LETTERATURA Il nome del Ván
compare nel novero
dei fiumi cosmici del
Grímnismál, tra quanti
sgorgano dalla sorgente di
Hvergelmir, alimentata dalle gocce che
colano dalle corna del cervo
Eikþyrnir, scendono nel mondo
degli uomini e di qui passano al regno dei morti.
Vína heitir enn,
ǫnnor Vegsvinn,
þriðja Þjóðnuma,
Nyt ok Nǫt,
Nǫnn ok Hrǫnn,
Slíð ok Hrið,
Sylgr ok Ylgr,
Víð ok Ván,
Vǫnd ok Strǫnd,
Gjǫll ok Leiptr,
þær falla gumnom nær,
en falla til heilar
heðan. |
Vína si chiama l'uno,
il secondo
Vegsvinn,
il terzo
Þjóðnuma,
Nýt
e
Nǫt,
Nǫnn
e
Hrǫnn,
Slíðr e
Hríð,
Sylgr
e Ylgr,
Víð e
Ván,
Vǫnd e
Strǫnd,
Gjǫll
e
Leiptr,
questi scendono presso gli uomini
e precipitano poi nel regno dei morti. |
Ljóða Edda
>
Grímnismál [28] |
Snorri, pur non nominando il Ván nel passo in
Gylfaginning [39], dove pure cita gran parte dei fiumi presenti nella lista del
Grímnismál [27-28],
torna a citare in seguito il fiume Vn, formato
dalla bava che scorre dalla bocca del lupo
Fenrir,
una volta incatenato.
Úlfrinn gapði ákafliga ok feksk um
mjǫk ok vildi bíta þá. Þeir skutu
í munn honum sverði nǫkkvoru. Nema
hjǫltin við neðra gómi, en efra
gómi blóðrefill. Þat er gómsparri
hans. Hann grenjar illiliga ok
slefa renn ór munni hans, þat er á
sú er Vn heitir. Þar liggr hann
til ragnarøkrs. |
Il lupo spalancava le fauci in modo
orribile, dava zampate tutt'attorno e
tentava di azzannarli. Gli Æsir
gli infilarono in bocca una certa spada, la cui elsa premeva sulla mascella e la
punta sul palato, che quindi divenne il suo morso. Da allora il lupo ulula
paurosamente e dalla sua bocca esce una bava che forma quel fiume chiamato
Vn. Egli resterà così fino al
Ragnarøkkr. |
Snorri
Sturluson:
Prose Edda
>
Gylfaginning [34] |
Non c'è dubbio che il Ván del poema eddico debba
essere identificato con il Vn snorriano (la
seconda ortografia è una forma arcaica del nome), nonostante
le due fonti riferiscano origini piuttosto diverse del corso
d'acqua, l'uno fuoriuscito dalla sorgente di
Hvergelmir,
l'altro formatosi dalla bava di
Fenrir. |