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Cormac mac Culennáin

SANAS CORMAIC
IL GLOSSARIO DI CORMAC
Titolo
Medio irlandese:
Irlandese moderno:
  Sanas Cormaic
Sanas Chormaic
Autore Cormac mac Culennáin > Cormac mac Cuileannáin († 908)
Genere Glossario
Lingua Medio irlandese, latino
Epoca
Composizione:
Redazioni:
  Fine IX secolo
IX-XIV secc.
Manoscritti
Baile Átha Cliath, Acadamh Ríoga na hÉireann / RIA
Baile Átha Cliath, Coláiste na Tríonóide / Trinity College
Baile Átha Cliath, Coláiste na Tríonóide / Trinity College
Baile Átha Cliath, Coláiste na Tríonóide / Trinity College
Baile Átha Cliath, Acadamh Ríoga na hÉireann / RIA
Oxford, Bodleian Library
Baile Átha Cliath, Coláiste Ollscoile / University College
  Lebor Brecc, ms. 23.P.16, pp. 263-272
Lebor buide Lecáin, ms. H.2.16 olim1318, coll. 3-87
Ms. H.2.15 olim N° 1317, pp. 13-39 e 77-10
Lebor Laignech, ms. H.2.18 olim1339, pp. 179a-179b
Lebor Úa Maine, ms. D.II.1 olim1225, pp. 177a-184a
Ms. Laud 610, ff. 79-84.
Franciscan (Killiney), ms A.12, pp. 1-40
Cormac mac Culennáin
SANAS CORMAIC
IL GLOSSARIO DI CORMAC
Il Glossario di Cormac

Attribuito al filí Cormac mac Culennáin (> Cuileannáin), singolare figura di letterato, ecclesiastico e re ibernico dell'Alto Medioevo, il Sanas Cormaic è un glossario di parole irlandesi, molte delle quali arcaiche ed entrate in disuso. Le definizioni sono più o meno elaborate, consistendo a volte in semplici sinonimi, in un misto di irlandese e latino. A volte vengono riportati passi letterari dove i termini sono citati in contesti appropriati. Alcune voci compendiano notizie intorno alle divinità pagane dei Gaeli, talora indicando l'evoluzione delle figure. In molti casi vengono fornite le «etimologie» delle varie parole, perlopiù scomposte secondo semplici assonanze, con il classico metodo pseudo-etimologico caro ai glossatori medievali. Il modello è nelle imponenti Etymologiæ di Isidorus Hispalensis (Isidoro di Siviglia, ±560-636).

Tutto questo fa del Sanas il più antico dizionario linguistico europea in una lingua extra-classica. Nella versione antica conteneva circa 700 voci. Ampliato nelle redazioni successive, il Sanas arrivò a contemplare poco più di 1300 voci, divenendo tra i testi più consultati e citati dagli studiosi irlandesi nel corso dei secoli.

Cormac mac Culennáin

Cormac mac Culennáin, fu senza alcun dubbio la figura di filí più interessante e controversa del suo tempo. Discendeva da un ramo minore del clan degli Eóganachta, i quali avevano dominato il Mumu tra l'VIII e il IX secolo. La vita di Cormac fu alquanto ricca di eventi. Se le narrazioni sul suo conto sono veritiere, aveva sposato Gormláith, figlia di Flánn Sinna, ard ríg di Ériu (♔ 847/848-916), ma in seguito aveva preso i voti di celibato, divenendo abate a Caisil (Cashel, Contea di South Tipperary). Di sicuro era già vescovo quando venne eletto re del Mumu, mantenendo entrambe le cariche.

Eletto re provinciale, Cormac era succeduto a Finguine Cenn nGécan mac Loégairi (♔ 895-902), ucciso nelle lotte intestine tra i vari rami degli Eóganachta. Gli Annála Inis Faithleann annunciano la sua ascesa al trono definendolo «nobile vescovo e celibatario». Per quanto i suoi sette anni di regno sul Múmu vengano ricordati nelle cronache locali come un periodo tranquillo e prospero, la politica di Cormac era tutta rivolta a restaurare il potere dei re del Múmu nei confronti dei vicini sovrani del Laigin, ed è probabile che egli mirasse al titolo di ard ríg. È del 907 la campagna nel Connacht e nel Míde, dove Cormac  sconfisse suo suocero, l'ard ríg Flánn Sinna. Spostandosi poi lungo il fiume Sínnan (Shannon), ordinò di prendere il monastero di Cluan Mic Nóis (Clonmacnoise).

