NOTE
Hämälaisten jumalat
Tapio — Dio delle foreste. Ben noto ai
lettori del
Kalevala, ha
probabilmente la sua origine in analoghi spiriti-guardiani dei boschi nell'area
nord-euroasiatica, come il Tayġa Tös degli
altaiani o il tïa iččitä Bāy
Bayanay degli Jacuti (Giansanti 2008). Analogo all'Hiisi della
lista careliana.
Achti,
Ahti — Ci sono poche informazioni riguardo
ad Ahti, nonostante la vasta e lunga tradizione
letteraria (nel
Kalevala è noto
come Ahto). È lo spirito-guardiano delle acque,
sebbene secondo Kaarle Krohn questa caratterizzazione dipenderebbe unicamente
dall’interpretazione da
Agricola. Secondo Krohn, Ahti sarebbe stato
originariamente il titolo o il nome di un eroe, divenuto poi, chissà come, un
genio delle acque.
Aͤinemoͤinen, (V)äinämöinen
— La parola väinä, conservata negli antichi runot,
indica in estone uno stretto, di mare o fiume; in finlandese è sinonimo di
suvanto, tratto di bonaccia in fiumi e torrenti. Il personaggio è ricordato nel
Kalevala come un
grande laulaja e sciamano, fabbricatore della prima kantele e,
nella prima versione del poema lönnrotiano, addirittura creatore del mondo. Agricola
gli assegna il ruolo di creatore di versi e inni. Secondo Lönnrot, tuttavia, il
nome di Väinämöinen
sarebbe da mettere in connessione con Vein emoinen, la «madre
delle acque» (vedi Wedhen Eme
nel canone careliano) (Lönnrot 1839 |
Pentikäinen 1989). Osserva tuttavia Uno Harva che il personaggio non
avrebbe potuto raggiungere la grande rinomanza che gli attribuiscono i runot se
fosse stato un semplice spirito-guardiano delle acque. (Harva
1948)
Rachkoi, Rahko.
— Rahko è forse una delle divinità meno conosciute nella lista di Agricola: è
probabilmente legata alle fasi lunari o probabilmente alla luna calante.
Sopravvissuto nella memoria popolare per lungo tempo, Rahko
ricompare nelle fiabe raccolte nel nord della Finlandia nei panni di un ladro che,
disturbato dal chiaro di luna, risolse incatramando il disco lunare. Di notte, prese un secchio di catrame e una frusta per la sauna e
raggiunse la luna con una scala. In altre tradizioni, però, Rahko
era anche il nome di un malevolo essere soprannaturale che infestava le
case. Il termine rahko è anche usato in finnico per indicare alcune malattie, come tulirahko, la
scarlattina, e isorahko, il vaiolo.
(Harva 1948)
Lieckioͤ, Liekkiö.
— Agricola descrive Liekkiö come uno spirito della
vegetazione, che controlla l'erba, gli alberi e le radici. Ciò è coerente con
quanto afferma Ganander, secondo il quale Kihavanskoinen
e Liekiöinen sarebbero stati due dei figli di
Kaleva, i quali avrebbero sgombrato i prati
bruciando la legna secca (Ganander 1785). Il termine liekkiö indica lo spirito di un
neonato esposto alla nascita, morto prima di essere battezzato, i cui lamenti
risuonano nella notte.
L'etimologia è da liekki, «fiamma» più il suffisso -kiö, mutuato
dalla parola sikiö, «embrione». Analogo all'ihtiriekko dell'Ostrobotnia centrale, o all'eahpáraš nella
tradizione sámi (Krohn 1914 | Harva 1948 | Airaksinen
2011). Nel Satakunta, il termine äpärä, «figlio naturale, nato
fuori dal matrimonio», indicava in origine uno spirito di infante.
