FILOLOGIA |
ORTOGRAFIA
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ETIMOLOGIA Si ritiene che il nome Trojanŭ
derivi, in ultima analisi, da quello dell'imperatore romano Marco Ulpio Nerva Traiano (R.
98-117), le cui campagne interessarono soprattutto la Dacia. La
sua immagine è rimasta nella memoria dei popoli del sud-est europeo come eroe
culturale, conquistatore e fondatore di città, strade e ponti, tanto che
il nome dell'imperatore è ancora ricordato in numerose leggende e canti popolari
in Serbia, Bulgaria e Romania, dove è conosciuto come Trăian o Troian.
Si ritiene, in tal caso, che il passaggio [a]
> [o] sia avvenuta in epoca remota, prima che gli Slavi cominciassero
la loro espansione nei Balcani (Magdearu 2002).
«Terra di
Trojanŭ» sarebbe dunque in questo caso la Russia sudoccidentale e la
Bessarabia, che conservano in molti toponimi il ricordo dell'imperatore romano.
Secondo un'altra ipotesi, il nome di Trojanŭ sarebbe da collegare
con il numero tre [tri]. Si tratterebbe dunque di un dio con tre teste o
facce. Trojanŭ,
in particolare, forse corrisponderebbe al dio Triglavŭ
adorato dagli Slavi dell'isola di Rügen (Bazzarelli 1991).
Renato Poggioli, nella sua resa del canto igoriano, traduce
ogni volta il nome
Trojanŭ con
l'aggettivo «troiano», giustificando la
traduzione con una pretesa confusione tra i Polovesiani, che erano di origine
turca, i Teucri
dell'epica omerica
(Poggioli 1954). Olžas
Sulejmenov ha invece eliminato completamente il nome di Trojanŭ
dallo Slovo o pŭlku Igorevě, in quanto
lo ritiene unacontrazione del toponimo Tmutorokanĭ (Sulejmenov 1975).
Ipotesi interessante ma troppo azzardata. |
LETTURA
Il nome Trojanŭ compare
per ben quattro volte nello
Slovo o
pŭlku Igorevě, o «Cantare delle gesta di Igor'», :
...Рища
въ тропу
Трояню чресъ поля на горы. Пѣти
было пЂснь
Игореви, того внуку... |
...Riščа vŭ tropu Trojanju črеsŭ polja nа gory. Pěti
bylo pěsnĭ Igorеvi, togo vnuku… |
...Percorrendo il sentiero di
Trojanŭ,
attraverso i campi e verso le
montagne, così, intoneresti questo
canto per suo nipote
Igorĭ... |
Slovo o pŭlku Igorevě
[10] |
Были вѣчи Трояни,
минула лѣта Ярославля,
были плъци Олговы, Ольга Святьславличя. |
Byli věči Trojani, minulа lětа Jaroslаvlja, byli
plŭci Olgovy, Olĭgа Svjatĭslаvličja. |
Sono lontani i tempi di
Trojanŭ,
lontani gli anni di Jaroslavŭ:
ci furono le imprese di Olegŭ,
di Olegŭ
figlio di Svjatoslavŭ.
|
Slovo o pŭlku Igorevě
[36] |
Въстала обида въ силахъ
Дажь-Божа внука, вступила дѣвою
на землю Трояню |
Vŭstаlа obidа vŭ silаchŭ Dаžĭ-Božа vnukа, vstupilа
děvoju nа zеmlju Trojanju. |
Perché la
sconfitta si è levata sulle le schiere del
nipote di
Dažĭbogŭ;
come una fanciulla è sorta sulla terra di
Trojanŭ... |
Slovo o pŭlku Igorevě
[48] |
На седьмомъ вѣцѣ
Трояни връже Всеславъ жребій о дЂвицю
себѣ любу... |
Nа sеdĭmomŭ věcě Trojani vrŭžе Vsеslаvŭ žrеbǐj o
děvicju sеbě ljubu... |
Nella settima età di
Trojanŭ, gettò
Vseslavŭ le sorti per la fanciulla
che tanto desiderava... |
Slovo o pŭlku Igorevě
[84] |
I contesti che rimandano a un tempo avvertito come un passato
ormai remoto, e sempre con un senso di nostalgia più o meno pronunciato:
«sentiero di Trojanŭ» [tropu Trojanju], «tempi di Trojanŭ» [věči Trojani], «terra di Trojanŭ» [zemlju Trojanju], «settima età di Trojanŭ» [sеdĭmomŭ
věcě Trojani].
Troviamo poi Trojanŭ citato poi nella Choždenie bogorodicy po mukam,
la «Discesa
della Vergine all'Inferno», un apocrifo russo del XII secolo,
in cui la Vergine Maria, testimone dei tormenti infernali, intercede presso Dio
per ottenere un periodo annuale di sospensione delle pene per i dannati. Qui, Trojanŭ è citato tra i falsi dèi,
causa della perdizione dei pagani, insieme a Chorsŭ,
Velesŭ e
Perunŭ,
Это те, кто не веровали в отца и сына и святого духа,
забыли бога и веровали в то, что сотворил нам бог для трудов наших, прозвав это
богами: солнце и месяц, землю и воду, и зверей и гадов; все это те люди сделали
из камней, — Траяна, Хорса, Велеса, Перуна в богов превратили, и были одержимы
злым бесом, и веровали, и до сих пор во мраке злом находятся, потому здесь так
мучаются |
Ėto te, kto ne verovali v otca i syna i svjatogo
ducha, zabyli boga i verovali v to, čto sotvoril nam bog dlja trudov našich,
prozvav ėto bogami: solnce i mesjac, zemlju i vodu, i zverej i gadov; vse ėto te
ljudi sdelali iz kamnej, — Trajana, Chorsa, Velesa, Peruna v bogov prevratili, i
byli oderžimy zlym besom, i verovali, i do sich por vo mrake zlom nachodjatsja,
potomu zdesĭ tak mučajutsja. |
Questi sono coloro che non credono nel Padre, nel Figlio
e nello Spirito Santo, hanno dimenticato Dio e non credono in ciò che Dio a
creato per noi, ed essi hanno chiamato dèi il sole e la luna, la terra e
l'acqua, gli animali e i rettili, più tutti quegli idoli di pietra,
Trojanŭ,
Chorsŭ,
Velesŭ e
Perunŭ,
ed essi adorarono come dèi questi dèmoni malvagi, e sono ancora nelle tenebre
del male, perché ancora credono in essi. |
Choždenie bogorodicy po mukam |
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FONTI
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BIBLIOGRAFIA
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