L'anno successivo, su iniziativa dell'ambizioso Flaithbertach mac Inmainén, abate di Inis Cathaig (Scattery Island), Cormac mosse contro il Laigin, il cui sovrano Cerball mac Muirecáin († 909) era figlio adottivo e alleato di Flánn Sinna. Ma nella battaglia di Cath Belach Mugna, il 13 settembre 908, gli uomini del Múmu vennero sbaragliati; Cormac cadde da cavallo e si spezzò il collo. Il cadavere venne poi decapitato; la testa portata a re Flánn. Dopo la morte di Cormac, la provincia rimase cinque anni senza un sovrano, infine fu eletto Flaithbertach mac Inmainén (♔ 914-922).

Nonostante i dettagli assai poco edificanti della sua biografia, dopo la morte, Cormac venne ricordato come uomo dedito allo studio e alla preghiera. «Erudito in irlandese e in latino, puro e pio vescovo, miracoloso in castità e in preghiera, saggio nel governo e in tutte le scienze e dottrine, sapiente nella poesia e nello studio, elevato nella carità e in ogni virtù, saggio nell'insegnamento, e insieme re delle due parti del Múmu» lo incensano gli Annali fragmentari d'Irlanda [FA 432]. Nell'XI secolo, Cormac era ormai considerato un santo e si parlava di miracoli avvenuti in presenza delle sue reliquie.

Tra le opere letterarie a lui ascritte, oltre al Sanas Cormaic, la tradizione gli attribuisce anche il Saltáir Chaisil, «Salterio di Caisil», una raccolta di testi che esisteva ancora nel XVII secolo (Seathrún Céitinn ne cita dei passi nel suo Foras feasa ar Éirinn), sebbene oggi sia andata perduta. In questo sembra fosse contenuto, oltre allo stesso Sanas, anche il Lebor na gCert, il «Libro dei diritti», un codice primitivo, misto di prosa e verso, relativo ai privilegi, ai tributi e ai geissa dei re di Ériu.

La vedova di Cormac, Gormláith ingen Ḟláinn, poi divenuta moglie di Cerball mac Muirecáin, re del Laigin, e infine di Niall Glúndub, ard ríg di Ériu (♔ 916-919), compose a sua volta soavi elegie, che però dedicò al figlio e ai suoi due ultimi mariti.

Redazioni e manoscritti

Il Sanas Cormaic è stato tramandato, in tutto o in parte, in almeno sette manoscritti. Originariamente era forse incluso nel Saltáir Chaisil, opera perduta che si pensa contenesse materiale genealogico ed eziologico legato al Múmu/Munster. Il Sanas ci è arrivato in due versioni principali. La versione antica, più breve, rappresentata soprattutto dal Lebor Brecc, è stata utilizzata da Whitley Stokes per la sua ormai classica edizione e traduzione (Stokes 1862 | O'Donovan ~ Stokes 1868). La versione recente, più lunga, rappresentata principalmente dal Lebor buide Lecáin, è stata edita da Kuno Meyer (Meyer 1912).

Questi i manoscritti. La lettera tra parentesi è quella fornita a suo tempo da William Stokes.

Versione breve

  • B (A) - Dublino, Royal Irish Academy / Acadamh Ríoga na hÉireann. Lebor Brecc, RIA ms. 23.P.16 (inizio XV sec.), pp. 263-272.
  • L (F) - Dublino, Trinity College / Coláiste na Tríonóid. Lebor Laignech, TCD ms. H.2.18 olim 1339 (±1160), pp. 179a-179b (frammento corrispondente a Y 1224-1234 e 1268-1752).
  • La (G) - Oxford, Bodleian Library. Ms. Laud 610, ff. 79R-84V (frammento corrispondente a Y 756-1224).
  • M - Dublino, Royal Irish Academy / Acadamh Ríoga na hÉireann. Lebor Úa Maine, RIA ms. D.ii.1 olim 1225 (fine XIV sec.); pp. 177a-184a (solo parte iniziale, corrispondente a Y 1-1224).