(Ganassini 2013)
Ilmarinen. — Il fabbro ed eroe culturale del
Kalevala, è
presente nel canone di Agricola come una divinità del vento, compatibilmente con
l'etimologia del nome (ilma significa infatti «aria»); e l'essere
considerato protettore dei viandanti lungo le strade sembra essere una
caratteristica fissa del dio-vento, per sua natura mobile e vagabondo. Non c'è
consenso tra gli studiosi sull'interpretazione della figura di
Ilmarinen, e forse il
personaggio va connesso a Inmar, dio celesti degli
Udmurti. (Krohn 1914 | Harva 1948 | Harva 1967).
Turisas, Tursas
— L'Iki-Turso del
Kalevala era
concepito come un mostro o uno spirito acquatico. La caratterizzazione di
Agricola, secondo il quale avrebbe assicurato la vittoria in guerra, rimane vaga e poco
comprensibile.
Cratti, Kratti
— Apparentemente, un guardiano delle ricchezze, legato soprattutto ai tesori
nascosti. È una versione finnica dello svedese skratt, «colui che ride»,
uno spettro a guardia dei tesori, citato anche nel Själinna
Tröst.
Tontu, Tonttu.
— Spiritello domestico, oggi rappresentato come un piccolo ometto dalla barba
bianca e con un
cappello rosso a punta. È la versione finlandese di un popolare folletto scandinavo,
chiamato in svedese tomte, tomtegubbe o tomtenisse
(norvegese e danese nisse). Spiritello domestico, protegge la famiglia e
i bambini, soprattutto durante la notte. Può tuttavia
diventare astioso se fatto oggetto di dispetti (come il tomte che
miniaturizza il protagonista nel romanzo di Selma Lagerlöf, Nils Holgerssons
underbara resa genom Sverige).
Piru. — Forse, in origine, una sorta di dio
del tuono, se confermata la corradicalità con il nome
Perkele. Per Agricola è il diavolo cristiano. Nella chiusa, viene detto
che è a causa di «Piru e il peccato» se gli
antichi finlandesi si prostravano alle divinità pagane.
Capeet, Kapeet.
— Plurale di Kave, che nel
Kalevala è
epiteto della dea atmosferica Ilmatar. In Agricola, i Kapeet sembrano far parte della classe dei
«mostri divoratori» degli astri, responsabili delle eclissi, caratteristici nell'area nord-euroasiatica,
ma anche norrena e indiana.
(Haavio 1967)
Calevanpojat,
Kalevanpoikat. — «Figli di Kaleva» era
l'appellativo per una razza di eroi eziologici, di statura e forza
eccezionali,
considerati responsabili delle peculiarità del paesaggio balto-finnico.
Christfried Ganander così definisce Kaleva
nel suo Mythologia Fennica: «Un
gigante forte e dall’aspetto terribile, capo di tutti i giganti e padre di
dodici figli, i cui nomi sono stati dimenticati. Tra questi è menzionato
Hiisi, che costruì una fortezza sulle colline di
Paltamo; Soini che,
remando, raggiunse in un giorno Liminka e vi si
stabilì (una fattoria ha preso il suo nome):
Kihavanskoinen e Liekiöinen ripulivano i
prati accendendo dei falò (i ramoscelli secchi venivano messi sul fuoco). Si
ritiene che gli stessi Väinämöinen e
Ilmarinen siano figli di
Kaleva». (Ganander 1785 |
Pentikäinen 1989). Forse, all'origine, eroe eponimo di una stirpe
baltofinnica; forse quella dei muinaishämäläiset o antichi tavasti.
(Ganassini 2013)
Karjalaisten jumalat
Rongoteus. — Secondo Agricola, divinità
della segale. Martti Haavio connette questo nomen
a una coppia di martiri, i santi Teofane e Teodoro. Rongoteus fu anche un
cognome, in Carelia, almeno a partire dal XVI secolo. (Haavio
1967)
Pellonpecko, Pellonpekko.
— Il «Pekko del campo». Divinità legata alla birra. Favoriva la semina primaverile e la crescita
dell'orzo. In Carelia era celebrato il 22 febbraio.
