MITI

ALTAICI
Altai

MITI ALTAICI
LA CONDIZIONE UMANA
PRIMA DELLA NASCITA
La continuità ontologica dell'individuo, nella concezione altai, prevede una complessa esistenza prenatale, il cui «trapasso» nel mondo reale necessita dell'intervento dello sciamano e di molte classi di spiriti...

1 - L'ANIMA NELLA CONDIZIONE PRENATALE

La nascita delle anime
Aleksej Leont'evic Ulturgaşev (1955-). Olio su tela.

el complesso di idee che gli Altai avevano sviluppato riguardo all'anima, bisogna distinguere innanzitutto il tïn, «vita», lo spirito vitale, presente in tutti gli esseri viventi. Esso non previve né sopravvive al corpo, ma si disfà ed evapora attraverso le narici e la bocca nel momento del trapasso.

L'anima yula preesiste alla nascita, e dimora, in forma di uccello, nel cielo, sull'albero cosmico Altï Bürlü Bay Täräk, o nel lago di latte Süt-aq-Köl. Alla nascita dell'uomo, la yula entra nel corpo della madre del nascituro sotto forma di un qïzïl qurt, un verme rosso, e di qui passa in intima unione con il corpo dell'uomo e diventa qut. Il qut è dunque la vera e propria anima personale di ogni uomo.

2 - YAYUÇÏ TÄNGÄRÄ

econdo gli Altai, il responsabile della vita dei nuovi nati è Yayuçï Tängärä, il «dio celeste creatore», anche chiamato Änäm Yayuçï «madre creatrice». Spirito che dimora nel terzo taptï del cielo, Yayuçï Tängärä attinge, per ordine di Bay Ülgän, le vite dei nascituri nel lago di latte Süt-aq-Köl.

Per i Teleuti, Yayuçï Tängärä determina anche la durata delle vite degli uomini, scrivendole in un libro. La madre, cui sia morto un bambino in fasce, spreme latte dal suo seno e glielo offre, spandendolo.

Il lago della vita
Aleksej Leont'evic Ulturgaşev (1955-). Olio su tela.
3 - YAYQ QAN E GLI YAYUÇÏ

el terzo o quinto taptï del cielo dimorano anche gli yayuçï «creatori», sorta di angeli custodi ai quali il dio Yayq Qan ha affidato il compito di attingere la vita dei neonati nel Süt-aq-Köl, e quindi di accompagnarli nelle vicissitudini della vita e proteggere la loro anima.

I Tatari, oltre allo yayuçï buono, che sta di vedetta sulla spalla destra dell'uomo, hanno un körmös maligno, che se ne sta su quella sinistra. Alla morte dell'uomo, gli yayuçï riaccompagnano le anime alla loro sede celeste.

4 - LA NASCITA

uando sta per nascere un bambino, tocca allo sciamano andare a prenderne la yula in cielo. Intrapreso il suo viaggio estatico, lo sciamano comincia una faticosa ascensione sul monte Sürö, la montagna che si erge al centro del mondo e sfiora con la sua cima il cielo. Tale montagna è un ostacolo insuperabile per gli sciamani più deboli, e solo i più esperti osano intraprenderne l'ascesa. Quassù si dànno convegno tutti gli spiriti guardiani provenienti dalle regioni dell'Altai.

Sulla cima della montagna si trova il lago di latte Süt-aq-Köl, e qui lo sciamano si purifica delle fatiche del suo lungo viaggio. Ora lo sciamano non si trova più sulla terra ma nel cielo. Ora può incontrare Çäri Su, il dio preposto all'incarnazione delle anime, che dimora in una montagna posta all'estremità orientale del cielo. Riposatosi, lo sciamano, senza più salire, si sposta verso est.

Kär Balïq
Autore non identificato

Lungo la strada c'è il lago Kös-yätpäs-qïzïl-köl, il «lago rosso invisibile all'occhio». Qui abita Kär Balïq, uno spirito in forma di pesce gigante, chiamato con lo strano epiteto di Talay qannïŋ ūlanï ūzï toŋğïl Kär Balïq «figlio di Talay Qan la cui bocca lacerata è il pesce gigante Kär Balïq», ma detto anche Kök Boqa «toro azzurro». È Kär Balïq a concedere allo sciamano l'anima del bambino, che poi dallo sciamano saranno trasmesse a Çäri Su.

Poi lo sciamano si mette di nuovo in cammino e giunge a un'altura di sabbia rossa e terra detta Çaqa Büdaq: qui hanno dimora le figlie di Çäri Su. Più oltre egli trova un varco di velluto rosso, che lo condurrà ancora ad est, alla montagna da cui esce il sole, e qui lo sciamano incontra i guardiani di Çäri Su. Da costoro lo sciamano ottiene il permesso di visitare la montagna creatrice Çäzim Bi, residenza di Çäri Su.

