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NASCITA DI VÄINÄMÖINEN
Salutare il sole e la luna
Dopo essere rimasto settecento anni (nove vite di eroi) nel ventre materno, il vecchio vate Väinämöinen viene finalmente alla luce e, levandosi in piedi per la prima volta, saluta il sole e la luna.
► KALEVALA, TERRA DI CANTORI
Ilmatar
► La nascita di Väinämöinen
La quercia gigante
KALEVIPOEG, L'EROE D'ESTONIA
Indice
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SAGGI
Fonti
Bibliografia

1 - NASCITA DI VÄINÄMÖINEN

enerato dal vento e dalle onde, Väinämöinen giaceva rannicchiato nel seno di sua madre. Ilmatar aveva creato isole e scogli da riempire il mare, e la terra già si stendeva coperta di campi e di boschi, eppure ella non era ancora riuscita a dare alla luce quel figlio che le gonfiava il ventre da più di settecento anni. Väinämöinen era invecchiato nel ventre materno, ma non era ancora nato.

Nascita di Väinämöinen ( 1957)
Nikolaj M. Kočergin (1897-1974), Illustrazione.
MUSEO: [Kočergin. Ritratti carelo-finnici]►

Ancora per trenta anni, Ilmatar galleggiò sulle acque silenziose, cosparse di nebbie, e Väinämöinen si agitava sempre di più, smaniando ormai di uscire dal suo piccolo nascondiglio per poter vedere, finalmente, la luce del sole e della luna. Allora stringendo i pugni mormorò: — O voi, sole e luna, liberatemi da questo antro. Orsa Maggiore, spalanca queste strane porte, questi cancelli sconosciuti! Che io lasci questa dimora piccola e angusta e vada come uomo sulla terra, come uomo possa respirare l'aria viva, ammirare la luna in cielo e i raggi del sole, possa salutare l'Orsa e contemplare le stelle!

Ma poiché le sue preghiere non servivano a nulla, egli cominciò ad avvertire un'insofferenza sempre più viva e profonda. Esplorò allora cautamente il pertugio con l'anulare, lo forzò con le unghie e vi introdusse il piede sinistro. Quindi piegando il ginocchio, emerse dal suo buio antro e dopo un attimo eccolo tuffarsi nel mare infinito.

Per otto anni il vecchio neonato venne trascinato dai flutti, finché questi lo deposero nei pressi di un promontorio, prima propaggine di una terra desertica e desolata. Egli si arrampicò sulle rocce con le mani ed i ginocchi e finalmente si levò in piedi. Per la prima volta poté ammirare la luna e gioire dei raggi del sole, salutare l'Orsa e contemplare le stelle.

Così nacque il vecchio vate Väinämöinen, l'eterno cantore della terra di Kalevala.

Fonti

1-5

Elias Lönnrot: Kalevala [II: 281-344]

I - IL VECCHIO VATE VÄINÄMÖINEN

Väinämöinen ( 1956)
Mjud M. Mečev (1929-). Illustrazione.
MUSEO: [Mečev. Il Kalevala antiepico]►

Vaka vanha Väinämöinen è un verso ben conosciuto da tutti i ragazzi finlandesi che si avvicinano al grande poema nazionale, ed è un po' il leit-motif del Kalevala. Potremmo tradurlo, liberamente, ma rispettando l'allitterazione, «il vecchio vate Väinämöinen». La traduzione non è però agevole: se vanha è «vecchio», vaka è una parola disusata in finlandese moderno, forse da correlare a vakaa «fermo, saldo, attento».

Definire Väinämöinen un cantore vuol dire muoversi soltanto ai bordi di questa figura complessa e potente. Väinämöinen è il depositario della sapienza delle cose primordiali. Nato vecchio all'inizio del mondo, egli conosce i nomi e le origini di tutte le cose, su cui può esercitare il potere tramite il suo canto. Significativamente, il poema si apre con la sua nascita e si chiude con la sua partenza, allorché la vergine Marjatta partorisce il figlio meraviglioso destinato a inaugurare una nuova età del mondo. Väinämöinen è dunque anche il signore dell'antica età, il testimone e l'anima dei tempi eroici. Più volte nel Kalevala ci si lamenta che i tempi odierni non hanno la grandezza e di quelli antichi e che la sapienza a cui aveva accesso Väinämöinen.

