SCHEDARIO

ELLENI
Greci
 

MITI ELLENICI
Phórkys
Forci
PHÓRKYS
Divinità marina, figlio di Póntos e . Sposato a sua sorella Ketṓ, è padre delle Gorgónes e delle Graîai.

* * *

 
MITOLOGIA
MITI
  • Divinità marina, figlio di Póntos e , fratello di Nēreús, Thaûmas, Ketṓ ed Eúrybia.
  • Gli era dedicato un ottimo porto a Ithákē.
  • Iásōn sacrifica una pecora a un dio marito (Trítōn, Phórkys o Nēreús), in cambio di una sicura navigazione e di un lieto ritorno della sua nave.
  • Phórkys aveva sposato sua sorella Ketṓ, dalla quale aveva avuto, come figlie, le Gorgónes e le Graîai (Phorkídēs).
  • Pare che anche Échidna e il serpente Ládōn fossero figli di Phórkys e Ketṓ.
  • Altra figlia di Phórkys era la ninfa Thóōsa, madre del kyklops Polýphēmos.
  • Alcuni dicono che Skýlla fosse figlia di Phórkys e Krataiḯs (quest'ultima sarebbe da identificare forse con Hekátē).
  • Gli storici dicono che, dopo la morte di Phórkys, sua figlia Médousa abbia regnato sulle terre intorno al lago Tritōnís, in Libýē.
RELAZIONI
Stirpe:
Genitori:
Fratelli:



Sposa:
Figli:



Sposa:
Figlia:
Sposa:
Figlia:
Pontídai
Póntos
~
Nēreús
Thaûmas
Ketṓ
Eúrybia
Ketṓ
Gorgónes
Graîai
(Phorkídēs)
Échidna
Ládōn
Krataiḯs
(Hekátē)
(?) Skýlla
(?)
Thóōsa

(Hesíodos | Apollódōros | Hyginus)
(Hesíodos | Apollódōros | Hyginus)
(Hesíodos | Apollódōros  | Hyginus)
(Hesíodos | Apollódōros  | Hyginus)
(Hesíodos | Apollódōros)
(Hesíodos | Apollódōros)
(Hesíodos | Apollódōros | Aischýlos)
(Hesíodos | Apollódōros | Nónnos | Píndaros | Ovidius | Hyginus)
(Hesíodos)
(Hesíodos)
(Apollódōros | Apollṓnios Rhódios)
(Apollódōros | Apollṓnios Rhódios)

(Hómēros)
FILOLOGIA
ORTOGRAFIA
 

  ORTOGRAFIA EUCLIDEA ORTOGRAFIA POLITONICA
E TRASLITTERAZIONE
Greco ΦΟΡΚΥΣ Φόρκυς | Phórkys
  ORTOGRAFIA CAPITALE ORTOGRAFIA NORMALIZZATA
Latino PHORCVS
PHORCYS
PHORCYN
Phorcus
Phorcys
Phorcȳn

ETIMOLOGIA
 

Probabilmente dal greco phorkós «canuto». Un'altra etimologia, sebbene meno convincente, lo riconnetterebbe a phṓke «foca».

LETTERATURA
 

Stirpe e discendenza di Phórkys e Ketṓ
Altre figlie di Phórkys
Phórkys, divinità marina

 


Stirpe e discendenza di Phórkys e Ketṓ

Phórkys fa la sua comparsa nella Theogonía di Hēsíodos, tra i figli di Póntos e. Hēsíodos offre un breve ritratto di Nēreús, ma si limita a citare i suoi fratelli senza fornire di loro alcuna descrizione:

...Aûtis d’ aû Thaúmanta mégan kaì agḗnora Phórkyn
[...] kaì Kētṑ kallipárējon
Eurybíēn t’ adámantos enì phresì thymòn échousan.
...E poi Thaûmas grande e il vigoroso Phórkys,
[...], e Ketṓ dalle belle guance,
ed Eúrybia che tiene nel petto un cuore d'adamante.
Hēsíodos: Theogonía [237-239]

La Theogonía si dilunga soprattutto a descrivere la discendenza di Phórkys e Ketṓ, che è costituita da due serie di mostruose sorelle: le Graîai [270], le Gorgónes [274]. A queste si aggiunge Échidna [297], seppure con un margine di dubbio riguardo alla paternità, perché il testo mantiene un'ambiguità che potrebbe far pensare che quest'ultima sia piuttosto figlia di Chrisáōr e Kalliróē). Quale ultimo figlio, il serpente che custodisce i pomi delle Hesperídes (Ládōn) [334].

