ETIMOLOGIA Il nome dell'eroe è, in tutte le
fonti meno una, Vol'ga [Вольга]. Si tratta di una versione del nome russo Oleg, il quale al femminile
dà infatti Ol'ga. Questo nome è a sua volta derivato da un norreno Helgi
«consacrato». Di fatto, molti studiosi ritengono che la figura di Vol'ga
possa essere fatta risalire a quella del principe Olegŭ
(R 879-912), chiamato věščij,
cioè «saggio, detentore di poteri occulti» (Se
pověsti vremjan ĭnichŭ lětŭ [6387]).
Fa eccezione, il testo settecentesco di Kirša Danilov, di fatto la versione più antica della
bylina, dove il nome dell'eroe compare nella forma Volch [Волхъ]
(Danilov [6]). Per quanto le lezioni Vol'ga e Volch non
abbiano un'etimologia comune, sono abbastanza simili perché Volch si sia
formato per deformazione del nome originale, su calco della parola antico-russa volchvŭ «stregone»
(tanto che in alcune trascrizioni della bylina il nome dell'eroe viene accessoriamente fornito
al genitivo proprio nella lezione Volchva). Meno stabile il patronimico
dell'eroe, che assume tre forme principali. Il più importante è Vseslav'evič
(variante ridotta Seslav'evič). Esso rimanda
probabilmente alla sinistra figura del principe
Vseslavŭ
Brjačislavovičŭ di Polock, il quale era in grado di trasformarsi in
lupo,
di cui trattano il Codice Laurenziano della
Se pověsti vremjan ĭnichŭ lětŭ, e lo
Slovo o
pŭlku Igorevě. La lezione Buslaevič
(variante Buslavl'evič) è presente
solo in Rybnikov [1] = Hilferding [91]. Il
patronimico Svjatoslav'evič
(varianti Svjatoslavovič, Svjatoslavgovič, etc.),
presente perlopiù nella bylina Vol'ga i Mikula,
sembra rimandare a una differente tradizione. |
LETTURA Due sono le principali byliny
legate a Vol'ga Vseslav'evič, entrambe piuttosto arcaiche:
Vol'ga Vseslav'evič e Vol'ga i Mikula.
Della bylina Vol'ga Vseslav'evič
sono state tramandate undici versioni, con cinque varianti autonome. Le uniche due conservate integralmente sono
la versione presente della
raccolta di Kirša Danilov (Drevnie rossijskie [6]:
Volch Veslav'evič),
e quella che apre la raccolta di P.I. Rybnikov (Pěsni sobrannyja
[1]: O Vol'gě Buslaevičě). Rybnikov registra
un'ulteriore variante
(Pěsni sobrannyja [2]: O Vol'gě Veslav'evičě), di cui
tuttavia rimane però solo la parte centrale. Delle due versioni presenti nella
raccolta di Aleksandr F. Hilferding, l'una (Onežskie byliny
[91]: Vol'ga)
è una trascrizione di Rybnikov [1], mentre l'altra
(Onežskie byliny [15]: Vol'ga) è molto vicina a Rybnikov [2].
La trama è presto detta: il giovane bogatyr', nato tra portenti
cosmici, cresce imparando un gran numero di astuzie e magiche metamorfosi.
Messosi a
capo della sua družina, parte per una spedizione di conquista verso un
lontano reame (indiano, turco...). Nel corso del viaggio, assunte varie forme
animali, l'eroe caccia la selvaggina onde nutrire e vestire i suoi uomini. Allo stesso modo, trasformato in falco, spia le mosse
dell'avversario; trasformato in zibellino, rode le corde degli archi e ne sabota le
armi; trasformato in lupo, ne sgozza i cavalli. Giunto il momento dell'assalto,
espugna la fortezza nemica, uccide lo car' nemico e ne prende in sposa la
moglie.
La versione settecentesca di Kirša Danilov
(Drevnie rossijskie [6]) è la più completa dal punto di vista
narrativo. L'eroe qui ha nome Volch Vseslav'evič ed è figlio
della principessa Marfa Vseslav'evna,
messa incinta da un serpente [změj].
In Rybnikov [1] = Hilferding
[91],
l'eroe ha nome Vol'ga Buslaevič. Qui la principessa non è neppure nominata, né si fa
alcun riferimento al
serpente: ci si limita a dire che Vol'ga
nacque dopo il tramonto del sole.
In Rybnikov [2]
≈ Hilferding [15], l'eroe
ha nome
Vol'ga Vseslav'evič. In questa versione, i dettagli della nascita non sono
narrati e il testo si apre con Vol'ga già in viaggio con la sua
družina.
Tre sono, nelle varie versioni, le destinazioni della spedizione. In Danilov
[6] la družina si reca in India, dove risiede lo car'
Saltyk Stavruvl'evič,
insieme alla sua sposa
Elena
Aleksandrovna. In Rybnikov [1] =
Hilferding [91], la spedizione è diretta alla volta della
Turchia, il cui sovrano è chiamato semplicemente «sultano turco» [turec-santal],
ma la sposa
è conosciuta col patronimico di
Pantalovna. In Rybnikov [2]
≈ Hilferding [15],
si parla invece del Mar Caspio e dell'Orda d'Oro; il sovrano ha nome
Saltan Beketovič, mentre la
principessa viene chiamata Davyd'evna. Il viaggio di Volch/Vol'ga
e del suo esercito verso il reame straniero è affine nelle varie versioni, che
si dilungano sulle trasformazioni dell'eroe e sulle sue battute di caccia.
Aggiungiamo, a puro titolo di curiosità, che Lev Nikolaevič Tolstoj, nel terzo
dei suoi Quattro libri di lettura, fornisce
una versione personale di questa bylina, ottenuta combinando la versione
di Danilov con le due presenti nella raccolta di Rybnikov (Tolstoj 1875).
Della seconda bylina, Vol'ga i Mikula, si
conoscono una trentina di versioni, di cui tre presenti nella raccolta di
Rybnikov (Pěsni sobrannyja [3 | 4 | 5]) e ben sette registrate da Aleksandr
F. Hilferding nella zona dell'Onega (Onežskie byliny
[32 | 45 | 55 | 73 | 131 |
156 | 195]).
Il racconto descrive, con poche varianti, l'incontro tra un nobile guerriero
che attraversa la steppa in testa alla sua valente družina e un possente e meraviglioso aratore. Nel testo della
bylina l'eroe
a cavallo
viene chiamato fin dall'inizio col nome di Vol'ga Vseslav'evič [Vseslav'evič, Seslav'evič]
o Vol'ga Svjatoslavovič [Svjatoslav'evič; Svjatoslavgovič];
l'aratore, che nella maggior parte dei casi rivela il suo
nome quasi alla fine della bylina, è invece
Mikula
Seljaninovič.
La bylina è attestata in
due varianti principali. Nella prima variante si assiste soltanto all'incontro e
al confronto tra Vol'ga e
Mikula,
il quale accoglie infine l'invito dell'interlocutore e si accompagna alla sua družina. Nella seconda versione si ha
un'ulteriore svolgimento, perché
Mikula giunge in città con
Vol'ga e sembra
sia disposto ad aiutare quest'ultimo nell'amministrazione dei beni che gli sono
stati concessi da suo zio, Vladimir knjaz'.
Sono inoltre attestate altre due rare byliny con la presenza di
Vol'ga. L'una, Sadko, Vol'ga i Mikula,
attestata in Hilferding [2]; l'altra,
Vol'ga i Ščelkan, in Hilferding
[254]. Dell'una e dell'altra non abbiamo notizie
attendibili.
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