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FONTI - La ricerca dei testi

Cornelio Tacito
La Germania

ITALICI > Romani
CELTI > Antichi Germani

Titolo

De origine, situ, moribus ac populis Germanorum

Autore

Cornelio Tacito (55 - 116)

Genere

Saggio monografico

Epoca

98 d.C.

La Germania

Cornelio Tacito, discendente di ricca e nobile famiglia, fu funzionario sotto Domiziano ma divenne scrittore soltanto dopo la morte del tiranno (anno 96) e il ritorno della libertà con Nerva. Storiografo prezioso ed attento antropologo, scrittore di insolita profondità, Tacito fu autore di un Dialogo sull'oratoria, in cui, teorizzando intorno alla preminenza della poesie e dell'arte oratoria ed alle cause della decadenza di quest'ultima, finì per stabilire l'idea che la qualità dell'oratoria è legata a filo doppio dalle condizioni politiche in cui si trova a svilupparsi, ravvisando per la prima volta nella letteratura l'espressione della società. I lavori più importanti di Tacito sono tuttavia le sue opere storiche. Nei quattordici libri delle Storie egli narra gli avvenimenti dall'anno 69 alla morte di Domiziano, per poi successivamente ridiscendere, negli Annali, al periodo dalla morte di Augusto a quella di Nerone. Entrambe le opere, pur arrivate a noi in condizioni molto lacunose, e senza trascurare la loro grande importanza storica, sono ancora capaci di commuovere il lettore per la possente rappresentazione psicologica di uomini e fatti. All'opera di Tacito va aggiunta La vita di Agricola, biografia elogiativa del suocero, ex-governatore della Britannia, opera di capitale importanza per la comprensione della storia e dei costumi dei Celti britannici, e infine la Germania, uno splendido trattato antropologico sulle tribù germaniche, di cui si narrano diffusamente usi, costumi e credenze.

 

Edizioni italiane

  • TACITO Cornelio: Agricola - Germania - Dialogo sull'oratoria. GARZANTI 1991. Traduzione e note di Mario Stefanoni.

(Brani citati nel sito)

[I mitici progenitori dei Germani]

Celebrant carminibus antiquis, quod unum apud illos memoriæ et annalium genus est, Tuistonem deum terra editum. Ei filium Mannum, originem gentis conditoremque, Manno tris filios assignant, e quorum nominibus proximi Oceano Ingæuones, medii Herminones, ceteri Istæuones uocentur. Quidam, ut in licentia uetustatis, pluris deo ortos plurisque gentis appelationes, Marsos Gambiuios Suebos Vandilios affirmant, eaque uera et antiqua nomina.

In antichi poemi, unica loro forma di trasmissione storica, [i Germani] cantano il dio Tvisto nato dalla terra. A lui assegnano come figlio Mannus, progenitore e fondatore della razza germanica e a Mannus attribuiscono tre figli, dal nome dei quali derivano proprio gli Ingevoni, i più vicini all'oceano, gli Erminoni, stanziati in mezzo, e gli Istevoni, cioè tutti gli altri. Alcuni, per la libertà che tempi tanto antichi consentono, ritengono più numerosi i figli del dio e più numerose le denominazioni dei popoli, cioè i Marsi, i Gambrivii, gli Svevi, i Vandilii, e che questi siano i nomi genuini e antichi.

Cornelio Tacito: La Germania [2]
Traduzione e note di Mario Stefanoni.

[Le divinità germaniche]

Deorum maxime Mercurium colunt, cui certis diebus humanis quoque hostiis litare fas habent. [Herculem et] Martem concessis animalibus placant.

Sopra tutti gli dèi [i Germani] onorano Mercurius, cui ritengono lecito, in certi giorni, fare anche sacrifici umani. Placano Hercules e Mars con sacrifici d'animali consentiti.

Pars Sueborum at Isidi sacrificat: unde causa et origo peregrino sacro, parum comperi, nisi quod signum ipsum in modum liburnæ figuratum docet aduectam religionem. Parte degli Svevi sacrifica anche a Isis. Dell'origine e del motivo di questo culto straniero ho potuto accertare ben poco al di fuori di un dato, e cioè che il simbolo stesso della dea, rappresentata in forma di nave liburnica, dimostra che il culto è stato importato.
Ceterum nec cohibere parietibus deos neque in ullam humani oris speciem assimulare ex magnitudine cælestium arbitrantur: lucos ac nemora consecrant deorumque nominibus appellant secretum illud, quod sola reuerentia uidet. Non ritengono conforme alla maestà degli dèi rinserrarli tra pareti e raffigurarli con sembianza umana: consacrano loro boschi e selve e dànno nomi di divinità a quell'essere misterioso che solo il senso religioso fa loro concepire.

Cornelio Tacito: La Germania [2]
Traduzione e note di Mario Stefanoni.

Sezione Fonti - Šāhrazād.
Area Greco-Romana -
Odysseús.
Area Germanica -
Brynhilldr.

Creazione pagina: 04.04.2004
Ultima modifica:
28.04.2005

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