MITI

ELLENI
Greci

MITI ELLENICI
NASCITA DEGLI UOMINI
LA TERRA, LA CRETA, GLI ALBERI, LE PIETRE
 
Indice
MITI
SAGGI
Fonti
Bibliografia
  1. Gli uomini nati dalla terra
  2. Dattili, Cabiri e Coribanti
  3. Uomini nati dagli alberi e dalle pietre
  4. Il mito del sympósion
    Fonti
  1. ***
    Bibliografia essenziale
 
2 - NASCITA DEGLI UOMINI DALLA TERRA

ltri dicono che gli uomini nacquero dalla dea-terra G, ben decisa a non essere madre solo di piante insensibili e di animali privi di ragione. Non è infatti la terra che imita la donna nel suo partorire, ma la donna che imita la terra.

Al riguardo, ogni regione dell'Hellás aveva le sue tradizioni.

In Boiōtía si narrava, ad esempio, che Alalkomeneús fosse il primo uomo, spuntato presso il lago Kōpaḯs; fondatore della città di Alalkomenaí, fu anche precettore della dea Athēnâ. In Arkadía si favoleggiava di Pelasgós, antenato dei Pelasgoí, nato dalla terra già prima che in cielo brillasse la luna. Ed a Eleusís si diceva che Dysaúlēs fosse sorto spontaneamente dal suolo.

Gli abitanti dell'Attikḗ erano quelli che più profondamente avvertivano la tradizione sulla loro nascita dalla terra, tanto che si consideravano, non senza fierezza, gēgeneîs «nati dalla terra» o autóchthones «autoctoni». Ad Athnai, una sapiente donna, chiamata Aspasía, ebbe a dichiarare che, sebbene la dea-terra G avesse prodotto dovunque piante e animali selvaggi, solo il suolo attico, sterile e libero da fiere, aveva prescelto di generare degli esseri umani, le uniche creature a credere nella giustizia e negli dèi.

Il suolo attico produsse anche grano e orzo, per mantenere i suoi figli, e in seguito fece scaturire gli olivi. Dopo aver fatto crescere le sue creature fino all'adolescenza, G fornì loro, quali signori e maestri, gli dèi, che provvidero a fondare le  principali costumanze sociali, ammaestrandoli prima di tutto per la difesa del paese, nel possesso e nell'uso delle armi.

 
4 - IL MITO DEL SYMPÓSION

el corso di un allegro sympósion, Aristophánēs raccontò – ma probabilmente per metafora, e non secondo sapienza mitologica – che anticamente l'umanità era composta da strana esseri di forma rotonda, con schiena e fianchi di aspetto circolare. Forniti di quattro braccia e quattro gambe, avevano due volti ai lati opposti di un'unica testa. Quando si muovevano, procedevano a capitomboli, facendo perno sui loro otto arti, così come i saltimbanchi.

Questi esseri avevano tre generi. Al maschio, che aveva tratto la propria origine dal sole, e alla femmina, che l'aveva tratta dalla terra, si aggiungeva l'androgino, il quale aveva natura lunare, in quanto la luna ha parte di ambedue i sessi. Si accoppiavano tuttavia non tra di loro, ma con la terra, e dalla terra venivano generati.

Terribili per il vigore e la possanza, questi esseri nutrivano propositi arroganti e tentarono un attacco contro gli dèi. Questi ultimi non sapevano cosa fare: a ucciderli tutti avrebbero perduto tutti gli onori e i sacrifici: d'altra non si poteva lasciarli andare all'insolenza. Alla fine Zeús escogitò una soluzione.

— Penso di avere un mezzo per far cessare le loro insolenze — dichiarò al consesso divino. — Taglierò ciascuno di loro in due parti uguali, così diverranno più deboli. Ma anche più numerosi, e quindi più utili per noi. E se camminare su due sole gambe non li ridurrà a più miti consigli, li taglierò in due un'altra volta e li lascerò a saltellare su un piede solo.

E così fu fatto. Ognuno che Zeús divideva in due parti, Apóllōn provvedeva a risistemarlo. Gli girava il capo in direzione del taglio, e tirava la pelle, cucendola dove oggi gli uomini hanno l'ombelico, e pur spianandola al meglio, lasciava delle grinze intorno alla pancia, in modo che fosse d'ammonimento alle future generazioni.

Dopo che la natura umana fu divisa in due parti, ogni metà fu presa da grande nostalgia dell'altra. E abbracciatesi strette, le coppie rimaneva così immobili, finché morivano di fame. Zeús, avendone pietà, traspose i loro genitali nella parte anteriore, in modo che potessero accoppiarsi tra loro. Ecco perché, ancora oggi, coloro che furono androgini cercano compagni del sesso opposto; coloro che nacquero dal taglio di maschi e di femmine, li cercano invece del proprio sesso.

Da allora, rimane connaturato negli uomini l'amore gli uni per gli altri, conciliatore dell'antica natura che tenta di fare un essere solo da due, e curare così la natura umana.

d
 
 
Fonti

4 Hippolytus Romanus: Refutatio Omnium Heresium [V: 6: 3]
Apollódōros: Bibliothḗkē [II: 1 | III: 8]
Plátōn: Gorgías [523a-523e]
Plátōn: Menéxenos [237d]
5 Plátōn: Sympósion [189d-192c]

 
 

 

   


 

 
 
Bibliografia
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BIBLIOGRAFIA
Intersezione: Aree - Holger Danske
Sezione: Miti - Asteríōn
Area: Ellenica - Odysseús
Testi di Daniele Bello.
Ricerche di Daniele Bello e Dario Giansanti.
Creazione pagina:03.07.2011
Ultima modifica: 16.10.2015
 
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