LETTERATURA Della dimora di Glitnir tratta
innanzitutto il
Grímnismál, dov'è detto essere il decimo
dei dodici – in realtà tredici – regni celesti che compongono il mondo degli
Æsir:
Glitnir er inn tíundi,
hann er gulli studdr
ok silfri þakðr it sama;
en þar Forseti
byggir flestan dag
ok svæfer allar sakir. |
Glitnir è la decima,
sorretta da pilastri d'oro
e d'argento ancora ricoperta.
Là
Forseti
abita la maggior parte del giorno
e appiana tutte le contese. |
Ljóða Edda
>
Grímnismál [15] |
Il passo non presenta particolari problemi
d'interpretazione. Mentre degli altri toponimi divini elencati nel
Grímnismál
è a volte arduo comprendere se si tratti di territori, fortezze o edifici, per
quanto riguarda Glitnir non sembrano esservi dubbi: le colonne d'oro
sorreggono evidentemente un tetto ed è questo ad essere ricoperto d'argento.
Glitnir è un edificio, più precisamente è un tribunale, dove
Forseti, figlio di Baldr, emette giudizi che
tendono più alla conciliazione che alla giustizia.
Snorri cita Glitnir in due passaggi, anche se poco
aggiunge di nuovo di quanto non sia presente nel
Grímnismál.
Il primo passaggio è allorché
Hár elenca i luoghi che si trovano in cielo, nel mondo degli dèi:
Þar er ok sá staðr er Glitnir heitir ok
eru veggir hans ok stoðir allar ok stólpar af rauðu gulli, en þak hans af silfri. |
Ancora c'è quel luogo chiamato Glitnir,
i cui muri, stipiti e colonne sono di oro rosso, mentre il suo tetto è
d'argento. |
Snorri
Sturluson: Prose Edda >
Gylfaginning [17] |
Qui sono soltanto le colonne ad essere d'«oro rosso» [rauðr gullr] –
secondo l'espressione cara alla letteratura medievale – ma anche i muri e gli
stipiti; ed è proprio il tetto, come avevamo arguito, ad essere d'argento. A
dispetto del fatto che Snorri parli, in maniera generica, di un «luogo» [staðr],
Glitnir è evidentemente un edificio. (Si noti tuttavia che nella versione
di questo passo presente nel Codex Trajectinus [T],
Glitnir è erroneamente sostituito da
Breiðablik.)
La funzione di Glitnir quale tribunale [dómstaðr] viene
sottolineata nel capitolo che Snorri dedica a
Forseti. L'autore cita la strofa summenzionata del
Grímnismál, e scrive:
Forseti heitir sonr Baldrs ok
Nǫnnu Nepsdóttur. Hann á þann sal
á himni er Glitnir heitir, en
allir er til hans koma með
sakarvandræði, þá fara allir
sáttir á braut. Sá er dómstaðr
beztr með guðum ok mǫnnum. |
Forseti si chiama il figlio di
Baldr e di
Nanna figlia di Nepr. Sua è quella sala in
cielo che si chiama Glitnir. Tutti coloro che da lui si recano per risolvere
controversie, fanno ritorno riconciliati. Si tratta del miglior tribunale fra gli
dèi e gli uomini. |
Snorri
Sturluson: Prose Edda >
Gylfaginning [32] |
Il Glitnir
viene infine citato in un enigmatico passo del Bergbúaþáttur,
un poema scaldico del XIII secolo, dove leggiamo:
Þytr var of Þundar Glitni. |
C'è del fragore nel Glitnir del Þund. |
Bergbúaþáttr [4] |
Questa strofa, ricorda Eysteinn Bjǫrnsson, viene convenzionalmente
intesa come «c'è del fragore
sulle montagne». Essendo il Þund uno
dei fiumi cosmici (Grímnismál
[21]), il «Glitnir
del Þund»
[Þundar Glitni]
viene interpretato come «la dimora del fiume», una kenning
per indicare le «montagne»,
anche se esistono altre interpretazioni. |