MITI

BALTOFINNI
Finlandesi

MITI GERMANICI
L'ARRIVO DI KALEV
Sulle ali della grande aquila
Alle origini del tempo e della storia, giunge un eroe dal profondo nord sulle ali della Grande Aquila, per cercare moglie e dar vita a una nuova e fiera discendenza.
1 -  KALEV

Kalev sull'aquila ( 1916-1917)
Oskar Kallis (1892-1918), olio su tela
MUSEO: [Kallis. Il Kalevipoeg in arte]►

ontano lontano, verso il Settentrione, sulle falangi scoscese di un'immensa foresta di querce, si estendeva un dominio nobile e vasto. Vi regnava Taara, il dio supremo dei Finni.

In quella foresta crebbero tre giovani eroi, discendenti del dio.

L'uno partì per la Russia e vi divenne un uomo abilissimo.

Il secondo si diresse verso la Norvegia e fu un guerriero valoroso.

Il terzo, il cui nome era Kalev, volò via sulle ali della Grande Aquila del nord.

Volò per diversi giorni: volò verso il sud, poi verso l'ovest, attraversò il mare di Finlandia fino al momento in cui, per volontà degli dèi, l'uccello lo lasciò cadere dolcemente su un tratto delle coste del Viru.

In poco tempo Kalev divenne il sovrano del paese. Vi fondò un regno, l'organizzò, poi desiderò prender moglie.

Viru è una provincia dell'Estonia, nome che nell'epica viene usato per indicare la terra degli Estoni.

2 - NASCITA DI SALME E LINDA

Kalev deposto dall'aquila ( 1916-1917)
Oskar Kallis (1892-1918), pastello su carta
MUSEO: [Kallis. Il Kalevipoeg in arte]►

ntanto nel paese di Lääne una giovane vedova viveva solitaria, come una stanza senza travi, come una casa senza tetto. Ella si occupava di sorvegliare il proprio gregge e di coltivare il suo modesto possedimento.

Un giorno, del tutto simile agli altri giorni, in cui aveva condotto le sue bestie al pascolo, ella trovò tra l'erba un pulcino, un uovo di gallina e un piccolo corvo. Ella raccolse l'uovo e la piccola bestiola gialla e li nascose in grembo. Sarebbero stati di consolazione al suo cordoglio e di addolcimento al suo dolore. Quanto al piccolo corvo ella lo mise nel suo grembiule.

Quando ritornò a casa, la vedova preparò un cesto a mo' di nido e vi mise l'uovo ed il pulcino. Il piccolo corvo lo gettò invece in un angolo oscuro.

Poi attese una luna, attese due lune, attese tre lune.

Una bella mattina, la vedova, secondo le sue abitudine, aprì il cesto e, che vide essa? Del pulcino nemmeno l'ombra, ma al suo posto una piccola bella bimba. Al posto dell'uovo vi era un'altra bella piccola bimba.

Alla prima diede il nome di Salme. La seconda si chiamò col dolce nome di Linda.

Il corvo a sua volta si era trasformato in una magra orfanella, una schiava buona solo ad accendere il fuoco ed a portare l'acqua.

3 - I PRETENDENTI DI SALME

on furono davvero i pretendenti che mancarono alle due giovani, quando esse furono in età da marito. Otto giovani, tra i più belli, si disputarono l'onore di sposare Salme.

Il primo era il figlio della luna. Salme lo rifiutò. Poi venne il figlio del sole. Salme non volle saperne. Allora apparve il figlio delle stelle, primogenito della Stella Polare. E Salme, la bionda Salme dai capelli d'oro, che aveva respinto il figlio della luna i cui raggi d'argento son troppo pallidi, che aveva disdegnato il figlio del sole il cui umore è troppo mutevole, consentì a diventare la sposa dorata del figlio degli astri.

Salme dette l'ordine che vennero condotti i cavalli del suo fidanzato, che fossero nutriti col miglior fieno e con la migliore avena. Essa poi fece accomodare il giovane alla tavola adorna di stoviglie rarissime, ricolme di pietanze squisite.

