ETIMOLOGIA Þund, idronimo.
Forse
«rimbombante» o «tonante».
- Probabilmente da un termine paleo-norreno per «tuono», a sua volta
dall'antico germanico *þūnraz, sia sostantivo maschile indicante il
fenomeno atmosferico, sia denominazione del dio del tuono (cfr. antico alto
tedesco donar > tedesco Donner; antico frisone þuner;
medio olandese donre > olandese donder; antico inglese
þunor > inglese thunder; danese torden); in scandinavo,
persa la sillaba centrale, la radice si è conservata unicamente nel teonimo
Þórr (cfr. danese Thor, norvegese e svedese
Tor, islandese Þór). La -d finale nell'idronimo Þund
è analoga alla dentale epentetica sviluppata sia inglese che in
olandese, ma assente nelle altre lingue (Cleasby ~
Vigfússon 2000). La radice deriva a sua volta da un proto-indoeuropeo
*TON- (cfr. sanscrito tanyati, persiano
tondar, pašto taṇā; greco sténein, latino tonāre;
antico irlandese torand > torann, gallese taran; russo ston,
lituano stenéti; tra i teonimi, l'ḫittita
Tarḫunta e il gallico Taranis).
|
LETTERATURA Il nome
del
fiume Þund
compare in una delle più enigmatiche strofe del
Grímnismál.
Þýtr þund,
unir þjóðvitnis
fiskr flóði í;
árstraumr
þikkir ofmikill
valglaui at vaða. |
Il
Þund
rumoreggia,
nuota di «Þjóðvitnir
il pesce» nell'onda.
Il vortice
si mostra periglioso
al guado della
Valhǫll. |
Ljóða Edda
>
Grímnismál [21] |
Che il
Þund
sia un fiume sembra evidente dal contesto della strofa, e tale
interpretazione è accettata dalla maggior parte degli
studiosi. Si tratta probabilmente delle medesime correnti che i figli di
Múspell sono
costretti ad attraversare a nuoto se vogliono arrivare ad
Ásgarðr, una volta
infranto il ponte
Bifrǫst
(Fáfnismál [15]).
Questo fiume
Þund
è citato soltanto in un'altra
fonte, il Bergbúaþáttur,
un poema scaldico del XIII secolo, dove leggiamo:
Þytr var of Þundar Glitni. |
C'è del fragore nel Glitnir del Þund. |
Bergbúaþáttr [4] |
Questa strofa, ricorda Eysteinn Bjǫrnsson, viene convenzionalmente
intesa come «c'è del fragore
sulle montagne». Glitnir è la dimora dove il dio
Forseti promana i suoi
giudizi, e il «Glitnir
del Þund»
[Þundar Glitni]
viene interpretato come «la dimora del fiume», una kenning
per indicare le «montagne»,
anche se esistono altre interpretazioni. La
caratteristica principale del
Þund
sembra essere il fragore. Sia il
Grímnismál
che il Bergbúaþáttr
associano al fiume la medesima forma verbale
þýtr/þytr,
presente indicativo del verbo þjóta
«rumoreggiare». In norreno
questo verbo indicava indifferentemente l'ululato dei
lupi, il
sibilo del vento o lo scroscio delle onde, coprendo l'intero
spettro uditivo. Il nome stesso del
fiume, Þund, è
legato alla radice germanica per «tuono» (cfr. inglese
thunder). Eysteinn
ritiene che il Þund sia ipostasi dell'atmosfera stessa, percorsa dal turbine del
vento e rimbombante del fragore dei tuoni.
(Björnsson 2000)
|