Versione lunga

  • Y (B) - Dublino, Trinity College / Coláiste na Tríonóide. Lebor buide Lecáin, TCD ms. H.2.16 olim 1318 (inizio XV sec.), colonne 3-87 (pp. 255a-283a nell'edizione facsimile).
  • H¹a (C) - Dublino, Trinity College / Coláiste na Tríonóide. TCD ms. H.2.15 olim 317 (XVII sec.), pp. 13-39.
  • H¹b (C) - Dublino, Trinity College / Coláiste na Tríonóide. TCD ms. H.2.15 olim 1317 (XVII sec.), pp. 77-10.
  • K - Dublino, University College / An Coláiste Ollscoile. Franciscan (Killiney), ms. A.12, pp. 1-40.

Le edizioni diplomatiche della versione breve e della versione lunga sono state pubblicate in rete, rispettivamente nell'ambito del progetto Thesaurus Linguæ Hybernicæ, curato dall'University College di Dublino, e dall'Early Irish Glossaries Database, curato dal Dipartimento di Anglosassone, Nordico e Celtico dell'Università di Cambridge.

Cormac mac Culennáin
SANAS CORMAIC
IL GLOSSARIO DI CORMAC

NB. La traduzione qui presentata è una piccola scelta del materiale del Sanas Cormaic, privilegiando le voci di interesse mitologico. Il testo è tratto dalla versione breve, nell'edizione Stokes; gli inserti tra parentesi tonde indicano variazioni significative provenienti dalle altre redazioni; tra parentesi quadre sono state aggiunte dall'editore. A sinistra, il numero progressivo della voce nella versione lunga.

       
31

Ana .i. mater deorum hibernensium. robumaith din rosbiathadsi na dee (deos. de cujus nomine anæ dicitur .i. ímbed ⁊ de) cujus nomine da cich nAnainne iar Luachair nominantur ut fabulaverunt (ut fabula fertur .i. amail aderait ina scelaide).

Ana. Madre degli dèi irlandesi. Fu la nutrice degli dèi, dal cui nome viene la parola anæ, «abbondanza»; da lei hanno preso nome le Dá chích nÁnann, i «due seni di Ana», ad ovest di Luachair, come si narra.

122 Belltaine .i. bil tene .i. tene ṡoinmech .i. dáthene dognítis druidhe triathaircedlu (no cotinchetlaib) móraib combertis nacethrai arthedmannaib cacha bliadna cusnaténdtibsin [l]eictis nacethra etarru. Beltain. Bil tene, cioè il «fuoco propizio»: i due fuochi che i druidi utilizzavano per praticare i loro grandi incantesimi; ogni anno, portavano tra questi fuochi le mandrie, per salvaguardarle dalle malattie.
144 Bráthchæi .i. brethcheo ǽi. aliter quod est verius .i. Cǽi Cænbrethach dalta Feniusa F[arsad]. ise indescipulsin rosiacht mec Israheil frifóglaimm nÆbhra. ⁊ ise babretheam laloinges mac Milid. isaire asberair Cæi Cænbrethach de fobith itbretha rechta nosberead. ⁊ isaire atimdha isinbelra. nachtan bíther canríg isnatuathaib isbráthchǽi fogniad forru frihurradus. diambe imorro rig isrechtge són amail asmaith lais. Bráthcae. Da brethcheo ǽi. O più verosimilmente, da Cáei Caenbrethach, allievo di Feinius Farsaid. Questi era il discepolo che andò dai figli di Israele a imparare l'Ebraico e fu il breithem all'espulsione dei Clanna Míled. Fu chiamato Caenbrethach, «giudice mite», perché condannò secondo le leggi, e di ciò ci sono molti esempi nella nostra lingua. Ogni volta che manca un re in un territorio, un bráthcae amministra le leggi locali. Quando, però, c'è il re, egli ha il governo assoluto (?), così come gli pare.
150 Brigit .i. banḟile ingen inDagdai. iseiside Brigit baneceas, no be neicsi. .i. Brigit bandee noadradís filid. arba romor ⁊ baroán afrithgnam. isairesin ideo eam (deam) vocant poetarum hoc nomine cujus sorores erant Brigit be legis Brigit bé goibnechta .i. bandé .i. trihingena inDagdai insin. de quarum nominibus pene omnes Hibernenses dea Brigit vocabatur. Brigit din .i. breoaigit no breoṡaigit. Brígit. Poetessa, figlia del Dagda. Tale Brígit era una donna di sapienza, una vatessa. I filid la veneravano come una dea: eletto e nobile era ili patronato di Brígit, e per questo la dea dei poeti veniva invocata con il suo nome. Lei e le sue sorelle, Brígit la guaritrice e Brígit la forgiatrice, erano le tre figlie del Dagda, e dal loro nome gli Irlandesi chiamavano Brígit tutte le dee. Brígit deriva da breoagit, breoṡaigit «freccia ardente».
104 Búanand .i. muimme nafiann .i. be nAnand [ar] cosmaile diblínib. amail robu máthair dee indí Ánu sic Buanand erat máthair (quasi mater) na fian. Aliter Buanand am buan .i. is bón .i. dendi is bonum. amail dicitur genither buan o ambuan .i. maith o ulc. an and fil isinní is Buanand is mater is [ed fil] inni is Anu (Anann) .i. mater deorum. Buanand din .i. dáġmathair ocforcedul gaiscid donafianaib.
 
