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MITI CELTICI
MONVMENTA ARTIS ROMANAE
IL «DIO COL MAZZUOLO»
 
Schema
Introduzione
IL DIO COL MAZZUOLO - Iconografia gallo-romana
 
Genere Iconografia monumentale
Luogo Gallia, Germania, Britannia, Dalmatia
Epoca I sec a.C. – III sec. d.C.

Iconografia del «dio col mazzuolo»

Circa duecento immagini gallo-romane sono dedicate al cosiddetto «dio col mazzuolo». Ha l'aspetto di un uomo maturo, con barba e capigliatura riccioluta. L'atteggiamento è maestoso, con una leggera ponderatio. È solitamente vestito alla maniera gallica, con una tunica manicata, trattenuta in vita e sui fianchi, e un mantello. Spesso indossa bracae e calzature. A volte è invece abbigliato con una sinistra pelle di lupo, il cui cranio è posato sul suo capo a mo' di elmo. Gli attributi costanti sono un mazzuolo dal lungo manico, più simile a uno scettro, che impugna nella sinistra, e nella destra un vaso tipo olla, in alcuni casi sostituito da una patera. In certe aree geografiche, invece del vaso compare un tino. Raramente il dio impugna una falx. Su una stele proveniente da Séguret (Vaucluse, Francia) ha, eccezionalmente, una siringa.

Le statuette bronzee, circa un centinaio, sono diffuse soprattutto alla foce del Rhône e nelle valli del Rhône e della Saône, tra Lyon e Dijon (Francia), nella zona di Besançon (Francia) e del lago Léman (Svizzera). Stilisticamente, presentano una fattura assai accurata. Il dio può essere raffigurato abbigliato alla maniera gallica, o con una corta tunica, o nudo. Le immagini in pietra, una settantina circa, hanno una diffusione maggiore sul territorio rispetto alle statuine in bronzo: sono state ritrovate lungo il corso del Rhône, della Saône, nel territorio degli Hedui; nella zona della Moselle, del Rhin/Rhein, del Main e della Saar. In Gallia Narbonensis quasi tutte le immagini ritrovate sono pertinenti ad altari, mentre nella Gallia Lugdunensis e Belgica e in Germania Superior si tratta, a parte qualche eccezione, di steli a rilievo. Sono assai meno raffinate rispetti ai bronzi: i tratti somatici sono semplificati, i panneggi rudimentali, le proporzioni sovente sbagliate. Le statuette di terracotta, invece, sono state trovate all'interno delle aree sacre a Dhronecken e a Hochscheid (Rheinland-Pfalz, Germania). Una quarta statuetta di terracotta proviene da Vichy (Allier, Francia).

Nella valle del Rhône – a Vichy, a Orange e a Sainte-Colombe-lès-Vienne (Francia) – sono stati rinvenuti frammenti di tre medaglioni di applicazione recanti l'immagine del «dio col mazzuolo»; un quarto viene invece da Samobriva (Gallia Belgica) ⇒ Amiens (Somme, Francia).

Spesso, il «dio col mazzuolo» è accompagnato da un cane. Su un altare rinvenuto a Vacquerolles, vicino Nîmes (Gard, Francia), il dio è ritratto con un gallo. In due immagini è associato a un serpente: su un frammento di altare in calcare trovato nella chiesa di Saint-Thomas de Coloures, ancora presso Nîmes, dove l'animale è attorcigliato al manico del mazzuolo, e su una statuina di terracotta rinvenuta a Hochwald (Solothurn, Svizzera). In tredici immagini, il «dio col mazzuolo» è raffigurato insieme a una divinità femminile. In alcune figurazioni compaiono i soli attributi: mazzuolo e olla.