Wirancannos,
Virokannas. — In Agricola, dio dell'avena. Il nome ricompare nel
poema di Lönnrot nelle vesti del sacerdote che battezza il figlio di
Marjatta (Kalevala
[50]); esso compare anche al fianco di Ukko
nel mito del sacrificio del grande toro (Kalevala
[20]). Sebbene nel poema di Lönnrot il nome
sia fornito nella forma Virokannas, i ricercatori sono d'accordo sul
fatto che il nome originale avesse la lezione suggerita da Agricola, <Wirancannos>,
Virankannos.
Egres, Äkräs.
— Un genio della vegetazione, legato alle rape. La sua esistenza è accertata nelle credenze folkloriche dei Finni convertiti all'Ortodossia russa.
Koͤndoͤs, Köndös.
— Secondo Martti Haavio, Köndös sarebbe legato a
sant'Urbano. Il giorno del santo, il 25 marzo, era considerato indicato per seminare il
grano. Haavio spiega l'origine del nome del dio dal finlandese
viiniköynnös «vite»; la vite era infatti un attribuito di sant'Urbano, il quale venne martirizzato
sotto la pianta. (Haavio 1967)
Uko/Wko,
Ukko. — Dio del cielo, o del tuono,
attestato negli incantesimi, ma poco nei runot
mitologici. L'Ukon vakka o «staio di Ukko»
era parte di una celebrazione, comune presso i baltofinni, che consisteva in libagioni e
offerte di cibo. Un documento da Sulkava, risalente al XVII
secolo, descrive così il rituale: «Un valligiano raccoglie birra dalle case del villaggio;
la gente si riunisce sulla riva del lago e si mette in circolo. Il celebrante
entra nell'acqua e, immerso fino ai fianchi, chiama il santo
Ukko, padre dell'aria, a benedire il popolo con
la pioggia. Allo stesso tempo egli spruzza l'acqua con la bocca e beve le offerte. I
valligiani tornano a casa seguendo il fiume, gettandosi acqua addosso l'un
l'altro». In quanto a Rauni, sposa di
Ukko, è conosciuta quasi unicamente attraverso la
lista di Agricola e su di lei nulla si può aggiungere. La vaga espressione härsky o
pärsky ha causato enormi problemi di interpretazione: molti presumono che
Rauni e Ukko stessero
discutendo tra loro; altri interpretano il testo in senso sessuale: quando
Rauni si eccita, arriva la pioggia.
Kaͤkri, Kekri.
— Questo kekri, più che una divinità, era una festività celebrata il giorno di san Michele, il 29
settembre, allorché si chiudeva la stagione dei pascoli e il bestiame veniva
riportato nelle stalle. Sei mesi più tardi, il bestiame veniva ricondotto nel
pascolo: l'alternanza era chiamata sistema kekri.
Wedhen Eme, Veden Emä
— La «madre delle acque», equivalente careliano dell'Ahti
di Häma.
Hijsi, Hiisi
— Un dio delle foreste, forse affine al Tapio
di Häma, in seguito divenuto una sorta di spirito maligno, localmente un gigante
(estone hiid). Sebbene Agricola lo descrive come un protettore della
caccia, il significato più autentico è certamente quello di un bosco
sacrificale, luogo sacro o funebre (estone hiis). Al plurale, gli
Hiidet sono spiriti ctoni, maligni, legati al mondo silvestre o a loghi
investiti di valore numinoso e terrifico. (Ganassini 2013)
Nyrckes, Nyrkes.
— Uno spirito-guardiano degli scoiattoli. Secondo Haavio, il suo nome sarebbe
derivato da nylkyveitsi, «coltello di conciatore», o da nyljetty
nahka, «pelle scuoiata». Quest'ultima è un attributo di san Bartolomeo, il quale, secondo la leggenda, fu spellato vivo.
(Haavio 1967)
Hiittavanin, Hittavainen.
— Uno spirito-guardiano delle lepri. Secondo Haavio, da mettere in connessione
con il nome di san Vito, martirizzato nell'anno 287. (Haavio
1967)
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