Iconografia del
Mercurius gallico
L'archeologia ci ha consegnati numerosissimi monumenti figurati di epoca
gallo-romana che ritraggono
Mercurius e una dovizia di iscrizioni a
lui dedicate, le quali ci tramandano i suoi molti
epiteti. Ciò è perfettamente in linea con la testimonianza di
Caius Iulius Caesar, il quale afferma:
Deorum
maxime Mercurium colunt,
huius sunt plurima
simulacra, hunc omnium
inuentorem artium
ferunt, hunc uiarum
atque itinere ducem,
hunc ad quaestus pecuniae
mercaturasque habere uim
maximam arbitrantur.
post hunc Apollinem et
Martem et Iouem et
Minerua. |
Il dio
che i Galli onorano di
più è
Mercurius: le sue
statue sono le
più numerose,
essi lo considerano come
l'inventore di tutte le
arti, egli è per
loro il dio che indica
il cammino, che guida il
viaggiatore, egli
è il più
abile ad assicurare i
guadagni e a proteggere
il commercio. Dopo di
lui adorano Apollo,
Mars,
Iuppiter e
Minerva. |
Caesar:
De bello
Gallico [VI: 17] |
Le molte testimonianze gallo-romane di
Mercurius, raffigurato sia secondo i canoni classici sia
con aspetto celtico, testimoniano un'assimilazione parziale
del dio greco-romano con uno o più divinità locali. È forse
questo il caso del Cissonius dei Treveri o del Gebrinius
degli Ubii il cui nome e le cui immagini sono regolarmente
associate al dio romano. Popolare soprattutto nel centro e
nel nord-est della Gallia romana,
Mercurius proteggeva i mercanti, i pellegrini e anche –
caratteristica del dio gallico – gli artigiani.
Nel suo aspetto classico, il
Mercurius è rappresentato nudo, o con un mantello, il
petaso in capo, il caduceo stretto in mano e calzari ai piedi. A volte, le
caratteristiche ali presenti sul petaso, che nel mondo classico simboleggiavano
la rapidità di
Mercurius, quale messaggero degli dèi, sono rappresentati
come pinne piatte che emergono dalla capigliatura. Quest'anomalia indica la
provenienza gallica delle immagini, dovuta ad artigiani che non avevano ben
compreso la natura del petaso. Anche la borsa per il denaro, che il dio regge in
mano, è un attributo presente nelle immagini galliche. Esso simboleggia il
guadagno e, in generale, la prosperità. Le iscrizioni epigrafiche diffuse nella
Gallia romana rivelano che erano devoti a
Mercurius soprattutto i mercanti.
Alcune immagini del dio rivelano interpretazioni indigene. A volte
Mercurius ha la barba, oppure indossa un ampio mantello
con cappuccio. In certi casi è dotato di tre falli, ha tre teste, o è seduto a
gambe incrociate. Queste letture riflettono probabili assimilazioni del dio
classico con una o più divinità celtiche.
Caratteristica della figurazioni gallo-romane di
Mercurius, una serie di animali caratteristici che
accompagnano il dio: un gallo, un cinghiale, un caprone una tartaruga. Essi sono
perlopiù ignoti all'iconografia classica, per quanto la
tartaruga sembri riecheggiare il mito
greco. Particolarmente degno di nota è
il serpente criocefalo, con testa e corna d'ariete, che
però non è esclusivo di
Mercurius. In alcuni casi,
Mercurius regge in braccio un neonato, il quale
rappresenta, con ogni probabilità, Bacchus infante.
Sebbene il
Mercurius romano non abbia una compagna o una paredra, in
Gallia è spesso rappresentato accanto a una divinità femminile: questa in molti
casi è Maia, la madre del dio, ma viene spesso
sostituita, sopratutto nella parte centro-orientale della Gallia, con la dea
indigena Rosmerta. Quest'ultima è generalmente
rappresentata con aspetto classico e a volte identificata con
Fortuna. Regge in mano una cornucopia o, in certi
casi, un caduceo.
