MITI

ELLENI
Greci

MITI ELLENICI
CREAZIONE DEGLI UOMINI
PROMĒTHEÚS, IL DEMIURGO
Secondo un altro mito, gli uomini vennero creati dagli dèi, impastando la terra con il fuoco e con l'acqua. Alcuni racconti, attribuiscono questa impresa a Promētheús.
Indice
MITI
SAGGI
Fonti
Bibliografia
  1. Promētheús plasma l'umanità
  2. La distribuzione di Epimētheús
  3. La sapienza politica
    Fonti
  1. ***
    Bibliografia essenziale
1 - CREAZIONE DEGLI UOMINI PER MANO DI PROMĒTHEÚS

ei primissimi tempi, quando le stelle, a lungo rimaste sepolte nelle cieche tenebre, avevano cominciato a scintillare e palpitare per tutto il cielo, ogni elemento si riempì di forme animate. Alle onde spettò di ospitare i lucidi pesci, la terra accolse i quadrupedi, l'aria cedevole si riempì di uccelli.

Ma ancora mancava un essere più nobile di questi, dotato di alto intelletto e capace di dominare sugli altri. Dicono alcuni che la divina semenza dell'uomo fu opera del principio del mondo. Altri dicono che furono gli dèi immortali a creare i primi esseri umani, forgiandoli nelle profondità della terra mescolando terra e fuoco e altre sostanze. Altri, assai più precisi, dicono che il demiurgo fu il figlio di Iapetós, Promētheús.

Questi foggiò creature a immagine degli dèi immortali, impastando la terra ancora recente con l'acqua piovana, da poco separata dal cielo, della cui natura conservava ancora un residuo. Questa è la ragione per cui, mentre gli animali stanno curvi e guardano il suolo, l'uomo ha un viso che guarda verso l'alto: e Promētheús ordinò che l'uomo fissasse, eretto, il firmamento.

Ancora oggi, a Panopeús, nella Phōkís, vengono mostrati due grandi macigni, ciascuno dei quali è così grande da riempire un carretto. Hanno il colore dell'argilla, ma il loro profumo ricorda la pelle umana. Gli abitanti della zona dicono che sono quanto rimane dell'argilla utilizzata da Promētheús per modellare i primi uomini.

2 - LA DISTRIBUZIONE DI EPIMĒTHEÚS

econdo quanto Prōtagóras narrò a Sōkrátēs, una volta creati gli uomini e gli animali, gli dèi diedero incarico ai figli di Iapetós, Promētheús ed Epimētheús, di fornire le facoltà a ciascuna specie, come si conviene. Ma Epimētheús chiese a Promētheús di lasciar fare a lui il lavoro. — Quando avrò finito, tu verrai a controllare.

E dopo aver così persuaso il fratello, Epimētheús mise mano alla distribuzione. Ad alcuni animali assegnò una grande forza, ad altri la velocità. Certe specie le provvide di armi di difesa: corna, zoccoli, zanne, artigli. Altre ancora, che erano inermi, le fornì della capacità di fuggire con le ali, o di rifugiarsi in tane sotterranee. Ad alcuni animali diede pelli spesse, ad altri folte pellicce, in modo che si proteggessero dalla calura e dal gelo. Studiò una catena alimentare, in modo che specie animale avesse la possibilità di procacciarsi un appropriato nutrimento: chi si nutrisse di vegetali, chi predando altri animali. E studiò ogni dettaglio, in modo che fosse rispettato un certo equilibrio e nessun animale finisse per estinguersi.

Se non ché, nonostante tutta la sua attenzione, Epimētheús si avvide alla fine di aver speso tutte le facoltà con gli animali, ma la razza umana rimaneva ancora sprovvista di tutto. Mentre si trovava impacciato in quest'inghippo, giunse Promētheús a controllare il risultato della distribuzione, e vide che tutte le specie animali erano provviste di tutto, ma l'uomo era ancora nudo, scalzo e inerme.

Era ormai vicino il giorno predestinato in cui bisognava che anche l'uomo uscisse alla luce, e Promētheús, trovandosi in difficoltà, penetrò nell'officina che Athēnâ ed Hḗphaistos avevano in comune. Qui giunto, rubò il fuoco e, insieme, la sapienza tecnica necessaria sopravvivere. Promētheús, com'è noto, fu punito per quel furto.

3 - LA SAPIENZA POLITICA

ossedendo, grazie ai doni di Promētheús, un destino divino, l'uomo imparò presto ad articolare le parole. Egli inventò dimore, vestiti, calzari e giacigli. Scoprì l'agricoltura e la pastorizia. Imparò anche – unico tra gli animali – a innalzare statue e altari agli dèi.

I primi uomini abitavano in insediamenti sparsi, e non esistevano le città. Perciò morivano uccisi dalle fiere, e l'arte artigiana che essi possedevano bastava loro a procurarsi il cibo, ma non bastava per creare una qualche forma di organizzazione. Se cercavano di unirsi in piccole comunità, scoppiavano subito alterchi e tornavano a dividersi.