Nella sua Bibliothḗkē, Apollódōros si limita a riferire, in breve, la stessa genealogia riportata da Hēsíodos.

  Da Póntos e nacquero Phórkys, Thaûmas, Nēreús, Eúrybia e Ketṓ. [...]. Da Phórkys e Ketṓ nacquero le Phorkídes e le Gorgónes .
Apollódōros: Bibliothḗkē [I: 2]

Le Phorkídēs che sono ovviamente le Graîai, qui definite con il patronimico (la loro ascendenza verrà ribadita in [II: 4]). Si noti che la discendenza di Phórkys e Ketṓ, in Apollódōros, non comprende né Échidna (che in questo testo è detta figlia di Tártaros e ), né il serpente Ládōn (che è detto figlio di Échidna e Typhôn).

Píndaros, nella dodicesima ode pitica, trattando della vittoria sulle Gorgónes, scrive che Perseús...

...ḗtoi tó te thespésion Phórkoi' amaýrōsen génos. ...abbuiò quella razza sovrumana di Fórkys.
Píndaros: Pythiónikoi [XII: 14]

Anche Ovidius definisce le Gorgónes e le Phorkídēs figlie di Phórkys (Metamorphoseon [IV: 743 | IV: 745 | V 230]).

Hyginus, nelle sue Fabulæ, segnala  Phórkys e Ketō come genitori delle Phorkídēs, ma curiosamente attribuisce alla sola Ketṓ la nascita delle Gorgónes:

Ex Phorco et Ceto; Phorcides, Pemphredo Enyo Persis (pro hac ultima Dino alii ponunt). ex Gorgone et Ceto Sthenno Euryale Medusa. Da Phórkys e Ketṓ: le Phorkídēs, cioè Pemphrēdṓ, Enyṓ  e Pérsis (quest'ultima da altri è chiamata Deinṓ). Da Ketṓ nacquero le Gorgónes: Sthenṓ, Euryálē e Médousa.
Hyginus: Fabulæ [Prologo: 9]

 


Altre figlie di Phórkys

A Phórkys vengono attribuite almeno altre due figlie non presenti nelle fonti «canoniche». La notizia più antica proviene dalla stessa Odýsseia, dove si dice che il kýklōps Polýphēmos fosse figlio della ninfa Thóōsa, a sua volta figlia di Phórkys [I: 71]. La madre della ninfa non viene citata, ma Hómēros sembra ignorare del tutto il personaggio di Ketō.

Nell'epitome alla Bibliothḗkē, trattando dei viaggi di Odysseús, Apollódōros aggiunge un'altra notizia:

  Su uno di questi [scogli] stava Skýlla, figlia di Krataiḯs e di Tríenos, o di Phórkys; essa aveva volto e busto di donna, ma dai fianchi sbucavano sei teste e dodici zampe di cane.
Apollódōros: Theogonía [Ep.: 7]

Per la complessa genealogia di Skýlla rimandiamo alla voce inerente. Le fonti concordano perlopiù sul fatto che la madre fosse Krataiḯs; riguardo alla paternità, lo stesso Apollódōros è incerto se attribuirla a Tríenos o Phórkys, tantopiù che nulla sappiamo sul primo dei due (a meno che non sia un errore per Trítōn, Typhôn o Tyrrēnós, tre «padri» di Skýlla in diverse tradizioni).