La madre di Väinämöinen è la stessa Ilmatar e sembra di capire che il vecchio Väinö sia stato uno dei primi uomini (se non il primo in assoluto) a camminare sulla terra. Ma naturalmente questo secondo il Kalevala messo insieme dal Lönnrot: come abbiamo osservato nel capitolo precedente è probabile che nelle versioni più antiche del mito finnico la gravidanza di Ilmatar avesse un significato affatto diverso. Il personaggio del «vecchio vate» ha certamente dei tratti primordiali, ma non ha esattamente i caratteri di un «primo uomo». D'altronde da dove vengano gli uomini, il Kalevala non lo dice: a partire dal terzo runo troviamo Väinämöinen immerso nella consueta civiltà umana, addirittura oggetto di scherno da parte dei giovani che sottovalutano la sua età e la sua sapienza. D'altronde in seguito troveremo Väinämöinen rivolgersi al gigante Antero Vipunen, creatura evidentemente più antica e più saggia, per conoscere alcune parole magiche che gli sono ignote.

Sembra dunque logico che, in origine, Väinämöinen avesse altra discendenza. Forse faceva parte anch'egli del novero dei figli di Kaleva, di cui nel testo tutti quanti sembrano più o meno essere discendenti. Tutte le tradizioni mitologiche del mondo, indistintamente, dànno grande  importanza alle origini dei popoli e delle stirpi, ma da questo punto di vista il Kalevala fa eccezione. Il grande poema finnico non è affatto interessato alle questioni genealogiche. Questo probabilmente fa capire quanto siano corrotti i miti che ci tramanda e quanto siano stati rielaborati nel corso del tempo e quanto, sicuramente, siano stati alterati dallo stesso Lönnrot. Di nuovo non si può che aggiungere che il Kalevala, il meraviglioso poema della natura e del canto di magia, non può essere utilizzato come fonte mitica.

In quanto depositario della sapienza primordiale, Väinämöinen non è certo un personaggio unico nella letteratura mitologica: in altre tradizioni troviamo figure che possano essere avvicinate a lui: il greco Orpheús, il norreno Bragi, il cèco Lumír, il russo Sadko. Ma in confronto a tutti questi altri personaggi, il poema finnico ha la straordinaria caratteristica di porre Väinämöinen al centro della narrazione. Qui il cantore non è un personaggio di contorno ma l'effettivo protagonista. Il Kalevala, al confronto con le cruente epopee germaniche, non è epica di spada ma di magia; i suoi eroi non sono guerrieri, ma maghi, cantori, sapienti. Väinämöinen è probabilmente più vicino ad Óðinn che agli altri mitici bardi che abbiamo citato sopra: e non si può tacere che già gli studiosi hanno notato in Óðinn dei tratti sciamanici che lo avvicinano al mondo ugro-finnico. Se pensiamo che, a quanto affermano gli archeologi finlandesi, i territori interni della penisola scandinava furono a lungo disputati tra gli invasori germanici e gli autoctoni finni, possiamo sottilmente cominciare a capire come un'infinità di motivi e tradizioni mitiche siano confluite dal mondo finnico a quello indoeuropeo. E renderci conto di come Väinämöinen sia una delle più antiche figure mitiche d'Europa.

Bibliografia
  • LÖNNROT Elias, Kalevala, 1849.
BIBLIOGRAFIA
Intersezione: Aree - Holger Danske
Sezione: Miti - Asteríōn
Area: Finnica - Vaka Vanha Väinö
Ricerche e testi di Dario Giansanti e Oliviero Canetti.
Creazione pagina: 07.02.2005
Ultima modifica: 26.08.2014
 
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