Intanto che Salme si vestiva dei suoi ornamenti e si apprestava alle nozze, la vedova invitava il pretendente a mangiare ed a riposarsi. Ma il giovane scuoteva il capo:

— Madre, io non ho fame
non ho che un desiderio:
Salme, conducetemi Salme.

E quando Salme, abbigliata dalla Signora dei Pascoli e dalle sue figlie apparve, era così bella che tutti si domandavano se essa non fosse già l'aurora.

Gli invitati accorsero da tutte le parti, gioiosi. E il figlio delle stelle celebrò le sue nozze con Salme dai capelli d'oro.

4 - I PRETENDENTI DI LINDA

ntanto ritornò il figlio della luna, deciso ad avere la minore se non la maggiore. Egli chiese di sposare Linda. Ma Linda, la bionda Linda dai capelli d'argento, rifiutò il suo omaggio.

Intanto le danze nuziali seguivano il loro corso. Ed ecco il figlio del sole, il figlio delle acque, il figlio dei venti e il figlio del re di Kungla le cui ricchezze sorpassavano ogni immaginazione. L'impiantito cigolava sotto i passi ritmati dei danzatori ed il figlio delle stelle celebrava le sue nozze con Salme dai capelli d'oro.

I pretendenti tentavano invano la sorte con Linda, ma ella tutti li rifiutava.

5 - MATRIMONIO DI KALEV

uand'ecco un sesto pretendente giunse alla casa della vedova. Giunse in groppa ad un magnifico cavallo, seguito da una schiera di cinquanta palafrenieri.

Era Kalev. Il signore di Viru scese dal cavallo e si rivolse alla vedova domandandole la mano di Linda.

Subito la vedova gliela rifiutò ma Linda si fece avanti e disse:

— A quest'uomo io dono il mio cuore
io voglio fidanzarmi con lui.
A quest'uomo io dono il mio amore.

Kalev venne invitato alla tavola. Dinanzi a lui piatti d'oro e d'argento traboccavano di vivande e vini ricercati. Ma anch'egli non volle alcun ristoro. Non aveva che un solo impaziente desiderio: Linda, la sua Linda.

Intanto la Signora dei Pascoli e le sue figlie adornavano Linda per la cerimonia. Ella uscì dalle loro mani così rifulgente che la vedova non la riconobbe e gli altri invitati furono presi dal dubbio se essa non fosse il sole, o la luna, o qualche astro còlto nell'istante del suo sorgere.

E Kalev e Linda, nel bel mezzo della festa e delle danze, presero a festeggiare anch'essi il loro matrimonio. Erano accorse genti da tutte le regioni del paese: da Viru, da Tartu, da Lääne, da Jerva, e tutti quanti danzavano lieti insieme agli sposi.

Matrimonio di Kalev e Linda ( 1933)
Kristjan Raud (1865-1943), tempera su tela
MUSEO: [Raud. Il Kalevipoeg in arte]►

6 - L'ORA DEGLI ADDII

llorché suonò l'ora degli addii, Salme, in lacrime, lasciò la vedova, il paesaggio famigliare, la cara casa, tutti i suoi affetti. Lo sposo la prese in braccio e la portò lontano, dietro alle nuvole, e nessuno di loro seppe più nulla.

Kalev, a sua volta, si accinse alla partenza. Fuori della porta cadeva la neve. Egli chiamò il suo bel cigno, Linda.

— Il mio destino — disse Linda alla vedova, — è di lasciare coloro che io amo, i luoghi cari, la casa amata. Mentre io me ne vado, che le feste continuino con gioia e allegria.

E detto questo, Linda salì sulla slitta, accanto allo sposo.

Kalev la circondò col braccio come in una cintura. — Linda, cara mia piccola bimba, cosa hai scordato a casa? Tu hai dimenticato molte cose. La luna che è tua madre, il sole, tuo vecchio zio, e nelle brughiere i giovani galletti tuoi fratelli.

