ETIMOLOGIA
Bilskirnir vuol dire «lampo di luce».
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bil- | Radice del sostantivo neutro bil, «istante, momento, battito di
ciglia», spesso utilizzato come primo elemento di composti poetici.
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-skirnir | Il sostantivo maschile skírnir vuol dire «bagliore, lucentezza», da un verbo
skírna «schiarire». In epoca cristiana, il femminile skírn è venuto ad
essere «battesimo». Skírnir, «bagliore», è anche il nome
del messaggero di Freyr.
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LETTERATURA Del palazzo chiamato Bilskírnir, il
Grímnismál afferma sia un enorme
edificio fornito di un numero spropositato di stanze. A parlare è
Óðinn, dissimulato sotto il falso nome di
Grímnir, il quale afferma che il palazzo
appartenga a suo figlio:
Fimm hundruð gólfa
ok um fjórom tøgom,
svá hýgg ek Bilskirnni
með bugom;
ranna þeira
er ek rept vita
míns veit ek mest magar. |
Cinquecento stanze
e ancora quaranta
credo vi siano in Bilskírnir, ricca d'archi;
di tutti gli edifici
che io sappia abbiano un tetto,
so che il
più grande è di mio figlio. |
Ljóða Edda
>
Grímnismál [24] |
Ora, la parola húndruð in norreno indicava originariamente il
«centinaio» di dodici decine e solo in epoca tarda venne usata per indicare il
«centinaio» di dieci decine. Dunque, se qui si intende l'húndruð uguale a
centoventi, le stanze di Bilskírnir non sono cinquecentoquaranta ma
seicentoquaranta. Comunque vadano i conti, la strofa
Grímnismál [24]
serve unicamente a creare un parallelismo
con la precedente,
Grímnismál
[23], dove il salone di
Valhǫll viene parimenti caratterizzato da
tante porte quante sono le stanze di Bilskírnir. Il palazzo, infine,
sembra essere ricco di «arcate», o comunque progettato con linee ricurve, se si
interpreta correttamente l'inciso með bugom, dove quest'ultima parola
indica qualunque tipo di concavità o sinuosità.
A quale dei suoi molti figli
Óðinn si riferisca, il
Grímnismál
non lo dice. È il solito Snorri, ancora una volta, a venire in nostro soccorso
chiarendo quanto il poema eddico aveva lasciato in sospeso. Il possessore di
Bilskírnir è
Þórr.
Hann á þar ríki er Þrúðvangar
heita, en hǫll hans heitir
Bilskirnir. Í þeim sal eru fimm hundrað gólfa ok fjórir tigir, þat er hús mest
svá at menn hafa gert. |
Suo [di Þórr] è quel regno chiamato
Þrúðvangar, e la sua hǫll si
chiama Bilskírnir. In quella sala ci sono cinquecento e quaranta stanze. È la
casa più grande che uomo conosca. |
Snorri
Sturluson: Prose Edda >
Gylfaginning [21] |
E cita quindi la strofa summenzionata del
Grímnismál.
Infine, nell'elenco delle kenningar
per Þórr, Snorri lo definisce tra l'altro
«padrone di Bilskírnir» [eigandi Bilskírnir].
Hvernig skal kenna
Þór? Svá at kalla hann [...] stýrandi ok eigandi Mjǫllnis ok megingjarða,
Bilskírnir... |
Quali sono le kenningar
per Þórr? Lo si può chiamare [...]
portatore e padrone di
Mjǫllnir, della cintura di potere e di
Bilskírnir... |
Snorri
Sturluson: Prose Edda >
Skáldskaparmál [11] |
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