SCHEDARIO

GERMANI
Scandinavi

MITI GERMANICI
Heiðrún
HEIÐRÚN
Nome della capra che, ritta sul tetto di Valhǫll, bruca le fronde dell'albero Læraðr; dalle sue mammelle scorre quell'idromele che viene bevuto dagli Einherjar.

* * *

 
MITOLOGIA
MITI
  • È la capra sul tetto di Valhǫll.
  • Bruca le fronde dell'albero Læraðr.
  • Dalle sue mammelle scorre un idromele che ogni giorno riempie un calderone. Esso viene bevuto da tutti gli Einherjar.
  • Le si attribuisce un carattere lascivo, tanto che ad essa viene paragonata Freyja.
FILOLOGIA
ORTOGRAFIA

  ORTOGRAFIA
NORMALIZZATA
LEZIONE DEI
MANOSCRITTI

FONTI

Norreno HeiþrúnHeiðrún Heıþrvn
Heıðrvn
Heıdrvn
[R]
[Rs | W]
[T | U]

ETIMOLOGIA

Heiðrún, terionimo.

Seppure con qualche dubbio, il nome della capra Heiðrún potrebbe essere scisso in questo modo:

  1. Heið- | Il primo elemento del nome può essere interpretato in vari modi. (α) Il sostantivo maschile heiðr vuol dire «onore». Cfr. danese hæder, svedese häder. (β) Il sostantivo neutro heið significa «bagliore, nitore», riferito soprattutto al chiarore del cielo; da qui, l'aggettivo heiðr «brillante». Cfr. l'epiteto Heiðr attribuito a Gullveig. (γ) Sempre al neutro, il sostantivo heið significa anche «pagamento, renumerazione»; in questa accezione, il termine è utilizzato in poesia e soprattutto in composti e kenningar. (δ) Il sostantivo femminile heiðr vuol dire «brughiera». Da un protogermanico *haiþī. Cfr. Antico alto tedesco haida > tedesco Heide; medio olandese hede > olandese hei; anglosassone hǽð > inglese heath; norreno heiðr > danese hede, svedese hed; Ulfila rende con il gotico haiþi il greco agrós «campo».
     
  2. -rún | Il sostantivo femminile rún ha, come significato originario, «bisbiglio, sussurro» e dunque, «segreto, mistero» (cfr. norreno rýna «fare discorsi segreti», tedesco raunen «sussurrare»). In seguito, dal mondo dell'oralità, il termine passò a indicare i simboli della scrittura fuþark, le rune.

Difficile tuttavia tentare un'interpretazione. «Sussurro splendente» o «runa d'onore» non hanno un senso comprensibile.

LETTERATURA

La capra Heiðrún fa la sua comparsa nel Grímnismál, nella piccola sezione [21-26] in cui si tratta delle cose e degli animali che si trovano nel salone di Valhǫll. Il poema le dedica una strofa:

Heiðrún heitir geit,
er stendr hǫllo á [Herjafǫðrs]
ok bítr af læraðs limom;
skapker fylla
hón skal ins skíra mjaðar,
knáat sú veig vanaz.
Heiðrún si chiama la capra
che si erge sulla sala [di Herjafǫðr]
e bruca le fronde del Læraðr.
Il calderone riempirà
lei di quel chiaro idromele,
un liquore che non può mancare.
Ljóða Edda > Grímnismál [25]

Nel trattare della capra, Snorri la prende da lontano. Non cita espressamente la strofa del Grímnismál, ma è evidente che la usa come fonte, in quanto non aggiunge nulla che non sia già compreso nel poema:

Þá mælti Gangleri: «Hvat hafa einherjar at drykk þat er þeim endisk jafngnógliga sem vistin, eða er þar vatn drukkit?» Quindi chiese Gangleri: «Per gli Einherjar c'è qualcosa da bere che possa bastare per accompagnare il loro cibo, oppure là si beve acqua?»
Þá segir Hár: «Undarliga spyrðu nú, at Allfǫðr mun bjóða til sín konungum eða jǫrlum eða ǫðrum ríkismǫnnum ok muni gefa þeim vatn at drekka, ok þat veit trúa mín at margr kemr sá til Valhallar er dýrt mundi þykkjask kaupa vatnsdrykkinn ef eigi væri betra fagnaðar þangat at vitja, sá er áðr þolir sár ok sviða til banans. Disse quindi Hár: «È strano che tu adesso chieda se Allfǫðr possa chiamare a sé regnanti, nobili e altri uomini di rango e dar loro da bere acqua. E in fede mia, tanti giungerebbero a Valhǫll pensando di aver pagato a caro prezzo quell'acqua da bere, se non vi fosse un miglior desco a cui sfamarsi per chi in precedenza ha sofferto atroci dolori nel momento della morte.
Annat kann ek þér þaðan segja. Geit sú er Heiðrún heitir stendr uppi á Valhǫll ok bítr barr af limum trés þess er mjǫk er nafnfrægt, er Léraðr heitir, en ór spenum hennar rennr mjǫðr sá er hon fyllir skapker hvern dag. Þat er svá mikit at allir einherjar verða fulldruknir af». Posso raccontarti ancora una cosa. Quella capra che si chiama Heiðrún sta nella parte alta della Valhǫll e mangia le bacche dai rami di quel famosissimo albero chiamato Léraðr. Dalle sue mammelle l'idromele scorre copioso, tanto che ogni giorno ne riempie un calderone. Questo è così grande da ubriacare tutti gli Einherjar».
HÞá mælti Gangleri: «Þat er þeim geysihaglig geit. Forkunnar góðr viðr mun þat vera er hon bítr af!» Quindi parlò Gangleri: «È proprio una capra utile per loro. Dev'essere poi prodigioso l'albero da cui bruca».
Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [39]

Si noti che il nome della mitica capra ricompare nell'Hyndluljóð, dove la gigantessa Hyndla rinfaccia a Freyja la sua disinvolta vita sentimentale, utilizzando per ben due volte una pittoresca espressione:

Snúðu braut heðan,
sofa lystir mik,
fær þú fátt af mér
fríðra kosta.
hleypr þú, Óðs vina,
úti á náttum,
sem með hǫfrum
Heiðrún fari.
Va' via da qui,
voglio dormire.
Poco di buono da me
apprendere puoi.
Tu ruzzi, amica di Óðr,
fuori nella notte,
come Heiðrún
tra i capri vagabondi.
Rannt at Óði
ey þreyjandi,
skutusk þér fleiri
und fyrirskyrtu.
Hleypr þú, Óðs vina
úti á náttum,
sem með hǫfrum
Heiðrún fari.
Correvi da Óðr
sempre bramosa,
e molti vissero con te
storie d'amore.
Tu ruzzi, amica di Óðr,
fuori nella notte,
come Heiðrún
tra i capri vagabondi.
Ljóða Edda > Hyndluljóð [46-47]

Nulla sappiamo riguardo le abitudini sessuali di Heiðrún, ma è probabile che qui il nome venga utilizzato come antonomasia di «capra».

Il nome di Heiðrún compare infine nell'elenco dei «nomi di capre» [hafrs heiti] delle þulur.

FONTI

Ljóða Edda > Grímnismál [25]
Ljóða Edda [minora] > Hyndluljóð [46-47]
Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [39]
Þulur > Hafrs heiti [1]

BIBLIOGRAFIA
RIFERIMENTI
IMMAGINI
 
Eikþyrnir ed Heiðrún
Edda Oblongata
(1680)
[MUSEO]
Heiðrún
Ólafur Brynjúlfsson
(1760)
[MUSEO]
Heiðrún
Lorenz Frølich
(1906)
La cucina della Valhǫll
Autore non identificato
 
PAGINE
I nove mondi - E l'albero che li sostiene
L'Ásgarðr - E le dimore del cielo

Creazione pagina: 01.01.2009
Ultima modifica: 29.06.2013

 
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