— Che essi rimangano dove sono, e che Ukko, il dio del fuoco, li benedica — rispose la giovane stringendosi a Kalev. — La tua via sarà la mia via.

La luna cominciò a piangere, il sole s'intristì, i piccoli galletti della brughiera presero a lamentarsi. Ma Linda, l'uccello d'argento, partì senza nostalgie. Condotta da suo marito, ella traversò, sulla slitta, pianure e montagne, foreste e vallate, di giorno illuminate dal sole, di notte al lucore argentato della luna. Dopo un lungo viaggio giunsero nella terra di Viru, alla casa di Kalev. In camera, un letto di finissime piume sembrava invitarli.

Ritorno di Kalev e Linda ( 1920)
Kristjan Raud (1865-1943), tempera su tela
MUSEO: [Raud. Il Kalevipoeg in arte]►
Fonti

1-6

Friedrich Kreutzwald: Kalevipoeg [I].

I - SULLE ALI DELLA GRANDE AQUILA

Per quanto messo insieme soltanto nella seconda metà dell'Ottocento e secondo le forme e gli stili di una mentalità letteraria post-romantica, il Kalevipoeg contiene in sé frammenti provenienti da tempi remotissimi. Le omologie non si riscontrano soltanto con il Kalevala, che è un po' il fratello letterario del Kalevipoeg dall'altra parte del Golfo di Finlandia, col quale il Kalevipoeg ha in comune molte scene e personaggi, ma anche, e molto spesso, con miti di matrice nord-euroasiatica diffusi dagli Urali alla Siberia... fin addirittura al lontano Giappone. Questo può forse dare un'idea dell'antichità dei temi di questa straordinaria epica del nord-est d'Europa.

La scena iniziale del poema estone, con Kalev che giunge dal nord sulle ali di una Grande Aquila per fondare il regno di Viru, ci presenta un motivo non soltanto diffuso nell'epica finnica (nel Kalevala c'è una scena analoga in cui Väinämöinen vola sul dorso di un'aquila), ma che è parte integrante dei miti cosmogonici uralici e altaici. In questi racconti l'universo ha inizio da una sterminata distesa marina in cui non vi è terra in nessun luogo e vediamo il dio creatore arrivare volando in groppa a un'aquila su questo mare primordiale per creare la terra. Nei miti ungheresi, assistiamo all'arrivo delle tribù degli Ungari nella loro terra, seguendo un'aquila volare davanti a loro. Nella seconda edizione del Kalevala, prima ad apparire è Ilmatar, la vergine dell'aria; un uccello marino depone un uovo sul suo ginocchio: dal guscio rotto dell'uovo si formano il cielo e la terra ①. Ilmatar sembra corrispondere a Linda: questo nome in estone significa infatti «uccello», con evidente riferimento del fatto che di Linda si narra la nascita da un uovo.

II - IL MISTERIOSO KALEV

Importante personaggio della mitologia finnica, Kalev rimane per molti versi una figura decisamente enigmatica. Conosciuto sia dall'epica estone [Kalev] che da quella finlandese [Kaleva], a lui non vengono attribuite delle imprese specifiche, ma è semplicemente ricordato come il fondatore del regno delle mitiche origini e come padre e antenato degli eroi di cui effettivamente si narrano le gesta.

Nel Kalevala, ad esempio, Kaleva non compare mai di persona. Ma rieccheggia interminabilmente in tutto il poema, a cominciare dal suo stesso titolo. Kalevala, appunto «Terra di Kaleva», è il nome poetico di un'ampia regione compresa tra la Finlandia centrale e la Carelia, il luogo che è teatro delle imprese dei personaggi principali del poema. Kaleva non compare mai nel poema finlandese, o almeno non compare nella versione canonica di Lönnrot, ma è comunque presente in molti canti raccolti nel corso degli anni dai vari folkloristi, in alcuni dei quali si narra la guerra tra Kaleva e Untamo. Sono detti figli di Kaleva, piuttosto, i vari eroi di cui il Kalevala narra le gesta, quali Väinämöinen, Ilmarinen, Lemminkäinen, Kullervo. In tempi moderni si è voluto vedere Kaleva come una personificazione della Finlandia, idea certamente presente nelle idee nazionalistiche che furono alla base della creazione del poema nazionale finlandese, ma che non possono essere proiettate nei tempi mitogenetici.

