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GERMANI
Scandinavi

MITI GERMANICI
Ginnungahiminn
GINUNNGAHIMINN
Il «cielo degli abissi» in cui gli dèi, all'inizio del tempo, posero gli astri e le stelle.

* * *

 

MITOLOGIA
MITI
  • Terminata la creazione del mondo, Óðinn, Vili e prendono le scintille spruzzate fuori da Múspellsheimr e le pongono nel mezzo del Ginnungahiminn, sopra e sotto, in modo da illuminare il cielo e la terra.
FILOLOGIA
ORTOGRAFIA

  ORTOGRAFIA
NORMALIZZATA
LEZIONE DEI
MANOSCRITTI

MSS.

Norreno Ginnungahiminn ginnvnga himinn [R | Rs | T | W | U]

ETIMOLOGIA

La parola ginnungahiminn andrebbe tradotta con «cielo primordiale» o «cielo abissale».

  1. Ginnunga- | Per il discusso termine ginnunga-, dal significato di «spalancato, vuoto, abissale» (o usato come suffisso di intensità), si veda la discussione al termine [Ginnungagap]►
     
  2. -himinn | Dal sostantivo norreno, himinn (rar. hifinn) «cielo». La parola deriva da un protogermanico *hemina- e nei vari esiti la consonante radicale varia tra m e f (v); la finale tra n e l (cfr. gotico himins; anglosassone heofon, inglese heaven; antico sassone heƀans, antico alto tedesco himila, olandese hemel, tedesco Himmel; danese e svedese himmel).
LETTERATURA

Il termine Ginnungahiminn è citato in un'unica occorrenza, da Snorri, laddove si parla della creazione delle stelle nel cielo, da parte dei figli di Borr cioè Óðinn, Víli e .

Þá tóku þeir síur ok gneista þá er lausir fóru ok kastat hafði ór Muspellsheimi, ok settu á miðjan Ginnungahimin, bæði ofan ok neðan til at lýsa himin ok jǫrð. Þeir gáfu staðar ǫllum eldingum, sumum á himni, sumar fóru lausar undir himni, ok settu þó þeim stað ok skǫpuðu gǫngu þeim. Poi [i figli di Borr] presero scintille e fiammelle, che correvano libere, e furono lanciate fuori dal Múspellsheimr, e le posero nel mezzo del Ginnungahiminn, sia in alto che in basso, affinché illuminassero cielo e terra. Diedero un posto a tutte le luci, ad alcune nel cielo, mentre altre correvano libere sotto di esso, e anche a queste diedero un posto dando forma al loro percorso.

Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [8]

Il contesto della scena viene posto subito dopo l'uccisione di Ymir e la creazione del mondo a partire dal suo corpo smembrato e, in particolare, subito dopo l'imposizione della volta del cielo, tratta dal cranio del gigante primordiale. Per quanto, in analogia col concetto di Ginnungagap, sembra di poter dedurre che il termine Ginnungahiminn indichi il cielo abissale, sembra anche ovvio constatare, a partire da questa scena, che le stelle, tratte dalle fiammelle e scintille del Múspellsheimr, siano state disposte all'interno del cranio-cielo, in modo da poter essere visibili dalla terra. Il termine, dunque, è qui probabilmente utilizzato nel senso astronomico di «firmamento», «spazio», «cielo notturno».

Si noti tuttavia che, dei quattro manoscritti dell'Edda di Snorri, soltanto il Codex Regius [Rs] riporta riporta la lezione sopra presentata, secondo lui il corpo di Ymir venne posto «nel mezzo del Ginnungahiminn» [á miðjan Ginnungahimin]. Il Codex Trajectinus [T] e il Codex Uppsaliensis [U] scrivono invece: «nel mezzo del Ginnungagap, nel cielo» [í mitt Ginnungagap á himin]. Il Codex Wormianus [W] scrive semplicemente: «nel cielo» [á himin], senza citare né il Ginnungahiminn, né il Ginnungagap.

Dunque, la parola Ginnungahiminn è presente soltanto nel Codex Regius. È possibile che si tratti, se non di un errore, almeno di un neologismo.

FONTI

Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [8]

BIBLIOGRAFIA
RIFERIMENTI
PAGINE
Il tempo e gli elementi - Lupi che corrono in cielo

Creazione pagina: 01.01.2009
Ultima modifica: 28.06.2013

 
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