MITOLOGIA |
MITI |
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Allfǫðr pone Nótt
e Dagr nel cielo, e dà loro due cavalli e due carri,
affinché cavalchino ogni dodici ore attorno alla terra.
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Nótt corre per prima su
quel cavallo che si chiama Hrímfaxi, «criniera di brina», e dalla schiuma del suo morso
viene la rugiada che bagna la terra ogni mattino.
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Dagr viene dopo di lei, sul cavallo chiamato
Skinfaxi, «criniera lucente», che col suo manto illumina
tutto il cielo e la terra.
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FILOLOGIA |
ORTOGRAFIA
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ETIMOLOGIA Skinfaxi, terionimo.
Hrímfaxi, terionimo. I cavalli del giorno e della notte hanno nomi parlanti, il cui significato è
rispettivamente «criniera lucente» (in quanto illumina il cielo e la terra con
la luce sprigionata dal suo manto) e «criniera di brina» (in quanto dalla
schiuma che gocciola dal suo morso si forma la rugiada che ogni mattina cade
sulla terra).
- Skin- | Norreno, sostantivo skin «lucentezza» (cfr.
tedesco Schein), intesa soprattutto come quella degli astri. Tra i
composti poetici troviamo sólskin «luce del sole», o tunglskin
«chiarore lunare».
Hrím- | Norreno, sostantivo hrím «brina» (cfr.
anglosassone hrīm > inglese rime; tedesco Reif, danese
rim-frost). Troviamo il termine attestato in composti poetici come
hrím-steinar «rocce brinate», hrím-frosinn «gelo brinato»,
hrím-kalkr «calice di brina», con riferimento alla schiuma della birra,
o hrím-fextr «crestato di brina», intendendo in quest'ultimo caso le
onde del mare, con espressione simile al nome del nostro destriero
Hrímfaxi. I giganti sono spesso legati alla brina, intesa come ambiente
ghiacciato e ostile in cui alcuni di essi dimorano, i cosiddetti
hrímþursar, i «giganti di brina».
- -faxi | Il secondo elemento di entrambi i nomi, il sostantivo
norreno faxi, vuol dire «criniera». È termine che caratterizza i nomi
composti di alcuni destrieri mitologici.
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LETTERATURA I due cavalli del giorno e della notte
sono citati, separatamente, in due strofe del
Vafþrúðnismál.
Di Skinfaxi dice:
Skinfaxi heitir,
er inn skíra dregr
dag um dróttmǫgu;
hesta beztr
þykkir hann með reiðgotom,
ey lýsir mǫn af mari. |
Skinfaxi si chiama
chi il chiaro trascina
giorno [Dagr] per le schiere umane.
Dei destrieri lo si stima
il migliore tra i Reið-Goti.
Di quel cavallo risplende la criniera. |
Ljóða Edda
>
Vafþrúðnismál [12] |
E di Hrímfaxi:
Hrímfaxi heitir,
er hverja dregr
nótt of nýt regin;
méldropa fellir
hann morgin hvern;
þaðan kemr dǫgg um dala. |
Hrímfaxi si chiama
chi una ad una trascina
la notte [Nótt] sugli dèi propizi.
La schiuma dai denti
gocciola al mattino,
da cui viene la rugiada sulle
valli. |
Ljóða Edda
>
Vafþrúðnismál [14] |
Ma è Snorri che raccoglie le fila di questi due mitici cavalli, narrando:
Þá tók Allfǫðr Nótt ok Dag,
son hennar, ok gaf þeim tvá hesta
ok tvær kerrur ok setti þau upp á
himin, at þau skulu ríða á hverjum
tveim dǿgrum umhverfis jǫrðina.
Ríðr Nótt fyrri þeim hesti er
kallaðr er Hrímfaxi, ok at morni
hverjum døggvir hann jǫrðina af
méldropum sínum. Sá hestr er Dagr
á heitir Skinfaxi, ok lýsir allt
lopt ok jǫrðina af faxi hans. |
Quindi
Allfǫðr prese Nótt e
Dagr, figlio di lei, diede loro due cavalli
e due carri e li mandò su in cielo, affinché cavalcassero ogni dodici ore
attorno alla terra. Nótt corre per prima su
quel cavallo che si chiama Hrímfaxi e ogni mattino esso bagna la
terra con la schiuma del suo morso. Il cavallo che possiede
Dagr si chiama
Skinfaxi perché col suo manto illumina
tutto il cielo e la terra. |
Snorri Sturluson:
Prose Edda >
Gylfaginning [10] |
I due cavalli sono citati anche nell'elenco dei nomi dei destrieri divini, nelle þulur. Viceversa, essi non vengono citati nell'elenco
dei destrieri degli
Æsir del
Grímnismál
[30], né nella versione in prosa di questa strofa che dà Snorri in
Gylfaginning [15]. |
FONTI
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BIBLIOGRAFIA
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