MONVMENTA ARTIS ROMANAE

SUCELLOS, IL «DIO COL MAZZUOLO»

Sucellos e Nantosuelta. Altare di Sarrebourg

Rilievo su un altare trovato nei pressi del mitreo di Pons Saravi (Gallia Belgica) ⇒ Sarrebourg (dip. Moselle, Francia), nel territorio dei Mediomatrici, raffigurante una coppia divina formata dal «dio col mazzuolo» e dalla sua paredra, ritratti con aspetto maestoso e regale. Il reperto, datato tra la fine del I e l'inizio del II secolo d.C., è particolarmente importante in quanto riporta, oltre alle immagini, anche i nomi delle due divinità, rispettivamente Sucellos e Nantosuelta. Alla base dell'altare compare, enigmatica, l'immagine di un corvo. L'iscrizione dedicatoria rivela che l'altare fu stato commissionato, quale ex voto, da un certo Bellausus, figlio di Massa.

Deo Sucello
Nantosuelt(a)e
Bellausus Mas-
s(a)e filius v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito)

CIL [xiii: 4542]

Primo piano del rilievo: [immagine]✦
Primo piano dell'iscrizione: [immagine]✦

 Musée de Metz, Metz (Moselle, Francia)
Sucellos. Medaglioni ornamentali su olla

Frammento di olla, con applicato un medaglione ornamentale raffigurante il «dio col mazzuolo». Il reperto, risalente al primo quarto del III sec. d.C., è stato rivenuto a Samobriva (Gallia Belgica) ⇒ od. Amiens (dip. Somme, Francia). La parte dell'iscrizione pervenuta permette di leggere soltanto:

...†] propitium
nobis

CAG [80-01, p. 130]
Musée de Picardie, Amiens  (dip. Somme, Francia).
Fotografia: Vassil. Wikimedia Common.

Medaglioni simili sono stati tuttavia rinvenuti in altri siti gallici. In uno proveniente da Vienna (Gallia Narbonensis) ⇒ Sainte-Colombe-lès-Vienne (dip. Rhône, Francia), qui riprodotto in disegno, l'immagine appare più completa; il dio è accompagnato da un cane e l'iscrizione suggerisce il nome di  Sucellos.

Su[cell]um propitium
nobis

CAG [69-01, p. 357]

Disegno: Enciclopedia delle religioni (6 voll.). Vallecchi, Firenze 1970.
Il «dio col mazzuolo». Bronzo di Fourvière

Questa statuetta in bronzo del «dio col mazzuolo», di cui non conosciamo l'età e la provenienza, è caratterizzata da un curioso abito a maniche lunghe ornato da disegni a forma di croce, interpretati come simboli astrali, oppure legati a qualche aspetto ctonio del dio (Lambrecht 1942 | Duval 1957). I capelli, arricciolati in boccoli, cadono abbondanti sulla nuca e sulle spalle. Il mazzuolo è andato perduto.

Musée gallo-romain de Fourvière, Lyon (Rhône, Francia)
Il «dio col mazzuolo». Bronzo di Lausanne

Statuetta in bronzo del «dio col mazzuolo», rinvenuta a Lausanne (Vaud, Svizzera), alta 17,6 cm. La forma del volta e la regale postura sono reminiscenti dell'iconografia classica di Iuppiter. Entrambi gli attribuiti, l'olla e il mazzuolo, sono purtroppo andati perduti.

Musée cantonal d’art et d’histoire, Lausanne (Vaud, Svizzera).
©  Fotografia: Fibbi-Aeppli.
Il «dio col mazzuolo». Bronzo di Vienne

Splendida statuetta in bronzo del «dio col mazzuolo» rinvenuta nel 1866 nel lararium di un'abitazione romana presso Vienne (Isère, Francia). Risalente al I sec. d.C. e alta 32 cm, contando la base, è senza dubbio la più raffinata immagine del «dio col mazzuolo» a oggi rinvenuta. Lo stile rimanda all'iconografia classica di Hēraklês. Il dio è nudo, a parte una pelle di lupo drappeggiata sull'òmero sinistro, con il cranio sul capo e le zampe anteriori annodate intorno al collo. Tiene l'olla nella mano destra e nella sinistra impugnava originariamente il mazzuolo, oggi perduto. Alle sue spalle, un enorme oggetto cilindrico termina in una corona composta da cinque cilindri più piccoli. La natura di questi cilindri non è chiara: potrebbero essere tanto dei mazzuoli quanto delle botti, ma sono state proposte altre congetture. Si noti che esistono altri cinque oggetti simili, provenienti forse dalla valle del Rhône, ritrovati senza le statuine a cui dovevano originariamente appartenere.