Búanann. Madre dei campioni, deriva da bé nAnann per via della reciproca somiglianza: come Ana è la madre degli dèi, così Búanann era madre dei fíanna. La radice buan è da bón, cioè bonus; si dice infatti genithir buan o ambuan, «il bene viene dal male». La desinenza -ann in Buanann significa invece «madre», ed è per questo che la troviamo nel nome Ana. Búanann è una buona madre che istruisce i fíanna nell'eccellenza delle armi .  
447 Diancecht .i. ainm doṡáid legis na hErenn .i. dia na cécht [.i.] na cumachta. cécht din ainm da cach cumachta. Diancécht .i. deus salutis (.i. slainte). Diancécht din dia nahícce ut (dixit) Néde mac Ádna .i. cechtsom derco aithsceinm ailcne .i. cumachtaigsim. ailnce (imorro) .i. scillec beac e romebaid don ailig corbean forasúilsium conidcæch. amrubhairt a chumachtu fair. non ut imperiti dicunt céchtsom .i. caechsom ⁊ araile. Dían Cécht. Il nome del saggio guaritore di Êriu viene da dia na-cecht, «dio della potenza»: la parola cecht indica qualsiasi potere. Dían Cécht è deus salutis (cioè della salute). Disse Nédé mac Ádnai: «ci siamo asserviti gli occhi con il rimbalzo di una pietra». Aiclne è la scheggia che schizzò via dalla roccia e lo colpì agli occhi, accecandolo. È questa la potenza di cui si parla qui. Sbagliano gli inesperti, quando affermano che cecht-som «sono asservito» derivi da caech-som «sono cieco».
503 Emain (Eamuin) .i. eomáin .i. eo rind ⁊ muin .i. bráige. eomuin din .i. rind iar (no tar) muin .i. delg. isamlaid adrimther tóraind inliss donṁnái. ombí inasuide (ic aisce abruit cororand uimpe imacuairt.) doben adealg asabrutt da thoraind impe báchuairt conadelg. issia iarom rosiacht indelg uathi sair forabeolu oldás diahessi imacuairt. isaire isclaen inliss. Emain. cioè eomuin, da eo «spillo» e muin «collo», cioè uno spillo dietro il collo, un fermaglio. Questo fu anche il perimetro della fortezza, tracciato dalla donna, quando, sedendo, si sfilò lo spillo dall'abito per misurare con quello il perimetro. Così facendo, ella si allontanò con il suo spillo verso est più di quanto non facesse tornando indietro. Per questo la fortezza è asimmetrica.
698 Guidemain (Gudemain) .i. [ḟ]uatha ⁊ morrignæ. Guidemain. Spettri e dee guerriere [morrignæ].
797 Lugnasad .i. cluiche no œnach is do is ainm násad .i. aurtach no cluiche Loga maic Ethne (no Ethlend) nofertha lais um thaide fogamair (in gach bliadhain im thoidecht Lugnasad). Lúgnasad. Giochi e fiere, come dice la parola nasad, ovvero la competizione atletica di Lúg figlio di Ethné (o Ethlenn), da lui celebrata ogni anno, per Lúgnasad, all'inizio dell'autunno.  
897 Manandan Mac Lir .i. cennaige amra bói aninis Manand. ise luam as deach boi aniarthar Eorpa. noḟindad tre nemgnacht (.i. tris deicsingne in nime, .i. ind æoir) inoiret nobíd insoinind ⁊ in do[i]nind ⁊ intan nosclæchlóbad cechtar don dá résin. inde Scoti et Brittones eum deum vocaverunt maris. et inde filium maris esse dixerunt (is aire sin dogairdis Scoitice ⁊ Brethnaig dee in mara de ⁊ adeirdis corba mac don muir he) .i. mac lir mac mara. et de nomine Manandan Inis Manand dictus est (⁊ is uaide aderar Inis Manand). Manannán mac Lir. Un famoso mercante dell'isola di Man. Era il miglior pilota dell'Europa occidentale. Attraverso la sua conoscenza del cielo, capiva da quale direzione giungevano il bello e il cattivo tempo, e anche quando l'uno o l'altro sarebbero cambiati. Per questo, gli Scoti e i Britanni lo invocavano quale dio del mare. E pure dissero che fosse figlio del mare: mac lir vuol dire infatti «figlio del mare». Dal nome di Manannán è stata chiamata Inis Manann, l'isola di Man.
966 Neith (Neid) .i. dia catha la géntib Gædel. Nemon .i. uxor illius (.i. a ben sin). Nét. Dio della guerra dei Gaeli pagani. Némain era sua moglie.
1101 Ruadroḟessa .i. nomen in Dágdha. Ruad Roḟessa. Nome del Dagda.  
1163 Scuit .i. aScota. ingen Foraind ríg Egipte. Scoti, da Scota, figlia del Faraone, re d'Egitto.  
1208 Tethra .i. (ainm) rí Fomóire. inde dicitur isin Imacallaim .i. iter triuna Tethrach. Tethra. Nome del re dei Fomóire, dal quale si dice, nell'Immacallaim in dá thuarad: iter triunu Tethrach, «tra le possenti schiere di Tethra».  
       

