Ókólnir
compare primariamente
in
Profezia
della Veggente
[37].
Qui, nell'ambito di una serie di
strofe dedicate a una vivida
descrizione delle regioni
infere, si cita
la corte d'oro
della stirpe di
Sindri, sita
nelle pianure di
Niðavellir;
subito dopo il poema aggiunge
che in Ókólnir
il gigante
Brimir
(probabilmente lo stesso citato
in
Profezia della Veggente
[9]) aveva
una
«sala da birra» [bjórsalr]:
Nell'Edda
in prosa, Snorri
tenta una spiegazione di questo
brano, e afferma che, dopo la
fine del mondo, una delle più
accoglienti dimore
escatologiche in cui andranno
ad abitare gli uomini buoni e i
giusti, si troverà nel cielo di
Gimlé.
Là - dice Snorri, fraintendendo
in parte
Profezia [37]
- si troverebbero sia la sala
d'oro chiamata
«Sindri»,
sia la sala da birra chiamata
«Brimir».
Bazt er þá at vera á Gimlé á himni, ok allgott er
til góðs drykkjar þeim er þat þykkir gaman í þeim
sal er Brimir heitir, hann stendr ok á himni [á
Ókólni]. |
Il miglior [luogo] per abitarvi
sarà
Gimlé,
nel cielo, ottimo per buone bevute,
per coloro che là troveranno
piacere, in quella sala che si
chiama
Brimir
e sta in cielo [a Ókólnir]. |
Snorri
Sturluson:
Edda in prosa
>
L'inganno di Gylfi [52] |
Il Codex Regius [R], che
dei quattro manoscritti snorriani è quello solitamente usato
come testo diplomatico dell'Edda
in prosa,
afferma soltanto che la sala in questione
si trovi «in cielo» [á himni].
Il Codex Wormianus [W],
che in questo punto è più dettagliato, precisa che «essa
si trovi ad Ókólnir»
[hann stendr á Ókólni].
Quest'ultima versione va considerata più vicina alle
intenzioni dell'autore, in quanto è evidente che il passo sia
una riduzione in prosa della strofa di
Profezia [37].
Un toponimo come Ókólnir
«mai freddo» suggerisce più l'idea di un
luogo accogliente, che non di una dimora di giganti collocata in
gelide regioni infernali.
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