NOTE
L'annuncio dell'inverno
1a
-
Scél: letteralmente «storia,
racconto», ma anche «annuncio,
messaggio». La formula
Scél lem dúib,
letteralmente «è con me un annuncio
per voi», era una formula
utilizzata ritualmente dai filíd
quando davano profezie e presagi
(Cataldi
1982). Da qui la traduzione
di Giovanni Giusti «un annuncio per
voi» (Giusti
1991), mentre Melita Cataldi
traduce, letteralmente, «una storia
per voi» (Cataldi
1982). Qui l'annuncio è
quello pronunciato durante le
festività di Samain [MITO]
all'inizio dell'inverno. [RITORNA]
1b
-
Dordaid dam: il riferimento
al cervo [dam] può aver
suggerito l'attribuzione di questa
poesia al leggendario
Finn mac Cumaill, che era un
poeta e viveva nei boschi cacciando
cervi
(Cataldi 1982) e che,
inoltre, aveva il cervo quale
animale totemico. [RITORNA]
2d
-
Ruirtech rían:
L'allitterazione in [r] domina in
questo testo e gli conferisce una
sonorità aspra e cupa, evocando
l'immagine dello scorrere e della
trasformazione: ro-
(1d, 3a, 3b, 3c,
4a)
è prefisso verbale con valore
perfettivo e narrativo; la radice
indoeuropea r-, che indica
lo scorrere, ricompare in rrith
«corso» (2c),
in ruirtech «dal corso più
veloce» (2d),
in ré «lasso di tempo»
(4c)
e nella stessa parola rían
«il mare come percorso dalle navi e
mossa superficie delle onde
oceaniche» (2d).
(Cataldi 1982) [RITORNA]
4d
- Scél «storia» è la prima e
anche l'ultima parola della
composizione. Iniziare e chiudere
una poesia con una stessa frase o
parola è un artificio, chiamato
tecnicamente dúnad, molto
usato nell'antica poesia celtica,
il cui scopo era di dare
compiutezza alle composizioni ma
anche di impedire che vi
aggiungessero indebitamente altre
strofe, come era frequente nella
trasmissione orale.
(Cataldi 1982)
[RITORNA]
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