A questo punto, lo sciamano implora Çäri Su di prendere l'anima del bambino e di permetterle di incarnarsi sulla terra sulla terra:

Ombelico della terra, Çäri Su!
Eccelso su tutte le terre, montagna di rame!
Montagna di rame con sette porte!
Tu che cavalchi un [cavallo] rosso-fulvo,
che giochi con la rossa luce!
Eccelso trono, palazzo di rame!
Corteo regale simile a una cassa preziosa!
Tu che monti sette cavalli fulvi,
cui è stato sacrificato un magnifico cavallo fulvo!
Çäzim Qan su un cavallo fulvo!
Possa tu creare teste numerose come chicchi di grandine!
Possa tu creare vite [tïn] di lunga vita!
Concedi più bestiame per il pascolo,
concedi magnifici ombelichi,
concedi cavalli dalla criniera di seta,
concedi più montoni per la cavezza,
concedi che siano allevati più fanciulli nella culla!
[Concedi] molte anime-embrioni degli animali che nitriscono!
Che il fuoco possente possa trasmettere [le mie richieste]!
Quruy, quruy op quruy!

Allora per mezzo del respiro, lo sciamano trasmette a Çäri Su le anime che aveva assorbito da Kär Balïq. Çari Su trasmette a sua volta l'anima agli spiriti che abitano la yurta, giù nel mondo degli uomini. Un nuovo essere così è nato.

Per ringraziare Çäri Su, a lui ogni tre anni vengono sacrificati un cavallo e un montone. E gli vengono offerti, inoltre, acquavite, latte, stoffe di colore chiaro. Se le offerte non sono presentate in tempo, Çäri Su si adira e manda diverse malattie alle orecchie.

5 - LE ÄMÄGÄN

anno nome Ämägän Där e Änäkälär sono le due dee addette al parto, spiriti protettrici delle partorienti, chiamate complessivamente Ämägän «vecchiette». In caso di necessità venivano in volo dalla mitica terra di Uştu (dove sembra vivino con uno spirito presiedente alle loro azioni, di nome Tāy Qan), su puledri appaiati e piume sulla testa, portando il corredo per il neonato. Per gli Altaici queste due figure corrispondono agli spiriti dell'ava e della proava, le cui immagini in forma di bamboline erano conservate in un sacchetto sul focolare dal membro femminile più anziano del gruppo familiare. Si ritiene che trasmettano in particolare ai neonati il colore degli occhi degli avi, corrispondente al colore delle perline di vetro che, nelle immagini, rappresentano gli occhi delle dee. Una credenza analoga compare presso i Tungusi di Turučansk.
6 - MAY ÄNÄ

May Änä ( ?)
Azat Şamil'eviç Minnekaev (1958-). Acrilico su tela.

ay Änä è uno spirito femminile venerato in particolare dai Teleuti, guardiano dei bambini, rappresentato come una bella fanciulla dai capelli a boccoli, dimorante sulla montagna cosmica Sürö. È descritta nei canti sciamanici con accenti di pura dolcezza («discesa sull'arcobaleno simile alla luna… discesa tenendo un arco d'oro…»), e un'infinita verginità è uno dei suoi attributi («May Änä pura tra quaranta vergini, tra trenta vergini…»).

Compito di May Änä è difendere i bambini da ogni influenza maligna, cacciando, se occorre, gli spiriti maligni con il suo arco d'oro