NOTE
 

Ana ― Il nome di questa dea è attestata nel Sanas come Ana o Anu. È probabilmente l'esito celtico insulare di una dea indoeuropea dell'abbondanza, rappresentata a Roma da Anna Perenna (cfr. latino anna «madre nutrice»), ma testimoniata addirittura in India, dove compare come Annapurṇa (cfr. sanscrito anna «cibo»). Le due colline gemelle, chiamate in irlandese Dá chích nÁnann (in ortografia moderna Dá chíoche hÁnann), i «due seni di Ana», si trovano a sud-est di Killarney, nel distretto di Luachair Deaghaidh (Co. Kerry), Munster: Alte poco meno di settecento metri, presentano un caratteristico profilo che suggerisce la curva dei seni di una donna supina. Gli interpreti, incoraggiati da un ipercorrettismo di Seathrún Céitinn (Geoffrey Keating), che chiama le colline Dá chích Dhánann (Foras feasa ar Éirinn), hanno voluto identificarla con l'ipotetica dea *Danu da cui avrebbero preso il nome le Túatha Dé Danann. Difficoltà fonetiche rendono difficile tale identificazione ①. Curiosamente, il Lebor Gabála Érenn [62], che chiama Ánann la dea i cui seni sono rappresentati dalle colline, la identifica con la Mórrígan. ― John O'Donovan e Whitley Stokes fanno notare che la relazione etimologica tra i concetti di divinità e di ricchezza è attestata presso diverse culture: in latino con il gruppo deus, divus e dives; o in russo con la relazione tra bogŭ «dio» e bogatŭ «ricco» (O'Donovan ~ Stokes 1868). ― La versione lunga riporta, invece di ut fabulaverunt, la lezione ut fabula fertur, subito seguita dall'immediata traduzione in irlandese: amail aderait ina scelaide.

Beltain ― Una delle quattro grandi festività annuali dell'Irlanda celtica: Beltain aveva luogo, con i suoi fuochi, il 1° maggio. Per maggiori informazioni, si veda il saggio segnalato ②.

