FILOLOGIA |
ORTOGRAFIA
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ETIMOLOGIA Il nome del dio è fornito, in tutte
le fonti, nella forma
Stribogŭ
[Стрибогъ],
tranne un manoscritto del
Se
pověsti vremjanĭnichŭ lětŭ,
che tramanda la lezione
Strobogŭ [Стробогъ]. Molte ipotesi sono state avanzate per spiegare
il nome del dio, ma nessuna ha convinto del tutto gli studiosi.
- stri- | Diverse ipotesi proposte per spiegare la prima parte del
nome:
(α) Forse da una radice
stri- (< *strigo) (cfr. greco rhîgos e latino frigus «freddo»)
(Pisani 1949),
che troverebbe una connessione nel lituano styrus
«rigido» (Jagić 1920 | Vasmer 1950-1958 | Bazzarelli 1991). Su questa
linea è stata anche proposta un'analogia con il norreno strykr «vento».
(β) Sicuramente infondata
l'etimologia proposta da Brückner, che propone qui una radice strib «saltare, danzare», da cui
la difficilmente motivabile interpretazione di
Stribogŭ quale dio della
primavera (Brückner
1918)
(γ) dallo slavo stĭrti
«spargere, dispensare», per la quale
Stribogŭ diverebbe un dio dispensatore di ricchezza, esattamente come
Dažĭbogŭ (Vyncke 1970 | Boyer 1981).
- -bogŭ
| Il sostantivo bogŭ è la parola slava per «dio». Deriva da una
radice indoeuropea *BʰAG- dal significato originale di «distribuire,
ripartire» (cfr. sanscrito bhaga «padrone, signore, elargitore», antico
persiano baġa «dio»; ma anche greco phageîn «mangiare»).
Tra le altre etimologie proposte, è interessante l'etimologia avanzata da Enrico Campanile, che proporrebbe una
derivazione di
Stribogŭ
da un iranico *Srībaġa «dio alto»
(Campanile 1994).
È stata anche avanzata
– lo aggiungiamo per curiosità – una discutibile derivazione da staryj bogŭ
«vecchio dio», giustificata dal fatto che le antiche forme cirilliche spesso
abbreviavano le parole non scrivendo le vocali.
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LETTURA
Stribogŭ è citato
soltanto in due fonti. È una
delle sei divinità appartenenti al «Canone di Volodimirŭ», i cui idoli,
cioè, erano stati innalzati dal gran principe Volodimirŭ
sulla collina di Boričevŭ in Kievŭ, come
riportato nel
Se pověsti vremjanĭnichŭ lětŭ,
o «Cronaca degli anni passati»:
И нача княжити Володимеръ въ
Киевѣ
единъ, и постави кумиры на холму внѣ
двора теремнаго: Перуна древяна, а главу его
сребрену, а усъ златъ, и Хърса, Дажьбога, и
Стрибога и Симарьгла, и Мокошь. |
I nača knjažiti Volodimerŭ vŭ Kievě edinŭ, i postavi
kumiry na cholmu vně dvora teremnago: Peruna drevjana, a glavu ego srebrenu, a
usŭ zlatŭ, i Chŭrsa, Dažĭboga, i Striboga i Simarĭgla, i Mokošĭ. |
E cominciò
a regnare Volodimirŭ
in Kievŭ, da solo, ed eresse simulacri sulla
collina che si trovava dietro il terem:
di
Perunŭ
in legno, con la testa d'argento e i baffi
d'oro, e di
Chŭrsŭ, di
Dažĭbogŭ, e di
Stribogŭ,
e di
Simarĭglŭ,
e di
Mokošĭ. |
Se pověsti vremjanĭnichŭ lětŭ [6488/980] |
Poi è citato
in un verso dello
Slovo o pŭlku Igorevě,
o «Cantare delle gesta di Igor'», dove si aggiunge un'informazione relativa ai venti:
Се
вѣтри, Стрибожи
внуци,
вѣютъ съ моря
стрелами на храбрыя полки Игоревы! |
Se větri, Striboži vnuci, vějutŭ sŭ morja strelami na
chrabryja polki Igorevy! |
Ecco i venti, nipoti di
Stribogŭ,
soffiano le frecce dal mare contro
la schiera valorosa di Igorĭ. |
Slovo o pŭlku Igorevě
[31] |
Vittore Pisani, che traduce
«ecco i venti, o nipoti di
Stribogŭ,
che soffiano le frecce dal mare...», nega quest'associazione di
Stribogŭ
ai venti e ritiene l'espressione virtualmente identica
al «nipoti di
Dažĭbogŭ»
come metafora per indicare il popolo russo, suggerendo un'identificazione tra
Stribogŭ e
Dažĭbogŭ. Lo studioso aggiunge tuttavia che tale identificazione potrebbe essere
stata fatta secondariamente, forse dal poeta stesso dello
Slovo o pŭlku Igorevě
(Pisani 1949). L'interpretazione di Pisani non è
accettata dalla maggior parte degli esegeti del poema. Se teniamo poi presente
che il
Se pověsti vremjanĭnichŭ lětŭ cita separatamente le due divinità nel
«Canone di Volodimirŭ»,
difficilmente si può accettare la reciproca identificazione di
Stribogŭ e
Dažĭbogŭ.
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FONTI
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BIBLIOGRAFIA
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