Fonti

1-6

***

BIBLIOGRAFIA
  • ANOCHIN Andrej Viktorovič, Šamanizm u teleutov. In «Živaja Starina», n. 253. 1913.
  • ANOCHIN Andrej Viktorovič, Materialy po šamanstvu altajcev. In «Sbornik Muzeja Antropologii i Ėtnografii», 4. Movska ~ Leningrad 1924.
  • DÄNHARDT Oskar, Natursagen. Eine Sammlung Naturdeutender Sagen, Märchen, Fabeln und Legenden. Leipzig-Berlin, 1907.
  • DI NOLA Alfonso Maria [a cura], Enciclopedia delle religioni (6 voll.). Vallecchi, Firenze 1970.
  • DYRENKOVA Nadežda Petrovna, Materialy po šamanstvu u teleutov. In «Sbornik Muzeja Antropologii i Ėtnografii», 10. Movska ~ Leningrad 1949.
  • ELIADE Mircea, Le chamanisme et les techniques archaïques de l’extase. Payot, Paris 1950. → ID., Lo sciamanismo e le tecniche dell'estasi. Mediterranee, Roma 1974.
  • ELIADE Mircea, Mythologies asiatiques et folklore sud-est européen. In «Revue de l'histoire des religions», tome 160 n° 2. Paris 1961.
  • ELIADE Mircea, De l'Âge de la pierre aux mystères d'Eleusis. Historie des croyances et des idées religieuses. Payot, Paris 1976. → ID., Storia delle credenze e delle idee religiose. Sansoni, Firenze 1983.
  • GEORG Stefan. Türkisch/Mongolisch tängri “Himmel/Gott” und seine Herkunft. In «Studia Etymologica Cracoviensia», 6, 83-100. 2010.
  • GIRAUD René, L'empire des turcs célestes: les règnes d'Elterich, Qapghan et Bilgä (680-734). Contribution à l'histoire des Turcs d'Asie centrale. Paris, 1939.
  • HARVA [HOLMBERG] Uno Nils Oskar, Die Wassergottheiten der finnisch-ugrischen Völker. In «Suomalais-Ugrilaisen Seuran toimituksia», 32. Société finno-ougrienne, Helsinki 1913.
  • HARVA [HOLMBERG] Uno Nils Oskar, Der Baum des Lebens. In «Suomalaisen Tiedeakatemian toimituksia», Sarja B, 16, 3. Suomalainen Tiedeakatemia, Helsinki 1922.
  • HARVA [HOLMBERG] Uno Nils Oskar, Die religiösen Vorstellungen der altaischen Völker. Söderström, Helsinki 1938.
  • KARUNOVSKAJA Lidia Ėduardovna, Predstavlenija altajcev o vselennoj. Materialy k altajskomu šamanstvu. In «Sovetskaja Ėtnografija». Akademii Nauk SSSR, Moskva 1935.
  • KSENOFONTOV Gabril Vasil'evič, Prazdicnyj algys na ysyache. Irkutsk, 1929.
  • LEHTISALO Toivo, Entwurf einer Mythologie der Jurak-Samojeden. In: «Mémoires de la Société Finno-Ougrienne», LIII. Helsinki 1924.
  • LOT-FALCK Éveline, Religions des peuples altaïques de Sibérie. In: PUECH Henri-Charles [cura], Histoire des Religions, III. Gallimard, Paris 1970-1976. → ID., Religioni dei popoli altaici della Siberia. In: ID. [cura], Le religioni dei popoli senza scrittura. Laterza, Bari 1978. Mondadori, Milano 1992.
  • LOT-FALCK Éveline, Textes eurasiens. In: LOT-FALCK Éveline, ~ BOYER Régis, Les religions de l'Europe du Nord. Hymnes chamaniques. Fayard/Denoel, Paris 1974. → ID., Il tamburo dello sciamano. Mondadori, Milano 1989.
  • MARAZZI Ugo, Testi dello sciamanesimo siberiano e centroasiatico. UTET, Torino 1984.
  • ROUX Jean-Paul, Les religions des Turcs et des Mongols. Payot, Paris 1984. → ID., La religione dei Turchi e dei Mongoli. Gli archetipi del naturale negli ultimi sciamani. ECIG, Genova 1990.
  • ROUX Jean-Paul, Turchi e Mongoli. In: BONNEFOY Yves [cura], Dictionnaire des Mythologies. Parigi 1981. → ID., Dizionario delle mitologie e delle religioni, 3. Milano 1989.
  • RADLOV Vasilij Vasil'evič, Aus Sibirien. Lose Blätter aus mainem Tagebuche. Leipzig, 1893.
  • RADLOV Vasilij Vasil'evič, Proben des Volkslitteratur der türkischen Stämme. Sankt Petersburg 1866-1907.
  • SCHMIDT Wilhelm, Der Ursprung der Gottesidee. Eine historisch-kritische und positive Studie (12 voll.), Aschendorff, Münster 1912–1955.
  • STRAUSS Adolf, Die Bulgaren. Ethnographische Studien. Leipzig, 1898.
  • VESELOVSKIJ Aleksandr Nikolaevič, Razyskanija v oblasti russkago duchovnago sticha XI (Dualističeskija povèrya o rnirozdariji). In «Sbornik otdelenija russk. jazyka imp. akademii», 46. 1890.
BIBLIOGRAFIA ►
Intersezione: Aree - Holger Danske
Sezione: Miti - Asteríōn
Area: Altaica - Dede Qorqut
Ricerche e testi di Dario Giansanti e Oliviero Canetti.
Creazione pagina: 01.11.2013
Ultima modifica: 21.03.2017
 
POSTA
© BIFRÖST
Tutti i diritti riservati