Brátchae ― Così si chiamava il «giudice» o breithem (irlandese moderno breitheamh, angloirlandese brehon) eletto ad amministrare le leggi in un dato territorio durante un interregno.

Brígit ― L'etimologia qui fornita (da breoagit, breoṡaigit «freccia ardente») è insostenibile. Più giustificata l'affermazione che Brígit derivasse il suo nome dal suo «alto e nobile patronato». Il nome della dea significa infatti «alta, nobile, eminente», probabilmente da una radice proto-celtica *brīgō- (cfr. irlandese bríg e gallese bri «dignità, onore»). ③

Dian CéchtDían Cécht era il guaritore dei Túatha Dé Danann, in grado di curare anche i feriti più gravi (a patto che non avessero staccata la testa o spezzata la colonna vertebrale) e addirittura riportare in vita i morti. Cormac applica una pseudo-etimologia, interpretando il suo nome come «dio della potenza». A parziale giustificazione, riporta un verso di Nédé mac Adnai, un bardo accecato da una scheggia di pietra (Stokes 1862), il quale compie un gioco di parole tra cecht-som «sono dominato» e caech-som «sono cieco»: è proprio a questo tipo di «domino» o «potenza» che farebbe riferimento – secondo Cormac – il nome di Dían Cécht.

Emain ― Ci s riferisce qui alla leggenda di Macha Mongruad, moglie del re supremo Cimbaeth (V o VI secolo a.C.). Secondo la leggenda, cinque fratelli ordirono un complotto contro di lei, ma Macha li sedusse uno a uno, li fece prigionieri e, tracciato con la spilla d'oro il perimetro di una fortezza, li obbligò a costruirla. Così sorse Emain Macha, residenza reale dell'Ulaid.

Gu[i]demain ― Il termine Gudemain/Guidemain, a seconda delle lezioni fornite nei manoscritti, sembra significare «falso dèmone», da gó/gúa «falso» e demain/demuin, nominativo plurale di demon «demone». È curiosa la definizione che viene data della voce: [ḟ]uatha ⁊ morrignæ, dove la prima parola viene tradotta con «forme» (O'Donovan ~ Stokes 1868), mentre la seconda è un plurale del nome della dea Mórrígan. Una glossa, tratta da un altro manoscritto, ci informa: «è Macha, ovvero Babd, oppure è la terza, Mórrígan. Raccolto di Macha sono le teste degli uomini uccisi» [Machæ .i. badb no asi an tres morrigan, mesr[ad] machæ .i. cendæ doine iarnanairlech].

Manannán mac Lir ― Cormac propone qui, per il dio del mare Manannán mac Lir, un'interessante lettura evemerista, facendone un abile marinaio dell'Isola di Man. Nella redazione lunga del Sanas, Manannán è detto il marinaio più abile del mondo, non solo dell'Europa occidentale, e si aggiunge che il suo infallibile intuito meteorologico dipendeva dal fatto che Manannán osservava «il volto del cielo, cioè la bassa atmosfera» [.i. tris deicsin gne in nime, .i. ind æoir]. ― Si noti che la relazione lunga traduce le frasi latine in irlandese.

Nét ― Presente nei manoscritti nelle lezioni Néith, Neid. Si tratta di Nét, un antico dio celtico che compare, nei testi irlandesi, come un antico capo dei Fomóire. La sua sposa, riportata qui nella forma Nemon, corrisponde probabilmente a Némain, una delle dee della guerra irlandesi.

Bibliografia
  • KUNO Meyer. Sanas Cormaic. In «Anecdota from Irish Manuscripts», 4 . 1912.
  • O'DONOVAN John ~ STOKES Whitley [cura e traduzione]. Cormac's Glossary. Irish Archæological & Celtic Society, Calcutta 1868.
  • STOKES Whitley [cura]: Three Irish Glossaries: Cormac's Glossary, O'Davoren's Glossary and a Glossary to the Calendar of Oengus the Culdee. Williams and Norgate, Edimburgo 1862.
BIBLIOGRAFIA
Intersezione: Sezioni - Alianora
Sezione: Fonti - Nabū-kudurri-uṣur
Area: Celtica - Óengus Óc
Ricerche e testi di Dario Giansanti.
Creazione pagina: 15.11.2003
Ultima modifica: 21.02.2014
 
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