Primo piano del volto: [immagine]✦
Vista posteriore: [immagine]✦

Walters Art Gallery, Walters Museum, Baltimore (Maryland, USA).
Fotografia: Walters Art Museum, licenza Creative Commons.

Il «dio col mazzuolo». Bronzo di Ebruyères

Statuetta in bronzo del «dio col mazzuolo», alta 15,8 cm e proveniente da Ebruyères (dip. Côte-d'Or, Francia). Il suo abbigliamento è assai poco celtico. La clamide gettata su una corta tunica (visibile di lato) e l'assenza di pantaloni, come pure la dettagliata acconciatura a riccioli della barba e dei capelli, indica un influsso tardo-classico. Il mazzuolo, impugnato con la destra, è andato perduto.

Vista laterale: [immagine]✦

Musée de France d'Opale Sud, Berck-sur-Mer (Pas-de-Calais, Francia)
Fotografia: © Georges Dilly.

Il «dio col mazzuolo» come Hercules. Bronzo di Vienne

Una delle due statuette in bronzo del «dio col mazzuolo» rinvenuta nel 1866 a Vienne (dip. Isère, Francia). L'immagine, datata tra il I e il III sec. d.C., è di fattura piuttosto raffinata ed elegante. Il dio vi è raffigurato come un uomo maturo, dal corpo snello e aggraziato. Il volto barbuto, sproporzionato, mostra un'espressione benevola. Il dio indossa abiti contadini e porta, eccezionalmente, una pelle di leone. Questa identificazione con Hercules/Hēraklês enfatizza forse il suo ruolo quale protettore del territorio. Porge l'olla nella mano destra, e il mazzuolo, perduto, doveva essere probabilmente inclinato in avanti.

British Museum, London (Regno Unito)
Il «dio col mazzuolo». Bronzo di Sauvat

Statuetta in bronzo raffigurante il «dio col mazzuolo». Risalente al II-III sec. d.C., secondo i nostri dati pare sia stata rinvenuta a Sauvat (dip. Cantal, Francia).

Musée d’archéologie nationale, Saint-Germain-en-Laye (Yvelines, Francia).
Fotografia: PHGCOM, Wikimedia Commons.
Il «dio col mazzuolo». Bronzo di Prémeaux

Statuetta in bronzo ritrovata presso il villaggio di Prémeaux-Prissey (dép. Côte-d'Or, Francia). L'immagine non si distacca dalla tipica iconografia del «dio col mazzuolo». Il personaggio indossa una tunica ornata da disegni a forma di croce che gli lascia nude le gambe; i capelli sono abbondanti sulle spalle, con un boccolo ritto sulla fronte, e la barba è ben sagomata. L'asta, impugnata con la sinistra appena sotto la testa del mazzuolo, appare sproporzionatamente sottile per la grandezza del maglio.

Un disegno tratto dallo stesso bronzo: [immagine]✦

Musée des Beaux-Arts, Beaune (Côte-d'Or, Francia).

Il «dio col mazzuolo» e la sua paredra
Rilievo di Grünwinkel

Altorilievo del «dio col mazzuolo» accompagnato dalla sua paredra, proveniente da Grünwinkel, in Karlsruhe (Baden-Württemberg, Germania).  Eccezionalmente, il «dio col mazzuolo» impugna il suo scettro con la mano destra e non regge l'olla. Alla base del manico si vede un curioso motivo a forma di doppia ascia. La sua compagna è parimenti diversa dalla tipica iconografia di Nantosuelta: anch'ella è priva di scettro. L'uno e l'altra sono ritratti in posa regale, con vesti e mantelli ornati da eleganti panneggi, il capo ornato da una tiara o corona.