Promētheús aveva infatti rubato il fuoco ad Hḗphaistos e la tecnica ad Athēnâ. Ma non aveva potuto introdursi sull'Ólympos per rubare a Zeús la sapienza politica. Fu lo stesso Zeús, allora, temendo che la specie umana finisse per estinguersi, a mandare Herms tra gli uomini, affinché portasse le prime regole ordinatrici e i rudimenti dei legami sociali.

— Giustizia e rispetto, come devo distribuirli? — chiese Herms. — Devo darne a chi più e a chi meno, come l'arte, o distribuirne a tutti?

— A tutti, affinché tutti ne siano partecipi — rispose Zeús. — E anzi, istituisci una legge a mio nome. Chi non è capace, in una comunità, di partecipare al comune senso di rispetto e giustizia, sia messo a morte.

 
d
 
 
Fonti

1 Publius Ovidius Naso: Metamorphoseon [I: 69-88]
Sapphṓ: Fragmenta [207]
Apollódōros: Bibliothḗkē [I: 45]
Hyginus: Fabulæ [142]
Pausanías: Periḗgēsis [X: 4]
2-3 Plátōn: Prōtagóras [320c-320d]

 
 

 

   


 

 
 
BIBLIOGRAFIA
  • AA.VV. Storia e civiltà dei greci. Vol. 1: Origini e sviluppo della città. Il Medioevo greco. Milano 2000.
  • ARRIGHETTI Graziano [cura]. Esiodo: Teogonia. Rizzoli, Milano 1984.
  • CASELLI Giovanni. Atlante di mitologia. I figli del Cielo e della Terra. Giunti, Firenze 1996.
  • CINGANO Ettore ~ VASTA Eleonora [cura]. Esiodo: Teogonia. Mondadori, Milano 2004.
  • COLLI Giorgio: La sapienza greca, vol. 1. Adelphi, Milano 1977.
  • COLONNA Aristide [cura]: Esiodo: Opere. Utet, Torino 1977.
  • FERRARI Anna. Dizionario di mitologia classica. UTET, Torino 1990. Tea, Milano 1994.
  • FRÄNKEL Hermann. Dichtung und Philosophie des frähen Grichentums. New York 1951.  ID.: Early Greek Poetry and Philosophy. Oxford 1975.
  • GRAVES Robert. Greek Myths. 1955. ID. I miti greci. Longanesi, Milano 1979.
  • GRIMAL Pierre. Dictionaire de la mythologie grecque et romaine. Presses Universitaires de France. Parigi 1979. ID. Mitologia. I miti greco romani raccontati da Pierre Grimal. Paideia, Brescia 1987.
  • GUIDORIZZI Giulio [cura]. Apollodoro: Biblioteca. Adelphi, Milano 1995.
  • GUIDORIZZI Giulio [cura]. Igino: Miti. Adelphi, Milano 2000.
  • KERÉNYI Károly: Die Mythologie der Griechen I-II. 1951-1958. ID. Gli dèi e gli eroi della Grecia. Il Saggiatore, Milano 1963. Mondadori, Milano 1997-1998.
  • LATACZ Joachim: Homer. Der erste Dichter des Abendland. 1985. ID. Hómēros. Il primo poeta dell'occidente. Laterza, Bari 1998.
  • MORPURGO Giuseppe. Le favole antiche. Notizie e racconti di mitologia greca e romana. Petrini, Torino 1953.
  • PENGLASE Charles. Greek Myths and Mesopotamia. Parallels and influence in the Homeric Hymns and Hesiod. Routledge, London / New York 1994. ID. Dall'Ekur all'Olimpo. ECIG, Genova 1997.
  • REALE Giovanni: Orfici. Testimonianze e frammenti nell'edizione di Otto Kern. Bompiani, Milano 2011.
  • STAPLETON Michael ~ SERVAN-SCHREIBER Elizabeth. Il grande libro della mitologia greca e romana. Mondadori, Milano 1979.
  • VERNANT Jean-Pierre. Miti cosmogonici. Grecia. In: BONNEFOY Yves [cura]: Dictionnaire des Mythologies. Parigi 1981¹. ID. [cura]. Dizionario delle mitologie e delle religioni, vol. 1. Milano 1989.
  • VERNANT Jean-Pierre. L'univers, les Dieux, les Hommes. Récits grecs des origines. 1999. ID. L'universo, gli dèi, gli uomini. Il racconto del mito. Einaudi, Torino 2000.
BIBLIOGRAFIA
Intersezione: Aree - Holger Danske
Sezione: Miti - Asteríōn
Area: Ellenica - Odysseús
Testi di Daniele Bello.
Ricerche di Daniele Bello e Dario Giansanti.
Creazione pagina:03.07.2011
Ultima modifica: 16.10.2015
 
POSTA
© BIFRÖST
Tutti i diritti riservati