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MONVMENTA ARTIS
ROMANAE |
MERCVRIVS GALLICVS |
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Mercurius di Schwarzenacker
Immagine in bronzo di
Mercurius
rinvenuta a Schwarzenacker (presso Homburg,
Saarland, Germania). Il dio è
ritratto secondo l'iconografia
classica (nudo, con mantello,
caduceo e petaso sul capo) ma
è accompagnato da animali
che poco hanno a che vedere col
mito greco: un cinghiale,
una capra e un gallo. |
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Statuetta in bronzo:
possibile copia della statua arverniate di
Mercurius Dumiatis
Questa statuetta in bronzo è forse una copia
della statua monumentale dedicata a
Mercurius Dumiatis, alta più di cento piedi [30
metri], che il toreuta greco Zēnódōros
realizzò per gli Arverni nel I sec. a.C. La
statua originale era collocata in un famoso
tempio, eretto sulla cima al monte Dumus [il Puy-de-Dôm],
splendente di marmi pregiati e con il tetto
rivestito di piombo.
Il dio, nudo, è raffigurato accovacciato su
una pietra. Regge in una mano la tartaruga,
e ai suoi piedi troviamo il caratteristico
gallo delle figurazioni celtiche del dio. Si
noti, ai suoi piedi, il petaso alato; un
altro paio di ali si dipartono tuttavia
dalla capigliatura del dio. |
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Musée Historique Saint-Remi, Reims (dép. Marne, Francia).
Foto © Vassil. |
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Mercurius di Argentomagos
Immagine in bronzo e argento di
Mercurius, risalente al II sec. e
rinvenuta nel sito di Argentomagos,
oppidum dei Bituriges (⇒ Saint-Marcel, presso Argenton-sur-Creuse, dép. Indre, Francia). Anche qui il dio è
ritratto secondo l'iconografia
classica: nudo, con mantello drappeggiato su
una spalla, borsa per il denaro e il petaso
in capo. |
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Pilastro della Sainte-Chapelle:
Mercurius e Rosmerta
Immagini di
Mercurius e
Rosmerta, scolpite in bassorilievo su
due delle quattro facce di un pilastro in
calcare alto 1,56 m, forse originariamente
sormontato da una colonna recante il gruppo
statuario del cavaliere e dell'anguipede, o
la statua di un'altra divinità. Nelle altre
due compaiono
Apollo e un genio alato.
Il pilastro, scoperto nel 1784 dietro la
Sainte-Chapelle, sull'Île de la Cité (Paris,
Francia), risale al I sec. a.C. ed era stato
eretto all'aria aperta, in Lutetia
Parisiorum. Tale tipi di monumenti erano
abbastanza diffusi in Gallia orientale e in
Renania, soprattutto a partire dal II sec.
d.C.
Mercurius appare nel suo tipico
aspetto classico, sebbene accompagnato dal
gallo e dalla capra; regge il caduceo in una
mano e nell'altra la borsa per il denaro.
Rosmerta è invece abbigliata con velo e
tiara, come una dea romana, ma in assenza di
un'iscrizione è facilmente riconoscibile
grazie al caduceo che regge in mano. |
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Musée des
Antiquités Nationales, Saint-Germain-en-Laye (dép.
Yvelines, Francia). |
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Statuette di Champoulet:
Mercurius e Rosmerta
Coppia di figurine in bronzo rinvenute nel
1935 a Champoulet, piccolo villaggio vicino
a Saint-Fargeau (dép. Loiret, Francia), nel
territorio dei Carnutes, e raffiguranti
Mercurius e
Rosmerta. Il primo è nudo, con il capo
ornato da riccioli, mentre la seconda
indossa una tunica e ha un diadema sul capo.
Forse reggeva in origine una patera nella
mano destra, o una cornucopia nella
sinistra.
Le statuette sono degli ex voto, come
si evince dalle iscrizioni dedicatorie
presenti sui piedistalli. Entrambi gli dèi
sono caratterizzati dall'epiteto
Dubnocaratiacus, legato forse alla località
dove sorgeva il loro tempio.
AE [1980: 641]:
[immagine]✦
AE [1980: 643]:
[immagine]✦ |
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Musée des
Antiquités Nationales, Saint-Germain-en-Laye (dép.
Yvelines, Francia). |
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Historisches Museum der Pfalz Speyer, Speyer (Rheinland-Pfalz, Germania) |
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Musée Historique Saint-Remi, Reims (dép. Marne, Francia).
Foto © QuartierLatin1968. |
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Musée archéologique de Strasbourg, Strasbourg (dép. Bas-Rhin, Francia).