Badisches Landesmuseum, Karlsruhe (Baden-Württemberg, Germania). Altezza: 85 cm.
Il «dio col mazzuolo». Rilievo di Oberseebach

Bassorilievo da un altare del III secolo, rinvenuto a Oberseebach (Bas-Rhin, Francia). Originariamente il «dio col mazzuolo» compariva a fianco della propria paredra, e accanto a loro si trovava un piccolo cane a tre teste. L'immagine è andata parzialmente distrutta nel 1870.

Musée archéologique de Strasbourg, Strasbourg (Bas-Rhin, Francia).
Fotografia: Ji-Elle, Wikimedia Commons.

Il «dio col mazzuolo» come Silvanus. Bronzo di Orpierre

Splendida figurina in bronzo del «dio col mazzuolo» ritratto in veste di Silvanus, rinvenuta a Orpierre (dip. Hautes-Alpes, Francia).


GREEN Miranda J.: Dizionario di mitologia celtica, Rusconi 2000.
Il «dio col mazzuolo» come Silvanus. Bronzo di Glanum

La statuetta proviene dall'oppidum celto-ligure di Glanum, nel territorio dei Salluvii, vicino l'attuale Saint-Rémy-de-Provence (dep. Bouches-du-Rhône, Francia).

GREEN Miranda J.: Dizionario di mitologia celtica, Rusconi 2000.
Silvanus. Rilievo di Eisenberg

In questo interessante rilievo proveniente da Eisenberg (Rheinland-Pfalz, Germania), gli attributi del «dio col mazzuolo» vengono diluiti a vantaggio dell'immagine romana del dio Silvanus. Manca l'olla e il mazzuolo sembra sostituito da una zappa. Due animali, forse cani, sono disposti ai due lati della figura. L'iscrizione dice:

D(eo) Silvano
Lucios [sic] Cinonis
v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito)

CIL [xiii: 6146]
 
Altare con gli attributi di Iuppiter e Silvanus

A volte compaiono soltanto gli attributi del «dio col mazzuolo», pur senza la figura divina. In questo altare co-dedicato a Iuppiter e Silvanus, rinvenuto a Saint-Laurent-d'Aigouze (dip. Gard, Francia), sono presenti gli attributi delle due divinità celtiche: il fulmine e la ruota dello Iuppiter gallico e il mazzuolo e l'olla di Sucellos, a cui si aggiunge la zappa, che rimanda all'identificazione di quest'ultimo come Silvanus. L'iscrizione dice:

Iovi et Silvano C(aius) Octavius
Pedo

CAG [30-03, p 635] = AE [1919, 84]
Musée archéologique de Nîmes  (dip. Gard, Francia).
Il «dio col mazzuolo». Rilievo di Nîmes

In questo bassorilievo risalente con ogni probabilità al I o II secolo d.C., il «dio col mazzuolo» appare nel suo aspetto più classico. Indossa abiti rustici e è accompagnato da un cane.

Musée archéologique, Nîmes (Gard, Francia).
Fotografia: Hervé Champollion / AKG-images
Il «dio col mazzuolo». Rilievo dalla Maison de Sucellus

Altorilievo del «dio col mazzuolo», proveniente dalla cosiddetta Maison de Sucellus, un'abitazione gallo-romana sita a Saint-Romain-en-Gal (Rhône, Francia) e datata al 180 d.C. Il dio regge olla e mazzuolo; un cane è accovacciato ai suoi piedi. L'iscrizione alla base è con ogni probabilità quella del dedicatario dell'immagine:

Atticus Sarcitor

AE [1968: 294]
Musée gallo-romain de Saint-Romain-en-Gal (Rhône, Francia).
Fotografia: Vassil, 2011. Wikimedia Commons
Il «dio col tino»

Statuetta rinvenuta a Mediolanum (Gallia Belgica / Germania Superior) ⇒ Mâlain (Côte-d'Or, Francia). Il personaggio raffigurato accanto a un tino (definito dieu au tonneau) è generalmente considerato una variante del «dio col mazzuolo». Il bastone che la figura sorregge nella sinistra potrebbe essere effettivamente quanto resta del mazzuolo.