Anche Apollonio Rodio afferma che Skýlla sia figlia di Phórkys e Krataiḯs (qui identificata con Hekátē):

...Skýllēs Ausoníēs aloóphronos, hḕ téke Phórkōj,
nyktipólos Hekátē, tḗn te kleíousi Krátaiin.
...la terribile Skýlla ausonia, figlia di Phórkys,
e della notturna Hekátē, che chiamano anche Krataiḯs.
Apollṓnios Rhódios: Tá Argonautiká [IV: 828-829]

 


Phórkys, divinità marina

Poche altre notizie sono disponibili su Phórkys, ma i tratti ne fanno un'antica divinità marina. Hómēros lo chiama «vecchio del mare» [halíoio gérontos], come anche Nēreús, e afferma avesse un porto sacro nell'isola di Ithákē: una baia che un doppio promontorio proteggeva dai venti e delle onde, tale che le navi potevano essere deposte senza ormeggio; davanti alla baia c'era un grande ulivo e, nei pressi, un antro sacro alle Naïádes [XIII: 96-112]. È proprio in questa baia, tra l'altro, che Odysseús sbarca al suo arrivo nella patria isola [XIII: 345-350].

Sappiamo che i marinai tributassero sacrifici a Phórkys per assicurarsi un buon viaggio e un sicuro ritorno a casa. Lo attesta l'interessante preghiera che Apollṓnios Rhódios mette in bocca a Iásōn, nel corso della sua spedizione a bordo dell'Árgos. Dopo aver sgozzato una pecora, ritto sulla poppa, e prima di gettarla in mare, l'eroe leva una preghiera a una sconosciuta divinità marina, proponendo, tra le sue varie identificazioni, anche quella di Phórkys.

Daîmon, hó tis límnēs epì peírasi têsde phaánthēs,
eí te sý ge Trítōn, hálion téras, eí té se Phórkyn,
hḕ Nērēa thýgatres epikleíous' halosýdnai,
hílathi kaì nóstoio télos thymēdès ópaze.
Dio, chiunque tu sia, che ci sei apparso sulle rive dal lago;
ti chiamino col nome di Trítōn (prodigio marino) o di Phórkys,
o di Nēreús le figlie dell'acqua, sii propizio
e dacci il ritorno che il nostro cuore desidera.
Apollṓnios Rhódios: Tá Argonautiká [IV: 1597-1600]

Pausania, nella sua Periḗgēsis, afferma che, dopo la morte di Phórkys, sua figlia Médousa abbia regnato sulle terre intorno al lago Tritōnís, in Libýē. Si tratta tuttavia di una notizia evemerizzata, il cui dato mitologico è stato volutamente omesso in favore di un presunto realismo storico (Periḗgēsis [II: 21]).

ICONOGRAFIA
 

In un mosaico di epoca tardo-romana, rinvenuto nei Bagni di Traiano, ad Acholla (Tunisia), Phórkys è raffigurato con aspetto ibrido, piuttosto bizzarro. È essenzialmente mezzo uomo e mezzo pesce, come Trítōn; la parte umana, tuttavia, mostra la pelle rossa, squamosa e irta di scaglie, di un crostaceo. Sulla testa spuntano antenne da aragosta. Due chele spuntano dai fianchi. Regge una fiaccola in una mano e, nell'altra, un cesto. Il capo e il petto sembrano ghirlandati di alghe.

Phórkys
Mosaico di epoca tardo-romana. Bardo Museum, Tunisi (Tunisia).

 

FONTI

Hómēros: Odýsseia [I: 71 | XIII: 96-112 | XIII: 345-350]
Hēsíodos:
Theogonía [237 | 270 | 333 | 336]
Apollódōros: Bibliothḗkē [I: 2 | II: 4 | Ep. 7].
Alkmán: Phragmenta [1]
Píndaros: Pythiónikoi [XII: 14]
Lykóphrōn: Alexándra [375 | 477]
Kóintos Smyrnaíos: Tà metà tòn Hómēron [VI: f. 260]
Pausanías: Periḗgēsis [II: 21]
Nónnos: Dionysiaká [XXXI: 13]
Publius Ovidius Naso: Metamorphoseon [IV: 743 | IV: 745 | V 230]
Hyginus: Fabulæ [Pr. 7? | Pr. 9]
Publius Papinius Statius:
Silvae [II: ii: 14]

BIBLIOGRAFIA
 | RIFERIMENTI
IMMAGINI
 
Échidna
Autore non identificato
Échidna
Autore non identificato
Échidna
Autore non identificato
Typhôn ed Échidna
Giovanni Caselli
(1996)
 
PAGINE
La stirpe di Póntos - Nereidi e mostri

Creazione pagina: 06.07.2011
Ultima modifica: 24.11.2011

 
POSTA
© BIFRÖST
Tutti i diritti riservati