Foto © Ji-Elle. |
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Colonna di Cruciniacum:
Mercurius e Fortuna
La base di una colonna rinvenuta
nell'importante città gallo-romana di
Cruciniacum (Bad Kreuznach, Rheinland-Pfalz,
Germania), presenta quattro bassorilievi
raffiguranti
Mercurius, Fortuna,
Hercules e
Iuno
(CIL [xiii, 7530]). Le
figurazioni presentano la normale
iconografia classica.
Mercurius porta
un mantello e regge un caduceo a forma di
«8». Fortuna,
interpraetatio romana di
Rosmerta, regge invece una cornucopia.
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Mercurius
di Oberdorf-Spachbach
Bassorilievo
di
Mercurius con dedica, trovato a
Oberdorf-Spachbach (dép. Bas-Rhin, Francia).
L'immagine segue criteri classici. Il
bimbo portato in braccio dal dio è
probabilmente Bacchus. L'iscrizione dice:
Mercurio sac(rum)
Gentili Africani f(ilius) v(otum)
s(olvit) l(ibens) m(erito) |
CIL:
[xiii 11684a] |
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Mercurius di Oppenheim
Bassorilievo
di
Mercurius con dedica, trovato a
Buconica, in Germania Superior, od.
Oppenheim (Rheinland-Pfalz, Germania).
L'immagine segue criteri classici. L'iscrizione
è la seguente:
In
h(onorem) d(omus) d(ivinae) D[eo
Mercur]io
[a]edem cum sign[o] |
CIL:
[xiii 6276] |
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Mercurius di
Gundershoffen 1
Bassorilievo
di
Mercurius con dedica, trovato a
Gundershoffen (dép. Bas-Rhin, Francia).
L'immagine segue criteri classici; la
presenza del galletto è invece una costante
gallica. L'iscrizione dice:
D(eo)
M(ercurio) Iulius Coventi et
exsuperator taluppe v(otum) s(olverunt)
l(ibenti) l(aeti) m(erito) |
CIL:
[xiii 6028] |
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Mercurius di
Gundershoffen 2
Bassorilievo
di
Mercurius con iscrizione dedicatoria,
anch'esso rinvenuto a Gundershoffen (dép.
Bas-Rhin, Francia).
Anche qui, all'immagine classica si associa
la presenza tipicamente celtica del
galletto. L'iscrizione dice:
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Mercurius di
Gundershoffen 3
Bassorilievo
di
Mercurius con iscrizione dedicatoria,
di nuovo a Gundershoffen (dép.
Bas-Rhin, Francia).
Il dio questa volta non è nudo, ma
abbigliato con un mantello. Borsa del denaro
e, in luogo del caduceo, un bastone (forse
da viandante o da pellegrino), fanno da
contrappunto all'immancabile galletto. L'iscrizione dice:
D(eo)
M(ercurio) Lupercia-
nus lutulli v(oto) f(ecit)
l(ibens) l(aetus)
m(erito) |
CIL:
[xiii 6031] |
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Mercurius di
Gundershoffen 4
Bassorilievo
di
Mercurius con iscrizione dedicatoria,
di nuovo a Gundershoffen (dép.
Bas-Rhin, Francia).
Valgono le stesse considerazioni fatte per
le immagini precedenti. L'iscrizione dice:
D(eo)
M(ercurio) S(acrum) Pervin-
ca Paterni ex v(oto)
p(osuit) |
CIL:
[xiii 6033] |
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Mercurius di
Gundershoffen 5
Altro bassorilievo
di
Mercurius con iscrizione proveniente da Gundershoffen (dép.
Bas-Rhin, Francia), questa volta mutilo. Il
dio regge in braccio un bambino,
probabilmente Bacchus
infante. L'iscrizione dice:
D(eo)
M(ercurio) S(acrum) Severus
Equoni ex p(romisso) l(ibens) l(aetus)
m(erito) |
CIL:
[xiii 603 4] |
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Altare con dedica a
Mercurius Cissonius
Bassorilievo
di
Mercurius Cissonius
con dedica, risalente alla seconda metà del
II sec., proveniente da Tabernae, in Germania Superior
(od. Rheinzabern, presso Karlsruhe,
Baden-Württemberg, Germania). Il dio è ritratto nudo
secondo l'iconografia classica, ha il petaso
alato in capo e stringe nella sinistra il
caduceo. Con la destra tocca l'ariete che il dedicatario dell'immagine ha
evidentemente offerto in sacrificio.
L'iscrizione dice:
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Rheinisches Landesmuseum, Bonn (Germania) |
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Rheinisches Landesmuseum, Bonn (Germania) |
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