Musée archéologique, Dijon (Côte-d'Or, Francia).
Fotografia: Siannan, 2013. Wikimedia Commons
Nantosuelta. Secondo altare di Sarrebourg

A Pons Saravi (Gallia Belgica) ⇒ Sarrebourg (dip. Moselle, Francia), insieme al famoso altare riportante le immagini e i nomi di  Sucellos e Nantosuelta (CIL [xiii: 4542]), che però mostra soltanto la dea. Anche in questo caso ella regge in mano un'asta con in cima un'edicola, mentre con l'altra mano tiene qualcosa che si crede possa essere un alveare sul quale è appollaiato, ancora una volta, un uccello, forse un corvo. Alla sua sinistra si trovano ammucchiati tre oggetti, interpretati generalmente come favi.

L'iscrizione riporta:

n h(ono)r(em) d(omus) d(ivinae)
M(arcus) Tignuarius
v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito)

CIL [xiii: 4543]

Immagine contrastata del rilievo: [immagine]✦

Musée de Metz, Metz (Moselle, Francia)
Nantosuelta. Rilievo di Speyer

Bassorilievo rinvenuto, forse, a Speyer (Rheinland-Pfalz, Germania). Gli attribuiti sono quelli di Nantosuelta: l'asta con il fanum e l'uccello. Nel timpano fa mostra di sé un volto solare.

Historisches Museum der Pfalz, Speyer (Rheinland-Pfalz, Germania)
Stele funeraria con possibile identificazione del defunto con il «dio col mazzuolo»

Altorilievo su una stele funeraria in calcare, del II sec. d.C., rinvenuta a Intaranum (Gallia Lugudunensis) ⇒ Entrains sur Nohain (Nièvre, Francia). L'immagine è probabilmente quella del defunto, Apinosus Iclius, come risulta dall'iscrizione, dedicata ai Dii Manes:

D(is)

Apinosus Iclius

M(anibus)
CIL [xiii: 2911]

La figura regge il mazzuolo e l'olla, caratteristici strumenti del «dio col mazzuolo», forse visto nel suo aspetto di signore dei morti e, come tale, identificato con il defunto. Altri ritengono tuttavia che il martello indichi in realtà la professione di Apinosus (fabbro, calzolaio, artigiano) e che l'olla contenga il pasto funebre. Ai piedi del personaggio si riconoscono un cane e un gallo; il primo – spesso presente nelle immagini del «dio col mazzuolo» – ha forse il compito di scortare il defunto nel regno dei morti, il secondo è stato probabilmente offerto in sacrificio dai parenti di Apinosus.

Altra fotografia del reperto: [immagine]✦

Musée d’archéologie nationale, Saint-Germain-en-Laye (Yvelines, Francia).
Dis Pater ed Aericura. Altare di Sulzbach

Sculture acefale di Dis Pater e della sua compagna Aericura su un altare rivenuto nel 1812 in una caverna a Sulzbach presso Karlsruhe (Baden-Württemberg, Germania). L'iscrizione riporta:

I(n) h(onorem) d(omus) d(ivinae) d(eae) s(anctae) Aericur(ae) et Diti Pat(ri)
Veter(ius) Paternus et Adi(?) Pater(na)

CIL [xiii: 6322]

La figurazione è lontana dalla tipica iconografia del «dio col mazzuolo»: mancano infatti il mazzuolo, l'olla, il cane, la patera. La figura maschile regge quello che sembra un rotolo di pergamena. Tale scultura è una possibile indicazione a sfavore dell'indicazione del «dio col mazzuolo» con Dis Pater cesariano. Vi è però anche la possibilità che le immagini non rappresentino le divinità, ma Veterius Paternus e Adi(?) Paterna, i quali sono forse i due defunti affidati alla benevolenza degli dèi degli inferi.

