NOTE
Ai giullari
2b
- Sul
manoscritto la fine del verso è
'con tein
«accanto al fuoco»;
da cui la traduzione di Melita
Cataldi «lui ero solita lavare
presso il fuoco»
(Cataldi
1985). È stata anche
proposta, per restituire la rima,
la lettura
centhain «sempre»:
da qui la traduzione di Giovanni
Giusti «io stessa lavavo il suo
corpo ogni volta»
(Giusti 1991).
[RITORNA]
3b
-
Ibes mac Nessa
«il potente figlio di Ness». Si
riferisce a
Conchobar mac
Nessa, re dell'Ulaid.
[RITORNA]
4b
-
Fulucht:
una buca scavata nel terreno e
riempita d'acqua, nella quale
venivano gettate pietre roventi per
riscaldarla e, successivamente,
pezzi di carne per la cottura (Giusti
1991).
[RITORNA]
8
- Come nota Giovanni Giusti, il
sentimento di rancore verso una
donna, il cui amore è causa di
rovina per gli uomini, pur
rappresentando un punto di vista
del tutto androcentrico, viene qui
messo in bocca a una donna (Giusti
1991).
[RITORNA]
8d
- Ci si può chiedere che cosa si
intenda qui per «sorso fatale»; non
risulta vi sia un episodio del
genere nella vicenda: forse va
inteso in senso metaforico (Giusti
1991).
[RITORNA]
12b
- Interessante indicazioni sul
costume di tingersi le unghie
presso i Celti insulari.
[RITORNA]
12d
-
Mac Tindle
«il figlio di Tindall»,
Noísiu,
qui designato col matronimico.
[RITORNA]
A
re
Conchobar
16c
- «Grave misfatto»: il tradimento
operato da
Conchobar mac
Nessa
ai danni di
Noísiu
e dei suoi fratelli. [RITORNA]
17c
-
Caurnán
círdub
«nerissime rocce», ma letteralmente
«rocce nere come scarafaggi». Si
tratta di una metafora
frequentemente usata nella
letteratura gaelica, soprattutto
per indicare il colore nero delle
ciglia o dei capelli. Noísiu
aveva infatti i capelli neri.
[RITORNA]
17d
- Ba suachnid sech ilar mbán
«tra folle di donne egli
eccelleva». Si ritiene che il testo
sia corrotto, innanzitutto perché
la frase non ha molto
senso (Noísiu
eccelleva tra le donne?), ma
anche per difetti metrici: bán
(forma regolare del genitivo
plurale di bén «donna») non
fa rima con gel. Per questa
ragione i filologi hanno proposto
di espuntare il termine e
correggere con fer «di
uomini». (Cataldi
1982, Giusti 1991) [RITORNA]
18a
- «Due guance arrossate»: per gli
antichi Irlandesi le guanciotte
rubizze erano segno di bellezza. [RITORNA]
22
-
Derdriu
si riferisce qui a
Fergus mac Róich, che si era
reso garante presso i figli di
Uisliu
che sarebbero potuti tornare in
Ériu senza subire alcuna ritorsione
da parte di
Conchobar.
In realtà, giocando su alcuni
geissa che
Fergus
era impossibilitato a violare,
Conchobar
aveva tradito la parola data e
aveva fatto uccidere
Noísiu
ed i suoi fratelli. Per questa
ragione,
Fergus aveva poi lasciato la
corte dell'Ulaid e si era esiliato
nel Connacht. Sembra infatti che
l'intero racconto
L'Esilio
dei figli di Uisliu
debba giustificare la presenza
dell'ulate
Fergus mac Róich tra le
schiere del Connacht, durante la
guerra che gli eserciti alleati di
Ériu
mossero contro la provincia dell'Ulaid, nel
corso della Grande Razzia del
Bestiame di Cúailnge. [RITORNA]
|