (Gylfaginning [47]); la seconda, assai più malconcio e con un pezzo di cote conficcato in fronte, dopo il duello con Hrungnir (Skáldskaparmál [25]).

Al singolare, Þrúðvangr è citato come la residenza che l'Óðinn pseudostorico avrebbe concesso a Þórr, allorché gli Æsir si stabilirono in Svezia, nel resoconto evemeristico dell'Ynglinga saga:

Hann eignaðist þar lǫnd svá vítt sem hann lét heita Sigtúnir. Hann gaf bústaði hofgoðunum: Njǫrðr bjó í Nóatúnum, en Freyr at Uppsǫlum, Heimdallr at Himinbjǫrgum, Þórr á Þrúðvangi, Baldr á Breiðabliki; ǫllum fékk hann þeim góða bólstaði. [Óðinn] s'appropriò di un territorio molto vasto che chiamò Sigtúnir e diede dimora ai sacerdoti del tempio: Njǫrðr abitò a Nóatún, Freyr a Uppsalir, Heimdallr a Himinbjǫrg, Þórr a Þrúðvangr, Baldr a Breiðablik: a tutti elargì ottime dimore.
Snorri Sturluson: Ynglinga saga [5]

Nonostante questa scena si svolga in Svezia e citi località veramente esistenti (come Sigtuna o Uppsala) accanto ad altre del tutto mitologiche (Nóatún, Himinbjǫrg, Þrúðvangr, Breiðablik), queste ultime vengono semplicemente poste da Snorri in uno scenario geografico reale, ma senza alcun tentativo di identificazione con luoghi effettivi.

FONTI

Ljóða Edda > Grímnismál [4]
Snorri Sturluson: Prose Edda > Formáli [3]
Snorri Sturluson:
Prose Edda > Gylfaginning [21 | 47]
Snorri Sturluson: Prose Edda > Skáldskaparmál [25]
Snorri Sturluson: Ynglinga saga [5]

BIBLIOGRAFIA ►
RIFERIMENTI
IMMAGINI
       
Bilskírnir
© Óðindís
       
PAGINE
L'Ásgarðr - E le dimore del cielo

Creazione pagina: 01.01.2009
Ultima modifica: 01.06.2013

 
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