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GERMANI
Scandinavi

MITI GERMANICI
Søkkvabekkr
SØKKVABEKKR
La maestosa dimora di Sága, sommersa dalle onde. In questo luogo, la dea s'incontra ogni giorno per bere con Óðinn in coppe auree.

* * *

 
MITOLOGIA
MITI
  • È una delle dimore divine, assai vasta e maestosa.
  • Vi rumoreggiano sopra le gelide onde.
  • Appartiene a Sága.
  • Sága e Óðinn vi si incontrano ogni giorno per bere in coppe d'oro.
FILOLOGIA
ORTOGRAFIA

  ORTOGRAFIA
NORMALIZZATA
LEZIONE DEI
MANOSCRITTI

MSS.

Norreno Søkkvabekkr Sꜹcq beccr
Sǫk bækr
Skqvabeck
Søkvabek
Sokkva bekk
Seckva beck
[R]
[A]
[Rs]
[T]
[W]
[U]

ETIMOLOGIA

Søkkvabekkr. Toponimo.
Forse di origine pre-islandese, l'apparente significato del termine è «panca sommersa», probabilmente nel senso di «[sala dalle] panche sommerse».

  1. søkkva- | Da correlare al verbo søkkva «sprofondare, affondare, sommergere». Cfr. anglosassone sincan > inglese to sink «affondare»; tedesco sinken «affondare»; danese synke «inghiottire», norvegese synke «affondare». Ulfila rende con il gotico siggqan il greco bythízō «andare a fondo». Da søkkva deriva un identico verbo con significato causativo, «far affondare, immergere».
     
  2. -bekkr | Sostantivo maschile che può avere in norreno due significati.
    (α) Il primo è «panca», a indicare le lunghe panche senza schienale che venivano usate nella hǫll per sedersi ai tavoli. Il termine deriva da un protogermanico *bankiz. Cfr. antico alto tedesco banch > tedesco Bank; antico sassone bank; olandese bank «panca, banco»; anglosassone benċ > inglese bench «panchina, panca» e bank «banca». La forma norrena *benkr > bekkr si è evidentemente prodotta per assimilazione; da cui, danese bænk «banco», svedese bänk «panca, banco». La radice germanica è entrata nelle lingue neolatine (italiano banco, banca, panca; spagnolo e portoghese banco; francese e provenzale banc) e celtiche (irlandese beinc; cornico benck).
    (β) Il secondo è raro in islandese e compare solo in contesti poetici con il significato di «rivoletto, ruscello». Unica eccezione prosastica, la frase proverbiale þar er bekkr á milli, «c'è in mezzo un ruscello», per indicare due persone che non riescono a raggiungersi (Cleasby ~ Vigfússon 1874). Cfr. tedesco Bach «ruscello» e olandese beek; inglese beck «ruscello»; danese bæck, svedese bäck e norvegese bekk «ruscello». Il termine è desueto in islandese moderno ed è sentito come un danesismo.

Il senso del toponimo Søkkvabekkr cambia a seconda di quale dei due significati diamo al termine bekkr. La lettura «panca sommersa» suggerisce una dimora o una hǫll posta accanto o sotto le acque, dove Óðinn e Sága si trovano ogni giorno per bere insieme. L'interpretazione potrebbe essere avvalorata dalla strofa Grímnismál [7], dove sono citate «gelide onde» [svalar unnir] rumoreggiare sopra Søkkvabekkr. Anche se ammettiamo, tuttavia, che Søkkvabekkr sia una sala da birra posta sotto le acque, ci manca il mito che ne dia una giustificazione. È forse da identificare con la bjǫrsalr di Ægir? E Sága è forse una divinità marina?

Gianna Chiesa Isnardi propone addirittura, seppure con molte incertezze, la possibilità che il termine Søkkvabekkr si riferisca a una nave naufragata. (Isnardi 1991)

La lettura di Søkkvabekkr nel senso di «ruscello sommerso» – o forse, intendendo il verbo søkkva nella sua forma causativa, quindi «ruscello che sommerge» – ha il vantaggio di mettere insieme due termini semanticamente affini, ma il senso generale rimane assai oscuro e, comunque, più lontano dai dati forniti dal Grímnismál.

LETTERATURA

Di un toponimo chiamato Søkkvabekkr tratta innanzitutto nel Grímnismál, dov'è detto essere il quarto delle dodici – in realtà tredici – regioni celesti che compongono il mondo degli Æsir:

Søkkvabekr heitir enn fjórði,
en þar svalar knego
unnir yfir glymja;
þar þau Óðinn ok Sága
drekka um alla daga
glǫð or gullnom kerom.
Søkkvabekkr si chiama la quarta [dimora],
là dove possono gelide
onde sopra scrosciare.
Óðinn e Sága
bevono tutti i giorni,
lieti, in coppe d'oro.
Ljóða Edda > Grímnismál [7]

Stando a questo passo, Søkkvabekkr risulta essere una dimora sommersa dalle onde (yfir è chiaramente «sopra»), per quanto alcune traduzioni cerchino di razionalizzare il testo, dirigendo piuttosto le onde «intorno» all'edificio (Mastrelli 1951 | Scardigli ~ Meli 1982).

Che questo passo sia risultato ostico allo stesso Snorri, è evidente dal passo della Prose Edda in cui lo scrittore islandese accenna rapidamente a Sága. La dea viene definita unicamente attraverso il luogo in cui abita, Søkkvabekkr, ma senza alcun riferimento a quanto era stato detto nel poema eddico:

Ǫnnur er Sága, hon býr á Søkkvabekk ok er þat mikill staðr. La seconda [dea] è Sága; ella dimora a Søkkvabekkr, un grande luogo.
Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [35]

L'imbarazzo di Snorri è fin troppo evidente. Egli descrive ambiguamente Søkkvabekkr come un «grande luogo» [mikill staðr], evitando di definire il toponimo come un edificio o un territorio.

FONTI

Ljóða Edda > Grímnismál [7]
Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [35]

BIBLIOGRAFIA ►
RIFERIMENTI
IMMAGINI
   
Óðinn e Sága
Jenny Nystrǫm
(1893)
Óðinn e Sága
Lorenz Frølich
(1906)
Søkkvabekkr
Illustrazione di Óðindís.
   
PAGINE
L'Ásgarðr - E le dimore del cielo

Creazione pagina: 01.01.2009
Ultima modifica: 01.06.2013

 
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