Württembergisches Landesmuseum, Stuttgart (Baden-Württemberg, Germania)

Aericura. Rilievi di Bad Cannstatt

Due rilievi raffiguranti Aericura provengono da Bad Cannstatt presso Stuttgart (Baden-Württemberg, Germania). Nel primo, la dea è seduta, abbigliata con una lunga tunica e i capelli acconciati in uno chignon; tiene in grembo un cesto di frutta. L'iscrizione riporta:

[Herec]ur(a)e sig(num) Val(erius)
...†] v(otum) s(olvit) l(ibens) l(aetus) m(erito)

CIL [xiii: 6322]

Il secondo altorilievo, è purtroppo mutilo della parte superiore, ma si riconosce il cesto di frutta, poggiato sulle ginocchia tra gli eleganti panneggi della veste.

Herecur(a)e Cottus
G[all]i (?) ex voto suscept[o]
posuit v(otum) s(olvit) l(ibens) l(aetus) m(erito)

CIL [xiii: 6438]

Seconda immagine: [immagine]✦

Württembergisches Landesmuseum, Stuttgart (Baden-Württemberg, Germania)

 
«Hänsel» e «Gretel» di Sengscheid

Nella foresta di Sengscheid, non lontano da Sankt Ingbert, presso Saarpfalz-Kreis (Saarland, Germania), si possono ammirare due incisioni rupestri sagomate sulla parete meridionale di un enorme macigno. Le immagini, scolpite all'interno di due lievi nicchie, raffigurano un uomo e una donna, ritratti quasi a grandezza naturale e popolarmente conosciuti con gli affettuosi nomignoli di «Hänsel» e «Gretel».

Entrambe le figure sono ritratte frontalmente. L'uomo è senza barba e porta una tunica lunga fino alle ginocchia. Il braccio destro è sollevato, con l'avambraccio ad angolo retto, ma non è chiaro cosa sostenesse in origine. La sua compagna è abbigliata con una lunga tunica e porta nella mano sinistra quello che sembra un cesto di frutta. Gli occhi e la bocca sono suggeriti da semplici depressioni.

Le incisioni rupestri risalgono al II o III secolo d.C. e si ritiene facessero parte, in origine, di un nemeton celtico, un luogo di culto a cielo aperto, posto in un bosco sacro. La parte inferiore della roccia, orizzontale, poteva forse servire da altare. Le due figure sono di solito identificate con Sucellos e Nantosuelta, tuttavia, la cattiva conservazione delle figure rende arduo dare un'interpretazione univoca. Il sito è esposto agli agenti atmosferici e alle intemperie, rendendo assai difficoltosa la conservazione del monumento.

Fotografia frontale: [immagine]✦
Fotografia frontale: [immagine]✦


Foresta di Sengscheider, Sankt Ingbert (Saarland, Germania).
Fotografia: Epei, Wikimedia Commons.
Il «viandante» di Carpene

Tra le numerose incisioni rupestri della Val Camonica, alcune si è tentato di ricondurle a motivi celtici. È il caso del cosiddetto «viandante», inciso – tra ben oltre settecento altre raffigurazioni – sulla Roccia Grande di Carpene, nel Parco Comunale Archeologico e Minerario di Sellero (Brescia). L'immagine è datata tra la media e la tarda età del Ferro (VI-I sec. a.C.). È una figura di grandi dimensioni. Il corpo è un rettangolo, dai cui angoli si diramano quattro arti monolinei, con mani e piedi risolti con dei circoletti. La testa, sproporzionatamente piccola, si sorregge sopra un curioso scollo a V. Il pene è indicato da una breve linea tra le gambe. La figura impugna nella destra un oggetto che potrebbe ricordare, appunto, il maglio impugnato dal «dio col mazzuolo». Altri hanno invece pensato all'ascia impugnata da Esus. Stante lo stile estremamente rudimentale, potrebbe trattarsi di qualsiasi strumento.

Roccia Grande di Carpene (r. 2-3). Parco comunale Archeologico e Minerario di Sellero (Brescia, Lombardia, Italia).
Foto: Luca Giarelli, Wikimedia Commons.
Intersezione Sezioni: Alianora
Sezione Museo: Līlīth
Area Celtica: Óengus Óc
Annotazioni di Eleonora Dispetti
Creazione pagina: 08.03.2004
Ristrutturazione: 20.04.2014
Ultima modifica: 23.01.2016
 
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