Al contrario di quanto accade nel poema finlandese, nel Kalevipoeg estone Kalev ha una piccola particina. Il suo compito è fondare il primo nucleo del regno di Viru (l'Estonia) e generare l'eroe del poema, Kalevipoeg, il quale già nel nome si presenta subito non di per sé stesso, ma come figlio di suo padre. È lo stesso caso presente nelle byliny russe, dove compare un personaggio chiamato Samson Kolyvanovič, in cui ritroviamo, slavizzato, il medesimo patronimico, ma senza che di questo Kolyvan (versione russa di Kalev/Kaleva) si dica nulla.

Può forse essere d'aiuto il ricordare che in alcune versioni finlandesi dell'Antico Testamento, i giganteschi Rẹaʾîm ed Anakîm sono detti «figli di Kaleva». Il personaggio avrebbe dunque connotazioni titaniche. Vi sono però ragioni per intendere il suo nome come «fabbro» (Setälä 1903-1910 | Krohn 1924), facendo dunque di Kaleva un fabbro ancora più primordiale di Ilmarinen.

Sembra evidente che il nome Kalev/Kaleva non faccia riferimento un personaggio dalla precisa identità, quanto sia piuttosto l'indicatore di un tempo e di uno spazio mitici, di un passato assoluto, di uno scenario proiettato negli albori del mondo. In questo senso ha ragione chi suggerisce un suo parallelo con Krónos e con gli altri sovrani dell'età dell'oro (De Santillana ~ Von Dechend 1969).

Bibliografia
  • BLUMBERG Gustav, Quellen und Realien des Kalewipoeg [Kalevipoja allikad ja reaalid]. Tartu, 1869.
  • DI LUZIO Flavia ~ GIANSANTI Dario, Kreutzwald e il Kalevipoeg. LiberIter, La Spezia 2010.
  • GANANDER Christfried, Mythologia Fennica. 1789.
  • LAUGASTE Eduard, The Kalevala and Kalevipoeg. In: HONKO Lauri, Religion, Myth and Folklore in the World's Epic: The Kalevala and its Predecessor. Monton de Gruyter, Berlino 1990.
  • ORAS Ants, La letteratura estone. In: DEVOTO Giacomo (cura), Le letterature dei paesi baltici. Sansoni, Firenze / Accademia, Milano 1969.
  • PIERETTO Giorgio, La sparuta progenie di Kalev. In: «In forma di parole», 2. Bologna 2009.
  • PRAMPOLINI Giacomo, La letteratura finnica, estone, ungherese. In: ID., Storia universale della letteratura. UTET, Torino 1953.
  • PUHVEL Jaan, Finnish kalevala and Estonian Kalevipoeg. In: «Estonian Literary Magazine», 17. 2003.
  • RAUDSEP Nora ~ DE STŒCKLIN Paul [cura]: Le Kalewipoëg. Légende épique estonienne. Presses Universitaires de France, Parigi 1930. → ID., Kalewipoeg. La leggenda nazionale del popolo estone. Ausonia 1935.
  • SCHÜDLÖFFEL Gustav Heinrich, Kaallew's Sohn. In: «Das Inland», 32. 1836.
  • TALVET Jüri, Kalevipoeg, a great European epic. In: «Estonian Literary Magazine», 17. 2003.
BIBLIOGRAFIA
Intersezione: Aree - Holger Danske
Sezione: Miti - Asteríōn
Area: Finnica - Vaka Vanha Väinö
Ricerche e testi di Dario Giansanti e Oliviero Canetti.
Creazione pagina: 08.03.2004
Ultima modifica: 26.08.2014
 
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